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Life Is Strange 2 – Dubbio o certezza?

Con buona pace dei nostalgici a prescindere, di quelli che “i videogiochi di una volta non li fanno più” “una volta era tutto meglio!”, quello che stiamo vivendo è un presente radioso per il medium videoludico; ed il futuro, tra produzioni già annunciate e mostrate, altre abilmente smascherate o solamente rumoreggiate, promette altrettanto. Qualche giorno fa è seguita un’ennesima conferma che non resta certo preda dell’indifferenza: un nuovo Life Is Strange è realtà. La notizia ha allietato i cuori degli oltre 3 milioni di coloro che si sono lasciati trasportati dall’interactive-drama firmato Dontnod Entertainment e dalla vicenda di Maxine e Chloe. Compreso quello di chi scrive, naturalmente; o forse no? Ragioniamo e speculiamo insieme su, caratteristiche, dubbi e ragion d’essere di questo ormai assodato – per quanto ancora oscuro – progetto.

Questione di numero

Sbrogliamo sin da principio una matassa insidiosa, chiarendo un aspetto importante e venendo ad una questione di rilievo: il numero. Sebbene sul web, così come nel titolo di questo articolo, sia stato denominato Life Is Strange 2, l’espressione “nuovo Life Is Strange”, ad oggi, risulta certamente la più appropriata. Nessun riferimento – ancora – ad un seguito diretto c’è stato da parte del team francese, il quale si è limitato a ringraziare i fan e a comunicare che il nuovo progetto è in cantiere. L’annuncio ufficiale è atteso in futuro, “al momento giusto”. L’aggiunta del numerino in fondo al titolo della produzione, invero, ci sarà con ogni probabilità, Season 2 o Life Is Strange 2 che sia. Sarà molto interessante, tuttavia, capire e vedere come verrà giustificata. Stando a dichiarazioni passate rilasciate dagli addetti ai lavori, infatti, la storia di Max e Chloe sarebbe definitivamente chiusa. Resta allora da chiedersi cosa potrebbe essere recuperato, riportato ed approfondito in questa nuova Season che possa rendere omaggio e giustificare il nome del brand. Potrebbe essere amplificata la storia di uno dei personaggi secondari presenti nei primi cinque episodi, anche se riesce francamente difficile individuare qualcuno che si presti alla causa, tutto considerato. In tal senso, l’ipotesi di una serie ad impostazione antologica, alla American Horror Story o True Detective, per fare due esempi del piccolo schermo, non è affatto da escludere. Potrebbe, al contrario, rivelarsi una scelta efficace, persino quasi obbligata, considerata la quadratura e la qualità della sceneggiatura delle vicende narrate nei primi cinque episodi. E proprio qui sta il punto: chiunque abbia amato alla follia Life Is Strange si sarà, con ogni probabilità, lasciato sfiorare dal dubbio che replicare quanto già fatto in termini di narrativa ed emozioni sarà quantomeno arduo, a voler essere non proprio pessimisti. Non vi ricorda mica un’altra grande esclusiva Sony, vero? 

Life is Strange - Protagonste

L’etica nel caos

I meriti di Life Is Strange non sono affatto unicamente narrativi. Pur essendo minata da quella passività congenita all’evoluzione strutturale che parte del genere avventura grafica ha vissuto nel recente passato in direzione di uno stampo marcatamente cinematografico, la struttura ludica di Life Is Strange vanta una semplice ma efficace formula. Un connubio perfetto, una commistione finemente equilibrata e ponderata tra un semplice elemento di game design, legato al controllo del tempo, ed un tema forte e incessante, che ci accompagna come una spada di Damocle sopra la testa per tutto il corso della vicenda: la teoria del caos.

“Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza.”

Alan Turing, Macchine Calcolatrici e Intelligenza, 1950

L’armoniosa e arguta capacità di far coesistere questi due fattori esercita sulle scelte operate dal giocatore nel corso dell’avventura un effetto unico e particolare, che amplifica all’ennesima potenza il peso di tali scelte e, di conseguenza, l’immedesimazione ed il vissuto emotivo. Il concetto di discernimento, inteso come distinzione tra bene e male, è una costante di tutte le opere videoludiche fortemente incentrate sulla narrativa e su un sistema di dialoghi a scelta multipla, i quali rivestono il fruitore di un ruolo estremamente etico e attivo. In Life Is Strange la teoria del caos e l’utilizzo di un potere dalle conseguenze talvolta catastrofiche rendono unico ed eccezionalmente efficace questo sistema di scelta tipico del genere, ponendoci dinnanzi a situazioni strazianti e ancor più difficili da interpretare, che ci portano a riflettere sul concetto stesso di etica e su noi stessi. Ma che c’entra, in tutto ciò, Life Is Strange 2? Analogamente a quanto detto nel paragrafo precedente in merito alla narrativa, si ripresenta il dubbio, nuovamente: un eventuale sequel, o quel che sarà, riuscirà a proporre un sistema ludico-tematico altrettanto efficace e ben congegnato? E se sì, lo farà utilizzando gli stessi strumenti e tematiche del suo predecessore? Plausibile, ma certamente poco originale. Staremo a vedere.

Life is Strange - Gameplay

Arrivati a questo punto, certamente vi sarete avveduti del fatto che non si è minimamente accennato all’altrettanto elevata qualità artistica che ha contraddistinto l’opera Dontnod. Su questo fronte, del resto, i dubbi sono certamente meno pressanti. Il talento del team e la continuità del progetto sono garanzie sufficienti per portarci a credere che lo stile grafico acquerelloso assai piacevole, una soundtrack azzeccata ed emotiva e scorci altrettanto memorabili saranno riproposti a livelli qualitativi equiparabili. Certo è auspicabile una pulizia grafica maggiore, che il già allora vetusto Unreal Engine 3 non riuscì a garantire. 

Una certezza, ma grande

Dubbi e perplessità ci sono, e paiono piuttosto legittimi, ma le certezze? La più grande e lampante, al momento, è una, e si chiama DontnodQuesti ragazzi francesi hanno dimostrato di avere qualità e competenze per poter stupire e per realizzare opere narrativamente molto ben scritte e dallo stile gradevole. Le speranze sono vive eccome, dunque. Rimane però quel grande, enorme fardello, il peso di avere alle spalle un’opera dagli standard qualitativi e dalla caratura fuori dall’ordinario per quanto concerne narrativa e temi trattati, che è stata in grado di riscuotere un successo insperato e smuovere il cuore di milioni di persone. E con le emozioni ed una platea sempre più esigente, signori, non si scherza.

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