Abbiamo parlato, straparlato e discusso dei migliori videogiochi del 2017. Ecco la Top 10 dell'anno ormai conclusosi!
Quello appena conclusosi è un anno che verrà indubbiamente ricordato a lungo nel cuore di tutti noi come uno dei momenti più alti che l’industria vidoludica abbia mai raggiunto. Tra le tante esclusive di qualità rilasciate da Sony, l’incredibile successo di Nintendo Switch, l’arrivo di Xbox One X come console più potente sul mercato e, ovviamente, l’impegno profuso da tutte le software house third-party, i dodici mesi che hanno scandito il 2017 sono stati un incredibile campo di battaglia in cui i vincitori siamo stati proprio noi videogiocatori, inondati da una quantità di piccole perle e capolavori da far quasi paura. Con il repentino arrivo di un 2018 che non sembra intenzionato ad essere da meno, noi della redazione di Kingdomgame.it abbiamo quindi deciso di stilare una nostra personale lista dei migliori videogiochi del 2017 – dieci, per la precisione – che più di tutti gli altri sono stati capaci di conquistarci cuore ed anima.
Dire che la collaborazione tra Platinum Games ed il visionario Takahisa Taura sia andata a buon fine sarebbe a dir poco riduttivo. Nier: Automata è stata un’epopea d’incalcolabile bellezza e maestosità che ha saputo conquistarci grazie alla sua delirante ma coinvolgente narrativa e al suo tanto frenetico quanto riuscito gameplay. L’opera di Taura è un ottovolante di emozioni che colpiscono dritte al cuore senza lasciare un secondo di respiro, il tutto mentre in-game si pratica una macabra danza di morte tra combo, salti e schivate. Con Nier: Automata, i ragazzi di Platinum Games hanno poi voluto dimostrare il proprio talento, riuscendo così a confezionare un piccolo capolavoro che, ludicamente parlando, non vuole accostarsi ad un singolo genere preferendo piuttosto saltare da una tipologia ludica all’altra. Un secondo prima state giocando ad un action in terza e poi eccovi immersi in un bullet-hell difficile come pochi, ora state esplorando il mondo di gioco come nel più classico degli open-world solo per poi ritrovarvi in quello che sembra quasi un platform 2D. Chiude il cerchio uno stile artistico da dieci e lode, in particolar modo per quanto riguarda il character design, unito ad una colonna sonora semplicemente da brividi. Se insomma siete in cerca di una opera divertente ed entusiasmante, ma al contempo capace di tenervi incollati allo schermo per decine e decine d’ore, Nier: Automata è proprio ciò che stavate aspettando, è uno dei nostri migliori videogiochi del 2017!
A distanza di ben tre anni dall’uscita del primo capitolo, Tango Gameworks ha ridato lustro a The Evil Within con un secondo episodio rinnovato in molte delle sue componenti. Questa nuova incarnazione, infatti, presenta delle sezioni da semi-openworld che potrebbero lasciare inizialmente spaesati gli utenti, ma successivamente l’opera riprende una direzione più lineare e vicina a quella dell’originale. L’atmosfera cupa e terrificante creata dagli sviluppatori riesce ad incutere il giusto terrore, ed il tutto è impreziosito da un comparto grafico decisamente migliorato, grazie alla presenza di modelli poligonali non affatto legnosi e ad una resa generale più che soddisfacente.
Se siete alla ricerca di un survival horror in terza persona, caratterizzato da una storia psicologica e orrorifica, The Evil Within 2 sarà sicuramente in grado di soddisfarvi pienamente.
