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Recensione

WWE 2K14: recensione

Know your role and shut your mouth!

È già passato un anno dall’ultima volta che vi abbiamo parlato di WWE ’13, e questo periodo di tempo è bastato per cambiare il titolo sulla copertina. THQ non esiste più, il brand dedicato allo sport spettacolo è passato a 2K. Lo sviluppatore statunitense non è nuovo ai titoli sportivi, da anni infatti si diletta con serie come NBA 2K e NFL 2K, ma in questa occasione ha voluto lasciare il compito ai giapponesi Yuke’s. Storici sviluppatori che hanno dato le ceneri alla longeva serie, a loro si devono titoli come WWE Here Comes The Pain e i SmackDown VS Raw. Ma anche la stessa società capitanata dalla famiglia McMahon ha visto diversi cambiamenti, Triple H si è tagliato i capelli, lo Shield rende giustizia a suo modo, Daniel Bryan è in perenne No Shave November e la Corporate cerca di lavare di dosso le storyline bambinesche che avevano stufato i fan di vecchia data.

Trent’anni di WrestleMania

Era il 1985 quando un giovane Vince McMahon annuncia l’evento PPV che da lì a poco sarebbe diventato il più elettrizzante, il più atteso e il più seguito in tutto il mondo. Una visione chiamata WrestleMania, lo showcase degli immortali viene messo in piedi ogni anno e segna la conclusione di una stagione. Le faide raggiungono il culmine, i campioni devono confermarsi tali e il Deadman segna un più uno alla sua scia di imbattibilità. Nel 2014 il WWE Universe si troverà a New Orleans per assistere a WrestleMania XXX, WWE 2K14 anticipa i festeggiamenti con la modalità 30 years of WrestleMania. In modo similare alla modalità Attitude Era del precedente capitolo, dovremo rivivere i match che hanno fatto la storia. Vari episodi ne dividono la progressione, Si parte con “Hulkamania Runs Wild” protagonista l’Hulkster, presente sin dalla prima edizione, si è visto affrontare colossi come King Kong Bundy e André The Giant. Oppure “The New Generation” dove prendiamo parte all’arrivo di superstar che diverranno Hall of Famer come Shawn Michaels e Bret Hart.

Epico match Hogan contro The Rock

E siamo proprio noi a dover ripetere i match proposti nel corso delle varie edizioni del PPV, possiamo accontentarci di vincere l’incontro oppure emulare le situazioni che accaddero durante il match. Per esempio gli obiettivi bonus del Body Slam Match tra André The Giant e Big John Studd sono: portare i danni del secondo a livello critico per poi sollevarlo e scaraventarlo al suolo. Se completati sbloccheremo superstar, arene e cinture. Ottimo il lavoro dello sviluppatore nel riprodurre l’aspetto scenico di WrestleMania, notevolmente cambiato negli anni, la grafica televisiva, i font e l’atmosfera viene rispettata. Che siano gli anni ’80, ’90 o 2000.

Neanche a dirlo, la scelta di proporre una modalità principale con lo scopo di far conoscere, o di far venire la pelle d’oca a coloro che assistettero alla storia del PPV made in WWE, risulta azzeccata. 30 years of WrestleMania diverte e intrattiene per svariate ore. Così come Undertaker e la sua “The Streak”, qui abbiamo la possibilità di difendere o rompere la serie di imbattibilità del becchino. Nella prima impersonando il Deadman dobbiamo sconfiggere di fila le superstar che salgono sul ring, cercando di non farci battere. Nella seconda invece ci troviamo a compiere l’impossibile, dobbiamo sconfiggerlo con un wrestler a scelta. La sfida è parecchio impegnativa, i nostri attacchi vengono contrattaccati con facilità nel mentre i suoi sono devastanti. Ed è per questo che se riusciremo finalmente a interrompere la streak la soddisfazione sarà tanta.

