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Recensione

Wolfenstein II The New Colossus – Recensione, la gioia di massacrare nazisti!

Il nuovo capitolo del brand targato MachineGames sarà riuscito a subissare il successo del suo fratello maggiore?

Dopo tre anni di silenzio, il team svedese capitanato da Bethesda torna sotto i riflettori, desideroso di far vedere al mondo la sua nuova creatura, Wolfenstein II The New Colossus.

Era l’ormai lontano 2014 quando Bethesda incaricò un’appena fondata software house svedese, tale MachineGames, di realizzare un vero e proprio reboot per una delle serie videoludiche più importanti nel panorama degli sparatutto in soggettiva, Wolfenstein. Nonostante l’enorme peso di una proprietà intellettuale tanto famosa, il team non si fece scoraggiare e dando fondo a tutte le sue capacità, riuscì a portare sul mercato uno dei migliori esponenti del genere. Wolfenstein The New Order è tutt’ora una piccola perla nel panorama degli FPS che fu capace di mescolare sapientemente una struttura di gioco classica con elementi ludici moderni.

Il risultato fu uno sparatutto divertente, adrenalinico e brutale che ai tempi si guadagnò il meritato favore di critica e pubblico, ottenendo ottimi risultati in termini di vendite. Catapultati quindi ad oggi, in un 2017 che molti ricorderanno come un anno d’oro per le produzioni AAA, seppur qualche scivolone non si sia fatto attendere, MachineGames torna nuovamente sotto i riflettori con Wolfenstein II The New Colossus, nuovo capitolo del brand che punta a bissare il successo del suo fratello maggiore. Le aspettative erano indubbiamente alle stelle, con un pubblico speranzoso di potersi ritrovare tra le mani un’opera capace almeno di raggiungere le vette di The New Order. Ebbene, tirate tutti un lungo sospiro di sollievo, perché i ragazzi di MachineGames hanno nuovamente centrato il bersaglio.

Storia di un cadavere che cammina

Narrativamente parlando, Wolfenstein II The New Colossus ha inizio esattamente lì dove The New Order trovò la sua conclusione. Dopo aver donato al mondo indicibili orrori, Deathshead è ormai morto grazie al coraggioso sacrificio del nostro Blazkowitcz. Il corpo esanime steso sul freddo pavimento, le budella che pendono, il sangue che sgorga dalle ferite. La fine è ormai vicina, ma invece che paura, quella che Blazko prova nei suoi ultimi istanti è solo genuina soddisfazione. Abbiamo portato a termine la nostra missione, abbiamo indebolito il Reich nazista privandolo della sua arma più preziosa ed ora, dopo tanto dolore, l’ambito riposo è ormai a un passo da noi; un’ultima preghiera, un ultimo sguardo al cielo e il buio ci circonda.

Uccidere nazisti sarà un passatempo che, in Wolfenstein II, difficilmente verrà a noia

Come capita sempre, anche in Wolfenstein II il regime nazista saprà farsi odiare aspramente.

Non è però la morte a sopraggiungere, bensì la nostra amata che con l’aiuto di volti a noi noti ci carica su di un elicottero, salvandoci la vita. Passano diversi mesi durante i quali il nostro texano preferito comincia un lento processo di guarigione e riabilitazione, nascosto all’interno dell’enorme sommergibile tedesco Martello di Eva. Poi, in un giorno come tanti altri, riapriamo gli occhi con intorno a noi solo i fischi dei proiettili. Cadiamo a terra rendendoci conto che non sentiamo più le nostre gambe e con tutta la forza che ci è rimasta in corpo, strisciamo verso una sedia a rotelle posta vicino a noi; pochi secondi e riceviamo un fucile, consci che la bestia nazista non è ancora stata domata.

“Ora riesci a sentire l’angelo della Morte?”

Partendo da quella che ha prima vista potrebbe sembrare una base narrativa quantomeno prevedibile, The New Colossus riesce invece ad espandere tutto ciò che già avemmo modo di vedere nel capitolo precedente. Blazkowicz è ancora qui, pronto a far massacri e a combattere contro eserciti di nazisti senza alcuna pietà, ma questa volta quelli che andremo ad impersonare saranno i panni di un uomo profondamente cambiato, un indomito soldato che per la prima volta ha sentito correre sulla sua schiena un lungo e freddo brivido di paura. Non la paura della morte, né tantomeno quella della tortura, bensì un genuino terrore d’impotenza, l’idea di essere ormai diventati troppo deboli per poter difendere i nostri cari, il sentore che quanto fatto sia stato del tutto vano.

