Buongiorno! Eccoci ancora qui, puntuali come le tasse a stilare una nuova classifica. A differenza delle passate TOP nelle quali esaminavamo un particolare aspetto che si può trovare in vari titoli più o meno attuali, quest’oggi analizzeremo un intero genere videoludico cercando di capire insieme a voi quali, nella storia dei videogiochi, sono i migliori platform. Come sempre vi ricordiamo anche le nostre passate classifiche qualora ve le foste perse:
ATTENZIONE: Le descrizioni potrebbero contenere spoiler. Teniamo inoltre a ricordare che questa è una classifica puramente soggettiva, creata secondo i gusti personali dello staff.
Chi ha giocato a questo gioco non può dimenticarlo facilmente. Uscì nell’ormai lontano 2010 come esclusiva Xbox sullo store digitale dedicato Xbox Live Arcade ed arrivò anche sulle console Sony e PC solo durante lo scorso novembre 2014. Limbo si presenta ai giocatori con tratti molto cupi, un’ambientazione bidimensionale e un ragazzo taciturno e solo il cui unico obbiettivo è quello di salvare la sorella maggiore scomparsa. La grafica è una degli aspetti che rimangono più impressi nel giocatore durante le sessioni di gioco poiché è completamente in bianco e nero e sfrutta a pieno solo la luminosità degli oggetti e i filtri tipici delle pellicole cinematografiche. Limbo, creato dalla software house indipendente Playdead entra di diritto nella nostra classifica grazie alla sua capacità di trasmettere angoscia e grazie ad un gameplay privo di guide che stuzzica la fantasia del giocatore.
Passiamo dal 2D al 3D ora con una coppia che negli anni 2000 fece impazzire i possessori della PlayStation 2 con un gameplay che rispecchia i canoni dei platform 3D ma ai quali aggiunge anche numerose meccaniche dei giochi d’azione. Stiamo parlando ovviamente di Ratchet & Clank: un alieno della razza Lombax, il cui aspetto ricorda vagamente quello di una volpe o di un cane, ed il suo inseparabile compagno robot. Questa bizzarra accoppiata, molte volte paragonata a Jak and Daxter, aveva il compito di fermare Drek, un oscuro invasore di un altra razza che cercava di sottrarre il pianeta natale dei Lombax ai propri abitanti in una spirale di eventi ricchi di ironia e azione. Fiore all’occhiello di questo titolo erano le armi, tante e tutte diverse tra loro oltre al fantastico carisma dei due protagonisti.
Negli anni ’90 il successo dei giochi platform era indiscusso e re di tale settore era ovviamente Nintendo che con i suoi titoli riusciva a far divertire grandi e piccini. Uno di questi era proprio Donkey Kong Country. Da nemico per eccellenza dell’idraulico baffuto e lanciatore provetto di botti, lo scimmione divenuto una star dei videogames possiede finalmente un titolo tutto suo dove insieme al suo fedele amico Diddy Kong partirà all’esplorazione di sette differenti mondi per recuperare… delle banane rubate.
I livelli, ambientanti in suggestivi scenari ghiacciati, miniere e giungle, erano tutti lineari ma ognuno di essi nascondeva sempre delle stanze bonus o qualche scorciatoia per premiare i giocatori più attenti oltre ad avere numerosi bonus. Il titolo uscì per tre diverse piattaforme: SNES nel ’94, GameBoy Color nel 2000 e GameBoy Advance nel 2003 oltre ad essere attualmente disponibile anche su Wii grazie alla Virtual Console, ottenendo sempre ampi consensi. Donkey Kong Country offre un adeguato livello di sfida per tutte le età nonché svariate ore di divertimento nelle quali è possibile anche trasformarsi in rinoceronte, struzzo, pesce spada e tanto altro ancora. Qualora aveste giocato a questo titolo siamo sicuri che difficilmente abbiate dimenticato la sua colonna sonora.
Creato da uno studio di sviluppo indipendente, Super Meat Boy fece successo fin da subito. Il protagonista, un giovane ragazzo sprovvisto di pelle si lancia in una disperata missione di recupero per salvare la propria amata, un ragazza la cui pelle sono dei bendaggi, attraverso livelli al limite della tortura. Seghe circolari, precipizi e altre innumerevoli trappole attendono il ragazzo di carne che però non demorderà mai e non abbandonerà la sua missione.
