Salutiamo Nathan Drake nella sua ultima avventura.
Per i giocatori che da una vita giocano su Playstation: quali sono i vostri giochi preferiti per ognuna delle console Sony? Su Playstation 1 magari Crash Bandicoot, su Playstation 2 potrebbero essere i Jak and Dexter e su Playstation 3 chissà… forse la serie Uncharted e The Last of Us. Che su PS4 lo diventerà Uncharted 4?
In comune hanno una cosa: Naughty Dog. La software house ha da sempre dimostrato di essere un team estremamente talentuoso. Se da piccoli li ringraziavamo per il bandicoot goloso di mele, ora siamo qui ad omaggiarli per averci fatto conoscere un ladro chiacchierone. Uncharted 4 conclude la storia della caccia ai tesori di Nathan Drake con ventidue capitoli, il conto alla rovescia per la sua pensione.
Nel nostro provato avevamo già svelato in anteprima di come Uncharted 4 avrebbe avuto la vita di Henry Every come sfondo di tutte le vicende. Per chi se lo fosse perso, sappiate che fu un pirata inglese del XVII secolo che fu ricordato più di tutti per essere stato il protagonista della prima caccia all’uomo mai realizzata. Non è facile mettersi contro diverse nazioni, evidentemente il furto di quattrocento milioni di dollari tra monete, oro e ricchezze varie non fu gradito da molti.
Ed è proprio quell’incredibile ammontare di denaro che incuriosì fin da giovani i fratelli Drake. Sin da piccoli, la loro ossessione divenne trovare il bottino perduto di Every. Cresciuti, imparati i trucchi del mestiere e conosciute le giuste persone, Nathan e Sam – suo fratello – decidono di farsi incarcerare a Panama. Proprio dentro le mura infatti, si troverebbe la cella di un ex componente della ciurma del capitano. Nathan trova una croce di San Disma, il primo indizio con il quale iniziare le ricerche vere e proprie.
Il terzo componente della banda di ladruncoli, di nome Rafe, decide di sua iniziativa di uccidere una delle guardia della prigione, la situazione precipita inevitabilmente. L’unica è svignarsela, restare vorrebbe dire passare la vita dentro quella mura, o essere uccisi. Sul ciglio della libertà, sparano a Sam che precipita nel cortile del penitenziario. Credendolo morto, Nathan passerà la vita che tutti conosciamo.
Ciò che di Nathe ancora non avevamo visto, è una vita tranquilla, con un lavoro normale, lontano da grandi precipizi e sparatorie, insieme a sua moglie, Elena.
In una tranquilla giornata di lavoro, il nostro ex avventuriero riceve una visita inaspettata: Sam è vivo. Incredulo, non può che farsi raccontare la vita del fratello e di come sia uscito da un ergastolo certo. A quanto pare, un potente trafficante di Panama, con il suo esercito alle spalle, lo ha aiutato a fuggire. Non è stato un gesto all’insegna dell’amicizia, in cambio vuole la metà del bottino di Every, consegnato in tre mesi. I fratelli Drake partiranno nuovamente alla ricerca dei quattrocento milioni di dollari.
Seppur la storia di fondo funzioni e sia interessante, ciò che più è memorabile nei vari capitoli di Uncharted sono le scoperte che andremo a fare man mano che proseguiremo con le vicende. Soprattutto per quanto riguarda la storia di Every, il suo bottino e la sua vita. Più di ogni altra cosa però, ciò che spicca di più sono le relazioni. Non solo questa volta avremo a che fare con il vecchio Sully, ma con un fratello che credevamo morto per quindici anni e soprattutto una moglie.
Uncharted 4 è il capitolo più “umano”, più realistico e credibile della serie. È evidente che Naughty Dog abbia appreso dalla crudezza delle vicende interpersonali di The Last of Us. Tralasciando i salti di svariati metri che ci spezzerebbero dita e gambe se ci provassimo realmente, per il resto, rimaniamo con i piedi per terra per tutta l’avventura, senza troppe fantasticherie.
