La direzione è quella giusta ma... tutti questi problemi?
La WWE ha cambiato di nuovo volto con l’introduzione della “New Era”, Smackdown e Raw sono di nuovo due brand separati con i loro distinti roster. Nuovi loghi, nuove arene e nuovi lottatori.
Mentre i Dudley Boyz hanno salutato il WWE Universe, abbiamo visto il ritorno di Shane McMahon, di Rhyno e l’arrivo di AJ Styles.
Insomma, una serie di cambiamenti che non è difficile chiamare rivoluzioni. Sarà lo stesso per l’annuale titolo dedicato al wrestling targato 2K?
Da anni mi occupo delle recensioni della serie WWE, fin da quando sono un fan del wrestling di McMahon e famiglia ho giocato i relativi giochi. WWE 2K17 è stato non solo il più difficile da recensire tra quelli della serie in sé, ma probabilmente tra tutti i giochi che ho giocato.
“Difficile” perché non avevo abbastanza contenuti, non avevo progredito abbastanza nella carriera per poter effettivamente verificare cosa accade proseguendo in essa. I motivi? Presto detti.
Innanzitutto WWE 2K17 arriva al giorno del lancio con una patch da 11Gb… undici gigabyte. Che, tralasciando i fortunati che hanno la possibilità di scaricarli in pochi minuti, per molti significa semplicemente attendere, attendere, attendere.
Mentre questa era in download, ho iniziato la modalità “La Mia Carriera”. Qui ci viene posta una domanda: tutti i lottatori di wrestling sono predestinati a diventare delle superstar dei main roster della WWE? Noi, con un nostro personaggio creato, dovremo cercare di diventarlo.
Il nostro futuro inizia mentre assistiamo al match che ha incoronato Finn Balor nuovo campione NXT. Noi siamo tra il pubblico mentre ci fissiamo bene in testa che saremo noi i prossimi della federazione.
Ancora una volta, per il terzo anno di fila, veniamo accolti al training center della WWE da Jason Albert. Questo ci sprona a dare il meglio di noi per avere una chance di combattere in NXT. Qualche match che fanno da tutorial e siamo pronti a combattere contro Samoa Joe, Sami Zain, Scott Dawson e compagnia.
Se non fossi interrotto da un grande avversario chiamato crash, crash e ancora… crash. In particolar modo durante il mio primo promo. Una delle novità, sicuramente la più importante, è la possibilità di ritagliarci degli spazi sul ring microfono alla mano. Questa introduzione si è presentata nel modo peggiore.
A prescindere dal finire o meno il promo, anche ad annullarlo, il risultato era ritrovarmi nella home di PS4 oppure una schermata nera. L’installazione della patch è quindi obbligatoria per riuscire a proseguire. Per la cronaca, la mostruosa patch da 11Gb, mette solo una pezza a questo problema che di tanto in tanto continua a ripresentarsi, insieme alla caterva di altri problemi che affliggono il gioco, ma andiamo con ordine.
Come detto, il nostro rookie inizia la sua carriera dalla NXT. Siamo degli sconosciuti, il nostro scopo è quello di farci conoscere, scalare la classifica dei contendenti al titolo e passare poi a Raw e Smackdown. WWE 2K17 si basa sugli eventi precedenti alla New Era e quindi tutte le novità relative non sono presenti nel titolo, Raw e Smackdown sono ancora unificati.
La popolarità è un parametro quantificato ed è la base su cui La Mia Carriera si fonda. Il problema? Non funziona. Questa modalità non ha una vera e propria storia che ci terrà incollati dall’inizio ad una fine definita. Ci saranno piuttosto una serie di “eventi”, o per meglio dire “scenette” che si attiveranno in determinati momenti. Piuttosto, quello che dovremo fare, come detto prima, è arrivare ad essere il contendente numero uno per una delle cinture.