Ciò che ha contraddistinto questo gioco al momento della sua uscita fu la velocità con la quale si affrontavano i vari livelli presenti nel gioco, Super Meat Boy è un gioco molto fluido e rapido che richiede un più che discreto livello di abilità manuale; oltre a questo l’ironia che distingue i personaggi riesce a strappare più volte un sorriso al giocatore con situazione e battute che riescono a non cadere nel macabro data la forma del protagonista. Un plauso dunque a Team Meat per i suoi duri sforzi in fase di progettazione che però hanno saputo regalare al mondo un platform davvero ben fatto, ostico ma al tempo stesso molto divertente.
Sono davvero pochi i videogiocatori che non conoscono la “melanzana” dotata di mani e piedi protagonista di mille avventure in un mondo fantasy davvero pazzo. Stiamo parlando ovviamente di Rayman e nello specifico di Rayman 3: Hoodlum Havoc, terzo capitolo dell’omonima serie di videogiochi. Uscì nel 2003 su numerose console quali: Nintendo Gamecube, Game Boy Advance, PS2, Xbox, Pc, Mac ed anche su N-Gage. Il nostro ilare protagonista si getta in un’avventura ricca di azione e ironia nel disperato tentativo di fermare Andrè, un Lum divenuto nero e di conseguenza carico di energia maligna. Oltre a sezione tipiche dei platform 3D questo terzo capitolo della saga presentava numerosi power-up sparsi per il mondo di gioco sotto forma di laser di diverso colore in grado di modificare significamente l’esperienza di gioco per un periodo limitato di tempo.
Regalate una matita ad un bambino ed aspettate che la sua fantasia crei il resto. Max: The Curse of Brotherhood, creato da Press Play, si presenta come un classico platform a scorrimento orizzontale ma dotato di un meccanica base davvero innovativa. Max, non sopporta più il suo fratellino ed un giorno trova navigando in rete una magia in grado di farlo scomparire, questo incantesimo apre un portale verso un’altra dimensione che risucchia il povero fratellino Felix. Il nostro Max, rendendosi conto di quanto appena fatto si getta anch’egli nel portale per riportare indietro Felix. Sette capitoli dotati di venti livelli ciascuno attendono il giocatore che guidando Max e la sua inseparabile penna/matita intraprenderà un viaggio all’interno di una terra mai vista prima. E’ proprio quest’ultimo oggetto che rende grande questo gioco. La matita è in grado di modificare il terreno di gioco creando colonne di terra, piante, acqua e tanto altro ancora, si rivela uno strumento indispensabile per superare i livelli proposti dal gioco e riesce ad intrattenere molto bene il giocatore creando un legame tra lui e il determinato Max.
Come non citare il marsupiale più amato degli anni ’90 in questa classifica?! Crash Bandicoot fu una vera e propria icona videoludica, famoso in tutto il mondo per il suo coraggio, le sue avventure ed anche per la sua natura un po’ tonta. Nel terzo capitolo oltre a ritrovare tutti i numerosi personaggi compagni di avventura del marsupiale che come lui sono rimasti nella mente di molti videogiocatori facciamo anche la conoscenza del Dottor Nefarious Tropy creatore del Tornado del Tempo, un macchinario in grado di teletrasportare gli utilizzatori nei vari luoghi dello spazio dove sono nascosti i cristalli del potere.
Compito di Crash e Coco, come sempre, è quello di sventare i piani di Neo Cortex, alleato del Dottor Tropy, e recuperare per primi i cristalli. I livelli di di questo terzo capitolo della serie sono in totale trentadue ognuno dei quali ambientato in diversi luoghi del mondo e diverse epoche storiche. Oltre ad offrire il tipico divertimento del platform 3D a cui i precedenti due capitoli di Crash ci avevano abituato in Warped possiamo trovare numerosi livelli bonus in groppa all’inseparabile orso polare o in sella alla motocicletta di Crash e boss fight divertenti. Il tutto condito dalla simpatia intramontabile dei personaggi di questa saga.