Le relazioni interpersonali hanno fatto un passo avanti, soprattutto quando il protagonista parla con Elena, ammiriamo a delle scene di vita quotidiana, fatte di rabbia, amore e tristezza. Tutte emozioni ben visibili sui loro volti.
Piccola, ma interessante aggiunta sono alcune scelte multiple nei dialoghi – letteralmente, capita solo tre volte – che ci faranno ascoltare una frase unica in base alla scelta tra tre opzioni. Nulla di ponderante, non andremo a modificare la trama, ma chi lo rigiocherà potrà sentire i vari discorsi. Anche durante l’esplorazione potremo assistere a dialoghi unici, avvicinandoci al personaggio in questione e premendo triangolo potremo sentire cosa avrà da dire, o semplicemente ignorarlo.
L’avventura, come da tradizione della serie, ci porterà in giro per il mondo. È difficile stare fermi con Nathan e Sully. In generale, la progressione è quella che conosciamo: dobbiamo arrivare in qualche strano posto in cui Nathan vuole curiosare, tutto crolla e noi ci ritroviamo ad arrampicarci su uno strapiombo, su qualcosa che brucia o comunque su qualche posto pericolante ed estremamente pericoloso. La norma, insomma.
Queste fasi, sono meno “banali” e sempliciotte del passato. Nei precedenti capitoli, i luoghi da raggiungere per arrampicarci erano fin troppo evidenti e davanti agli occhi, bastava premere “X” a profusione che anche bendati avremmo superato la sezione.
In Uncharted 4, Naughty Dog ha voluto che rimanessimo a cervello acceso dall’inizio alla fine. I percorsi da prendere non sono mai troppo banali e sistemati ad un palmo dal naso. Ci ritroveremo in alcune occasioni dove qualche secondo per ragionare sul dove andare ce lo concederemo.
Oltre alle classiche arrampicate – che, come negli altri capitoli, qualche incertezza Nathan la ha – sono stati aggiunti dei nuovi modi per raggiungere un determinato appiglio. Innanzitutto, il rampino. Se utilizzato in determinati circostanze, ci permetterà di lasciarci andare nel vuoto per dondolarci e di conseguenza raggiungere un’altra sponda. Oppure lo possiamo sfruttare per calarci o risalire un dirupo.
Un’altra aggiunta è il chiodo da arrampicata, nelle superfici di roccia porosa, potremo usarlo per crearci un appiglio aggiuntivo – funziona in modo molto simile alla piccozza di Rise of The Tomb Raider -. Sia il rampino che il chiodo fanno il loro dovere per variare e rendere più ricche le fasi di esplorazione.
Esplorazione che in questo capitolo è predominante, ci ritroveremo più spesso ad arrampicarci o a risolvere puzzle che a sparare ai cattivi. Questo può essere sia un lato positivo che negativo, in base ai propri gusti.
L’esplorazione è arricchita anche grazie all’utilizzo dei veicoli. Come ci potevamo immaginare, questi sono esclusivi di alcune missioni predefinite dove l’area di gioco sarà più ampia del solito. Non troppo, il giusto per non disperderci e per lasciarci una sensazione di libertà maggiore.
Chi non desiderasse perdere tempo, potrà semplicemente andare dritto verso l’obiettivo, gli altri troveranno tesori, dialoghi e collezionabili extra. Interessante comunque come i veicoli non vengano sfruttati solo come mero mezzo di trasporto, ma come sia possibile utilizzarli come soluzione per risolvere dei puzzle o raggiungere luoghi altrimenti irraggiungibili.
Parlando dei combattimenti, oltre alle fasi dove dovremo “sparare e basta” – perché il nemico è già a conoscenza della nostra presenza – ci saranno diverse occasioni dove arriveremo di soppiatto. In queste aree, la scelta è duplice: cercare di far fuori tutti silenziosamente, o, semplicemente, sparare.