The beast VS the best

In WWE 2K14 viene riproposto il gameplay della scorsa edizione, l’enfasi è ovviamente riposta nelle prese, queste eseguibili con il tasto X (A su Xbox 360) e la levetta sinistra, la direzione ne determina la posizione iniziale. Yuke’s ha cercato timidamente di inserire il rilevamento del peso, se in alcuni casi il sollevamento di un atleta heavyweight avviene con un animazione più lenta, in altri vedremo CM Punk eseguire la GTS su Yokozuna come se niente fosse. Questo aspetto, curato in passato ma ora lasciato in secondo piano, stona quando si cerca di realizzare un prodotto il più fedele possibile allo show. Un altro esempio sono la mancanza di interazioni spesso viste in TV, come nel caso delle mosse aeree dalle corde che non permettono di colpire il nostro avversario se esso ci sia appoggiato. Spettacolari invece le mosse finali a mezz’aria o catapulta, nel caso in cui avessimo una mossa finale a disposizione, possiamo utilizzarla per eseguirne una mentre Rey Mysterio si è appena lanciato dal paletto, afferrandolo al volo e concludendo la nostra finisher. Oppure con Undertaker eseguiamo una Irish Whip sulle corde, premendo un tasto lo catapultiamo in aria per poi riprenderlo e metterlo in posizione per la Tombstone Piledriver. Il combat system è stato reso più tecnico, oltre ad avere la possibilità di interrompere le esecuzioni delle mosse, anche con l’animazione in corso, il contrattacco risulta più complesso. È infatti fondamentale scegliere il momento giusto per contrastare gli attacchi, premendo ripetutamente R2 (RT) non faremo altro che subire danni. Queste piccole migliorie hanno reso gli incontri più emozionanti, man mano che prendiamo confidenza con il sistema di controllo saremo in grado di affrontare le superstar che fino a prima risultavano imbattibili.

Randy Orton è pronto a sferrare la sua RKO

Il ritorno dei capezzoli poligonali

L’online rimane sostanzialmente invariato rispetto lo scorso anno, portandosi dietro anche le sue criticità. Iniziamo però con il dire che il matchmaking funziona egregiamente, in pochi secondi veniamo smistati nella lobby secondo i criteri di ricerca selezionati. È possibile partecipare a svariati match, dal classico singolo fino all’Hell in a Cell o allo Steel Cage. Rimossa invece la Royal Rumble. I problemi iniziano quando in partita ci troviamo ad affrontare utenti che sfruttano le meccaniche del gioco a loro vantaggio. Non è raro incontrare giocatori che ci spingono continuamente agli angoli del ring, noi inermi non possiamo fare altro che assistere ai ripetuti taunt dell’avversario atti a caricare la mossa finale. Se questo non bastasse, a causa del lag risulta difficile eseguire le contromosse e sfuggire ai pin.

Graficamente troviamo alti e bassi, i modelli di lottatori di punta come CM Punk e John Cena sono ottimi, ma anche Tensai e R Truth godono di un’ottima realizzazione. Peccato per una minore attenzione per i membri dello Shield, oltre a Darren Young e Wade Barret. Anche se in generale il motore grafico sente ormai il peso degli anni, seppur funzionale, rende la produzione annuale vecchia in partenza. Le animazioni di movimento sono goffe, innaturali come quelle facciali. Questa qualità altalenante la ritroviamo nell’audio, il passo avanti riguarda le catchphrase dei lottatori durante il loro ingresso e nell’esecuzione delle mosse finali. Il problema è che se per esempio “Feed me more” lo sentiamo da Ryback insieme al coro del pubblico, CM Punk non pronuncia “It’s clobberin’ time”, lasciando la scena muta. Un lavoro svolto a metà che ne spezza l’immersività. Un peccato visto che la folla è pronta ad esultare calorosamente nei momenti clou dell’incontro fino ad esplodere al conteggio finale dell’arbitro. Il commento di Jimm Ross e Jerry Lawler che sentiamo durante 30 years of WrestleMania è davvero ben realizzato e riesce ad immergerci maggiormente. Nota dolente la coppia Lawler e Michael Cole, loro ci accompagnano durante i match normali con brevi frasi ripetute e sconnesse.

I pro

  • Le modalità 30 Years of WrestleMania e The Streak
  • Gameplay rifinito…

I Contro

  • Il motore sente il peso degli anni
  • Buona parte dei contenuti sono i medesimi dello scorso anno
  • …ma permane qualche limitazione

Voto Globale 7

WWE 2K14 segna l'addio di THQ e dà il benvenuto a 2K, lo fa evidentemente con poco tempo a disposizione da parte di Yuke's che ha confezionato un prodotto pieno di alti e bassi, a tratti incompleto. 30 years of WrestleMania è un'enciclopedia interattiva per la gioia di tutti quelli che i suoi trent'anni li hanno visti e per chi ancora deve viverli. Seppur emozionante e divertente non vale da sola il prezzo del biglietto, per lo più composto dai contenuti visti in WWE '13. L'online continua ad essere afflitto da lag, la personalizzazione rimane la medesima e la modalità WWE Universe non offre nulla di nuovo. Menzione speciale per il combat system, anche senza marcati cambiamenti, le piccole correzioni che riguardano il contrattacco hanno reso il tutto più tecnico e quindi soddisfacente. Insomma, se avete il precedente capitolo potete farne a meno, se invece siete in astinenza dalla serie prendete WWE 2K14 e assistete alla storia dello showcase of immortals.

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