Nell’ottava posizione di questa classifica vi abbiamo già spiegato come Nintendo fosse il re dei platform durante gli anni ’90, a chi va il merito? Ovviamente all’idraulico baffuto più famoso di sempre: Super Mario, ed anche al suo inseparabile fratello Luigi. Questi due personaggi conquistarono il cuore dei videogiocatori di tutto il mondo al momento della loro uscita dando origine ad un serie videoludica che tutt’ora è in constante aumento e non smette di regalare tante ore di divertimento e consensi da ogni dove.
Super Mario Bros. 3 chiude definitivamente l’epoca della console NES ma al tempo stesso offre una spinta enorme al mercato nintendo facendo registrare più di 20 milioni di copie vendute. Novità introdotta in questo terzo episodio, sono le nuovissime abilità di Mario che grazie a oggetti speciali ora non è più solo in grado di lanciare palle di fuoco ma anche volare, lanciare martelli, diventare una rana e altro ancora. La principessa Peach viene nuovamente rapita dal malvagio Bowser ma grazie a tutte queste nuove abilità del nostro idraulico Super Mario Bros. 3 sembra essere completamente un altro gioco in grado di regalare sfida e divertimento.
Che a noi di Kingdomgame piacesse Little Big Planet già lo si sospettava, anche grazie al premio che gli abbiamo attribuito durante l’ultima edizione della Games Week, eleggendolo a miglior platform della fiera; potete ritrovare lo speciale seguendo questo link. Uscito per la prima volta nel 2008 su PlayStation 3 Little Big Planet, per gli amici LBP, fece da subito ritrovare l’amore per i platform che un po’ da tempo si era andato perso sulla console di casa Sony. Questa volta non è solo il personaggio all’interno del gioco, con l’aspetto di un simpatico pupazzo, ad essere il protagonista del suddetto, ma anche il giocatore stesso.
In questo titolo è possibile giocare una modalità storia attraverso otto capitoli e numerosi livelli che grazie ad uno scorrimento orizzontale ricalcano le meccaniche tipiche dei giochi platform. Oltre a questo ogni giocatore è libero di costruire il proprio livello personalizzato grazie ad un editor interno al gioco, una vera perla, e pubblicarlo sul PSN in modo che i giocatori di tutto il mondo possano goderne divertendosi assieme. Little Big Planet riesce dove molti giochi falliscono, è riuscito a creare una community solida fondata sull’aiuto e il divertimento reciproco senza i soliti insulti e problemi dovuti alla competività.
Capita fin troppo spesso di dimenticare Mirror’s Edge dalla lista mentale dei platform a noi conosciuti. Molti lo spacciano per un gioco action-adventure ma questo titolo è puramente platform, unico nel suo genere. Con la sua visuale in prima persona, un’ambientazione 3D e un sistema di movimento davvero innovativo. Questo titolo rappresentò una vera e propria nuova corrente di questo genere anche se ad oggi rimane l’unico esponente. In un futuro non troppo lontano, governato da oscure multinazionali Faith si guadagna da vivere mettendo a repentaglio la propria vita come corriera umana definita “runner”.
La silenziosa ma abilissima scalatrice nonché corridora, ha una conoscenza profonda della disciplina del parkour che le permette evoluzioni incredibili e movimenti sempre fluidi facendo del gameplay una vera opera d’arte. Chiunque abbia giocato questo titolo rimpiange fortemente che non ve ne siano in commercio altri di questo tipo ed aspetta con trepidante attesa l’arrivo del seguito, che per ora è stato annunciato ma nessuna data di uscita è stata ancora comunicata. Mirror’s Edge fu il titolo che aprì definitivamente le porte videoludiche alla disciplina spettacolare del parkour che sempre più spesso vediamo all’interno di numerosi giochi.
Siamo giunti alla fine anche di questa sesta classifica, speriamo come sempre che vi sia piaciuta, il prossimo mese ne arriverà un’altra fresca fresca. Nel frattempo se avete specifiche richieste per una futura Top 10 che vorreste vedere realizzata dalla nostra redazione commentate pure qua sotto ed esaudiremo il vostro desiderio.