È irriverente, sboccato, volgare, violento, sadico, perverso e completamente fuori di testa. Eppure Deadpool non è soltanto uno dei personaggi Marvel più amati, probabilmente lo è in assoluto in tutta l’antologia fumettistica. Il Mercenario Chiacchierone – questo il suo soprannome più famoso – ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo grazie alla folle ironia che, tra una sparatoria di qua e qualche arto mozzato di là, il tutto condito da una buona dose di riferimenti sessuali espliciti e un forte citazionismo richiamante la cultura pop degli ultimi trent’anni, è sempre riuscita a strappare più di una risata in ogni vignetta degli albo a lui dedicati.
Come nasce Deadpool? Dalla matita di Rob Liefed nel 1991. Wade Winston Wilson è il classico mercenario sopra le righe con un’infanzia difficile: persa la madre in tenera età a causa di un cancro, gli vengono a sua volta diagnosticati una serie di tumori terminali in diverse zone dell’organismo. L’unico modo di salvare la sua pellaccia è accettare di prendere parte al progetto Arma X, che lo trasforma in un mutante con gli stessi poteri rigenerativi di Wolverine (e, guarda caso, sia Deadpool che Wolverine hanno origini canadesi).
In seguito a una serie di vicissitudini e non poche torture, Wade Wilson si ritrova completamente sfigurato, ma in possesso del fattore rigenerante che, unito alle sue eccezionali doti atletiche e belliche, lo rendono il pericoloso, letale e psicopatico “Mercenario Chiacchierone”. Deadpool predilige l’uso di pistole e katane – che possono essere una o due a seconda delle versioni – ma la sua natura folle non gli impedisce di farsi piacere e utilizzare qualunque prototipo di arma da fuoco e da taglio.
Insomma, nel caso non l’aveste capito il caro, buon vecchio Wade non è propriamente un supereroe: lo diventa suo malgrado in alcune circostanze, quando non è impegnato a fare il cinico bastardo e a uccidere gente in giro. Deadpool è sempre stato un personaggio sui generis, ma non solo per il suo essere esageratamente sopra le righe rispetto agli eroi che siamo abituati a conoscere: insieme a She-Hulk, è l’unica figura Marvel ad avere la consapevolezza di essere un personaggio di finzione sulle pagine di un comic, inoltre spesso e volentieri abbatte la famosa “quarta parete” – ovvero il confine tra realtà e finzione – rivolgendosi al proprio pubblico.
La figura fumettistica di Deadpool si è evoluta molto nel corso degli anni, sia per ideologia che per grafica. Attraversando gli ultimi decenni e le numerose testate dedicategli, si è passato dal semplice cazzone al folle totale che tutti conosciamo, con tanto di non una, ma ben due voci nella testa e una strana relazione sentimentale con la Morte – una buffa e improbabile accoppiata, dal momento che Deadpool è praticamente immortale -.
L’amabile anti-eroe in tutina rossa e nera è finito per diventare egli stesso icona pop e ospite esclusivo di alcuni degli eventi fumettistici più importanti, come Civil War e Secret Invasion, limitandosi però a essere semplice comparsa: il supergruppo con cui si è trovato a condividere la maggior parte delle storie è quello degli X-Men. Insomma, le testate Marvel hanno dato – e daranno – ampio spazio al merc with a mouth, mentre le altre grandi industrie votate allo spettacolo gli hanno reso giustizia solo a metà: al cinema, finalmente, siamo rimasti soddisfatti, mentre sul versante videoludico c’è ancora molto lavoro da fare.
Un progetto iniziale per un possibile film ispirato a Deadpool era nato nel 2004 e all’epoca c’era già Ryan Reynolds pronto a vestire la calzamaglia rossa e nera. Regista e produzione, tuttavia, persero interesse in poco tempo e bisogna aspettare il 2011 per vedere l’esordio del Mercenario Chiacchierone su grande schermo con X-Men: le origini di Wolverine. Il Deadpool proposto dalla pellicola prequel dedicata all’eroe artigliato, tuttavia, era solo lontanamente ispirato alla propria controparte originale: per l’occasione Reynolds fu relegato a semplice villain finale, una sorta di ibrido con una moltitudine di poteri che del vero Deadpool aveva solo il nome e il fattore rigenerante.
Alla fine, su pressione dello stesso Reynolds che era deciso a rilanciare il personaggio al cinema, nel 2014 fu annunciato ufficialmente il film Deadpool prodotto da 20th Century Fox e soltanto pochi giorni fa, il 12 febbraio 2016 in tutto il mondo e il 18 febbraio in Italia, l’anti-eroe Marvel è sbarcato finalmente al cinema in grande stile.