Come si scala la classifica dei contendenti? Con la popolarità e con qualche misterioso criterio non definito, piuttosto che, come ci si aspetterebbe, dalle vittorie e sconfitte.
Come si guadagna popolarità? Il modo più classico è prendendo parte ai match. Più la valutazione dei match è alta – la stessa dei precedenti capitoli – più ne guadagneremo.
Un altro modo è quello di prendere parte ai promo, in modo da promuovere noi stessi. Qual è il problema dei promo? Che non funzionano.
Per completezza, va detto che oltre a promuovere noi stessi, con i promo possiamo iniziare una faida con un altro lottatore, cambiare il nostro atteggiamento, che in gergo si chiama fare un “turn face” o “turn heel”o sciogliere il tag team.
Sul ring con il microfono alla mano comparirà una schermata con quattro possibili scelte da compiere entro un tempo limite. Lo scopo è intrattenere il pubblico, che ci applauda e o ci fischi poco cambia, l’importante è che esso si esalti con le nostre parole.
Dobbiamo però tener presente che ogni pubblico è diverso e dovremo decidere cosa dire in base alla sua tipologia. Potrebbe essere composto da fan del wrestling hardcore o da famiglie. Come fare per capirlo? Nessuno ne ha la più pallida idea. Come fare a capire quale frase è più adatta per ogni pubblico? Nessuno ne ha la più pallida idea.
Ed è così che durante i promo andremo a scegliere frasi completamente a caso sperando di azzeccare quelle più gradite. Non c’è alcuna logica. O almeno, il sistema è più complesso di quanto dovrebbe essere. Bastava semplicemente fare capire al giocatore almeno che tipo di pubblico ha davanti e magari non far scrivere i dialoghi ad un dodicenne.
Molte di questi sono semplicemente ridicoli e rendono l’intera scena lo spettacolo di un giullare, anche se il nostro intento non è quello. Le frasi da poter scegliere sono incomprensibili e non è chiaro se queste possano generare una reazione da cattivo, coraggioso, fan dell’hardcore o via dicendo.
Un altro modo è quello di vendere le nostre maglie. Indossando una maglietta con un logo inizieremo a guadagnare l’interesse del pubblico.
Un altro elemento fondamentale e che ci permette di aumentare popolarità è quello dell’interesse del pubblico. Se non cambiamo spesso maglietta, se non sostituiamo le mosse eseguibili e non otteniamo una valutazione alta negli incontri, questa calerà. La conseguenza è che guadagneremo poca popolarità, a sua volta non saliremo la graduatoria dei contendenti al titolo e quindi rimarremo sempre allo stesso punto non proseguendo per nulla nella carriera.
In cosa si traduce questo? Nel fare decine e decine di match tutti uguali contro gli stessi quattro lottatori allo sfinimento. L’intero sistema di popolarità e d’interesse quindi, indovinate, non funziona, distruggendo l’intera modalità, rendendola monotona dopo poche ore.
Questo è un gran peccato perché WWE 2K17 è davvero un titolo che “sa di nuovo” sotto molti aspetti, è il capitolo che cerca di togliersi di dosso il vecchiume dei precedenti giochi. Fa questo introducendo tante chicche, come quelle sopra delle promo e della vendita delle magliette. Belle pensate, ma realizzate davvero male.
È un peccato perché il gameplay è davvero il migliore degli ultimi. È il più divertente e il più soddisfacente, togliendo la frustrazione che i precedenti capitoli erano in grado di generare.
La causa più grande era sicuramente derivata dai contrattacchi, di cui le tempistiche non erano per nulla chiare. Questi funzionano come prima, con una barra che si consuma una volta eseguito. Se queste sono tutte vuote, rimarremo in balia degli attacchi avversari, esponendoci quindi ai danni per un periodo di tempo non indifferente.
