Il mondo di Uncharted vive anche senza Nathan Drake. In pochi ci avrebbero scommesso. Ecco la nostra recensione di Uncharted: L’eredità perduta!
Chi ha giocato ai precedenti capitoli della saga o, semplicemente, conosce le gesta di Nathan Drake sa benissimo cosa ruota attorno alla storia di Uncharted. In questo episodio, però, cambia l’interprete: non vestiremo i panni di Nathan Drake, bensì quelli di Chloe Frazer, conosciuta per la prima volta in Uncharted 2: Il covo dei ladri. Per fruire al meglio di Uncharted L’eredità Perduta, quindi, dovreste aver giocato già i capitoli precedenti, ma l’approccio dato da Naughty Dog aspira ad attirare nuovi videogiocatori, estranei a questo mondo di avventurieri alla ricerca di tesori leggendari.
Parlando della storia di Uncharted: L’eredità Perduta, devo essere sincero fin da subito. Inizialmente sono rimasto incredibilmente sorpreso dal lavoro di grafica, dall’incredibile regia, dalla cura generale riposta dal team, ma l’unica cosa a non decollare era stata la storia. Nelle prime due ore mi è sembrata troppo piatta, scontata e povera di emozioni, ma con delle fasi fin troppo straripanti d’adrenalina. A metà dell’opera qualcosa è cambiato, c’è stato infatti un deciso cambio di rotta che non può essere spiegato per via di possibili spoiler, che ha acceso in me quell’interesse che tutti i capitoli di Uncharted erano riusciti a cogliere nel corso delle avventure con protagonista Nathan Drake.
Con questo voglio dire che – alle volte – il buongiorno non si vede dal mattino, specialmente se il cielo è nuvoloso. Quando le nuvole si diradano, invece, si può vedere la potenza e la fantastica luce scaturita dal sole.
C’è un detto che dice: “Chi va con lo zoppo impara a zoppicare”. Nel caso di Nathan e Chloe, il concetto è lo stesso anche se dal canto loro i nostri cacciatori di tesori hanno delle peculiarità davvero sopraffine che li aiutano da sempre a scongiurare situazioni difficili unite a quel pizzico di fortuna che non guasta mai. In questa avventura, però, se ne abusa fin troppo, tanto che ogni appiglio di Chloe al 90% si sgretola e mette la ragazza continuamente alla prova, facendo seria concorrenza ad un’altra avventuriera come Lara Croft.
Passando al lato caratteriale di Chloe, c’è da dire non si discosta poi molto da quella vista nel secondo capitolo di Uncharted, anche se qui viene mostrato molto il suo lato umano, soprattutto la sua sensibilità messa a dura prova durante il corso dell’avventura. A tal proposito, il suo rapporto con Nadine coinvolge particolarmente, grazie al lavoro certosino di regia effettuato da Naughty Dog, all’interpretazione degli attori con la tecnologia del Motion Capture che dà vita ad animazioni facciali e comportamentali davvero credibili e all’ottimo doppiaggio (in italiano). Da ciò avrete capito che un’altra componente a favore di Uncharted L’eredità Perduta risulta essere senz’altro il comparto grafico, lo stesso visto qualche anno fa in Uncharted 4: Fine di un ladro, uno dei migliori di cui abbiamo potuto godere su PS4 e, in generale, su qualsiasi altra console dell’attuale generazione. E pensare che il sottoscritto ha potuto usufruire della produzione su una PS4 standard e non su una PlayStation 4 Pro, decisamente più performante e gremita di ulteriori dettagli a livello visivo. A dirla tutta, quindi, il lato tecnico e artistico è stupefacente e, allo stato attuale, sarebbe esagerato chiedere di più.
In questo scritto sono partito volutamente dalle cose evidenti che – vuoi non vuoi – si notano fin da subito. Mi riferisco alla grafica, all’impostazione registica e (più in generale) al lavoro effettuato con il Motion Capture. Un videogioco, tuttavia, è definito tale dal suo gameplay. Uncharted L’eredità Perduta si affida a quanto di buono effettuato dal quarto episodio della serie, miscelando al meglio fasi più tranquille di esplorazione e in cui scalare enormi superfici, ad altre in cui ci sarà data libera scelta su come procedere, ossia decidendo se agire a viso aperto oppure in silenzio, effettuando quindi uccisioni furtive. Ce n’è per tutti i gusti, anche se non mancano quelle fasi in cui sarà quasi inevitabile lo scontro diretto. In questo caso fa un notevole lavoro il sonoro, grazie a numerosi brani inseriti opportunamente per “regolare”” il ritmo del gioco.
Un altro discorso di interesse per chi è interessato all’acquisto riguarda senza dubbio la longevità. Uncharted L’eredità Perduta essere giocato a diverse difficoltà, rivelandosi capace di mettere a dura prova ogni tipo di videogiocatore. Io ho giocato a difficoltà media e ho concluso l’avventura in circa 6 ore di gioco, cercando i collezionabili celati negli angoli più nascosti della mappa, ma senza completare la totalità degli incarichi secondari proposti. C’è anche da sottolineare che l’acquisto darà accesso alle modalità multiplayer già offerte da Uncharted 4, un’ottima possibilità quindi per prendere parte all’online, usufruendo delle modalità classiche (death-match a squadre) e a quelle particolari come il Re della collina, in cui due squadre dovranno conquistare una certa posizione.
Senza dimenticare, infine, la modalità sopravvivenza! Certamente, una volta terminata l’avventura principale di Uncharted L’eredità Perduta non resterete affatto con le mani in mano, ma potrete mettervi alla prova sconfiggendo gli altri membri della community, salendo di livello e superando le sfide proposte dal titolo. Siete pronti a mettervi alla prova?
Nonostante non ci siano delle rivoluzioni nel comparto gameplay, Uncharted: L'eredità Perduta è un ottimo videogioco che segue le orme del quarto capitolo, offrendo però una nuova storia (successiva agli eventi del 4) che regala un nuovo scorcio narrativo. Ovviamente il mio consiglio è di giocare i primi tre capitoli, ma soprattutto il 4 perché nel corso di questo nuovo episodio i riferimenti non mancano affatto. Gli appassionati non dovrebbero farsi scappare l'acquisto, nemmeno coloro che amano i videogiochi in grado di offrire una buona storia, un ottimo gameplay e una splendida grafica. Io ve l’ho detto eh... andate sul sicuro.