Dopo un anno sabbatico per la saga, Ubisoft riporta in auge Assassin’s Creed con un capitolo oculatamente rivisto. Sotto un profilo prettamente ludico era necessario un sostanzioso cambiamento capace di scongiurare la stantia e ricorrente sensazione di già visto che il brand si portava dietro ormai da molto tempo. L’introduzione di basilari elementi ruolistici funziona nel suo complesso, nonostante il combat system sia ancora piuttosto grezzo. L’originalità non è certo un punto di forza di questo capitolo, che ripesca elementi nel complesso abusati dalla gran parte degli open world moderni. Ciò nonostante, Assassin’s Creed Origins è un open world che funziona, ma soprattutto, è un Assassin’s Creed che funziona. La peculiare natura della saga non si è smarrita a fronte dei cambiamenti piuttosto corposi nella formula di gioco complessiva, complice un’ambientazione ed una ricostruzione cui non manca lo storico fascino della saga. Le vicende di Bayek nell’Egitto dell’età tolemaica ci hanno nel complesso divertito ed appassionato, riuscendo a richiamare a sprazzi le medesime sensazioni che hanno saputo regalare i primi, storici capitoli; e non è affatto poco. Abbiamo deciso, dunque, di premiare il lavoro di Ubisoft, riservando ad Assassin’s Creed Origins un posto nella nostra classifica redazionale dei migliori videogiochi del 2017.
Tra i tanti titoli di spessore usciti sulla nuova console ibrida di casa Nintendo, non poteva ovviamente mancare una menzione d’onore per il tanto atteso quanto amato Super Mario Odyssey. L’ultimo capitolo con protagonista il nostro famoso ex-idraulico baffuto ha dimostrato di possedere tutte le carte in regola per il più ambito dei premi a cui un platform possa puntare, divertire dal primo istante in-game fino al raggiungimento dei titoli di coda… e molto oltre.
Nintendo ha lavorato duramente per confezionare un’opera varia e ricca di possibilità, capace di offrire sempre nuove opzioni ludiche ben diversificate ed amalgamate nel corso di tutta l’avventura, quasi a dare l’impressione che ogni nuovo mondo di gioco esplorabile sia quasi un titolo completamente nuovo. Un level-design da urlo ed una componente grafica d’eccezione vanno a completare la lista idilliaca di una vera e propria odissea del videogaming capace di adattarsi splendidamente alla tipologia d’utente che deciderà di approcciarcisi. Un titolo semplice e divertente per chiunque volesse goderselo senza troppo impegno, ma anche una creatura complessa ed estremamente longeva per tutti gli affamati collezionisti di stelle e monete. In poche parole, l’ennesimo bersaglio centrato di Nintendo Switch che finisce nella nostra top 10 dei migliori videogiochi del 2017.
Pensato inizialmente come un semplice DLC da associare ad Uncharted 4, Naughty Dog ha poi stravolto le carte in tavolo, realizzando un vero e proprio spin-off a tutto tondo, intitolato Uncharted: L’eredità perduta. Si tratta di un episodio successivo agli accadimenti del quarto capitolo, pertanto dovrebbe essere giocato dopo aver concluso le vicende del leggendario Nathan Drake.
Nell’Eredità Perduta vestiremo i panni di Chloe Frazer, già conosciuta nel secondo capitolo della serie originale. In compagnia di Nadine, altra personalità conosciuta invece in Uncharted 4, vivremo un’avventura adrenalinica, così come ci ha abituati da sempre la serie PlayStation dello studio inglese. La grafica del titolo è di enorme qualità ed è rifinita in ogni singolo dettaglio, così come la colonna sonora che riesce a immergere completamente i giocatori all’interno del contesto narrativo.
La storia non sarà emozionante come quella di Uncharted 4, ma riuscirà senz’altro a soddisfarvi. Una volta terminata l’avventura principale, avrete la possibilità di cimentarvi in multiplayer.
Prey rappresenta l’esempio perfetto di titolo dall’elevato livello qualitativo fortemente elogiato dalla critica ma ingiustamente snobbato dal pubblico, in particolar modo a causa di una campagna marketing mal confezionata da Bethesda e rivelatasi incapace di stuzzicare adeguatamente il pubblico. Nonostante i dubbi iniziali dovuti allo stravolgimento del brand Prey – il cui titolo originale non centra assolutamente nulla con la creatura di Arkane Studios –, il team di sviluppo ha messo cuore ed anima nella creazione del titolo, riuscendo infine a portare sugli scaffali una piccola perla che rappresenta il più tangibile erede spirituale di quel System Shock che, ai tempi, seppe conquistare milioni di videogiocatori in tutto il mondo.
