Dopo Lords of the Fallen, i ragazzi di Deck 13 ritentano la via del successo. Questa volta saranno stati all'altezza delle aspettative?
Nel corso delle ultime due generazioni videoludiche si è potuto assistere ad un lento ma inesorabile declino del fattore “difficoltà” all’interno del nostro amato medium. Tra tutorial interminabili, una complessità in termini di gameplay ormai quasi totalmente assente e varie situazioni in-game dove si viene presi letteralmente per mano, scortati di missione in missione verso una lunga sequela di corridoi in cui massacrare inesorabilmente i vostri nemici, il videogiocatore medio si è rapidamente abituato ad una struttura ludica tristemente incapace di offrire una vera e propria sfida che sappia mettere alla prova le proprie capacità, pad alla mano.
Quando però From Software decise di uscire totalmente dagli schemi ormai affermatisi realizzando una nuova IP incentrata specificatamente sul complicare il quanto più possibile la vita dell’utente di turno, costretto a doversi confrontare con un lunga sequela di Game-Over in rapida successione dovuti ad un picco di difficoltà oramai più unico che raro, il pubblico non solo accettò la sfida che gli si parò davanti con gran piacere, ma riuscì a trasformare la neonata serie Souls in un acclamato successo commerciale. I risultati ottenuti con il brand ebbero un forte effetto sull’industria, con la nascita – o rinascita – di un genere videoludico che, per l’occasione, venne rinominato Souls-Like.
The Surge è proprio uno di questi titoli, un’opera sviluppata con in mente la chiara intenzione di dar vita ad una creatura in grado di mettere in seria difficoltà anche il videogiocatore più esperto, una sfida capace di conquistare il cuore di tutti coloro che, dopo Dark Souls 3, sentirono di non averne ancora abbastanza. Dopo un Lords of the Fallen in parte fallimentare ed incapace di soddisfare critica e pubblico, i ragazzi di Deck 13 saranno stati all’altezza delle aspettative createsi intorno alla loro opera, oppure avranno finito con il ripetere gli errori del passato? Con più di 50 ore all’attivo sulla versione Xbox One del titolo, siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio su questo nuovo souls like.
Quella di The Surge è indubbiamente una premessa narrativa che colpisce fin da subito il videogiocatore, il quale si ritroverà nei suoi primi minuti in-game a controllare un uomo ormai indifeso, incapacitato da un incidente non meglio identificato e costretto su di una sedia a rotelle tutt’altro che maneggevole. Costretto ad una vita indesiderata, il nostro alter-ego digitale deciderà quindi d’imbarcarsi in un importante viaggio lavorativo con la CREO Industries, azienda di ricerca multimiliardaria improntata allo sviluppo di tecnologie dal gusto fortemente futuristico e specificatamente finalizzate alla salvaguardia di una specie umana ormai ridotta allo stremo su di un pianeta in cui le risorse offerte sono state estratte con fin troppa avidità.
Convinti a partecipare a questo prestigioso progetto con la promessa di poter tornare a camminare, accettiamo di buon grado il nostro nuovo ruolo solo per poi scoprire ben presto che qualcosa dev’essere andato terribilmente storto. Dopo una breve cutscene, ci risveglieremo infatti in una località a noi sconosciuta, braccati da cadaveri ambulanti protetti da potenti esoscheletri e creature robotiche estremamente pericolose. Il nostro compito sarà quindi quello di fuggire il quanto più velocemente possibile da un simile Inferno tentando, al contempo, di comprendere quali oscuri segreti siano celati tra le fredde mura in cemento innalzate dalla CREO Industries.
L’incipit che fa da sfondo alle vicende narrate risulta essere indubbiamente intrigante, capace di conquistare fin da subito l’attenzione dell’utente di turno con un turbinio d’interessanti quesiti che andranno a svilupparsi lentamente attraverso il recupero di log-audio sparsi per la mappa e brevi conversazioni a scelta multipla che però non avranno alcuna ripercussione sulle vicende che si andranno ad affrontare; ciò detto, è quindi un vero peccato dover constatare che la componente narrativa di The Surge sia uno degli aspetti meno riusciti dell’intera opera. Partendo da premesse tutt’altro che scontate, il titolo finisce infatti ben presto con il perdersi in un bicchier d’acqua, di fatto offrendo un’avventura che, narrativamente parlando, non convince per nulla.
Tra personaggi privi di carattere, cliché tutt’altro che entusiasmanti e colpi di scena praticamente assenti, si finisce ben presto con il perdere totalmente il proprio interesse nei confronti di quanto avviene su schermo. Lo stesso spunto di partenza, incentrato sulla possibilità di tornare a camminare dopo aver passato un’intera vita in quella tomba rappresentata dalla nostra sedia a rotelle, passa velocemente in secondo piano, con il nostro alter-ego digitale che si ritroverà ad assumere i panni del Rambo di turno tutto muscoli e ben poco cervello in maniera esageratamente affrettata. Il peggio, però, è che anche la lore con cui avremo modo di entrare in contatto nel corso delle nostre scorribande ci lascerà totalmente indifferenti, tra racconti di ex-membri della CREO dall’invidiabile potere soporifero ed informazioni sulla recente storia della compagnia prive di qualsivoglia nozione realmente rilevante; se insomma speravate che il tocco sci-fi donato all’opera avrebbe permesso agli sviluppatori di creare un racconto entusiasmante e sfaccettato, preparatevi a rimanere violentemente delusi.
