A poche settimane dall'uscita, facciamo il punto della situazione sulla peculiare creatura targata Nintendo.
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Nintendo è sempre stata sinonimo d’innovazione nell’ambiente videoludico, sarebbe stupido affermare il contrario. Tra fallimenti catastrofici e bersagli colpiti con precisione millimetrica, la società nipponica ha più volte guidato il mercato verso il concetto di “futuro” andando, di volta in volta, a rimarcare il suo generale disinteressamento sul confronto tecnico delle produzioni per concentrarsi su esperienze e modi di giocare sempre alternativi. Non per niente, sono molti gli esempi di strumenti e periferiche sviluppate dal colosso nipponico rivelatesi grandi successi che sono state successivamente prese e riadattate da Sony e Microsoft. Dopo l’enorme successo ottenuto da Nintendo Switch, la grande N ha però deciso di darci il colpo di grazia con un annuncio tanto inatteso quanto sorprendente.
Dopo averci stuzzicato per giorni e giorni, tra rumor e varie voci di corridoio, Nintendo ha infatti presentato al mondo il suo peculiare progetto, Nintendo Labo. Partendo da delle basi di cartone da dover montare per andare a creare specifiche forme, Nintendo Labo è un nuovo modo di approcciarsi al concetto stesso di videogame, un’idea videoludica fuori dagli stilemi classici da molti apprezzata e da tanti altri disprezzata. Arrivati ormai a poche settimane dall’uscita ufficiale, è quindi giunto il momento di farsi due conti e capire che cosa Nintendo possa effettivamente offrire con questo suo nuovo progetto.
Come dicevamo qualche riga di testo più in alto, Nintendo Labo è un progetto che punta tutta la sua esperienza su del vero e proprio cartone. A seconda del pacchetto che deciderete di acquistare, infatti, quello che vi ritroverete davanti sarà un software per la console ibrida di Nintendo in accoppiata con del cartone da dover maneggiare e modellare – seguendo precise istruzioni – per andare così a creare alcuni oggetti che potranno variare da macchinine a piccoli pianoforti, fino poi a giungere a case in miniatura e robot da combattimento da poter letteralmente indossare. L’idea che fa da colonna portante all’intera esperienza è indubbiamente molto curiosa e merita quantomeno un plauso in termini d’originalità e coraggio; dopotutto, non è cosa facile riuscire a mettere in vendita del cartone a prezzi consistenti senza incappare in disastrosi autogol mediatici.
Sia chiaro che le lamentele non sono mancate e in molti hanno evidenziato alcune incertezze rivelatesi capaci di spaccare lutenza in due tronconi netti. In primis, è importante tener conto del materiale stesso di cui si compongono questi giochi, visto e considerato che si parla di cartone. Seppur infatti non ci si trovi davanti a un materiale propriamente fragile, bisogna anche ammettere che a un ragazzino relativamente giovane potrebbero bastare pochi istanti per distruggere tutto. Proprio il target di riferimento è poi uno degli aspetti più discussi dagli appassionati, tra chi vede Nintendo Labo come prodotto indirizzato ai più piccoli e chi, al contrario, lo considera perfetto per l’utenza più navigata. In questo caso, ritengo che la verità stia nel mezzo e non fatico a credere che il progetto di mamma Nintendo otterrà grandi consensi da grandi e piccoli. Da un lato, avremo molti fan di Nintendo – magari anche genitori – che non si faranno problemi a dar fiducia all’idea mentre, dall’altro lato, il passaparola generale e la possibilità stessa di essere figli di quei “nintendari” così desiderosi di comprare il proprio Nintendo Labo rappresenterà un’ulteriore spinta nei confronti dei più piccoli.
A questo punto, le domande davvero impellenti che sarebbe il caso di farsi sono principalmente due. Da un lato, sarebbe il caso di chiedersi quanta vita possano avere simili esperienze, le quali risultano chiaramente piuttosto limitate anche agli occhi di un bambino. Per quanto possa essere divertente avere una canna da pesca di cartone da poter attivamente utilizzare per pescare con l’ausilio di Nintendo Switch, quanto tempo passerà prima che tale esperienza venga a noia? Il rischio, insomma, è che l’euforia generale si vada velocemente spegnendo per via del tipo d’esperienza stessa che Labo può attualmente offrire, esperienze immediate, poco approfondite e alla lunga ripetitive. Non dimentichiamoci poi che tali giochi di cartone vanno inoltre costruiti, e se alcuni di questi sembrano essere piuttosto facili da montare, ve ne sono tanti altri che invece potrebbero rivelarsi un inferno da costruire; tra questi, non possiamo che menzionare il robot, il quale temiamo possa portare a noia ancor prima di essere effettivamente utilizzato visto che nella fase di montaggio, tra cavi, aperture e incastrature varie, si rischia di perdere intere ore della giornata senza concludere nulla.
In seconda istanza, però, sarà anche interessante vedere come Nintendo tenterà di ampliare la sua offerta, magari tirando fuori dal cilindro nuovi progetti targati Nintendo Labo capaci di mostrarsi in una veste più completa e approfondita. Allo stato attuale, dopotutto, siamo innanzi a un’idea potenzialmente rivoluzionaria ma che proprio per causa della sua stessa natura innovatrice, non può osare più di tanto. Quelle di adesso, insomma, potrebbero rivelarsi esperienze grezze che in caso di successo verranno rimpiazzate con nuovi progetti ancor più interessanti. In fin dei conti, se si riesce a creare un robot utilizzabile o una macchinina telecomandata funzionante utilizzando del semplice cartone in accoppiata con Nintendo Switch, non osiamo immaginare cosa Nintendo potrebbe realizzare con investimenti più consistenti e una maggior sicurezza sui risultati di vendita. Intanto, per adesso, non possiamo far altro che osservare con curiosità l’intero progetto che, stando a quanto riferito da molti rivenditori – Amazon in primis – sembrerebbe aver già riscosso molto successo grazie agli ottimi risultati ottenuti in termini di pre-order. In un’epoca in cui tanti sono ormai stanchi di sentir parlare di Next-Gen come semplici evoluzioni grafiche dei titoli usciti in passato, Nintendo potrebbe insomma aver nuovamente centrato il bersaglio.