“Pool, Dead”. Il simpatico Wilson si presenta così in una delle scene iniziali del film, giocando su sé stesso come d’altronde fa l’intera pellicola già dagli esilaranti titoli di testa. Non farò grossi spoiler sulla trama, che risulta piuttosto fedele alle origini fumettistiche del personaggio pur mostrando qualche piccola sbavatura. Prima fra tutte è l’eccessivamente smielata storia d’amore sulla quale è basata tutta la storia, una componente che stona con la natura del personaggio e che nel fumetto non fa mai capolino.
La struttura narrativa ed estetica del film, tuttavia, fanno in modo che lo spettatore accetti questa storyline in favore di tutto il resto che può essere definito, senza aver timore di esagerare, un piccolo capolavoro. Il valore aggiunto di Deadpool è Ryan Reynolds, e non perché l’attore ha voluto fortemente questo progetto. Non è neanche perché lo stesso Reynolds ha finanziato quasi per metà il budget totale del film, peraltro piuttosto basso considerata la qualità elevata del prodotto finale – si parla di circa 50 milioni di dollari -.
Ryan Reynolds ha vinto perché è entrato totalmente nel personaggio. Prende in giro tutti, persino sé stesso e le discutibili – a voler essere buoni – apparizioni nei panni del vecchio Deadpool e di Lanterna Verde. Scherza sui pochi investimenti economici effettuati sul film, sulla questione dei diritti tra Marvel e Fox e persino sui recenti casting degli X-Men, il tutto rivolgendosi spesso e volentieri al pubblico in sala e suscitando ilarità dall’inizio alla fine.
Manca ancora qualcosina per avere al 100% il Deadpool fumettistico, ancora più folle, sboccato e irriverente rispetto all’interpretazione di Ryan Reynolds. Il film, però, si avvicina moltissimo a quegli standard, complice anche la classificazione R-Rated in tutto il mondo: Deadpool è infatti il primo film Marvel a essere vietato ai minori e considerata la natura del personaggio vien da dire meno male.
In conclusione il film Deadpool getta, a mio parere, le basi per un nuovo modo di fare cinecomic: più maturo e senza la forzatura di dover far ridere esclusivamente gli adolescenti (capito, Disney?). Una pellicola sui supereroi come, probabilmente, non se ne erano mai viste.
Deadpool è uno di quei personaggi con i quali il mondo dei videogiochi va a nozze, o almeno potrebbe andarci. Tutta la follia, la violenza e il trash del Mercenario Chiacchierone trasposti su console farebbero gongolare qualunque gamer, eppure l’industria videoludica finora ha puntato poco su questo pittoresco personaggio.
L’esordio di Wade Wilson su console risale al videogioco del 2005 X-Men II: l’Era di Apocalisse, un action RPG per Xbox, Playstation 2, PSP e cellulare nel quale Deadpool era disponibile come personaggio giocabile. Da qui in poi le apparizioni videoludiche del Merc with a Mouth si sono limitate a semplici comparse all’interno di titoli crossover: è possibile inserire Deadpool nel proprio team in Marvel: la Grande Alleanza del 2006 e nel suo sequel del 2009, così come lo si può utilizzare nel picchiaduro del 2011 Marvel vs Capcom 3: Fate of Two Worlds, pubblicato su Playstation 3 e Xbox 360. In quest’ultimo titolo Deadpool è doppiato da Nolan North (la voce originale di Nathan Drake nella serie Uncharted e Desmond Miles in Assassin’s Creed) e, così come nei fumetti e nel film, infrange di continuo la quarta parete rivolgendosi ai videogiocatori o anche agli sviluppatori Capcom.
Troviamo anche il Mercenario Chiacchierone come boss in alcuni titoli dedicati ad altri eroi Marvel, ad esempio nel videogioco ufficiale del film X-Men: le origini di Wolverine e anche in Spider-Man: Shattered Dimensions. Infine, il 28 giugno 2013 è stato rilasciato il primo videogioco ufficiale interamente dedicato a Deadpool, nel quale è possibile giocare una campagna nei panni di Wade Wilson e incontrare alcuni personaggi iconici delle sue storie, come Psylocke, Rogue, Domino, Wolverine, Cable e Sinistro.
Deadpool il videogioco ricalca, nelle meccaniche e soprattutto nel combat system, le ultime produzioni legate ai supereroi, in particolare la serie “Arkham” dedicata a Batman e The Amazing Spider-Man. Un titolo godibile e divertente che ben riproduce lo spirito folle di Deadpool, ma che lascia il semplice contentino ed è ben lontano dall’essere definito capolavoro.
Il cinema ha finalmente reso giustizia al Mercenario Chiacchierone, l’industria videoludica non ci è ancora riuscita. Eppure la carne al fuoco è tanta, il materiale c’è e soprattutto i presupposti per riportare Deadpool su console ci sono tutti, visto l’enorme consenso che il personaggio ha riscosso al cinema. E chissà che il piccolo capolavoro diretto da Tim Miller con protagonista Ryan Reynolds non sia d’ispirazione per un titolo degno di questo nome.