Gli Autobot e i Decepticon tornano a scontrarsi nello spazio e nel tempo. Scoprite con noi se è una battaglia che conviene combattere!
Transformers è stata una scommessa che Hasbro ha vinto, e alla grande. Negli anni ottanta portò, tra previsioni e scetticismo, il brand in Italia. A distanza di trent’anni, Transformers è un successo di fama mondiale. Un brand che da qualche anno sta vivendo una nuova giovinezza. Da una parte la trilogia (con il quarto capitolo nelle sale cinematografiche) di Micheal Bay, dall’altra gli ottimi due capitoli videoludici creati da High Moon Studios. L’ultimo capitolo, uscito nei negozi il 27 giugno, vede cambiare gli sviluppatori. Non più il classico team – dunque – chiamati (sembrerebbe) a lavorare sulle versioni old gen di Call of Duty: Advanced Warfare. Molti fan fantasticano sulla speranza che gli sviluppatori siano al lavoro sul vero nuovo capitolo di Transformers, esclusivamente per next-gen. Un po’ com’è avvenuto con Batman Arkham Origins, sviluppato da un diverso team di sviluppo poiché Rocksteady stava lavorando su Batman Arkham Knight. Per ora rimangono solo supposizioni da forum. L’unica certezza è che a lavorare su Transformers: The Dark Spark sono i ragazzi di Edge of Reality. Saranno riusciti a tirar fuori un capitolo all’altezza dei precedenti?
Le vicende narrate in questo capitolo non saranno in ordine cronologico. Si andrà avanti e indietro nel tempo, passando dalla Terra a Cybertron, alternandoci alla guida degli Autobot e dei Decepticon. Il tutto ruota intorno alla Spark Oscura, un manufatto dallo stesso potere distruttivo della Matrice del Comando. Il gioco possiamo dividerlo in tre fasi: iniziale, centrale e finale. La parte centrale è quella migliore. Ambientata a Cybertron ci alterneremo – come già detto – tra Autobot e Decepticon in stage dove il trasformarsi da robot a veicolo acquista un senso, elevandosi da mera possibilità aggiunta al gameplay. Durante i livelli intermedi, infatti, più volte dovremo sfruttare questa possibilità per raggiungere punti inaccessibili alla nostra forma robotica. Non mancano sequenze adrenaliniche e spettacolari – come quella che ci vedeva vestire i panni di Grimlock o quando abbiamo avuto la possibilità di controllare Bruticus – che i fan della saga apprezzeranno di certo. Una parte centrale che, a essere sinceri, è veramente degna di nota e che spicca a confronto della mediocrità delle altre due fasi.
Il gioco, che si pone come un action-adventure, rimane sulla falsariga dei precedenti capitoli. Ogni robot avrà la sua personale trasformazione e la sua particolare abilità che potremo sfruttare a nostro piacimento. Il tasso di sfida è mediamente alto e, se non staremo ben attenti, incapperemo nel game over abbastanza facilmente. Il che ci costringerà a ripetere, talune volte, sequenze abbastanza lunghe, complice un sistema di checkpoint frustrante. Il gameplay, incentrato sugli scontri a fuoco e su alcune fasi platform, riesce comunque a divertire. Fare piazza pulita dei minion (robot che costituiscono il grosso delle fila dell’esercito) con le numerose armi a nostra disposizione è piuttosto appagante. Il grado di sfida, se giocato a normale, è abbastanza alto e fa capire quasi subito che ci troviamo al cospetto di un action game non banale. Il gioco è privo di un vero e proprio sistema di appostamento e per ripararci dal fuoco nemico dovremo sfruttare le varie coperture presenti nei livelli. Le quali sono tutte (o quasi) completamente distruttibili.
Se, sostanzialmente, il gameplay è tutto sommato godibile, perché il titolo curato da Edge of Reality è inferiore ai prodotti di High Moon Studios? Anzitutto è un problema di contenuti. Il multiplayer competitivo è stato eliminato e l’offerta, oltre alla modalità campagna affrontabile solamente in single player (lungo quattordici missioni), offre solamente la modalità Escalation (multiplayer competitivo a ondate) senza aggiunte di spessore. Il design dei personaggi è ottimo ma, in contrasto, il level design è imbarazzante e di una piattezza unica.
La progettazione mediocre e una realizzazione tecnica vecchia anche per le console old gen fanno storcere il naso parecchio. Ma non è solo una questione di poligoni. Il gioco soffre anche di frequenti cali di frame rate e texture imbarazzanti. Il comparto sonoro sfiora la sufficienza, con musiche all’altezza e una scelta – abbastanza discutibile – di abbassare l’audio durante i dialoghi. Durante le nostre sessioni di gioco abbiamo riscontrato alcuni bug. Quello che ci ha dato particolarmente fastidio era un bug che ci costringeva a caricare il checkpoint (e alcune volte la partita) a causa di avvenimenti che non si verificavano, lasciandoci bloccati in un dato punto.
Transformers: The Dark Spark è un titolo che riesce a farsi apprezzare nella fase centrare ma che risulta mediocre nel resto del pacchetto. L'offerta ludica è scarsa, complice l'eliminazione del comparto multiplayer competitivo, una modalità single player breve e la modalità Escalation senza aggiunte degne di nota. Un titolo che anche a livello tecnico soffre di numerose pecche, forse a causa dello sviluppo contemporaneo su tutte quante le console. Un'occasione sprecata.