L’articolo che vi apprestate a leggere è un editoriale, pertanto le opinioni espresse nelle prossime righe sono da ritenersi soggettive. Ovviamente se il vostro pensiero andrà a scontrarsi con esse avete la possibilità di creare un dialogo nei commenti o sui nostri social: saremo felici di rispondere per discutere insieme.
Cross-buy. È questo il nome dell’ultima manovra commerciale targata Microsoft. Con Quantum Break Phil Spencer ha deciso di offrire una copia gratuita del titolo su Windows 10 a chiunque ne acquisti una sullo store di Xbox One, e le due versioni potranno vantare di avere i salvataggi condivisi, legati all’account del possessore. L’annuncio è avvenuto un paio di giorni fa in occasione di una conferenza, e tutto ciò è stato abbastanza scioccante per il pubblico.
Ma cosa significa tutto ciò? Qual è il motivo che ha spinto Spencer ad effettuare questa mossa?
Il futuro vede Xbox One sempre più lontana dal concetto convenzionale di console a cui siamo abituati a pensare: in effetti Microsoft, fin dall’annuncio della sua attuale ammiraglia da salotto, ha sempre parlato di uno strumento d’intrattenimento ben più ampio, che avrebbe offerto funzionalità ed un’interfaccia inedita rispetto a PC e PS4 – proverbiale è il numero di volte che è stata pronunciata la parola ‘tv’ durante un’importante conferenza relativa al lancio della piattaforma -, ricoprendo campi ben più vasti della semplice industria videoludica. Xbox One punta, ora più che mai, sulla multimedialità, e Spencer sta facendo dei piccoli passi per farle rivendicare questo ruolo mai visto prima sul mercato, un ruolo che, spiazzando tutti, potrebbe rivelarsi un completo successo. O un disastro.
Guardando al passato, risulta impossibile quindi paragonare questa scelta con il cross-buy tra PS Vita e le consoles fisse di casa Sony, o ancora tra old e current gen Sony e Microsoft, in quanto in quei casi o si trattava di versioni diverse dello stesso gioco che offrivano contenuti esclusivi e che venivano fornite in bundle oppure semplicemente venivano proposte insieme per spingere le vendite delle all’epoca nuove fiammanti consoles. L’idea della Microsoft è invece ben più ampia e lungimirante, quanto, oserei dire, azzardata.
È ancora presto per valutare gli effetti di tale manovra, anche perché questo fantomatico cross-buy è limitato per il momento a Quantum Break appunto, ed i titoli in uscita che prevedono questa opzione sono davvero pochissimi per il momento – si vociferava di qualcosa riguardante il prossimo Fable -, ma sempre a quanto affermato sempre da Spencer, in risposta ad un tweet, l’azienda conta che anche le terze parti decidano di aderire all’iniziativa, sperando che un giorno acquistando un qualsiasi titolo presente sullo store di Xbox One si potrà avere subito accesso gratuitamente alla controparte PC.
Potrà sembrare strano e contraddittorio, ma a quanto pare Microsoft ha intenzione di puntare tutto su una console senza esclusive e con una potenza grafica pari a quella della concorrenza, ovvero quella di un PC di fascia media. Il tutto per spingere sempre più persone ad acquistare un PC performante con Windows 10. E magari anche un Windows Phone. L’interconnettività tra i vari dispositivi e le comodità che ne derivano sono diventate dei punti cruciali per l’azienda, e non le si può dare di certo torto: per raggiungere un target più ampio bisogna semplificare la tecnologia e renderla accessibile ai più.
Un’altra interpretazione, che va ad integrarsi alle precedenti, è quella di far concorrenza alla Valve: nessun utente PC acquisterà giochi su Steam che può benissimo ottenere gratuitamente. Quello di possedere due grandi piattaforme per videogiochi ed intrattenimento è uno dei punti di forza dell’azienda americana, e, finché le Steam machines non riusciranno ad offrire qualcosa che farà veramente la differenza, la battaglia è ancora aperta.
Ma spostiamo il punto di vista dalla parte degli utenti: i possessori di un Xbox One saranno spinti a passare a Windows 10 ed ad acquistare un PC performante apposta per usufruire del cross-buy o viceversa? La risposta, secondo noi, è no: avere lo stesso titolo disponibile per due piattaforme è certo una comodità, ma non può essere il motivo principale di un’investimento non indifferente per una console o addirittura di un personal computer. Inoltre a questo punto, senza esclusive non ci saranno validi motivi per i quali un possessore di un PC debba voler comprare un Xbox One, a meno che Spencer non abbia in mente qualcosa di davvero rivoluzionario.
In definitiva, non possiamo fare altro che aspettare. Di certo i possessori di Xbox One e PC saranno felici nel caso vengano annunciati molti più cross-buy, ma la nostra curiosità è interamente rivolta a cosa ha in mente Spencer per il futuro della console e di Windows.