Quella che i ragazzi di MachineGames hanno portato sotto i riflettori è un’avventura dai toni ben più drammatici e psicologici rispetto al passato. Con il trascorrere delle ore, riusciremo a comprendere sempre più nel dettaglio la vera psiche dell’uomo martoriato che staremo controllando, tra dolorosi flashback carichi di abusi e malinconici pensieri ad alta voce dettati dall’animo di chi, oramai, sente di essere sull’orlo del baratro. Il taglio registico che il team svedese ha dato all’opera è semplicemente impeccabile e riesce perfettamente nel suo intento di mantenere intatto lo spirito che da sempre contraddistingue Wolfenstein.

 

Quella di Wolfenstein II è una storia più psicologica rispetto al passato

Wolfenstein II inizia così, con una sedia a rotelle, un fucile ed un mare di nazisti da mettere a nanna.

Quella volta che il Quarto Reich conquistò il mondo

Quelli che vivremo saranno due veri e propri mondi narrativi a sé stanti che si incroceranno andando a formare un sublime intreccio capace di avvolgerci nel suo caldo abbraccio. Da una parte dovremo fare i conti con una storia crudele ed ingiusta, fatta di atrocità ed indicibili orrori che perseguiteranno i nostri peggiori incubi, mentre dall’altro lato vivremo momenti più compassati e caciaroni, tra personaggi fuori di testa e situazioni al limite del ridicolo cariche di una violenza talmente esagerata da risultare paradossalmente comica. Eppure nulla risulta mai forzato, niente di quello che vedrete darà una qualsivoglia impressione d’incoerenza, tutto è stato gestito con una maestria che supera ampliamente quanto di buono già fatto con The New Order.

Wolfenstein II The New Colossus è insomma un’opera che non si fa problemi a trattare temi estremamente delicati, tra razzismo, sfruttamento e molto altro ancora, ma al contempo non rinuncia mai ad una sana dose di follia e stravaganza capace di far spuntare un gustoso sorriso sul volto del giocatore di turno. Una nota di merito in particolare se la merita, nello specifico, Frau Engel, probabilmente una dei cattivi videoludici più odiosi di quest’ultimo decennio, crudele oltre ogni immaginazione e spietata fino al midollo, indubbiamente la rappresentazione più forte e vivida dell’ideologia nazista.

Il generale nazista Fraul Engel diventerà ben presto l'obiettivo prediletto di ogni vostro proiettile

Wolfenstein II riesce a mettere in campo uno dei cattivi meglio riusciti dell’ultimo decennio.

In tal senso, è quindi un vero peccato che proprio gli ultimi cinque minuti dell’avventura rappresentino l’unica nota stonata dell’intera esperienza, una conclusione narrativa raffazzonata alla bell’e meglio con l’unico scopo di preparare i videogiocatori ad un futuro nuovo capitolo del brand; davvero un brutto colpo se si considera la perfezione del copione narrativo che MachineGames è stata capace di realizzare con tanto impegno e dedizione.

Un nazista, un’ascia e tanta immaginazione

Ludicamente parlando, Wolfenstein II The New Colossus non tradisce la natura del suo fratello maggiore ma riesce ad espanderla e a migliorarla rendendola praticamente perfetta. Se The New Order era una perla nel campo degli sparatutto in soggettiva, il suo diretto seguito rappresenta il canto del cigno di una software house che ha messo cuore e anima nella sua creatura. Il gunplay sfoggiato dal titolo è ancora la punta di diamante che l’opera di MachineGames sfoggia senza paura alcuna. Sparare ai nazisti è sì sempre fonte di grande piacere, ma farlo in The New Colossus offre un’esperienza complessiva semplicemente inarrivabile.

La varietà di avversari in Wolfenstein II è più che discreta

Preparatevi, perché in Wolfenstein II non dovrete affrontare solo nemici in carne ed ossa.

