Un pianeta soggiogato, una violenta e pericolosa specie aliena, una razza umana desiderosa di libertà ed un manipolo di eroici soldati sono tutto quello che serve per avere lo strategico dei vostri sogni
Quello che stiamo vivendo è un periodo videoludico che da diversi anni a questa parte sembra essersi totalmente arenato. Non si parla di pura e semplice qualità dei videogiochi, visto che di titoli meritevoli ne sono usciti e continuano ad uscirne tutt’ora, quanto piuttosto di incapacità nell’offrire qualcosa di diverso. A partire dall’epoca Playstation 3 ed Xbox 360, infatti, le numerose software house che nel tempo si sono fatte valere nel mercato videoludico dovettero prendere la triste decisione di conformarsi alla massa, puntando su meccaniche di gioco o addirittura su interi generi ben rodati e capaci di garantire guadagni soddisfacenti piuttosto che su idee non necessariamente rivoluzionarie ma, quantomeno, variegate in termini di possibilità offerte al videogiocatore. Interi generi hanno perso la loro importanza agli occhi degli sviluppatori, generi amati da nicchie di videogiocatori che, però, non erano in grado di offrire quel supporto economico in termini di vendite che ci si aspetterebbe per un titolo ad alto budget.
Ogni tanto, però, capita che qualche team di sviluppo decida di fare il tanto sperato azzardo, sviluppando titoli diversi dalle decine e decine di action o sparatutto che oramai ammorbano il nostro amato media proprio in favori di quei generi “di nicchia” così bistrattati. È questo il caso di Firaxis Games, software house statunitense che nell’ormai lontano 2012 portò sugli scaffali dei negozi XCOM Enemy Unknown, splendido strategico a turni che riuscì ad imporsi con forza nel mercato vendendo diverse milioni di copie. Il titolo era tutt’altro che perfetto, ma le sue indubbie qualità lo resero una sorta d’icona nel panorama videoludico che dimostrò alle software house di tutto il mondo quanto i videogiocatori fossero ancora in cerca di varietà. Dopo gli ottimi risultati di Enemy Unknown, era lecito aspettarsi l’arrivo di un ipotetico secondo capitolo del brand, capitolo infine presentato nel corso del 2015 ed uscito da pochi giorni in esclusiva su PC; siamo al cospetto del degno successore di XCOM Enemy Unknown o solo ad una sua pallida imitazione?
Il contesto narrativo che fa da sfondo agli eventi del gioco prende il via ben vent’anni dopo le numerose vicissitudini susseguitesi nel corso di Enemy Unknown. Il mondo come lo conoscevamo è stato ormai conquistato dagli alieni ed il progetto XCOM ha fallito nel suo intento di ricacciare l’odiato nemico nella galassia da cui era arrivato. Dopo la caduta dell’ultima linea difensiva umana, ci si è succeduti in una serie di lunghe e violente battaglie che, ben presto, hanno costretto la nostra intera specie ad una resa incondizionata. Per cercare di calmare le masse popolari fortemente avverse agli invasori, si è però tentato un approcciò ben più subdolo. Nel corso degli anni, gli alieni si sono infatti mostrati agli occhi dei civili come dei salvatori tramite l’introduzione di enormi migliorie tecnologiche e mediche che hanno fortemente condizionato le vite dell’umanità che ora vede gli ex-nemici come una specie superiore capace di salvare l’intero pianeta dall’oblio in cui stava precipitando, tra guerre, malattie e disastri naturali.
Non tutti, però hanno creduto alle parole di questi nuovi padroni della Terra ed anzi, nel corso degli anni hanno dato il via ad una vera e propria ribellione su scala planetaria, seppur fortemente divisa e svantaggiata se messa a confronto con il nemico. All’interno del gioco il nostro compito sarà quello di guidare la resistenza alla tanto agognata vittoria, il tutto impersonando proprio i panni dello stesso comandante che, in passato, guidò con valore la base XCOM contro gli invasori alieni nel corso del primo capitolo. Il background narrativo di XCOM 2 risulta essere ben più interessante se confrontato a quello del suo fratello maggiore, con gli sviluppatori che si sono sbizzarriti per offrire un prodotto quanto più vario possibile ed in grado di metterci in seria difficoltà.
All’interno della produzione ci si ritrova infatti in una situazione di enorme svantaggio, con pochi uomini a disposizione ed una tecnologia ben inferiore rispetto a quella posseduta dalle forze nemiche, aspetto che porta il videogiocatore a provare un forte senso d’inadeguatezza ed incapacità a fronteggiare una minaccia così potente e pericolosa. Una simile situazione ha portato ad un importantissimo cambiamento all’interno dell’intera produzione, ovvero un elevato aumento della difficoltà che già al livello base sarà capace di mettere in seria difficoltà anche lo stratega più capace. Inoltre, la nostra precaria e drammatica condizione ci costringerà ad affrontare violenti scontri con poche truppe spesso non rimpiazzabili, visto il risicato numero di soldati assoldabili e i loro elevati costi, aspetto che renderà estremamente rischiosa e controproducente qualsiasi vittoria di Pirro.
