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Dark Souls Remastered – Se ne sentiva davvero il bisogno?

Cerchiamo di trovare risposta alla domanda da un milione di dollari che in tanti si sono posti in questi ultimi giorni.

Con Dark Souls Remastered nei negozi, è giunto il momento di domandarsi se un titolo simile fosse davvero necessario.

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Sono ormai passati diversi mesi da quanto From Software approfittò dell’ennesimo Direct Nintendo carico d’annunci per presentare al mondo la sua Dark Souls Remastered, versione rimasterizzata del titolo originale inizialmente presentata unicamente per Nintendo Switch ma successivamente confermata anche su Xbox One, Playstation 4 e PC. L’annuncio si è ovviamente portato dietro un pubblico in totale fermento che, tra voci di corridoio e rumor sparsi, ha velocemente dato forma alle teorie più disparate. Fin da subito si è infatti parlato di possibili nuovi contenuti, con ambientazioni inedite e boss opzionali da poter affrontare, per poi giungere addirittura a indiscrezioni relative a un lavoro tecnico a tutto tondo che avrebbe dovuto portare l’opera sullo stesso livello di Dark Souls 3 per qualità grafica.

Nei fatti, però, il lavoro compiuto in sede di sviluppo si è infine rivelato ben più modesto, un semplice compitino svolto senza troppa dedizione che onestamente non ha saputo smuovere minimamente il mio cuore. Volendo essere totalmente onesto con voi, vi è voluto davvero poco prima che tra me e me cominciassi a domandarmi se davvero si sentisse il bisogno di questa remastered, un tarlo che ha continuato a tormentarmi fino ad oggi, giorno in cui ho deciso di condividere con voi questo mio pensiero scritto.

Un lavoro con poca sostanza

Come specificato dalla stessa Bandai Namco, Dark Souls Remastered si caratterizzerà per una risoluzione aumentata a 4K unita a 60 frame per secondo, un miglioramento visivo indubbiamente apprezzabile ma totalmente insufficiente per quelli che sono gli standard odierni. Dopo l’uscita del titolo originale a cui fece poi seguito la cosiddetta Prepare to Die Edition, sarebbe stato lecito aspettarsi decisamente di più in termini grafici, un lavoro sugli stessi livelli di una Crash Bandicoot N.Sane Trilogy che in questo caso è invece venuto totalmente a mancare in favore del risparmio più sfrenato. Per quanto l’epopea targata From Software continui a presentare un art-design degli ambienti semplicemente impeccabile, basta davvero poco per denotare tutte le mancanze di un motore grafico chiaramente non più al passo con i tempi e conseguentemente oramai incapace di potersi mostrare ai giocatori a testa alta. Texture alquanto slavate e animazioni piuttosto legnosette si accostano a giochi di luci e ombre visibilmente datati, con un risultato generale che al giorno d’oggi risulta ben poco appetibile.

Dark Souls Remastered non impressiona

Dark Souls Remastered si configura come un compitino svolto senza troppa passione.

Ovvio, come sicuramente qualcuno potrebbe tenerci a farmi notare, la grafica non è tutto nel quadro complessivo di un’esperienza ludica, ma al contempo non bisogna dimenticarsi che le remastered sono lavori di ammodernamento pensati specificatamente per rimettere a nuovo perle del passato cadute nel dimenticatoio col fine ultimo di colpire al cuore i nostalgici incuriosendo, nel mentre, qualche nuova leva. Proprio in ragion di ciò, non si può fare a meno di domandarsi come diamine si possa anche solo pensare che un pubblico ancora inesperto nei confronti del brand targato From Software possa voler avvicinarsi a un’avventura come Dark Souls Remastered se, per compiere tale passo, dovrà vivere nella consapevolezza che la sfida da affrontare poggerà le sue basi su di un’opera oramai datata sia sotto il profilo tecnico che sotto quello più puramente ludico. Il problema alla base di Dark Souls Remastered è proprio questo, siamo alla terza versione rimasterizzata di un gioco che, al contrario, si sarebbe indubbiamente meritato un remake potenzialmente capace di ridare linfa vitale a un’epopea ancora amata da molti.

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Massimo guadagno, minimo sforzo

Recentemente, Bandai Namco ha dato il via a un Network Test per assicurarsi che un alto flusso di giocatori presenti in-game non portassero a un rovinoso crollo dei server di gioco. Proprio tale apertura ai giocatori ha però messo fin da subito in evidenza il povero lavoro d’ammodernamento portato avanti dal team di sviluppo anche sotto il profilo ludico. C’è poco da fare, la struttura del brand Souls è andata modificandosi di capitolo in capitolo per risultare sempre più fluida e piacevole al gusto del pubblico, importanti passi in avanti totalmente assenti in questa remastered, la quale vi costringerà a dovervi confrontare con tutti i problemi che anni e anni fa affliggevano l’opera uscita nel 2011. Come un fulmine a ciel sereno, ecco poi che sulla nostra testa precipita un altro pesantissimo masso, l’amareggiante comprensione che Dark Souls Remastered si porta dietro anche tutti i grossolani errori presenti nel capitolo originale.

Il team di sviluppo non si è minimamente impegnato

Dark Souls Remastered mantiene inalterate tutte le problematiche che già erano presenti nell’opera originale.

Nulla è stato fatto per risolvere quei bug che affliggevano Dark Souls, tutti ben visibili anche in quest’opera “migliorata”, e conti alla mano fa quasi ridere constatare come ancora oggi sia possibile assistere a backstab totalmente errati, glitch di ogni sorta che bussano alla porta, nemici rimasti incastrati in qualche colonna architettonica e molto altro ancora. Quello che è risultato sembrerebbe insomma nulla più che un goffo tentativo di colpire al cuore la fetta di giocatori più affezionati al brand e, conseguentemente, ben disposti ad acquistare per la terza volta un titolo già completato in passato. Nei fatti, l’unica versione dell’opera meritevole d’interesse è quella in sviluppo per l’apprezzatissima console ibrida targata Nintendo in quanto avvantaggiata dalla possibilità di poter godere dell’intera esperienza in qualsiasi momento e ovunque ci si trovi, un’opzione concretizzatasi però per merito della macchina da gioco e non per un vero e proprio lavoro portato avanti con dedizione da parte degli sviluppatori. In definitiva, resta solo da chiedersi perché mai qualcuno potrebbe davvero voler spendere 40 euro per un gioco quando pagando molto meno per una delle sue versioni precedentemente uscite su PC e usufruendo di alcune delle mod gratuite realizzate dai videogiocatori stessi, vi ritrovereste con un prodotto qualitativamente migliore rispetto a quello messo sul mercato da Bandai Namco.

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