Ancora una volta, infatti, il nostro Blazko sarà dotato di tutti gli attrezzi del mestiere necessari per decorare gli ambienti circostanti con i resti maciullati dei suoi nemici, i quali risponderanno realisticamente ai proiettili che gli vomiterete contro. Ogni bocca da fuoco – migliorabile tramite specifici kit di potenziamento sparsi in giro per la mappa – saprà sempre offrire un feedback tanto ottimo quanto diversificato e, con il passare delle ore, inizierete ad associare l’arma più efficace all’avversario che vi si parerà davanti.

Se poi consideriamo anche la possibilità di poter impugnare un’arma diversa per mano, aspetto che aumenta non solo le possibilità tattiche offerte, bensì anche il divertimento che scaturisce dal lanciarsi a testa bassa contro il nemico con una violenza tale da far impallidire anche Rambo in persona, non vi risulterà difficile capire come mai la componente shooting offerta dal titolo valga, già da sola, il prezzo del biglietto.

Sangue, morte e ancora sangue

Come già detto poco sopra, però, gli sviluppatori non si sono semplicemente limitati a riproporre quanto di buono fatto con The New Order, ma hanno tentato di ritoccarne alcuni aspetti per rendere l’esperienza finale ancor più fluida e dinamica. In particolar modo, una delle novità più curiose ed interessanti che è possibile denotare fin dai primi istanti in-game è la drastica riduzione della vita massima a propria disposizione, scesa fino a 50. Nel caso in cui doveste poi trovare medikit aggiuntivi, quello che otterrete sarà un semplice boost temporaneo all’energia vitale che vi permetterà sì di resistere ad un maggior numero di proiettili, ma che andrà progressivamente ad esaurirsi con il passare del tempo.

Seppur vada detto che oltre alla vita è possibile recuperare fino a 200 punti armatura – ottenibili, sostanzialmente, recuperando pezzi d’equipaggiamento dai soldati nazisti che crivellerete –, l’effetto immediato che un tale cambiamento comporta è un deciso aumento della difficoltà, già ampiamente palpabile al livello normale. I nemici, caratterizzati da un’intelligenza artificiale sempre reattiva e pronta a mettere in pratica tattiche d’accerchiamento che sapranno crearvi ben più di qualche grattacapo, colpiranno infatti davvero duro e già pochi proiettili basteranno per mandarvi all’altro mondo, un aspetto di gioco che curiosamente non invoglia a nascondersi dietro le coperture, bensì spinge a muoversi contro il nemico alla massima velocità.

 

La brutalità di alcune fatality è talmente esagerata da far quasi sorridere

Wolfenstein II è un gioco estremamente violento dove il sangue scorrerà a fiumi.

“Le coperture sono per le fighette”

Vuoi per l’ottimo design delle mappe, vuoi per le brutali ed efficaci fatality che potranno essere compiute a distanza ravvicinata con la propria fidata ascia, il giocatore si ritroverà quasi a correre incontro agli avversarsi con una velocità tale da poter riuscire a compiere enormi stermini di massa ancor prima che si sia sparato un singolo colpo. Il risultato di tutto ciò è una macabra danza della morte fatta di proiettili volanti, corpi ridotti in poltiglia e riflessi fulminei in cui interi caricatori andranno sprecati sui plotoni nemici che tenteranno invano di mandarvi al creatore.

Sicuramente non raggiungiamo i livelli di reattività che avemmo il piacere di constatare in DOOM, ma il risultato finale è una vera e propria gioia per gli occhi. Inoltre, esattamente come per il capitolo precedente, anche The New Colossus offrirà all’utente di turno la possibilità di sfruttare un’avanzata più tattica e focalizzata sullo stealth! In questo caso bisognerà studiare attentamente le mappe di gioco così da passare inosservati, eliminando nell’ombra i vari soldati nazisti che avranno commesso il grave errore di darci le spalle.

Quando qualità e quantità s’incontrano…

Altro punto a favore del titolo riguarda la sua indiscussa varietà e capacità d’offrire situazioni sempre nuove, al punto tale che una volta giunti ai titoli di coda potreste addirittura essere motivati a rivivere l’intera esperienza una seconda volta. Non appena inizierete la vostra partita, infatti, dovrete nuovamente prendere la dura decisione che apriva le danze in The New Order, ovvero scegliere chi sacrificare tra i vostri due compagni, Fergus e Wyatt. Quella che di base potrebbe sembrare una scelta marginale, darà in verità accesso non solo a tutta una serie di scene e sottomissioni aggiuntive estremamente differenti, ma vi garantirà anche l’ottenimento di due diverse armi speciali, il Laserkraftwerk, un’arma a raggi laser capace di disintegrare qualsiasi cosa ostacoli il vostro cammino, ed il Dieselkraftwerk, una sorta di lanciagranate a detonazione estremamente efficace.

