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23 dicembre 1997. Gran Turismo approda sulle PlayStation di tutto il Giappone – pochi mesi dopo sarebbe arrivato anche in tutto il resto del mondo -, promettendo di essere il miglior simulatore di corse mai esistito. Effettivamente, anche se lo “slogan del simulatore” portato avanti da quel momento fino ad ora da Polyphony non è proprio veritiero, GT ha dimostrato più e più volte di essere una serie davvero pregevole, infrangendo numerosi record e stupendo tutti con il suo parco macchine davvero vastissimo – pensate che in Gran Turismo 2, uscito sempre sulla prima PlayStation, si contavano già ben 600 automobili! -. Certo, ci sono stati alti e bassi, e non tutti hanno condiviso le scelte fatte in questi anni; gli ultimi due capitoli in particolare non sono riusciti nè ad innovare la serie né a correggere i pochi ma marcati problemi che l’affliggono fin dagli albori, ma Gran Turismo rimane una delle serie videoludiche più gettonate e valide di tutti i tempi.
27 ottobre 2015. Kazunori Yamauchi, in occasione della conferenza Sony tenutasi al Paris Games Week, annuncia Gran Turismo Sport, il primo titolo della serie a non avere un numero. Questo significa che non ci sarà un’evoluzione sostanziale dal precedente capitolo? Chissà. Per il momento non si può dire che il gioco non mancherà di innovazioni: Polyphony è riuscita ad ottenere una collaborazione con la prestigiosa FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) – la quale si trova proprio in Francia -. Yamauchi ha riferito la cosa al pubblico di tutto il mondo in diretta, e ci ha informato che in un certo senso Gran Turismo Sport verrà considerato veramente uno sport: le due modalità di carriera che saranno presenti – quella per costruttori e quella per nazionalità – avranno una classifica online aggiornata in tempo reale, ed i vincitori al termine di ogni stagione saranno premiati dalla stessa FIA, insieme ai campioni di Formula 1 et similia.
Ora, secondo la mia umile opinione le cose sono due: o Yamauchi non ha veramente più idee per rendere più realistico e “simulativo” – il termine è tra virgolette perché i simulatori di guida reali esistono, e Gran Turismo, per quanto potrà essere realistico in alcuni aspetti, non è progettato per essere un vero simulatore – il titolo, e quindi ha deciso di ripiegare in una componente esterna allo sviluppo, quale la collaborazione con una federazione del calibro della FIA, oppure il direttore della Polyphony ha semplicemente pensato di produrre un Gran Turismo che non fosse un semplice “sequel”, bensì un titolo che potrà passare alla storia come “il primo videogioco considerato ufficialmente uno sport”, con tanto di coppe materiali e premiazioni ufficiali. Ovviamente spero vivamente nella seconda possibilità, anche perché la prima non mi sembra proprio nello stile di Yamauchi.