Gli editoriali di Kingdomgame.it sono il pensiero del singolo redattore, essi sono scritti con la massima libertà e non subiscono variazioni da parte degli editori.
Se state leggendo questo editoriale vorrà dire che avete posato il pad e vi siete allontanati – anche se solo per qualche minuto – dal Kyrat. Se mi volete dare le vostre prime e calde impressioni non esitate a farlo! Ci sono i commenti, proprio qui sotto, che aspettano solamente voi e i vostri pareri. Fatemi sapere anche se avete preso la versione liscia o la Kyrat Edition.
Il perché di questo editoriale è molto semplice: avevo voglia di parlare di una delle mie saghe preferite, per l’appunto Far Cry.
Quando giocai il primo titolo della serie ero poco più che un ragazzino con un mouse e una tastiera. Venni trasportato in un arcipelago fantastico, dove il senso di sopravvivenza e una buona dose di stealth hanno fatto sì che continuassi l’avventura fino alla fine, tra mercenari arrabbiati ed esperimenti genetici.
Qualche anno dopo Ubisoft mi permette di giocare al secondo capitolo che – a differenza del predecessore – ci permette di giocare in un mondo completamente aperto. Dire che ho approcciato il titolo con un entusiasmo che pochi altri giochi mi avevano trasmesso è riduttivo. Peccato che tutto il mio entusiasmo è stato disintegrato dopo un paio di ore di gioco. Una storia ridicola, un continuo ripetersi di missioni identiche e la gestione dei viaggi (andare dal punto A al punto B poteva richiedere anche quindici minuti e – se si moriva – dovevamo ricominciare da capo) hanno reso Far Cry 2 un titolo che ho fatto fatica a finire.
D’obbligo dunque approcciare Far Cry 3 fin dal suo annuncio con piedi rigorosissimamente di piombo. Ubisoft – da ammettere – ha fatto una grandissima campagna pubblicitaria farcita con numerosi video che hanno comunque catturato il mio interesse. Indovinate un po’? Preso al Day One, Limited Edition e tanti saluti.
Il gioco prende tutto quello che era Far Cry 2 e lo migliora all’inverosimile riuscendo a confezionare un titolo che ha (quasi)tutto. Una trama interessante, un villain carismatico, una struttura di gioco solida, ambientazioni varie e bellissime da vedere.
Un gioco che mi ha appagato e che ha appagato i fan e la critica. Un fps con meccaniche da gioco di ruolo e un mondo open world… Chi chiede di meglio?
Dunque eccoci arrivati al titolo che state giocando. Il quarto capitolo della saga. Un capitolo che ripercorre quanto di buono fatto con il precedente. Dalle Isole Rook al Kyrat, la località ispirata all’Himalaya. Far Cry 4 promette tanto così come il buon Roberto ha scritto nel suo provato.
Noi ce lo stiamo spolpando per bene per fornirvi la nostra recensione che potrete trovare nei prossimi giorni sul portale. Certo perché anche se ancora non l’abbiamo pubblicata in questi giorni di Far Cry 4 ne abbiamo parlato tantissimo. Vi abbiamo svelato come finire il titolo in 15 minuti per esempio. Una trovata piuttosto geniale vero? Oppure abbiamo parlato di come – per la prima volta – sia stato eliminato l’editor di mappe online.
E’ cambiata l’ambientazione ed è cambiato il Villain. Ci lasciamo alle spalle Vaas per fare la conoscenza di Pagan Min, l’eccentrico dittatore della nazione. Ma non mi spingo oltre perché molto probabilmente ora tornerete alle vostre console e – pad alla mano – riprenderete il vostro viaggio tra la guerra civile ed elefanti nella grandissima mappa di gioco.