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Il “carpe diem” di Rise of the Tomb Raider e le esclusive temporanee

Gli editoriali rappresentano il pensiero del singolo redattore e non dell’intera redazione, pertanto offrono una riflessione personale, non vengono corretti dagli editori.

È già successo con semplici DLC, ma anche con parecchi titoli importanti. Esclusive temporanee. Un fenomeno che, grazie alle goffe manovre legali di Crystal Dynamics, è tornato a far parlar di sé. È ormai ufficiale che Rise of the Tomb Raider sarà un’esclusiva Xbox One ed Xbox 360 solo per le vacanze natalizie, dopodiché lo vedremo anche su PS4 e PC. La domanda che vi pongo è la seguente: ha senso tutto ciò?

Facciamo un passo indietro. Assassin’s Creed. Il primo capitolo della tanto acclamata ed allo stesso tempo criticata saga sarebbe dovuto approdare unicamente su PS3, ma qualche mese prima dell’uscita fu tutto smentito: il titolo sarebbe uscito anche su PC ed Xbox 360, per massimizzare le vendite. Dark Souls. La versione PC non era prevista nell’ottobre 2011, periodo nel quale il gioco uscì su console. Poi una petizione fece cambiare idea a From Software e l’anno dopo nacque la Prepare to Die Edition. GTA V, numerosi voci parlavano di un ritardo “pagato” per quanto riguarda la versione per PC, volto a massimizzare le vendite durante il lungo periodo di esclusiva su console.

Tutti questi titoli hanno in comune una cosa: un marketing ben studiato ed un preciso periodo di esclusività che non rimaneva relegato a qualche mese – per quest’ultimo aspetto va tralasciato Assassin’s Creed, la quale esclusività è stata smentita molto tempo prima del lancio -. Rise of the Tomb Raider rimarrà esclusiva per al massimo tre mesi. Ora, trascurando la scelta di voler testardamente pubblicare ancora su old gen (ho già scritto uno speciale al riguardo), concentriamoci su questa caduca esclusiva.

Rise of the Tomb Raider esclusiva Xbox OneI motivi principali dell’esistenza di esclusive, almeno secondo me, sono due: quello prettamente commerciale di spingere la fetta di pubblico interessata al gioco in questione a comprare la console sulla quale il titolo approderà, e quello più “nobile” di sfruttare al massimo le potenzialità della piattaforma, magari utilizzando funzionalità uniche della macchina e studiando un key mapping che altrimenti non potrebbe esistere in altro luogo.

Nel caso di Rise of the Tomb Raider non siamo in nessuna delle opzioni da me contemplate, essendo un’esclusiva a tempo determinato. Un tempo che, a dirla tutta, è anche alquanto breve. Cosa si aspetta Microsoft da questa mossa? Un picco di vendite del gioco e di Xbox One nei pochi mesi di esclusività? In quanto giocatore, mi sento preso in giro da questa cosa.
In poche parole, la scelta di un chiunque non possegga una console Microsoft sarebbe la seguente: aspettare un paio di mesi in più o investire ben 400€ per un solo titolo. Tutto ciò avrebbe senso se la persona in questione avesse già da tempo in mente l’acquisto della console, mentre per tutto il resto del pubblico – compreso me – sessanta giorni in più o in meno non cambieranno di certo la vita.

È quindi una mera “bait”, un’esca per convincere definitivamente coloro che già avevano intenzione di passare ad Xbox One? Un semplice contentino, una ciliegina su una torta della quale presto tutti potranno avere una fetta?
Già, a quanto pare Rise of the Tomb Raider passerà le vacanze su Xbox One, ma al loro termine se ne tornerà a casa.

Rise of the Tomb Raider esclusiva Xbox OneChiudiamo per ora questa infelice parentesi e vediamo di analizzare il fenomeno delle esclusive temporanee più in generale. Ha senso? Sì e no, direi: dipende dai casi. Potrebbe avere senso quando ad esempio una versione PC di un determinato titolo necessita di ottimizzazione ed i tempi di sviluppo sarebbero molto più considerevoli su questa piattaforma – come sarebbe dovuto succedere con Batman: Arkham Knight fin dal principio -.

Un caso eccezionale è stato quello di Dark Souls, che è passato su Personal Computer grazie ad una semplice petizione, ed anche qui la cosa ha perfettamente senso, poiché gli sviluppatori hanno reputato fosse una buona scelta rompere l’esclusiva, per arrivare ad un pubblico più ampio. Per il resto, a meno che non ci siano accordi commerciali con tempi davvero lunghi (sei mesi o un anno), non riesco a trovare un senso logico a tutto ciò, né da parte di chi propone esclusive che saranno tali solo per una manciata di giorni né da parte di chi si lascia abbindolare da queste caduche promesse.

In poche parole, secondo la mia umile opinione ha senso fiondarsi sulle esclusive temporanee unicamente se si possiede già la console in questione o al massimo se si avevano anche altri motivi validi per l’acquisto – come ad esempio, esclusive più “solide”, del calibro di un Halo 5 o di un Bloodborne, per intenderci -, mentre in tutti gli altri casi è bene munirsi di pazienza ed aspettare. Che poi diciamocelo: nessun videogiocatore può veramente dire di essere a corto di titoli da giocare. Tra vecchi giochi da recuperare o sempreverdi che è sempre un piacere rigiocare non possiamo mai dire che a dopo aver acceso il PC o una console rimarremo con le mani in mano!

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