Era il 2010 quando Demon’s Souls, un debuttante action RPG fantasy, fece il suo esordio nel panorama videoludico. Il titolo, sviluppato da From Software e diretto da Hidetaka Miyazaki, fu rilasciato come esclusiva Playstation 3 e rappresentava una vera e propria scommessa per lo studio giapponese, poiché proponeva una formula completamente diversa da un normale titolo del genere. La formula in questione è incentrata su un gameplay sostanzialmente difficile, combattimenti impegnativi e assenza di checkpoint, elementi che, insieme ad altre caratteristiche, sono risultati vincenti: Demon’s Souls offriva un livello di sfida senza precedenti per l’attuale generazione di videogiocatori, “viziati” da titoli stracolmi di punti di salvataggio e oggetti curativi, un filone nel quale mi ci piazzo anche io, che alle opere di Miyazaki non mi ci sono ancora approcciato in maniera del tutto completa.
From Software, poi, ci ha preso gusto e ha deciso di ampliare la suddetta formula con Dark Souls, un gioco che non a caso venne definito come “successore spirituale” di Demon’s Souls e successivamente Dark Souls II, titolo che ha sollevato non pochi dubbi perché passato sotto la direzione non più del buon Miyazaki, ma di Tomohiro Shibuya e Yui Tanimura; i due nuovi autori hanno però saputo cogliere alla grande la pesante eredità del loro predecessore, confermando alla serie quella consacrazione che, in fondo, era annunciata già dal principio. Perché con Dark Souls II siamo arrivati nel 2014, a quattro anni di distanza dall’esperimento Demon’s Souls, solo che la famosa formula sulla quale sto tanto insistendo non è più una prova, non più un titolo di nicchia, è anzi un vero e proprio fenomeno, un genere quasi a parte, una sorta di filone parallelo della ruolistica fantasy talmente autonomo da essere denominato “Souls-like” e che ha continuato a mostrare i muscoli anche su next gen.
Meno di tre mesi fa usciva nei negozi l’esclusiva Playstation 4 Bloodborne, il nuovo titolo di From Software alla cui guida è tornato il caro Miyazaki. Pur discostandosi in alcuni aspetti da quella formula canonica dei Souls-like (parlo di ambientazione e gameplay), Bloodborne è un titolo che merita di essere giocato dagli amanti delle sfide e di posizionarsi sul podio delle migliori uscite di quest’anno. Sembra però che gli sviluppatori restino legati al brand dark fantasy di Dark Souls, vista la recente pubblicazione di una versione rimasterizzata di Dark Souls II su Playstation 4 e, soprattutto, viste le insistenti voci di corridoio che vogliono Dark Souls III in via di sviluppo, pronto per essere annunciato ad un E3 2015 sempre più ricco ed esplosivo e rilasciato l’anno prossimo. Cosa dobbiamo aspettarci dal terzo capitolo della serie? Continuerà a stupirci come hanno fatto i suoi predecessori?
Dark Souls III è stato rivelato al mondo grazie ad un leak ad opera del canale YouTube “The Know”, che in un video ha mostrato quelle che potrebbero essere le prime immagini del titolo, oltre che alcune nuove features. La clip fornisce numeri ben precisi: quarantacinque nuovi nemici, quindici nuovi boss e ancora dodici nuove aree esplorabili e ben sessanta minuti di sequenze animate. È stato affermato, inoltre, che Dark Souls III arriverà nel 2016 su Playstation 4 e Xbox One, solo successivamente su PC. Da amante del genere fantasy in ogni sua forma (letteraria, cinematografica e videoludica) non nascondo una leggera apprensione per quello che, narrativamente parlando, potrebbe essere questo terzo capitolo. Non potrebbe essere diversamente in un panorama come quello attuale, nel quale ogni idea è stata sviscerata fin nel profondo ed espressa in titoli come The Witcher 3: Wild Hunt, che a mio parere ha ridefinito il genere del fantasy medievale su console.
Mi conforta, però, sapere che capitan Miyazaki è tornato al timone della nave: il vero ideatore del brand è l’unico che può portare la serie su livelli ancora più alti, per far sì che Bloodborne sia solo una rampa di lancio su una nuova generazione che, a partire da quest’anno, sta mostrando interpreti magistrali. Squadra che vince non si cambia: ne è dimostrazione il peso del salto di qualità tra un titolo e l’altro quando dietro le quinte c’era Miyazaki. Tra Demon’s Souls e Dark Souls (fino poi al più recente Bloodborne), la svolta è stata epocale, tra Dark Souls e Dark Souls II (quest’ultimo, lo ricordo, a cura del duo Shibuya-Tanimura) si è trattato di una “semplice” riconferma di un sistema già ben collaudato. Per concludere, detto in altri termini, Hidetaka Miyazaki è l’uomo giusto affinché tra Dark Souls II e Dark Souls III avvenga, ancora una volta, quella svolta epocale che permetterebbe ai Souls-like di scrivere, ancora una volta, la storia ruolistica sia orientale che occidentale.