WWE 2K torna anche quest'anno con Visual Concepts e Yuke's, saranno riusciti a rivoluzionare il brand?
Lo scorso anno, sulle nostre pagine, vi abbiamo parlato di come WWE 2K14 rappresentava un nuovo punto di partenza per la serie. THQ non esisteva più e il nome in copertina era il primo a seguire gli standard degli sportivi del publisher americano. Un cambiamento però che, per l’appunto, era nel nome, e non nel gioco in sé. WWE 2K14 vedeva infatti ancora lo storico sviluppatore giapponese, Yuke’s, allo sviluppo, portando però gran poche novità. Nella nostra recensione avevamo infatti sottolineato come la maggior parte dei contenuti erano stati ripresi a piene mani dal precedente capitolo. Fortuna vuole, questa volta la situazione è diversa, Visual Concepts – il team responsabile dei vari titoli sportivi di 2K – ha infatti preso le redini per cercare di svecchiare una serie che da diversi capitoli fatica a rivoluzionarsi. Saranno riusciti a togliersi questa brutta abitudine con WWE 2K15?
Iniziamo subito con una novità. “La mia carriera” è una nuova modalità singleplayer che si va ad affiancare a quelle classiche che già conosciamo. Qui dovremo entrare nel mondo dello sport spettacolo con la nostra superstar creata, per cercare di raggiungere la vetta e combattere nei main show a fianco delle punte di diamante della WWE. Per raggiungere questo risultato però la strada da fare è tanta, e sono in molti che tentano la gloria. Per questo gli atleti vengono sottoposti a dure selezioni. Le stesse che dobbiamo affrontare anche noi, infatti partiremo dal Performance Center della NXT, dove ad accoglierci c’è Bill DeMott, il quale non perderà tempo per metterci alla prova. Dovremo infatti affrontare un altro pivello, cercando di impressionare Bill con le nostre performance. Finito l’incontro sarà proprio lui a farci firmare il contratto. Ma siamo solo all’inizio, la scalata è lunga. Se saremo in grado di sorprendere i vari General Manager, passeremo dal Performance Center a NXT, per poi passare a Superstar. Da qui la faccenda si fa seria, avremo gli occhi puntati su di noi, non solo quelli di Vickie Guerrero, ma anche quelli di Triple H. In base alle prestazioni in ogni incontro, potremo avere la possibilità di partecipare ad un PPV, di guadagnare l’occasione di competere per un titolo e soprattutto di partecipare agli show di punta.
Tutto questo non è per nulla semplice, passare da affrontare un pivellino a Mark Henry non è di certo semplice. Per questo abbiamo la gestione della nostra superstar, completando i match veniamo premiati con dei punti in base a come ci siamo comportati, questi potranno essere spesi per potenziare le nostre statistiche, o per comprare nuove abilità. Apprezziamo come gli incontri vertano sulla spettacolarità che siamo riusciti a donarli, con le mosse eseguite, con un pin scampato all’ultimo istante e via dicendo, piuttosto che sulla mera vincita. Infatti non sarà raro perdere, ma se siamo riusciti a dare spettacolo, verremo comunque ricompensati. Insomma, La mia carriera è una modalità nuova e fresca che riesce garantire soddisfazioni portando la propria superstar dai bassifondi alla gloria. Peccato che intorno ad essa non vengano create le storyline tipiche del mondo dello sport spettacolo, così come sono assenti delle cut scene che ci intrattengano e narrino al meglio la nostra scalata.
2K Showcase segna il ritorno anche quest’anno di una modalità che vada a raccontare ai posteri le reali vicende accadute nella WWE. Dopo l’Attitude Era e i trent’anni di Wrestlemania, in WWE 2K15, siamo invitati a rivivere le due più grandi faide della società di McMahon: quella tra Triple H e Shawn Michaels, e quella tra CM Punk e John Cena. Per fare questo dovremo partecipare ai match più influenti dei due periodi, eseguendo le medesime gesta. Il tutto raccontato con i filmati originali. Promuoviamo ancora una volta questa modalità, in grado di appassionare i nuovi e i vecchi fan della WWE. Torna anche WWE Universe, con in generale poche variazioni rispetto al passato, ed è sicuramente la modalità che meriterebbe una rinfrescata generale.
Per quanto riguarda il gameplay, ci ritroviamo davanti i controlli a cui siamo abituati, ma con delle novità importanti. Quando guardiamo lo show in TV, notiamo come di solito le due superstar inizino a studiarsi con un clinch. Una presa al centro del ring che può concludersi in svariati modi e con diverse prese. Nella serie WWE ciò che mancava era proprio la possibilità di realizzare questo momento. Visual Concepts e Yuke’s sono riusciti ad introdurla con un minigioco. Quando i due lottatori sono al massimo della loro forza, nel momento in cui tentano una presa, eseguono una collar & elbow, qui, dovremo scegliere uno dei tasti rappresentati a schermo. Un po’ come sasso, carta, forbice, in base alla scelta dell’avversario uno dei due si posizionerà pronto per iniziare una proiezione. Ma non è detta l’ultima parola, qui si entra in una seconda fase. Con la levetta destra dovremo cercare il punto debole della presa, in modo da spezzarla e ribaltare le sorti. Si continua in questo modo fino a quando uno dei due non ha la meglio. Insomma, un ottimo modo per riprodurre uno dei momenti che più si vedono nello show.
