Quello del retrogaming è un mondo a molti sconosciuto, ma che, al contempo, si sta guadagnando una sempre maggior attenzione da una fetta di pubblico in continua crescita. Soprattutto in quest’ultimi anni, infatti, sono sempre di più i videogiocatori con qualche anno di gaming sulle spalle che, insoddisfatti dei titoli attualmente disponibili sul mercato, ripiegano su ciò che l’industria offriva sulle console old-gen. Al contempo, però, anche i videogiocatori più giovani stanno iniziando a scoprire un sempre maggior interesse in questo curioso mondo, un inatteso sviluppo degli eventi che ha fatto conseguentemente drizzare le antenne a più di una software house.
Al momento, infatti, il modo più semplice per poter godere dell’esperienza offerta da titoli usciti da uno o più decenni si può facilmente riassumere nell’enorme mondo degli emulatori, un mondo che però non porta alcun tipo d’introito alle società interessate e che, per forza di cose, non viene visto di buon occhio da parte degli sviluppatori. Proprio per reagire ad una simile situazione, perciò, diversi team di sviluppo hanno dato il via ad alcuni interessanti progetti per tornare a cavalcare l’onda del successo, con Atari in particolare che proprio in questi giorni ha pubblicato il tanto chiacchierato Atari Vault.
Atari Vault altri non è che un enorme collezione videoludica, attualmente disponibile su Steam, che comprende al suo interno la bellezza di addirittura 100 titoli che hanno caratterizzato la storia di Atari tra gli anni ’70 e ’80, tra le altre cose scrivendo un importante pezzo di storia nell’industria videoludica. Tra le decine e decine di opere disponibili figurano titoli quali Asteroids, Breakout, Championship Soccer, Dodge-Em, Double Dunk, Millipede, Outlaw, Pong e molto altro ancora, un’occasione d’oro per chiunque sia desideroso di passare qualche giorno in compagnia di queste piccole perle videoludiche del passato.
I primi secondi in compagnia di uno qualsiasi dei numerosi titoli giocabili risultano a dir poco spiazzanti. L’accoppiata mouse e tastiera risulta infatti funzionare in maniera soddisfacente ma è indubbio che un certo livello di precisione nei controlli si vada necessariamente a perdere, aspetto che può rendere le diverse partite leggermente più complicate di quanto già non siano, a maggior ragione se il videogiocatore di turno non è già avvezzo a questo stile videoludico.
Nulla da dire, invece, per quanto riguarda il pad più tradizionale che, grazie alle levette analogiche, restituisce un feeling fluido e che non mostra mai incertezze, mentre risulta invece apprezzatissima la presenza di una modalità coop a schermo condiviso che permette a due persone, sedute una accanto all’altra, di divertirsi in appassionanti sfide capaci di mettere in mostra il vero videogiocatore hardcore che è in noi.
Inoltre, merita di essere menzionato l’inserimento di una vera e propria componente multiplayer che permette a giocatori da tutto il mondo di confrontarsi sia attraverso agguerrite partite che tramite la presenza di classifiche per ogni singolo titolo disponibile, una gradita novità che aggiunge un pizzico di pepe in più ad un piatto già bello ricco. Fa invece storcere un po’ il naso la presenza di soli dodici achievement al netto di cento giochi diversi che avrebbero indubbiamente potuto permettere molto di più in tal senso.
Non va infine dimenticata la possibilità da parte di Atari di ampliare, in futuro, l’offerta di giochi usufruibili grazie ad Atari Vault tramite DLC comprendenti altre decine e decine di possibili titoli che, per i motivi più disparati, non sono stati inclusi.
Va comunque detto che stiamo pur sempre parlando di titoli che, proprio a causa della loro età, potrebbero risultare poco digeribili ad un pubblico inesperto o comunque non predisposto ad apprezzare titoli che si compongono di pochi poligoni, a maggior ragione se si pensa all’attuale predisposizione di molti videogiocatori a ricercare comparti grafici sempre più realistici ed impressionanti, ma resta il fatto che i venti euro necessari per godere di quest’enorme collezione si riveleranno essere, senza alcun’ombra di dubbio, soldi ben spesi per chiunque sia interessato a godere di ciò che il nostro amato media offriva una quarantina d’anni fa.