Alzi la mano chi di voi, durante la propria carriera videoludica, non si è mai soffermato a pensare quale sarebbe stato il futuro del proprio media preferito, quali prodezze gli sviluppatori sarebbero riusciti a tirar fuori spremendo al limite l’hardware in voga al momento, quali nuovi modi avremo di videogiocare nel futuro. Già, il futuro, non esiste niente di più oscuro e imperscrutabile soprattutto se si tratta di una materia così mutevole e cangiante come l’industria videoludica. Molti hanno provato a imprimere il proprio marchio, la propria firma sul processo di sviluppo del mercato dei videogiochi cambiando il modo di distribuirli, ormai sempre più votato al digitale o addirittura cambiando i modo stesso di controllare il gioco, attraverso periferiche sensibili al movimento come il WiiMote di Nintendo, il Move di Sony e il Kinect di Microsoft. Ma è davvero questa la direzione in cui il gaming si sta muovendo o, come in tanti pensano, il pad (o la tastiera ndR) non verranno mai scalzati dal proprio posto di diritto nel cuore dei giocatori?
Il motivo per cui amiamo tanto questo media, lo stesso motivo per cui ci troviamo qui a scrivere centinaia e centinaia di caratteri per esprimere i nostri pareri, per rendervi partecipi dei cambiamenti, delle novità e di tutto ciò che ruota attorno all’industria è che essa è capace di stupirci sempre, ogni giorno, con alcune sorprese che, sulla carta, ci lasciano un po’ perplessi ma che poi, all’atto pratico, si rivelano ciò che di più vicino a uno sguardo diretto al futuro è possibile desiderare. Durante la Gamescom di quest’anno, infatti, abbiamo potuto testare Oculus Rift, avveniristica periferica in sviluppo presso OculusVR, studio americano fondato da Palmer Luckey e soci, che ci ha dato una reale idea, un primo assaggio, un primo respiro di quello che sarà, di sicuro, l’avvenire del gaming. In una fiera dominata dalle console di nuova generazione, da videogiochi di qualità elevatissima, da presentazioni in pompa magna di nuovi titoli, infatti, la cosa che di più ci ha stupiti, che ci ha lasciati a bocca aperta proprio come quando da bambini trovavamo incredibili e fotorealistici i filmati di Final Fantasy VII è stato proprio questa nuova periferica dello studio americano in cui crede fortemente anche John Carmack, il papà di Doom, al punto da darle pieno supporto nella creazione di Doom 4 e noi abbiamo subito capito il perchè.
Oculus Rift e EVE: Valkyrie
Vi diciamo la verità, prima di entrare alla presentazione tenuta da CCP sul mondo di EVE e sui progressi fatti con Oculus Rift eravamo abbastanza scettici su questo “Virtual Reality Headset for 3D Gaming” ma tutte le nostre perplessità, tutti i nostri dubbi, le nostre incertezze, sono state letteralmente spazzati via, cancellati, distrutti da soli 3 minuti di gameplay. Una cosa che anche noi, all’uscita da quello stand, stentavamo a credere, una cosa che ci ha fatto letteralmente girare per il tempo restante della fiera con un sorriso stampato in faccia.
I ragazzi di CCP avranno per sempre la nostra gratitudine per ciò che abbiamo visto lì dentro, ovvero il nuovissimo EVE: Valkyrie che in soli 3 minuti di gameplay ci ha letteralmente rubato il cuore. Ritorniamo quindi a farvi una domanda: chi di voi da piccolo non ha sognato mai di essere al comando di un’astronave? Chi di voi non ha mai sognato di guardarsi attorno e vedere solo stelle, pianeti, esplosioni e combattimenti tra potenti e velocissime navette? Ecco, quello che CCP e Oculus Rift offrono è proprio quella esperienza. Nel momento stesso in cui ci siamo seduti alle nostre postazioni, abbiamo indossato il visore, le cuffie (di Razer, dalla qualità eccellente) e abbiamo afferrato il pad di Xbox 360 (anche se molto probabilmente il gioco girava su PC ndR) siamo stati letteralmente catapultati nel mondo di gioco che avvolge completamente il giocatore, lo trasporta in un’altra realtà, lo immerge completamente nelle proprie atmosfere. E’ molto difficile spiegare a parole l’intensità dell’esperienza offertaci in quell’occasione ma credeteci, avremmo volentieri rifatto la fila per riprovarla.
Il concept di EVE: Valkyrie, per ora, è abbastanza basilare (si tratta comunque di un gioco che vedrà la luce nel 2014 inoltrato) ma ci sono bastati quei pochi elementi per percepire la mole di innovazione, di emotività e di passione che gli sviluppatori vogliono trasmettere ai propri utenti. Letteralmente rapiti e trasportati nel gioco, ci siamo trovati alla guida di una velocissima navicella spaziale in un setting da “sparatutto aereo in prima persona” (definizione che va presa con le pinze ndR) in cui dovevamo ingaggiare violenti scontri con le navicelle del team avversario guidato da altri giornalisti presenti in loco in un frenetico deathmatch a squadre 3vs3. Girando la testa, guardandoci intorno lo spazio infinito della stratosfera si estendeva a vista d’occhio e guardando in basso potevamo controllare il radar posto immediatamente sotto il lunotto della nostra nave per evitare missili e percepire da quale direzione i nostri nemici ci stessero attaccando.
Finiti i 3 minuti concessici, tolto il visore dagli occhi siamo tornati alla realtà ma non vi nascondiamo che faremmo di tutto pur di tornare lì dentro e provare ancora una volta quelle sensazioni. Già, quello che Oculus Rift offre, infatti, non sono solo giochi, non è solo intrattenimento, è qualcosa in più, è un’esperienza, un’esperienza che auguriamo a tutti voi di poter fare quando il futuro diverrà presente.