Finalmente è disponibile Far Cry 5, il nuovo capitolo della famosissima serie Ubisoft. Ma come siamo arrivati sino a questo punto?
Nel momento in cui scrivo questo articolo, sto anche assaporando e apprezzando gli inediti quanto ispirati luoghi del Montana o, per essere più precisi, della cittadina immaginaria di Hope County. Far Cry 5, rispetto al passato, rappresenta un deciso cambio di rotta a livello di ambientazione. Certo, ci troviamo sempre dinanzi a una storia condita da veri e propri criminali, pronti a tirare fuori la propria artiglieria e a far valere le proprie malsane ragioni contro la brava gente e/o coloro che non vogliono prostrarsi al proprio volere.
Vuoi acquistare la Limited Edition di Far Cry 5? Clicca qui!
In questo approfondimento, però, parleremo di quel che è stato Far Cry, prima di giungere a questo atteso quinto episodio. Siete pronti ad affrontare questo viaggio a ritroso? Vi farò vivere un vero e proprio ritorno al passato per scoprire cosa ha permesso a questa serie Ubisoft di continuare a vivere nel tempo e a fare leva sulle emozioni e sulle attenzioni di milioni di players in tutto il mondo, di capitolo in capitolo.
Siete sorpresi? Molti di voi, soprattutto coloro che appartengono alle generazioni di nuovi giocatori, forse, non sono a conoscenza di un fatto importantissimo. La serie Far Cry fu creata e ideata da Crytek! Per il primo episodio, Ubisoft si “limitò” solamente alla sua pubblicazione in esclusiva sui PC più performanti di quel periodo. Stiamo parlando dell’ormai lontano 2004.
La storia, gli ambienti e il gameplay del primo capitolo furono mossi completamente dal CryEngine, il motore grafico proprietario della stessa Crytek, utilizzato anche per altre serie di notevole importanza, fra cui figura un certo Crysis! Il primo Far Cry, al contrario di quanto si possa pensare, presentava una struttura semi lineare. Ai giocatori, infatti, veniva regalata soltanto l’illusione di essere veramente liberi di girovagare in lungo e in largo la mappa. Da questo punto di vista, quindi, era molto lineare e godeva di un’intelligenza artificiale, francamente arretrata e poco reattiva a tutte le difficoltà.
LEGGI ANCHE: La nostra anteprima di Far Cry 5!
L’opera venne accolta così bene dal pubblico, tanto da interessare la scena cinematografica. Il film basato sul videogioco, diretto dal regista Uwe Bool, vide la luce quattro anni più tardi, ovvero nel 2008. Il 12 Febbraio 2014, poi, venne realizzata anche la Far Cry Classics, una versione digitale del primo capitolo per PlayStation 3 e Xbox 360 al prezzo super budget di 9,99 euro.
Il vero punto di svolta della serie giunse con Far Cry 2. L’idea di Open World si concretizzò con il nuovo episodio, questa volta sviluppato sotto l’ala di Ubisoft Montreal, che aveva supportato Crytek nella realizzazione del capitolo originale. Gli sviluppatori dichiararono – a più riprese – di aver realizzato una mappa di gioco immensa per l’epoca; Far Cry 2, infatti, poteva vantare circa 50 chilometri quadrati di territorio, una dimensione di tutto rispetto considerando la data di commercializzazione dell’opera: 21 Ottobre 2008. Gli addetti ai lavori diedero questa volta la possibilità al giocare di spostarsi liberamente da un punto a un altro della mappa, inserendo nel mezzo degli avamposti da conquistare, controllati da delle guardie ostili armate fino ai denti. Anche per questo episodio venne utilizzata una versione avanzata e modificata del CryEngine, che permise a Ubisoft di fare dei decisi passi in avanti sul fronte grafico. Uno dei nei rappresentati dalla produzione, fu quello narrativo. Del protagonista si sapeva poco e nulla, così come dei cattivi. In poche parole, non si doveva fronteggiare un villain, un cattivone di turno degno di nota, o almeno non come quelli dei capitoli successivi, come Far Cry 3 e Far Cry 4.
Da Far Cry 3 (30 Novembre 2012 – PC, PlayStation 3, Xbox 360) in poi, si assistette a una vera apoteosi del brand. Forte del successo del secondo capitolo, capace di raggiungere le 9 milioni di copie vendute, il terzo riuscì ad alzare ulteriormente l’asticella di aspettative che Ubisoft auspicava che venissero concretizzate.
A differenza dei capitoli precedenti, vi furono delle novità piuttosto sostanziose riguardanti il gameplay, vista la possibilità – volendo – di intervenire anche furtivamente, senza il necessario bisogno di allertare forzatamente le minacce nemiche. A questo bisogna aggiungerci anche due personaggi ostili di grande spessore, in grado di aumentare la spettacolarità e la tensione di alcune cutscene. Insomma, la presenza di personalità forti da dover fronteggiare, ridiede lustro a delle vicende narrative, francamente poco originali e interessanti da vivere. Una parentesi piacevole per tutti i fan della serie, fu rappresentata da Far Cry 3: Blood Dragon, uno spin off standalone ambientato su un’isola retrofuturistica, ispirata chiaramente ai film di fantascienza degli anni 80.
Moltissimi utenti hanno da sempre lamentato un’estrema somiglianza tra Far Cry 3 e Far Cry 4. I due episodi furono definiti fin troppo simili, ma guardando alla sostanza possiamo dire che ciò non rappresenta la pura ed onesta verità. Le dimensioni delle due mappe sono più o meno le stesse, ma l’approccio di Ubisoft – anche in questo caso – è piuttosto cambiato. Il team di sviluppo, infatti, ha lavorato molto sulla storia, dando la possibilità al giocatore di prendere effettivamente delle decisioni, in grado di far mutare le diverse vicende.
il protagonista nel quarto capitolo, dunque, non è più subordinato alle scelte altrui, ma può effettivamente decidere che cosa fare, ovviamente dove gli è consentito di fare ciò. Anche Far Cry 4 ha potuto vantare di una location suggestiva, situata ai piedi dell’Himalaya, e di un character nemico subdolo, cattivo ed eccentrico.
L’ultimo episodio in ordine di uscita è stato lo spin-off Far Cry Primal. Quest’ultimo non è riuscito a mettere d’accordo tutti, ma ha diviso il pubblico in due tronconi; quelli soddisfatti per il cambio di rotta che ha saputo gettare un po’ d’aria fresca al brand e, invece, gli altri che hanno criticato questa rivoluzione a livello concettuale. Primal, infatti, non è ambientato ai giorni nostri, ma ai tempi della preistoria! Propone, infatti, un contesto storico che non è rimasto particolarmente nella memoria dei giocatori, così come il protagonista Takkar davvero poco ispirato, secondo il parere di moltissimi videogiocatori.
Concludendo, Far Cry 5 rappresenta un ritorno all’impostazione data dal quarto capitolo della serie, dopo la parentesi di Far Cry Primal. Vivremo infatti in un’epoca contemporanea caratterizzata da un contesto molto più frizzante (il Montana ha il suo fascino) rispetto a quanto visto in passato. Siete pronti ad affrontare Joseph Seed su PC, PlayStation 4 e/o Xbox One?