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Come tutti saprete, domenica 26 ottobre si è conclusa la quarta edizione dell’evento Milan Games Week, la prima ed unica fiera italiana completamente dedicata ai videogiochi, grazie ad essa abbiamo avuto la possibilità di provare nuovamente, tra le altre cose, Call of Duty: Advanced Warfare. Avevamo già messo le mani su questo nuovo sparatutto in prima persona i primi di ottobre grazie all’evento organizzato da Activision a Milano, il quale ci aveva permesso di avere una visione in anteprima dettagliata, seppur globale, del titolo. Lasciando quindi da parte i tecnicismi e le specifiche del gioco che avrete sicuramente già letto nel nostro Provato vi parlerò oggi del perchè questo nuovo episodio della saga di Call of Duty abbia catturato il mio interesse.
Per quanto mi riguarda, appena si parla di sparatutto in prima persona i titoli ai quali penso sono Battlefield e Call of Duty, due tra i brand che forse riescono a vendere di più in tutto l’universo videoludico e che ormai sono diventati simbolo di questo genere, ciò nonostante non mi sono mai posto aspettative né su l’uno né sull’altro per quanto riguarda innovazioni di gameplay. Al momento dell’acquisto di uno dei due sapevo benissimo che mi sarei trovato davanti ad un gioco di guerra “semplice” che magari rispetto al suo predecessore poteva vantare una grafica migliorata ma niente di più. Quando Black Ops 2 per la prima volta ambientò la saga di Call of Duty nel futuro, introducendo alcune armi e veicoli che realmente non esistevano il tutto mi lasciò deluso sulle prime, al momento dell’acquisto mi aspettavo un ennesimo Call of Duty ma Black Ops 2 tentò di portare un po’ di aria fresca al brand facendo tuttavia storcere qualche naso. Passarono gli anni e Sledgehammer Games insieme ad Activision annunciano Call of Duty: Advanced Warfare; un gioco ambientato ancor più in là nel tempo. Come mai quindi questo nuovo episodio della serie sembra avere la possibilità, personalmente parlando, di primeggiare là dove Black Ops 2, che ci aveva già in parte provato, ha fallito?
Sledgehammer Games ha avuto il coraggio di fare una scelta, ha scelto di distruggere, almeno in parte, il gameplay classico di COD e aggiornarlo inserendo nuove features mai viste prima d’ora all’interno del brand, ed è proprio questo che mi intriga; se prima, anno per anno il gioco risultava praticamente lo stesso ma tecnicamente migliorato, quest’anno il miglioramento sarà a tutto tondo. Questa motivazione tuttavia è un arma a doppio taglio: in grado di riaccendere l’interesse per il brand a chi, come me, era rimasto indifferente alla serie con il passare del tempo ma anche una delusione per tutti coloro che volevano trovarsi davanti un lavoro uguale ai suoi predecessori. L’insieme poi delle novità quali forza aumentata, invisibilità, doppio salto e altre ancora richiamano fortemente il giocatore a pensare ad altri titoli famosi, come Crysis o Titanfall tutto questo incute il timore che il nuovo Advanced Warfare non sia altro che una scopiazzata di altri prodotti. Avendolo potuto provare a lungo la prima volta e avendogli dato una ripassata anche alla Games Week mi ritrovo a demolire questa paura, gli elementi sopra citati e che potrebbero far pensare ad altri giochi sono stati implementati dalla software house in un modo abbastanza innovativo e differente dai suoi diretti concorrenti. Ogni “power-up” accessibile grazie al nostro esoscheletro, dovrà essere selezionato con cura perchè ne avremo a disposizione solo massimo un paio per classe, le batterie del suddetto poi si esauriranno velocemente il che ci costringe ad utilizzare con attenzione il proprio equipaggiamento. In più tutta la ferraglia che avremo addosso ci permetterà sì di compiere balzi inumani e sollevare oggetti pesanti ma al tempo stesso ci rallenterà notevolmente a causa del suo enorme peso. Queste due cose vanno quindi in contrasto alle meccaniche presentate da altri sparatutto noti lasciando questo titolo a sè. Una nota di merito dev’essere fatta anche verso tutto l’arsenale di armi che sarà disponibile in questo capitolo; completamente ridisegnate finalmente il giocatore potrà impugnare armi diverse dalle solite in cui la differenza l’una dalle altre non viene data solo dal rateo di fuoco ma anche dal design dell’arma e le munizioni che essa usa.
Riassumendo il tutto, potrei dire che Advanced Warfare ha per me tutte le carte in regola per poter essere un ottimo e divertente FPS che per fortuna, o per sfortuna, è nato sotto il brand Call of Duty di cui i fan non sempre apprezzano i cambiamenti ma che possiede una fetta di mercato molto invitante. Sicuramente, appena le mie finanze me lo permetteranno, non mi farò sfuggire l’occasione di comprarlo e potermelo giocare da cima a fondo, sono curioso di esplorarne la trama e il multiplayer è senza dubbio alcuno divertentissimo.