Far Harbor è un DLC fantastico, mi piace l’atmosfera “mistica” che si respira, il suo essere spettrale e cupo. È anche meglio del gioco base. Questo è quello che ho pensato fino a quando non mi sono ritrovato in una stanza virtuale con piogge di codice peggio di Matrix a spostare cubi.
Senza svelarvi troppo del motivo per cui questo accade – lo scoprirete nella recensione -, proseguendo nella missione principale di Far Harbor vi ritroverete a dover recuperare dei vecchi ricordi di un sintetico.
Invece di farci semplicemente arrivare nel punto, uccidere la solita manica di nemici ed hackerare/scassinare qualcosa, Bethesda ha avuto la geniale idea di creare una sessione puzzle appositamente per questo.
“Uh, divertente!” No, non lo è. I giocatori di Fallout vogliono far esplodere in mille pezzi Supermutanti, Mirelurk, robot e bestie di ogni genere. Non ritrovarsi a dover dirigere degli insetti avanti indietro per un mondo fatto di cubi. Voglia di puzzle? Di sicuro il primo titolo che salta alla mente non è Fallout 4.
Seppur questi non siano poi così complessi, il problema sono le cimici che dovrete guidare fino al punto di estrazione della memoria, le quali si incastrano nello scenario e in alcuni momenti semplicemente non si muoveranno, a meno di non accompagnarle mano nella zampa.
Si arriva poi all’ultima stanza in cui il tutto si fa inutilmente lungo e tedioso.
Non è la prima volta che qualche sviluppatore aggiunge delle sessioni di un genere che non appartiene a quello del titolo, ma qui semplicemente il tutto è fuori luogo. Fuori luogo il genere, fuori luogo l’ambientazione ed è fuori luogo farci usare le meccaniche dell’editor degli avamposti per dei puzzle game. Già di per sé quelle funzionano male!
Questa è una macchia, non piccola, in un contenuto scaricabile originale e di qualità che non avrebbe né meritato, né sentito la necessità di un’aggiunta del genere.