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Thronebreaker: The Witcher Tales – Recensione, CD Projekt Red continua a stupire!

Il gioco di carte sviluppato dal famoso team polacco offre ora una sua componente single-player, ma sarà stata all'altezza delle aspettative?

Dopo quanto fatto con Gwent: The Witcher Card Game,  CD Projekt Red torna sotto i riflettori con un’espansione stand-alone desiderosa di stupire il pubblico.

Tra le tante caratteristiche presentatesi in The Witcher 3: Wild Hunt e rivelatesi capaci di conquistare pubblico e critica, è curioso costatare come una delle più ricordate sia stata proprio quella relativa al Gwent. Un gioco di carte all’interno di un’opera mastodontica che però ha saputo far impazzire il mondo videoludico, lì dove milioni di giocatori vi hanno speso sopra ore ed ore di sano intrattenimento, un successo talmente improvviso e dilagante che, alla fine, CD Projekt Red ha tentato di sfruttare la situazione a suo favore. Nel 2017 giunge così sul mercato una versione beta di Gwent: The Witcher Card Game, titolo multiplayer free-to-play di carte collezionabili ripreso direttamente dall’originale The Witcher ma migliorato e ampliato per offrire un’esperienza ancor più ricca e piacevole da vivere.

Espansioni videoludiche così ricche e variegate sono merce rara di questi tempi.

In aggiunta, il team conferma poco dopo anche il futuro arrivo di un’espansione pensata appositamente per aggiungere una componente single-player all’interno dell’opera, un annuncio largamente apprezzato dai fan. Passano i mesi, nuovi annunci si susseguono in rapida sequenza e Gwent: The Witcher Card Game arriva finalmente alla sua versione definitiva. Nel mentre, però, giunge anche l’interessante conferma della trasformazione di Thronebreaker: The Witcher Tales – questo il nome della campagna in sviluppo per il titolo –, il quale sarebbe passato dall’essere un semplice DLC a divenire un’espansione stand-alone a tutto tondo. Voci di corridoio, rumor e pettegolezzi vanno così susseguendosi di mese in mese fin quando, il 23 ottobre 2018, il titolo giunge infine su GOG mostrando con forza al pubblico tutto quel che può offrire. Anche noi di Kingdomgame ci siamo tuffati in questa nuova avventura e oggi, dopo essercela gustata nella sua interezza, siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio finale a riguardo.

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Un regno in pericolo

Narrativamente parlando, Thronebreaker: The Witcher Tales è cronologicamente posto alcuni anni prima rispetto agli eventi vissuti durante la trilogia di The Witcher che tutti conosciamo. Questa volta, infatti, ci ritroveremo a impersonare i panni di Meve, regina di Rivia e Lyvia, nel corso della seconda guerra con Nilfgaard, una dura lotta dove i cittadini sono i primi a dover pagare le conseguenze di scontri così sanguinosi, tra città in fiamme e figli innocenti uccisi. Inutile girarci troppo attorno, l’avventura targata CD Projekt è riuscita nuovamente a sorprendere grazie all’incredibile livello qualitativo che la caratterizza, lì dove ogni singolo aspetto dell’intreccio scenico è stato curato fin nei più piccoli dettagli.

Man mano che giocheremo, dovremo prendere numerose scelte morali che delineeranno l’indole della nostra protagonista.

Nel corso della guerra che dovremo affrontare, avremo modo di essere messi al cospetto di una miriade di personaggi più o meno di sfondo ma sempre ben caratterizzati e capaci di conquistare il giocatore di turno, molti dei quali sono tra l’altro ripresi direttamente dal vasto universo di The Witcher con cui è possibile entrare in contatto leggendone i libri. Non da meno è il proseguo degli eventi, che nel corso delle quasi 30 ore necessarie per giungere ai titoli di coda ha saputo offrire un continuo di grandi momenti, tra colpi di scena ed epiche battaglie da vivere con il cuore in gola. Intrighi politici e tattiche militari vanno così presentandosi in rapida sequenza senza dare un singolo istante di respiro, con l’utente che si ritroverà avvinghiato a un’esperienza indimenticabile in cui vi sarà il sincero desiderio di scoprire come l’intera vicenda narrata andrà chiudendosi.

Ludicamente parlando, Thronebreaker: The Witcher Tales presenta due anime ben distinte che vanno fondendosi perfettamente. Di base, ci ritroveremo all’interno di diverse mappe dalle generose dimensioni in cui potremo muoverci liberamente per raggiungere il nostro prossimo obiettivo. Al contempo, però, non mancheranno numerosi collezionabili da trovare, missioni secondarie da completare o, ancora, risorse da ottenere. Proprio come da prassi per ogni titoli targato CD Projekt che si rispetti, non mancheranno poi una miriade di decisioni morali capaci di rispecchiare perfettamente la crudezza di un mondo in guerra dove difficilmente sarà possibile compiere scelte pienamente giustificate. Nelle molteplici situazioni in cui verrete messi nella condizione di dare un giudizio, sarete sempre afflitti da dubbi più o meno opprimenti che identificheranno la vostra vera indole. Il fine giustifica davvero i mezzi o alle volte i compromessi sono così mostruosi da non poter essere accettati?

