Vediamo insieme alcuni degli easter egg più stravaganti del mondo videludico.
Lo sviluppo videoludico di un qualsiasi titolo, oramai lo sappiamo molto bene, è un lavoro che viene preso con estrema serietà. Tra software house costituite da centinaia di dipendenti, budget da decine di milioni di dollari e investitori pronti a tirarsi indietro davanti alla prima difficoltà, risulta subito chiaro come ogni più piccolo elemento ludico in fase di sviluppo venga studiato e analizzato fin nei minimi dettagli al fine di evitare possibili disastri potenzialmente capaci di mandare al macello un’intera produzione. Eppure, tra ruoli ben definiti e riunioni tra colleghi atte a decidere i prossimi passi, non manca comunque qualche momento più leggero e scanzonato.
Alla fin fine, anche lo sviluppatore è una semplice persona che desidera di poter lasciare una traccia, un’impronta distintiva che possa essere riconosciuta da tutti, un desiderio concretizzatosi nei nostri tanto amati easter egg. Proprio al fine di sfruttare al meglio questo primo aprile, abbiamo quindi deciso di presentarvi uno speciale in cui vedere insieme alcuni dei più folli segreti nascosti nei videogiochi che tanto amiamo, piccoli colpi di genio capaci di ribaltare completamente la situazione in cui eravamo immersi, dei momenti di spensieratezza da godersi nel mentre che si procede nella propria partita.
Quella di Metal Gear Solid è una serie videoludica che ha sempre premuto l’acceleratore su tematiche estremamente pesanti, un racconto di fantapolitica intricato e ricco di momenti riflessivi che vi sapranno lasciare a bocca aperta. Eppure, nonostante tutto, quel geniaccio di Hideo Kojima non ha mai perso l’occasione di infarcire il suo brand d’infiniti scherzi, giochini, segreti ed easter egg! Quello che abbiamo voluto però prendere in considerazione in questo caso è possibile viverlo sulla propria pelle in Metal Gear Solid 3. Se subito prima dell’agguerrito scontro con il letale cecchino The End il giocatore effettua un salvataggio, esce dal gioco, manda avanti l’orologio della sua Playstation di alcune settimane e ricarica la partita, si ritroverà nella situazione di non dover più affrontare la boss-fight in questione. Seguendo questo procedimento, The End sarà infatti ritrovato senza vita dal nostro protagonista, in quanto morto di vecchiaia, un’utile scorciatoia tanto geniale quanto divertente.
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Anche la famosa serie videoludica del nostro amato Agente 47, assassino tutto d’un pezzo capace d’eliminare silenziosamente anche la più pericolosa delle minacce, non ha mai perso occasione di farsi riconoscere per alcuni segreti totalmente fuori da ogni senso logico. In Hitman: Blood Money, più precisamente nella missione “Finché morte non ci separi”, sarà ad esempio possibile imbattersi in una situazione quantomeno peculiare. Se da una parte il nostro compito dovrebbe essere quello d’infiltrarci in un matrimonio per mettere eternamente a riposo il nostro nuovo bersaglio, dall’altro lato sarà infatti possibile sparare a una monetina adagiata nelle gelide acque di un laghetto situato a pochi metri dalla pista da ballo del luogo. Nulla di strano fino a questo punto, insomma, se non fosse per il piccolo dettaglio che, una volta colpita la moneta con la nostra pistola, un nutrito gruppo di uomini coperti solo da dei boxer ci correranno incontro per applaudirci. Il senso di tutto ciò? Stiamo ancora cercando di scoprirlo. In ogni caso, si tratta di un easter egg davvero comico e no sense.
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Uno dei più grandi classici nella storia degli sparatutto in prima persona, ovvero Doom 2, possiede al suo interno uno splendido easter egg che nel corso dei decenni è sempre stato capace di far parlare di sé. Una volta raggiunto il boss finale del titolo, dopo aver eliminato il nostro letale avversario, basterà corrergli incontro per finire in una piccola stanza segreta. Al suo interno ci si parerà innanzi niente popò di meno che la testa sanguinante di John Romero che sarà nostro compito far fuori a suon di proiettili. Il nostro caro John, inoltre, non perderà occasione d’esprimersi in una strana lingua che solo anni dopo si sarebbe scoperto essere inglese, ma parlato al contrario. Estrapolando la linea di dialogo, sarà possibile scoprire che Romero ci stava urlando “Per vincere il gioco, dovrai uccidere me, John Romero!”.
Nella sua infinita follia, sarebbe stato impossibile non aspettarsi qualche simpatico easter egg ben piazzato anche nell’apprezzato brand di Borderlands, aspettative che infatti non sono state deluse. Tra i tanti segreti presenti nei due giochi, uno di quelli che più ci è rimasto impresso è possibile trovarlo in Borderlands 2, più precisamente nell’area delle Caustic Caverns, dove sarà possibile imbattersi in delle lunghe rotaie ferroviarie. Seguendole, finiremo per arrivare innanzi a una grande porta da dover aggirare e che ci condurrà in una caverna dalla conformazione quantomeno familiare. Rompiamo qualche blocco di pietra, facciamoci faticosamente strada nell’entroterra, ed ecco che davanti a noi ci si presenteranno numerosi creeper usciti direttamente da Minecraft da dover eliminare per ottenere alcuni oggetti unici, sempre in tema Minecraft. Un crossover di quelli decisamente riusciti, insomma. Un easter egg piacevole da portare a termine.
Con i suoi numerosi enigmi e uno degli antagonisti più carismatici che si siano mai presentati sulla scena videoludica, non è difficile capire come mai Portal sia diventato un vero e proprio cult agli occhi di milioni di videogiocatori in tutto il mondo. L’universo di gioco in cui ci muoveremo, costituito dalle tante stanze dei laboratori dell’Aperture Science nascondono però numerosi riferimenti e segreti che sono stati motivo di discussione per anni e anni tra gli appassionati più accaniti del brand. In particolare, nascosta in una zona ormai in disuso del laboratorio, sarà possibile scoprire una piccola casa di fortuna con pareti tappezzate di note e diagrammi. Tramite l’aiuto della stessa software house, si venne a scoprire che il tutto fu opera dello scienziato Doug Rattman, sopravvissuto ai nefasti eventi precedenti al primo Portal e nascostosi per anni nei cunicoli dell’Aperture Scienze,ma lentamente impazzito nella totale solitudine in cui si è suo malgrado ritrovato. In particolare, è interessante notare come una delle più famose frasi del gioco, conosciuta praticamente da qualsiasi videogiocatore abbia goduto dell’esperienza offerta dai due Portal, sia stata scritta proprio da lui. Signore e signori, ecco a voi l’uomo che ha coniato la frase “the cake is a lie”. Ci troviamo davanti a un vero e proprio easter egg narrativo!