Ed è qui che il gameplay si mostra per il suo essere metodico. Ovviamente potremo scegliere di ignorare le nostre condizioni e infierire continuamente sull’altra superstar, ma il rischio è di rimanere non solo senza contrattacchi nel momento sbagliato, ma anche di consumare la barra della stamina. Una buona idea è quella di prenderci una pausa, ogni tanto.
Se l’energia è al minimo, saremo lenti e facilmente contrattaccabili. Questa però è meno ponderante rispetto al passato, risultava davvero fastidioso continuare a tenerla a bada, rendendo i match fin troppo lenti. L’azione poco dopo il suono della campana è veloce, ricca di botta e risposta, dove le manovre si concatenano e non faticano ad arrivare da entrambe le parti.
Quando il sudore inizia a grondale dalle fronti, il tutto si fa più calmo e si inizia a fare sempre più fatica a rialzarsi. Insomma, il ritmo è quello che dovrebbe essere.
I problemi storici non mancano, anche se, per qualche ragione, qui sembrano peggiorati e ben più in evidenza. Capita di non colpire l’avversario anche se nel suo raggio d’azione, che le prese non vengano rilevate o di assistere a strane reazioni della fisica del gioco.
Finalmente, ne sono anche stati sistemati diversi. Le corde non sono più un muro invisibile, se viene eseguita una mossa vicino ad esse, può capitare di ritrovarci fuori ring o di finirci sopra di stomaco, per esempio. L’arbitro non è più un fantasma, può capitare di colpirlo per sbaglio, magari con una mossa in corsa. Oppure potrebbe intervenire quando tentiamo di entrare nel ring in un match tag team.
La mia carriera ha dei seri problemi di monotonia ed è per questo motivo che si rimpiange la mancanza dello Showcase o di una qualsivoglia alternativa. La modalità WWE Universe sente il peso degli anni e ha perso qualsivoglia appeal.
Finalmente l’editor si leva di dosso tutti quei modelli che si portava dietro fin dai capitoli usciti su PS2. Cappelli, indumenti, accessori e via dicendo sono finalmente inediti.
Possiamo ora scegliere anche la massa muscolare delle varie zone del corpo. Quella della schiena, del petto, delle gambe e via dicendo. Addirittura diversi tipi di vene da mostrare o meno. Il tutto è veloce e immediato, senza caricamenti tra la scelta di un modello e l’altro.
Si arricchisce anche la creazione dell’entrata con la possibilità di creare un montaggio da mostrare nel titatron, composta da contenuti originali come temi musicali e video di sfondo.
Il roster è immenso, è difficile dire qualcosa a riguardo – se non per le solite superstar già annunciate che arriveranno via DLC -. Oltre ad essere presenti le superstar ora attive in WWE come Brock Lesnar, Roman Reigns e Kane, la lista degli alumni vede personaggi del calibro di Shawn Michaels, Edge e Bret Hart. I modelli sono ottimi, decisamente più somiglianti rispetto a quelli dello scorso capitolo.
Gameplay ben più bilanciato e divertente del passato
Presentazione generale migliore
L’editor è finalmente rinnovato e ricco di nuove personalizzazioni
Roster immenso
Alcuni dei problemi storici sono stati risolti...
Oltre alla monotona carriera, c’è poco altro da fare
Nessuna delle novità della carriera è implementata come dovrebbe
Almeno per la versione PS4, i crash sono tanti
...i più gravi sono rimasti.
WWE 2K17 è, sulla carta, migliore in ogni aspetto rispetto al precedente capitolo, se non il migliore degli ultimi anni. Il gameplay è più adrenalinico, più divertente e ridefinito.
Insomma, fino a qui la valutazione dovrebbe essere per forza nettamente superiore a 2K16 e precedenti, peccato però per una carriera che è semplicemente un disastro. Tutte le nuove meccaniche e le novità che dovrebbero distinguerla rispetto i precedenti capitoli, non funzionano, letteralmente. Questa diventa presto ripetitiva e c’è gran poco altro da fare.