Il mercato videoludico odierno si è evoluto ed è diventato agli occhi di tutti un settore proficuo a livello economico e assolutamente valido grazie alle nuove tecnologie. Da un pubblico di nicchia si è passati gradualmente a una cerchia di pubblico sempre più estesa e con nuove esigenze. Ovviamente ciò ha portato i vari sviluppatori ha rimettere mano alle proprie ricette, cercando di andare incontro ai gusti delle maggiori fasce di videogiocatori.
Un mercato che poi si è orientato sempre più verso titoli di genere sparattutto in prima persona e altri che, per agevolare i giocatori novizi, sono stati resi sempre meno ostici da giocare. Uno dei generi che ha più sofferto questo accentramento di titoli sparatutto, GDR e sportivi è stato senza dubbio quello degli stealth game in terza persona. Di conseguenza due tra gli altri capostipite del genere, Splinter Cell e Metal Gear Solid, sono stati un po’ rivoluzionati dai propri sviluppatori per essere appetibili a una maggior schiera di utenza.
Splinter Cell ha visto con Conviction un cambiamento assoluto ma poi, grazie alle critiche mosse dagli appassionati della serie, Ubisoft è stata “costretta” ad effettuare una sorta di ritorno alle origini con l’ultimo capitolo, Splinter Cell: Blacklist, grazie all’inserimento di entrambi gli approcci, stealth ed action, con la possibilità di utilizzarne uno dei due oppure, volendo, giocare un perfetto ibrido senza alcuna limitazione. Ovviamente ciò ha portato a rendere l’aspetto shooter decisamente più complicato da mettere in atto per portare l’utente a fare largo uso delle abilità furtive di Sam Fisher. D’altro canto, Metal Gear Solid con Ground Zero è stato rivoluzionato come genere, perché adesso si tratta di un vero e proprio free roaming con componenti stealth e all’occorrenza vere e proprie meccaniche da action shooter. Questo aspetto sarà ancora più evidente con Metal Gear Solid: The Phantom Pain, visto che Ground Zero è stato solamente un assaggio sotto forma di gioco completo messo in commercio da Konami.
C’è poi il talentuoso team di sviluppo Cyanide Studio che – con il supporto di Focus Interactive – ha deciso di realizzare un gioco assolutamente stealth e con delle meccaniche che non potranno che catturare il vero appassionato. La componente furtiva è stata messa al primo posto e uccidere non sarà sempre la decisione più adatta da compiere. Nascondere i corpi oppure sbarazzarsene in altra maniera, rende giustizia a questo genere di giochi ed è davvero elettrizzante.
Noi siamo un Goblin “bruttissimo” (d’altronde non poteva essere altrimenti) di nome Styx che, grazie alla sua statura, può fare di tutto come sgattaiolare sotto i tavoli, nascondersi dentro vasi giganti oppure dentro i classici armadi e cassettoni. Queste sono solamente alcune cose possibili in Styx: Master of Shadows, uno stealth in terza persona di vecchia scuola, ma non per questo lontano dagli standard dei videogiochi di oggi per via della presenza di alcune componenti da GDR, che ci porteranno a potenziare le abilità del Goblin. Questo che vi abbiamo appena descritto è solo un breve assaggio di Styx: Master of Shadows, ma il nostro consiglio preliminare è quello di tenerlo attentamente d’occhio. Seguitemi sul mio account twitter per le prime impressioni a caldo sul gioco, prima della messa online della recensione.
Il vero stealth, finalmente, è tornato tra noi!
#StyxMasterofShadows si sta rivelando molto più interessante di quanto mi aspettassi. #versolarecensione
— Marino D’Angelo (@mar_roma93) 13 Ottobre 2014
#StyxMasterofShadows è molto interessante e divertente da giocare! Più di quanto mi aspettassi inizialmente… 🙂 @CyanideStudio
— Marino D’Angelo (@mar_roma93) 13 Ottobre 2014
Le possibilità offerte in #StyxMasterofShadows sono numerosissime. Il gioco non annoia con il progredire della storia. 🙂 @CyanideStudio
— Marino D’Angelo (@mar_roma93) 13 Ottobre 2014
#StyxMasterofShadows offre tantissime possibilità di gameplay! Purtroppo la bassezza grafica e le texture ballerine inficiano la produzione.
— Marino D’Angelo (@mar_roma93) 16 Ottobre 2014