Un’altra introduzione importante è la barra della stamina. Se nei precedenti capitoli potevamo concatenare calci e proiezioni a non finire, in WWE 2K15 è importante tenere a mente che gli atleti si stancano. Riducendo questa barra sarà per noi complicato eseguire le manovre più complesse, oppure riusciremo a realizzarle ma lentamente, rischiando che il nostro avversario si riprenda ed esegua una contromossa. Questo non ha solo una valenza nel gameplay importante, ma anche nello spettacolo visivo messo in atto. È davvero entusiasmante vedere un HBK stremato dalle forze prepararsi ad una Sweet Chin Music, od un RVD arrivare lentamente alla corda più alta per un’ultima Five Star Frog Splash, per poi strisciare verso l’avversario per il pin finale. Un’altra delle critiche che si muovevano in passato era la lentezza con cui le superstar si rialzavano dal tappeto dopo una proiezione. Ora il tutto è più dinamico e realistico, anche qui in base alla stanchezza dipenderà il tempo di ripresa, che comunque non sarà mai eccessivamente lungo, ed avverrà con l’atleta che man mano riprende energia, rimanendo in ginocchio o aiutandosi a rialzarsi con le corde. Come abbiamo detto, la stamina determina anche l’esecuzione delle contromosse, le quali in generale sono più difficili da eseguire rispetto al passato. Nei precedenti capitoli bastava premere senza criterio il tasto dedicato per sfuggire ad un attacco, qui è importante eseguirle nel momento preciso. Momento che in realtà non è ben chiaro e dettato dall’icona del tasto che compare sulla testa del nostro lottatore.
Insomma, il feeling generale è decisamente migliorato. Il tutto è più vivo e realistico grazie alle nuove animazioni, non solo quelle legate alla stanchezza, ma anche le manovre sono più fluide e spettacolari. La sensazione è che gli impatti siano più chiari, molto più fisici. Il tutto però ha bisogno di rifiniture, non ci è infatti capitato di rado di rimanere incastrati nel corpo dell’avversario a terra, senza riuscire ad eseguire la mossa che volevamo, in certe occasioni i comandi non venivano eseguiti. Così come ci siamo ritrovati di spalle quando invece non era nostra intenzione. Oltre alla pulizia dell’immagine dovuta all’assenza di aliasing, si nota il passo avanti per quanto riguarda la realizzazione dei modelli, decisamente più definiti. Anche se la somiglianza degli atleti vede alti e bassi. Per esempio abbiamo trovato Batista difficilmente comparabile alla sua controparte reale, così come John Cena. Discorso diverso per Big Show, Randy Orton, Ryback e altri, davvero ottimamente ricreati. Peccato la mancanza di alcuni atleti attualmente attivi nella federazione, come Sin Cara e Christian. Per quanto riguarda il sonoro, elogiamo la scelta di non usare le entry music come soundtrack per i menu, ma piuttosto di crearne una con tracce per tutti i gusti. Si passa da This Means War degli Avenged Sevenfold a Come On Over dei Royal Blood, da We Dem Boyz di Wiz Khalifa a Wild Ones di Flo Rida.
Per quanto riguarda l’editor, seppur apprezziamo la gestione più ordinata, necessita ancora di nuovi contenuti. Inspiegabile comunque l’estrema lentezza nei caricamenti dei modelli di questo e della mancanza delle animazioni di movimento uniche nella creazione dell’entrata. È infatti ad oggi impossibile crearne una di davvero unica, ma è possibile usare solo quelle delle superstar reali. Per quanto riguarda il multiplayer, permangono i problemi di lag presenti anche lo scorso anno, i quali non permettono di godere di match fluidi e corretti. Per il resto, la progressione è la medesima, così come per gli incontri disputabili, tranne per la mancanza della Royal Rumble.
WWE 2K15 è un buon punto di ripartenza per la serie. Un nuovo inizio segnato da una nuova interessante modalità, dalla stamina e da diverse introduzioni piacevoli. Peccato che ripartire da capo, cercando di realizzare delle novità importanti in un solo anno, significa poca ottimizzazione e mancanza di contenuti. Il gameplay ha infatti qualche problema, come descritto nel corpo della recensione, e l’editor è incredibilmente scarno. Ci aspettiamo comunque che le basi gettate da questo capitolo permettano a Visual Concepts e Yuke’s di realizzare un prossimo WWE 2K che ci faccia ricordare i fasti dei grandi capitoli usciti in passato.