La struttura di gioco che caratterizza XCOM 2 risulta essere totalmente invariata se messa a confronto con quanto visto nel primo capitolo, con i ragazzi di Firaxis che hanno voluto però aggiungere qualche nuova peculiare caratteristica di gameplay in grado di rendere ancor più profondo il combat-system del titolo. L’intera opera si potrebbe suddividere in due tronconi di gioco ben distinti, con i combattimenti da una parte e le fasi di gestione della nostra base dall’altra. Innanzitutto, gli scontri sono sostanzialmente rimasti identici a quanto visto in passato, con i nostri soldati che potranno compiere fino ad un massimo di due azioni per turno nel corso delle quali sarà estremamente importante valutare attentamente ogni possibile azione praticabile, cercando di prevederne le possibili conseguenze. Come già detto, XCOM 2 è un titolo estremamente complesso e difficile in cui basterà effettuare anche un singolo errore per vedersi capovolgere drasticamente un’iniziale situazione di vantaggio, quindi è fortemente consigliabile creare una squadra d’attacco versatile e capace di gestire tutte le situazioni che verranno a crearsi nel corso dell’avventura.
Altro aspetto rimasto praticamente invariato riguarda le percentuali affinché i colpi vadano a segno che, però, sono qui risultate implementate in maniera decisamente più ragionata, seppur capiti di ritrovarsi in alcune situazioni che toccano inarrivabili vette tragicomiche decisamente irritanti, facendovi mancare bersagli totalmente esposti ed esageratamente vicini ai vostri uomini. Si parla solo di alcuni casi sporadici, ma vi assicuro che nelle situazioni di battaglia più complesse e complicate basterà anche un singolo proiettili andato a vuoto per ritrovarsi faccia a faccia con la schermata di game-over. Totalmente inedita risulta essere invece la possibilità di cominciare determinate tipologie di scontri in una modalità d’occultamento che trasformerà l’intera struttura di gioco in un vero e proprio stealth. Capiterà infatti che le truppe, infiltrandosi in zone controllate dai nemici, possano cominciare lo scontro in una situazione d’importante vantaggio, essendo a tutti gli effetti nascoste alla vista nemica, aspetto che permette al videogiocatore di posizionarle in punti strategici per tendere utili imboscate che potrebbero diminuire pesantemente il numero di forze avversarie presenti, il tutto ovviamente senza farsi individuare da quest’ultime.
Il risultato si dimostra essere tutt’altro che scontato e banale, riuscendo ad offrire un grado di tatticità ancor più marcato e preponderante che, se sfruttato nel modo giusto, sarà capace di far provare al videogiocatore di turno un fortissimo senso di compiacimento e gratificazione. I ragazzi di Firaxis hanno poi voluto inserire delle missioni a tempo all’interno delle quali sarà necessario completare i compiti affidatici entro un certo numero di turni e che, purtroppo, non sono state capaci di convincermi. La presenza del timer è infatti risultata un’implementazione fin troppo preponderante, con almeno tre missioni su cinque che, di volta in volta, richiederanno di vincere entro un tempo limite, aspetto che unito alla già elevata difficoltà generale del gioco non fa altro che rendere il tutto ancor più punitivo di quanto già non sia, risultando a tratti addirittura frustrante. XCOM 2 è un titolo che non si sposa alla perfezione con una simile struttura delle missioni, richiedendo infatti al videogiocatore di prendersi il suo tempo per preparare le giuste tattiche e posizionare al meglio le sue truppe, importanti aspetti di gameplay che, da soli, possono richiedere anche interi turni. Non si sta parlando di un qualcosa che va a rovinare l’esperienza generale, ma è evidente che l’opera di Firaxis dia il meglio di sé quando il videogiocatore ha la possibilità di agire secondo i suoi tempi.
Chiude il cerchio delle novità un’aggiunta che farà sicuramente molto piacere ai fan del primo capitolo, ovvero la presenza di mappe al cui interno ogni singolo oggetto, struttura o nemico viene generato in maniera procedurale, una particolarità che elimina totalmente quella monotonia di fondo che invece caratterizzava pesantemente soprattutto la seconda metà di Enemy Unknown, permettendo al giocatore di affrontare scontri sempre diversi ed imprevedibili, un passo in avanti decisamente importante e meritevole di nota. Al tutto si devono poi aggiungere le numerose fasi di gestione della propria base ribelle, essenziali per essere sempre preparati alla prossima battaglia nel migliore dei modi. Tra uno scontro e l’altro avrete infatti l’importante compito di gestire nella maniera più sensata possibile le poche risorse in vostro possesso, dovendo inoltre decidere quali missioni portare a compimento perché troppo importanti per i propri scopi e quali, invece, ignorare per recuperare uomini, scienziati, ingegneri e denaro; inoltre, è anche possibile acquisire informazioni da rivendere nel mercato nero per ottenere materiali a noi necessari per realizzare progetti e strutture.