La nuova avventura realizzata dagli stessi creatori del riuscito Dishonored ci vedrà infatti impersonare i panni di una sfortunata anima che, all’interno di un’enorme ed evocativa base spaziale, dovrà suo malgrado affrontare la pericolosa minaccia dei mimic, creature alieni desiderose solo di farci la pelle. La perfetta combo che vede unire una narrativa estremamente intrigante ad un gameplay tanto vario quanto ricco di gustose possibilità rappresenta il cuore pulsante di un videogioco da molti descritto sommariamente come semplice sparatutto in prima persona quando, nella realtà dei fatti, bastano solo pochi minuti in-game per denotarne la reale complessità e, ovviamente, l’indiscusso valore.
Inutile girarci troppo attorno; in ambito JRPG, Persona 5 rappresenta una vera e propria punta di diamante finemente lavorata sotto ogni più piccolo aspetto. Riprendendo la formula ben rodata dei capitoli precedenti, ci ritroveremo a vivere un intero anno scolastico nei panni di uno studente appena trasferitosi e ben presto costretto suo malgrado a vivere una doppia vita. Di giorno, saremo un semplice adolescente nella più classica quotidianità, ma di notte, sarà compito nostro e della nostra squadra fare in modo che alcune tra le persone più crudeli e pericolose del Giappone facciano i conti con la giustizia, la giustizia dei Phantom-Thieves. Senza addentrarci in alcun aspetto del comparto narrativo, ci limiteremo a definirlo l’indiscussa colonna portante dell’intera esperienza. Intrigante, emozionante, carico di tensione e ricco di colpi di scena ad ogni angolo, un vero turbinio d’emozioni che vi colpiranno in pieno volto con una forza dirompente, mettendovi davanti agli occhi un mondo malato e marcio dove solo i più forti vivono, mentre i deboli si vedono costretti a raccogliere le briciole.
Quella di Persona 5 è insomma una storia di rabbia e rancore che vi lascerà col fiato sospeso fino ai titoli di coda, in particolar modo anche grazie ad un ricco cast di personaggi eccezionalmente realizzati di cui non potrete che innamorarvi. Ludicamente parlando, Atlus ha poi compiuto notevoli balzi in avanti rispetto agli episodi precedenti, in particolar modo per quanto riguarda i dungeon, ora finalmente davvero piacevoli da esplorare e capaci di brillare di luce propria, il tutto condito da un combat-system a turni semplice nelle basi ma estremamente stratificato nelle sue meccaniche più avanzate. Se a tutto questo aggiungiamo poi uno stile artistico e stilistico da urlo che sprigiona carisma da ogni singolo pixel del titolo, con boss tanto splendidi da vedere quanto difficili da buttar giù e, soprattutto, una colonna sonora semplicemente indimenticabile, non risulta difficile capire come mai Persona 5 meritasse indubbiamente una sua posizione all’interno di questa nostra classifica.
Siamo sul podio, e qualsiasi didascalia potrebbe quasi rivelarsi accessoria, a questo punto. Horizon Zero Dawn è tante cose. Prima di qualsiasi altra, è un videogioco eccezionale. Uno degli open world più ricchi e divertenti degli ultimi anni, impreziosito da un combat system efficace, riuscito, ricercato e mai ripetitivo. Horizon Zero Dawn è, poi, una storia. Una storia avvincente, a tratti emozionante. Una storia ben scritta e sceneggiata, a partire dalla caratterizzazione di un personaggio che è già divenuto icona. Aloy è una delle eroine più carismatiche dell’intero medium, ed un personaggio che difficilmente riuscirà a lasciarvi in preda all’indifferenza. Horizon Zero Dawn è, inoltre, un quadro in movimento. Un dinamico e magico susseguirsi di scorci da mozzare il fiato. Paesaggi, mastodontiche creature robotiche, intere civiltà umane… Una perla di rara bellezza, anche per l’occhio. Merito di un Decima Engine impressionante, che è stato in grado di andare ben oltre qualsiasi più rosea aspettativa. Ciò per cui Horizon Zero Dawn si mostra realmente rivoluzionario, difatti, è un comparto tecnico senza metro di paragone alcuno, quantomeno su console. La dimostrazione forte e chiara che l’ottimizzazione può fare miracoli. Chapeau, Guerrilla Games!