Uncharted 4 infatti guadagna molto nella soluzione stealth. Stando lontani dai coni visivi, nascondendoci nell’erba alta, ci potremo avvicinare indisturbati alle spalle del nemico, ucciderlo e passare al prossimo bersaglio. Possiamo ripulire l’intera zona così. Stando però attenti al rombo sulla loro testa, nel modo più classico: bianco non è a conoscenza della nostra presenza, giallo è in fase di allerta, arancione siamo stati individuati.
Volutamente, non esistono distrazioni da lanciare o la possibilità di spostare i corpi, questo per scelta di Naughty Dog, per non trasformare il titolo in uno stealth vero e proprio. È bene quindi far attenzione a dove atterriamo i nemici, preferendo di fatto farlo fuori dalla vista del resto del gruppo. È buona cosa, prima di mettere in atto qualsiasi azione, di “marcare” gli ostili attraverso la pressione del tasto L2 in combinazione con L3. Avranno sulla loro testa un triangolino che ci permetterà di avere sempre sott’occhio la loro posizione anche quando nascosti da muri o altri ripari.
Se venissimo individuati la situazione sarà ancora risolvibile, possiamo andarcene dall’ultima posizione nota per far perdere le nostre tracce, tornando così in fase stealth senza aver avuto il bisogno di sparare un colpo.
Oppure, se stufi di nascondervi, potrete sfoderare le armi, alla vecchia maniera. Attenzione però, i nemici ed il loro danno sarà più alto del solito, bastano pochi colpi per mandare al tappeto Nathan. La sfida maggiore significa anche adottare un approccio più ragionato. Innanzitutto, qui il gameplay è ripreso da Uncharted 3, con l’indicatore della direzione dei colpi al centro del mirino. Ci renderemo così conto di dove andranno a finire e soprattutto che dovremo andarci piano e cercare di compensare il rinculo – davvero accentuato – e preferire brevi raffiche.
Inutile dire che le coperture ci salveranno la vita, peccato che buona parte di essi siano distruttibili. Ci ritroveremo quindi spesso a cambiare posizione, a sfruttare il rampino per spostarci ed arrivare alle spalle del nemico.
Ultimamente evito di parlare dell’aspetto tecnico dei titoli che sto recensendo, sia perché spesso non è un aspetto di cui vale davvero la pena di parlare – preferendo spendere più parole sul gameplay e le meccaniche – sia perché sta diventando ridondante scriverne a riguardo e anche noioso da leggere.
Uncharted 4 è l’eccezione. È semplicemente una maestosità tecnica, non solo per l’impatto visivo generale che è divino grazie alle tonalità e alle superfici che sono semplicemente fotorealistiche, ma anche per tutte quelle piccolezze che se notate fanno la differenza e non fanno altro che far meritare a Naughty Dog un posto nell’Olimpo tra i migliori sviluppatori esistenti.
Il multiplayer non stravolge quanto fatto con il precedente capitolo, risulta un’aggiunta che arricchisce il pacchetto di gioco, senza influenzarne voto e qualità finale.
Uncharted 4 è un’opera. È un videogioco come lo dovrebbero essere tutti quelli che vengono pubblicati. Naughty Dog ha creato il capitolo più “umano”, più realista e più credibile della serie. Non c’è solo un ladro a caccia dell’ennesima avventura, c’è un uomo che vuole vivere una vita tranquilla insieme a sua moglie. La recitazione, la regia e la messa in scena sono semplicemente incredibili.
Le fasi di gameplay - che siano quelle di esplorazione, di sparatutto o stealth - sono qui più profonde e con diverse novità ben gradite. Chi adora l’avventura, i puzzle e le fasi di arrampicata sarà ben contento di sapere che ricoprono gran parte del tempo di gioco, gli altri non saranno altrettanto felici di impugnare le armi soltanto in poche occasioni.