Al tutto si devono poi aggiungere le ricerche scientifiche, qui presenti in numero a dir poco impressionante e capaci di mutare non di poco le diverse strategie adottabili in battaglia con i vostri soldati, tutti in grado di salire di livello per ottenere importanti potenziamenti utili a rendere il vostro piccolo esercito una vera e propria macchina di morte e distruzione. Risultano invece poco variegate le tipologie di missioni che si andranno ad affrontare, le quali ci chiederanno di salvare civili, rubare informazioni, distruggere strutture strategiche per il nemico e poco altro. Di tanto in tanto vi capiterà anche di dover fare i conti con particolari compiti da completare per impedire l’arrivo dei cosiddetti “Dark Events”, importanti eventi in grado di potenziare drasticamente le forze nemiche in vari modi per un periodo di tempo limitato, capaci di rendere determinati scontri un vero e proprio inferno. Le fasi di gestione delle proprie risorse e delle proprie strutture vi metteranno spesso in grave difficoltà, richiedendovi di compiere i salti mortali per occuparsi al meglio dei propri uomini mentre, al contempo, ci si assicura che lo sviluppo della resistenza proceda stabilmente e senza intoppi. Tutto quello che farete all’interno di XCOM 2 sarà finalizzato a rallentare i lavori del misterioso “progetto Avatar” a cui gli alieni sembrerebbero tenere molto e che vi starà con il fiato sul collo nel corso delle circa 25 ore di gioco necessarie per completare il gioco.
Graficamente parlando, XCOM 2 è un titolo che risulta piacevole senza però risultare mai strabiliante. L’opera di Firaxis sfoggia ottimi modelli poligonali di alieni e soldati umani a cui vanno aggiunti dei pregevoli effetti di luci ed ombre che, nel pieno degli scontri più concitati, restituiscono una resa generale di grande impatto. Lo stesso, purtroppo, non si può dire per quanto riguarda modelli d’edifici, civili e, più in generale, qualsiasi oggetto presente su schermo, tutti piuttosto poveri di dettagli. Anche la pulizia generale lascia piuttosto a desiderare, tra blocchi delle animazioni, compenetrazioni varie e alcuni problemi di telecamera che, nei momenti più caotici, risultano leggermente fastidiosi. Al tutto si devono poi aggiungere numerosi bug in grado di creare più di un grattacapo, tra crash vari e freeze del gioco che in più di un’occasione mi hanno costretto ad un riavvio forzato del computer.
Sicuramente tutti questi problemi verranno risolti nel corso delle prossime settimane tramite il rilascio di numerose patch correttive, ma per il momento non si può non ammettere che la situazione, a livello puramente tecnico, presenti ben più di una criticità. Inoltre, visto il non entusiasmante comparto grafico, non si può non puntare il dito contro un’ottimizzazione che, a fronte di un motore molto scalabile, lascia altamente a desiderare, con macchine di fascia medio-alta che faticano non poco quando si impostano i settaggi grafici su “alto”. Di buona qualità risulta invece il doppiaggio italiano seppur, di tanto in tanto, capiti di sentire qualche voce sottotono. Menzione d’onore per la colonna sonora, in grado di accompagnare adeguatamente il videogiocatore nel corso dei diversi scontri che si andranno ad affrontare.
XCOM 2 risulta essere uno dei migliori strategici a turni usciti nel corso di quest’ultimi anni. Il comparto narrativo si è dimostrato appassionante e coinvolgente, le possibilità offerte in battaglia e nelle fasi di gestione della base sono presenti in numero enorme e, soprattutto, la difficoltà generale offerta dal titolo tarata verso l’alto costringe a complesse tattiche di guerriglia che, se portate a compimento, restituiscono un elevato senso di gratificazione. Siamo, insomma, di fronte al degno erede di Enemy Unknown, un titolo che sarà in grado di soddisfare qualsiasi amante di strategia per un elevato ammontare d’ore.
Purtroppo, però, numerosi problemi a livello tecnico ed un inserimento fin troppo marcato di missioni a tempo che risultano male implementate all'interno dell’economia di gioco non permettono all'ultima opera targata Firaxis di elevarsi alla perfezione, ma parliamo di problematiche che, a fronte di pregi così vistosi e numerosi, non riescono neanche lontanamente a minare la qualità generale che il titolo è in grado d’offrire.