Il 18 ottobre, abbiamo partecipato ad un evento stampa organizzato dallo staff del Vigamus, primo ed unico museo del videogioco in Italia. A piazza Venezia di Roma, precisamente nella sala Imperatori, si è svolta la conferenza stampa presieduta da Marco Accordi Rickars, direttore del Vigamus. Alla conferenza hanno partecipato Raoul Carbone, amministratore del museo, e Michele Lofoco, avvocato che ha contribuito a far sì che il museo diventasse una realtà. Difatti al momento in Europa, esistono solamente due musei dedicati alla cultura e storia del videogioco. Il Computerspielemuseum situato a Berlino (Germania) e appunto il Vigamus a Roma.
Perché è stata organizzata questa conferenza stampa? Noi di KingdomGame.it, abbiamo partecipato all’apertura ed inaugurazione del museo, avvenuta il 20 ottobre dello scorso anno. Adesso ci troviamo a ridosso dell’anniversario e quindi all’inizio del secondo anno di vita del Vigamus. A detta di Raoul Carbone, il museo è riuscito finora a raggiungere buoni traguardi, in merito di partecipazione e visitatori. Difatti sono stati registrati ben 25000 visitatori e una delle serate più partecipative è stata la “notte dei musei”, in cui hanno varcato la porta del museo 1010 visitatori in solo un’ora.
Inoltre, il Vigamus a breve sarà inserito nella lista dei musei regionali e quindi nazionali. Il 17 Giugno è stata creata la fondazione “Vigamus” che si occuperà della gestione.
La parola è poi passata all’avvocato Michele Lofoco che è tornato a parlare in maniera specifica del settore dei videogiochi, settore che negli ultimi anni è riuscito a crescere in maniera esponenziale a dispetto di altri – come quello del cinema – che hanno visto un crollo abbastanza netto. Tuttavia, il settore del videogioco non è stato ancora sfruttato sufficientemente dallo Stato italiano e questo è un male, visto che potrebbe creare e dare lavoro ai giovani.
Fortunatamente, dopo anni e anni di ostacoli (burocratici e non) oggi è già un anno che il Vigamus è una realtà concreta.
Per ultimo è intervenuto Marco Accordi Rickards, che si è soffermato su ciò che è stato fatto concretamente quest’anno con Vigamus. Innanzitutto, il ruolo del museo è stato quello di far conoscere il videogioco anche in modo differente e sotto l’aspetto culturale. Il videogioco può essere considerato un mondo che offre lavoro e opportunità per i giovani.
Quest’anno il Vigamus ha messo in luce il passato dei videogiochi e il presente, organizzando incontri ed eventi sui giochi del momento. Ad esempio è stato organizzato l’Assassin’s Creed Day 2.
Dunque, l’unica cosa che mancava al Vigamus era il futuro. Oggi anche quell’area (ancora nebulosa) è stata varcata ed ci è stato possibile provare l’Oculut Rift, una delle possibili varianti del futuro videoludico.
Oculut Rift non è fantascienza, al momento si tratta di un prototipo in progettazione che si appresta ad un uscire sul mercato, difatti la sua uscita è prevista per il prossimo anno. Sinceramente dopo averlo provato, possiamo dire di essere un po’ pessimisti sul lancio. Non mettiamo di certo in discussione la bontà della periferica, anche se ci è parsa un po’ indietro con lo sviluppo. Nel senso che le potenzialità non mancano, però non sono ancora sfruttate in maniera ottimale, almeno fino a questo momento. Abbiamo avuto modo di provare ben due giochi. Il primo era più che altro una simulazione passiva di un parco di divertimenti. Abbiamo fatto alcuni giri sulle montagne russe e le sensazioni provate erano quanto mai reali. Sensazioni incredibili, percettibili, ci sembrava veramente di essere lì. Nel momento in cui il “vagone” acquistava velocità, eravamo in grado percepire la stessa e la profondità. Eravamo in grado di osservare il territorio circostante, senza nessuna limitazione. Un’esperienza immersiva che non può essere spiegata in un articolo, in quanto le sensazioni sopra descritte dovrebbero essere provate in prima persona, per verificarne la veridicità.
Il secondo ed ultimo gioco che abbiamo provato, ci vedeva a bordo di una navicella spaziale. In questo caso la simulazione era attiva ed oltre ad utilizzare Oculus Rift, vi era il bisogno di usare il controller per sparare e manovrare la navicella. Il ruolo della periferica Oculus Rift era relegato al poter osservare la galassia a 360 gradi, semplicemente girando il capo a destra e a sinistra. Questa volta una limitazione era presente, ovvero quella di guardare in basso.
Oculus Rift ha tutte le potenzialità per fare bene. Nonostante questo, potrebbero essere presenti difficoltà per il lancio della periferica. In primis il prezzo di lancio che potrebbe non essere alla portata di tutti e non giustificare una spesa del genere, nel momento in cui non ci fossero in lavorazione giochi e periferiche che incuriosiscano l’utente ad acquistare Oculus Rift. Altra problematica risiede nelle condizioni di utilizzo. Personalmente ho incominciato ad accusare dei disturbi (quali mal di testa) dopo una ventina di minuti. Sono un videogiocatore e non ho mai avuto problemi del genere in lunghe sessioni di gioco su console. Con questo voglio dire che Oculus Rift – con molta probabilità – non potrà essere utilizzato da persone che sono estranee al mondo videoludico. Potrebbero accusare fin da subito dei problemi di fruizione. Detto questo, aspettiamo di vedere i prossimi sviluppi e di sapere quando arriverà il momento della periferica, anche se per noi questo momento tarderà ad arrivare e quindi non rispetterà la tabella di marcia prevista. C’è bisogno ancora di un po’ di tempo. Non è ancora arrivato il momento della realtà virtuale.. felice di potermi ricredere nei prossimi mesi.