Guerra a colpi di carte

Come detto poco sopra, nel mentre che vi muoverete per le diverse ambientazioni a vostra disposizione, potreste trovare risorse utili per i vostri fini. Legno, denaro e reclute rappresentano fattori da dover tenere sempre sott’occhio, non solo perché saranno necessari per compiere determinate azioni all’interno del mondo di gioco, bensì poiché si riveleranno ben presto essenziali per potersi potenziare. Ogni qualvolta che lo riterremo opportuno, infatti, potremo accamparci per visualizzare e gestire il nostro esercito e per parlare con i nostri compagni in modo tale da poterli conoscere più approfonditamente e per entrare maggiormente in sintonia con gli stessi.

Gli scontri a suon di carte riescono sempre a rivelarsi divertenti e ben diversificati.

L’accampamento potrà però essere anche potenziato – previo utilizzo di risorse raccolte – per ottenere nuove carte da utilizzare in battaglia, senza contare alcuni interessanti bonus sfruttabili nel mentre che giocherete. Ovviamente, potrete poi andare a toccar con mano anche il vostro mazzo di carte – rappresentante l’esercito ai vostri ordini – per definire meglio tattiche e strategie da utilizzare sul campo di battaglia, magari decidendo se puntare di più sull’attacco o sulla difesa. Invero, nel corso della nostra partita non abbiamo sentito praticamente mai il bisogno di andare a modificare pesantemente le carte in nostro possesso, una caratteristica che ha in un certo qual modo penalizzato il senso di personalizzazione che l’avventura cerca più volte d’esprimere, com’è ovvio che sia per un’opera che si basa sul Gwent. Dopotutto, a cosa serve modificare il proprio mazzo se quello in nostro possesso è già più che sufficiente per affrontare ogni tipo di pericolo?

Dialoghi caratterizzati da uno stile assai vicino alle visual-novel fusi a sezioni narrate quasi come se si stesse leggendo un libro lasciano poi ovviamente il posto a una miriade di combattimenti in cui darsele di santa ragione a suon di carte. In primis, è importante specificare che Thronebreaker: The Witcher Tales offre al giocatore ben tre diverse variazioni rispetto alla struttura classica del Gwent che tutti conosciamo, tipologie ludiche che saranno determinate dalla missione affrontata. Ecco quindi giungere gli scontri più classici al meglio di tre round, lì dove di mano in mano dovremo cercare di posizionare sempre più carte la cui forza andrà poi sommata. Quando le carte a disposizione saranno terminate, il giocatore con il valore più alto avrà vinto il match. A questi, faranno poi seguito battaglie più brevi e caratterizzate da un solo round in cui dovremo anche vedercela con regole speciali che andranno ad alterare pesantemente il nostro mazzo.

Infine, potremmo incappare in dei peculiari scontri dove ci verranno assegnate solo specifiche carte da dover utilizzare in un ordine preciso, con il giocatore di turno che si ritroverà innanzi al compito di doverne studiare attentamente caratteristiche, bonus ed effetti passivi. Il risultato si rivela indubbiamente riuscito e offre un’esperienza sempre ben variegata, nonostante i centinaia di scontri che vi ritroverete a dover affrontare. CD Projekt ha poi compiuto un ottimo lavoro di differenziazione tra le carte nemiche, con avversarsi dai mazzi sempre diversi e che, conseguentemente, richiederanno approcci continuamente differenziati.

Tecnicamente parlando, Thronebreaker: The Witcher Tales si caratterizza per uno splendido stile artistico dal look generale quasi cartoonesco che offre un incredibile contrasto con l’oscuro mood che caratterizza l’intera opera. Effetti particellari ben riusciti, texture d’ottima qualità e conta poligonale di ogni oggetto visibile più che soddisfacente chiudono il cerchio di un’opera visivamente squisita e sempre ancorata ai 60 frame per secondo. Non da meno si è poi rivelato il comparto audio, con una colonna sonora di grande impatto accompagnata da un doppiaggio italiano di gran qualità.

I pro

  • Componente narrativa assai longeva e di gran livello
  • Ludicamente ricco e variegato, con alcune idee di fondo particolarmente azzeccate
  • Lavoro audiovisivo d'ottimo impatto

I Contro

  • La personalizzazione del proprio mazzo è una componente che risulta alquanto superficiale
 

Voto Globale 9

A conti fatti, Thronebreakers: The Witcher Tales si è rivelato essere un prodotto indubbiamente riuscito. I ragazzi di CD Projekt sono stati in grado di andare a creare un’esperienza fortemente legata alle caratteristiche ludiche proprie del Gwent ma comunque capace di mostrare una sua forte identità di fondo. Combattimenti variegati dove ogni singola mano potrebbe determinare vittorie e sconfitte vanno combinandosi a una struttura da gioco di ruolo funzionale e divertente dove il giocatore potrà facilmente perdersi per decine d’ore di sano divertimento videoludico. A tutto questo bisogna poi aggiungere una componente narrativa di spessore e pregna di grandi momenti capaci d’intrigare l’utente di turno, il quale non potrà che rimanere avvinghiato ai suoi personaggi, tutti ben caratterizzati e sprigionanti carisma da ogni pixel. Non da meno si è rivelato essere il comparto audiovisivo, con uno stile artistico di grande spessore che fa giocoforza su una colonna sonora d'impatto e su un doppiaggio italiano di gran livello.
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