Uscita in Giappone a Dicembre del 2011, la nuova portatile Sony, PSVita ha riscosso un tiepido successo forse a causa della mancanza di titoli dal gusto tipicamente orientale forse per un prezzo ritenuto eccessivamente elevato. Ciononostante l’arrivo del nuovo gioiellino tecnologico della casa nipponica in territorio europeo è stato atteso con trepidazione anche per grande varietà di titoli che ne accompagneranno il lancio. Tra questi spicca sicuramente il primo spin-off di una delle saghe di maggior rilievo della console ammiraglia Sony, ovvero Uncharted. Passato il testimone dai talentuosi ragazzi di Naughty Dog ai Bend Studios, le menti, tra le altre cose, dietro a perle come i tre Syphon Filter usciti per PSX e dell’ episodio portatile di Resistance, Retribution, il titolo si configura come una delle uscite più importanti tra quelle della Line Up iniziale della nuova console.
Uncharted: L’Abisso d’Oro, come ogni Spin-off che si rispetti, va a porsi, in termini di linea temporale, prima dei capitoli usciti su Playstation 3 introducendo, come ovvio che sia, nuovi personaggi ed una trama completamente inedita. Accompagnato da un tale Dante, anch’egli cacciatore di tesori, Nathan Drake si mette sulle tracce dell’antichissima civiltà dei Quivira e del mito delle Sette Città d’oro da essi fondate, più volte menzionate dal conquistatore spagnolo Francisco Vazquez de Coronado, in un viaggio che prenderà le sue origini in una giungla americana e che porterà l’ ormai celebre esploratore ad incontrare Marisa Chase, una ragazza partita alla ricerca del nonno che aveva dedicato praticamente tutta la vita allo studio di questo popolo e dei miti legati ad esso. Ad ostacolare la loro avventura ci penserà Guerro, leader di un piccolo esercito rivoluzionario deciso a finanziare le sue attività con le ricchezze delle città d’oro. Console alla mano si può constatare come le caratteristiche peculiari del brand siano rimaste inalterate restituendo al giocatore in feeling tipico delle precedenti incarnazioni seppur non altrettanto spettacolare dal punto di vista dei colpi di scena e delle situazioni sul filo del rasoio a cui gli sviluppatori di Naughty Dog ci avevano abituati. La prima, sostanziale, novità che salta all’occhio dopo pochi minuti di gioco ed è legata ai nuovi comandi ideati dal team per sfruttare al meglio le specifiche della neonata in casa Sony. Sarà possibile, ad esempio arrampicarsi semplicemente facendo scorrere il dito sullo schermo frontale del dispositivo, espediente particolarmente riuscito, pratico e funzionale che tuttavia non va a sostituire lo schema di comandi classico che viene riproposto nella sua forma integrale. Il sistema di puntamento delle sezioni più action risulta, dal canto suo, praticamente invariato, con la differenza che sarà possibile rendere ancora più precisa la mira anche solo grazie al sensore di movimento sixaxis. Meno funzionale quanto accessoria la possibilità di scalare funi o oscillare su di esse servendosi del pad tattile posteriore, funzione che comunque non inficia la godibilità del titolo. Anche i combattimenti corpo a corpo e i quick time events saranno completamente assegnati al touchscreen frontale, operazione che risulta intuitiva anche se a volte rischia di spezzare troppo il ritmo di gioco.
Tecnicamente parlando…
Portare la maestosità grafica della serie di Uncharted su una console portatile non deve essere stata un’ impresa facile ma gli sviluppatori di Bend Studios hanno svolto il loro lavoro in maniera sapiente ed efficace. Le animazioni e il modello di Nathan ricordano molto da vicino la loro controparte per console casalinghe e ad alcuni scorci e panorami risulteranno davvero molto evocativi. Stessa cura non è, purtroppo, stata riposta nella realizzazione dei comprimari di Drake e nella loro caratterizzazione, elemento che però non mina la bellezza visiva del prodotto così come alcuni effetti particellari che risultano leggermente sottotono. Tirando le somme, comunque, Uncharted: l’Abisso d’Oro risulta essere davvero un piacere per gli occhi soprattutto se si considera che si tratta di un titolo di lancio e l’ inesperienza del team col nuovo hardware. Dal punto di vista sonoro, inoltre, è facile riconoscere le musiche epiche che hanno sempre accompagnato le avventure dell’avventuriero Nathan Drake mentre una nota di merito particolare va al doppiaggio che già aveva dato prova della sua bontà sulle console da casa e che anche su PSVita non perde assolutamente di smalto. La longevità, per concludere, si attesta sulle 10-12 ore, una durata buona che va ad ampliarsi ulteriormente nel caso si voglia raccogliere tutti i tesori sparsi nelle ambientazioni che regaleranno anche qualche trofeo da aggiungere alla propria bacheca, dispiace solo constatare la mancanza di una qualsivoglia modalità secondaria o multiplayer che avrebbe di sicuro aggiunto ore di gameplay e divertimento alla produzione.
La nuova avventura di Nathan Drake, sviluppata dai ragazzi di Bend Studios, si profila come uno dei titoli di lancio di maggior interesse per la nuova portatile Sony, frutto di un' alchimia magistrale tra elementi action, di puzzling e di esplorazione. Una durata buona, seppur non coadiuvata da nessun tipo di modalità accessoria, ed un comparto tecnico eccellente uniti ad un gameplay classico ed allo stesso tempo rivoluzionario chiudono il quadro di una produzione che, sebbene non esente da qualche difetto, risulta essere uno degli acquisti maggiormente consigliati per chi decida di acquistare PSVita per saggiarne le potenzialità grafiche e strutturali.