Sebbene vi starete certamente domandando il perché di una posizione così in alto nella nostra classifica per un titolo come Resident Evil 7, in verità c’è poco da essere perplessi. Tutti noi della redazione ci siamo trovati unanimemente d’accordo nella volontà di premiare Capcom per il lavoro svolto. Un lavoro incredibile, soprattutto considerato i trascorsi recenti della saga. Resident Evil 7 rappresenta un punto cruciale, un connubio perfetto tra tradizione e innovazione, la rinascita effettiva di una delle saghe simbolo di un intero medium. La deriva action imboccata dagli ultimi capitoli ha creato non poco scompiglio tra i fan, tra chi ha saputo apprezzare la nuova via imboccata e chi, invece, ha invocato a gran voce un ritorno agli albori ed all’horror più puro. Questo settimo capitolo ha messo tutti d’accordo, riscontrando un successo di pubblico e critica notevole ed unanime. Merito della capacità di Capcom di riproporre lo stile e le atmosfere classiche, grazie ad ambientazioni, personaggi ed enigmi azzeccati, unitamente all’innovazione introdotta dal cambiamento di prospettiva. La prima persona è certamente rivoluzionaria per la saga, e lo scetticismo era lecito. Ciò nonostante, ci siamo trovati immersi in un’avventura riuscita, ricca di tensione e degna – finalmente – del nome che porta. Ulteriormente impreziosita – per altro – dalla compatibilità con la realtà virtuale, che offre un’esperienza ancora più carica e densa, e senz’altro la migliore per la neo-nata piattaforma. Un risultato del genere era tutt’altro che scontato e semplice da raggiungere; e sebbene Resident Evil 7 non sia un titolo dalla stessa portata e mole contenutistica di molti altri presenti in questa classifica e rilasciati nello splendido anno appena trascorso, noi vogliamo premiarlo per un merito enorme: quello di averci riportato il sapore e lo stile della saga horror videoludica per eccellenza. Welcome back, RE!
The Legend of Zelda: Breath of the Wild rappresenta il più esemplare esempio di fulmine a ciel sereno. Dopo essersi fatto attendere per tutto il ciclo vitale del tristemente noto Wii U, il titolo è infine giunto in forma smagliante come opera di punta per la nuova console ibrida di casa Nintendo. La software house nipponica ha infatti deciso di stupire i suoi fan prendendo tutto ciò che da sempre rappresentava il brand in tutte le sue forme per poi andare a stravolgerlo pesantemente. Con Breath of the Wild ci siamo ritrovati con un vero e proprio open-world ricco e vivace, un carismatico mondo con un suo ecosistema capace di regalarci meraviglie ad ogni passo. Ciò che però davvero colpisce più di ogni altra cosa, è indubbiamente la libertà lasciata al giocatore nel decidere in che modo affrontare la sua avventura, una libertà d’approccio mai vista prima in un videogioco. L’epopea di Link ci vedrà vivere un’avventura unica nel suo genere, finiremo per perderci nel vasto mondo di Hyrule con una facilità disarmante esplorando tutto l’esplorabile per scoprire quanti più segreti possibili. Dai sacrari al crafting, dalla totale assenza di barriere invisibili fino alla cucina, avremo modo di tenerci impegnati per centinaia d’ore di puro divertimento, il tutto accompagnato da una narrativa semplice ma intrigante unita ad uno stile grafico visivamente delizioso e a dir poco maestoso nel momento in cui si decide di giocare in portatilità, osservando con stupore le meraviglie che il piccolo schermo di Switch può mostrare senza denotare il minimo cedimento. The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un’esperienza che merita di essere vissuta, una vera e propria killer-application che già da solo potrebbe giustificare – per molti – l’acquisto di un Nintendo Switch.
Questo è tutto ragazzi. Questa è la TOP 10 dei migliori videogiochi del 2017, che abbiamo avuto il piacere di giocare ed apprezzare moltissimo. Rimanete sintonizzati sul nostro sito e seguiteci su tutti i nostri contatti social!