Vediamo insieme il Discovery Tour di Ubisoft per il suo Assassin's Creed Origins!
Nel corso della mia avventura insieme a Bayek – i più curiosi possono trovare la nostra recensione di Assassin’s Creed Origins qui – ho più volte accantonato missioni primarie e secondarie per girare in sella al mio fidato dromedario e girarmi in lungo e largo il mondo di gioco, amandone poi ogni singolo minuto. La riproduzione delle città, realizzata con una cura per i dettagli al dir poco maniacale, mi ha regalato un’estasi visiva che pochi altri titoli sono stati in grado di trasmettermi fino a oggi. Proprio per questo, quando Ubisoft ha annunciato il Discovery Tour del suo Antico Egitto, ho fatto un salto sulla sedia. Ho subito pensato a una mossa geniale da parte della software house parigina, ossia trasformare il gioco in uno strumento di apprendimento, un museo vivo ed interattivo.
Durante tutto il caricamento ho immaginato la voce di Alberto Angela spiegarmi come Alessandria vide la luce o come vivevano all’epoca i pastori al di fuori dalle grandi città. Niente di tutto questo è successo. La voce ad accogliermi, purtroppo, non è stata quella dell’Alberto nazionale né tanto meno una voce “accademica” che potrebbe rimandare a qualche famoso documentario. Già dall’introduzione la voce è quella che ti presenta i trailer, una voce profonda ed enfatica che rende veramente difficile concentrarsi su quello che viene spiegato.
Un altro grande problema è poi il contenuto che viene illustrato. Tolte la varie voci narranti, davvero fastidiose e fuori contesto (in lingua originale), il contenuto proposto dalla Discovery Tour di Assassin’s Creed Origins è povero e alle volte particolarmente fuori luogo. Parliamo per esempio di Alessandria, uno dei primissimi tour che ci vengono proposti. Ci viene spiegato che Alessandro fece segnare – vista la mancanza di calce – le fondamenta della città con della farina, scelta che attirò degli uccelli che finirono per mangiarla. Questo evento portò Alessandro a cercare consiglio agli Oracoli che lo assicurarono del successo della città.
Visto che non ho trovato risposta a queste domande, ho pensato che magari si potessero riferire a miti o leggende lette da qualche parte (e ancora: dov’è la fonte?). Ma anche qui viene alla luce un altro errore grossolano: se si parla di miti o leggende dov’è la formula di rito? Carissima Ubisoft, un conto è se si parla di un documentario all’interno del gioco ma quando decidi di creare qualcosa che vorrebbe imporsi come strumento specificatamente pensato per l’apprendimento, queste sono le basi e dovrebbero quantomeno essere usate.
Durante i nostri tour di Assassin’s Creed Origins ci troveremo innanzi a numerose statue o luoghi d’interesse presentati come sempre dalle nostre voci narranti in maniera approssimativa e povera di contenuto. Per questo, quando la prima volta ho notato l’opzione “piú informazioni”, mi sarei aspettato una spiegazione approfondita e completa scritta nero su bianco, allo scopo di darci più tempo per leggerla e apprenderne il relativo contenuto. Altra delusione; sotto questa voce ho trovato esattamente quanto era già stato raccontato dalla voce narrante, non un singolo paragrafo in più.
Ed è qui che mi sono sentito un po’ tradito da Ubisoft. Quello che mi è stato promesso erano informazioni accurate prese durante i quattro anni di lavorazione di questo capitolo da accademici ed esperti. Lungi da me aspettarmi lunghe video-interviste ad archeologi e studiosi ,ma quanto meno la mia aspettativa era quella di trovare nozioni interessanti e che potessero aiutarmi a comprendere in maniera più ampia e approfondita questo periodo storico.
Purtroppo le nozioni che andremo ad apprendere in Assassin’s Creed Origins saranno per la maggior parte veramente poco interessanti e, per giunta, spiegate in malo modo. Ascolterete (e leggerete) termini mai sentiti prima senza alcuna spiegazione. Mi è capitato, per esempio, di sentire un elenco di nomi a me sconosciuto senza che poi mi venisse spiegato cosa fossero, che differenze avessero ma, soprattutto, a cosa servissero. Probabilmente, le mie parole negative vengono da una grande aspettativa cresciuta dentro di me grazie alle altisonanti promesse fatte dalla software house, alla fine dei conti dimostratesi essere distanti anni luce dal prodotto finito.
Per carità, non voglio dire che è tutto da buttare. In mezzo ai 75 Tour creati per gli utenti di Assassin’s Creed Origins, ce ne sono anche di eccelsi. Ad esempio il tour di Faiyum che può essere affrontato a piedi o a bordo di una barca. Veramente interessante e con una spiegazione più che decente dell’omonima piramide.
Ma dove questo progetto fallisce miseramente è proprio nell’intento d’insegnare qualcosa. La scelta e pochezza di contenuti, il bizzarro intento di coprire la nudità delle statue e soprattutto la non spiegazioni dei fatti, non fa altro che trasformare una brillante idea in un’occasione sprecata. Quello che rimane è la voglia di flettere i muscoli, il dimostrare una vanità il cui unico scopo è quello di urlare al mondo l’enorme lavoro svolto.
Ed è veramente un peccato. Poteva essere un’occasione pazzesca per unire un medium, quello dei videogiochi, fin troppo criticato per imparare la storia. Rimane l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere, magari curando un po’ di più il contenuto e aggiungendo fonti e link di approfondimento. Vi consiglio comunque di provare con mano la modalità di Discovery Tour di Assassin’s Creed Origins, al fine di avere un’idea più chiara circa le mie personali critiche e, più in generale, alla mia opinione su questa modalità.