Wolfenstein II è un titolo dove la qualità incontra la quantità

Wolfenstein II saprà tenervi impegnati per numerose ore di puro e sano divertimento.

Pensate che sia finita qui? Vi sbagliate di grosso. Arrivati poco oltre metà dell’avventura, ecco infatti che ci viene data la possibilità di scegliere fra tre diversi “potenziamenti” capaci di stratificare ancor di più la componente ludica dell’opera e che daranno accesso a nuovi approcci da poter sfruttare in battaglia. Aggiungete a tutto questo una marea di collezionabili e numerosissime missioni secondarie ed ecco che avrete un quadro generale di ciò che Wolfenstein II The New Colossus sarà in grado d’offrire, per un totale minimo di almeno 11 ore di gioco nel caso in cui doveste decidere di correre dritti verso i titoli di coda.

Un mondo in decadenza

Da un punto di vista squisitamente tecnico, la versione PC da me testata non ha mostrato mai alcun segno di cedimento ed anzi, lo spettacolo visivo che mi si è maestosamente parato davanti ha dell’incredibile. Ogni singolo ambiente di gioco è stato ricreato con la massima cura e qualsiasi superficie doveste osservare sarà pregna di gustosi dettagli. Texture di oggetti ed edifici risultano poi di altissima qualità, così come ogni NPC vanta un’ottima conta poligonale che va a braccetto con animazioni fluide e realistiche. Ottimi giochi di luci ed ombre uniti ad un sistema d’illuminazione di gran livello chiudono un cerchio idilliaco che su di un PC con al suo interno una GTX 970, 16GB di Ram ed un i7 4790k, si è mantenuto graniticamente ancorato ai 60 frame per secondo anche nelle situazioni più caotiche.

In numerose occasioni resterete immobili ad osservare il mondo di gioco

Wolfenstein II sarà capace d’offrire splendidi scorci di un mondo ben diverso dal nostro.

Unico neo della produzione riguarda la presenza di qualche fastidioso bug che, in due casi nello specifico, mi han costretto a ricaricare dall’ultimo checkpoint raggiunto. Di ottima fattura si è rivelata essere anche la colonna sonora che accompagnerà degnamente le nostre imprese, mentre il doppiaggio italiano si è attestato su livelli più che buoni, con voci convincenti ed evocative ma purtroppo non sempre sincronizzate alla perfezione con il labiale.

I pro

  • Narrativamente impeccabile…
  • Gunplay solido, divertente ed adrenalinico
  • La componente stealth è ben amalgamata con il resto della struttura ludica
  • Livello di sfida sempre appagante
  • Tecnicamente eccellente

I Contro

  • … se non fosse per un finale che sembra essere stato raffazzonato all’ultimo momento
  • Qualche bug di troppo

Voto Globale 9

In un periodo videoludico dove le esperienze single-player in ambito sparatutto sono sempre più scarne e poco approfondite, Wolfenstein II: The New Colossus rappresenta un vero e proprio raggio di luce nella tempesta. I ragazzi di MachineGames hanno fatto l’impossibile, riuscendo a surclassare praticamente sotto ogni aspetto il loro originale The New Order e confezionando un pacchetto di contenuti che saprà tenervi impegnati per numerose ore di puro divertimento. Una narrativa da urlo che mescola sapientemente situazioni drammatiche ad altre decisamente più scanzonate e una struttura ludica che fa del suo frenetico gunplay l’indiscusso cavallo da battaglia, sono gli ingredienti perfetti per una creatura che qualsiasi amante di sparatutto in soggettiva non dovrebbe assolutamente lasciarsi scappare. Aggiungete a tutto questo una varietà di possibilità e situazioni invidiabile e una qualità tecnica di gran livello ed ecco che avrete un quadro completo di tutto ciò che il team svedese capitanato da Bethesda è riuscito a portare sugli scaffali. Preparatevi ad imbracciare le armi, poiché sterminare la minaccia nazista non è mai stato così soddisfacente.
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