Come detto poco sopra, The Surge attinge a piene mani dal tanto recente quanto fiorente genere dei Souls-Like, dimostrando di possederne tutte le peculiari caratteristiche. Già dopo pochi minuti, infatti, vi ritroverete a muovervi tra corridoi, arene dalle dimensioni più o meno generose, nemici nascosti in ogni angolo e safe-zone in cui riprendere fiato, magari spendendo anche gli scarti elettronici raccolti dai corpi dei malcapitati nemici che avranno deciso di affrontarvi, rappresentanti il materiale necessario per poter aumentare il proprio livello energetico. Ogni tanto capiterà inoltre d’incontrare porte bloccate che potranno essere superate solo dopo un sovraccarico dei sistemi elettrici dei meccanismi di chiusura, la cui complessità sarà determinata proprio dalla vostra condizione energetica; più salirete di livello, insomma, maggiori saranno i luoghi a cui potrete accedere.
Le ambientazioni che potrete esplorare, divise in macro-aree non troppo vaste collegate tra loro tramite una monorotaia da dover utilizzare per poter avanzare nell’avventura, nasconderanno una lunga serie di scorciatoie utili per tornare alla safe-zone, così da poter spendere i punti accumulati e migliorare le proprie abilità in vista di possibili scontri dall’elevata difficoltà o, nel caso in cui non sappiate ancora come meglio sfruttarli, per immagazzinarli così da tenerli al sicuro. Rimarcando la struttura ludica dei Souls, il sopraggiungere del Game-Over porterà infatti alla perdita di tutti i materiali raccolti che vi stavate portando dietro fino a quel momento, con la possibilità di poterli poi recuperare entro un tempo limite.
In termini di personalizzazione del vostro alter-ego digitale, i ragazzi di Deck 13 hanno voluto offrire alla propria utenza un vasto catalogo di opzioni e possibilità. Dopo i primi minuti di gioco, scopriremo infatti che l’esoscheletro indossato dal protagonista potrà essere migliorato sotto numerosi aspetti grazie all’utilizzo di medbay e centri di assemblaggio, entrambi presenti all’interno delle diverse safe-zone che incontrerete lungo il vostro cammino; le prime ci offriranno l’opportunità di aumentare di livello, di fatto andando ad arricchire la disponibilità energetica del nostro esoscheletro, utilizzabile per ottenere una lunga e differenziata quantità di moduli in grado d’offrirci utili bonus attivi e passivi, mentre le seconde saranno dedite alla costruzione e al potenziamento della nostra rassicurante armatura d’acciaio.
Andando più nello specifico, The Surge mette in mostra un peculiare sistema di crafting capace di lasciare piacevolmente sorpresi; per poter ottenere nuovi pezzi d’armatura, infatti, sarà prima necessario recuperarli dai cadaveri nemici sfruttando un peculiare combat-system che vi metterà nella situazione di poter decidere su quale arto nemico concentrarci, tra gambe, braccia, torso e testa per gli avversari umanoidi, ed estensioni metalliche di varia natura per quelli robotici. Puntando i vostri attacchi verso lo stesso specifico punto, avrete l’occasione di concludere lo scontro con una violenta animazione finale capace di venire a noia molto presto – ma fortunatamente disabilitabile dalle opzioni – che reciderà di netto l’arto nemico su cui vi sarete accaniti, dandovi così l’opportunità di raccogliere oggetti di primaria importanza per sviluppare e migliorare nuovi pezzi d’armatura.
Il titolo offre infatti numerosi set d’esoscheletri costruibili e migliorabili fino ad un massimo di quattro livelli, ma nulla vieta al videogiocatore di costruire il proprio equipaggiamento facendo giocoforza su versatilità e dinamicità, magari andando a mescolare tra loro i pezzi di più armature. Fin dai primi istanti di gioco, risulterà evidente come il grinding sia una pratica ricorrente all’interno dell’economia di gioco ed il rischio che il tutto venga a noia dopo una ventina d’ore è concreto, ma al contempo non si può nascondere che il sistema di gioco sviluppato da Deck 13 funziona egregiamente e riesce a restituire un forte tasso di sfida che riuscirà a mettere in difficoltà anche l’utente più temerario. Volendoci concentrare invece sul sistema di combattimento nudo e crudo che il titolo offre, potremmo facilmente riassumere il tutto in una rivisitazione di quanto visto in Lords of the Fallen, con un protagonista dai movimenti ben più veloci rispetto a quanto di solito abituati.
Nonostante gli ingombranti esoscheletri che indosseremo avranno ovviamente un impatto nei confronti della nostra libertà di movimento e sulla quantità di stamina consumata per singola azione, saranno invero le tante armi utilizzabili a rappresentare il fantomatico ago sulla bilancia capace di decretare lo stile di gioco che finiremo con l’adottare. Tra armi leggere, bilanciate e pesanti, toccherà infatti al videogiocatore l’arduo compito di scegliere quale sia quella più consona ai suoi gusti, valutando con attenzione tra attacchi lenti ma devastanti o implacabili affondi in rapida successione decisamente meno pericolosi. A tutto questo bisogna poi aggiungere la parata, che se eseguita con il giusto tempismo vi farà ottenere un tanto, quanto breve vitale vantaggio, ed una schivata estremamente rapida, utile per allontanarvi di qualche metro da una morte certa.
Il tutto si concretizza in una veloce e frenetica danza di colpi, parate e schivate che vanno alternate con oculatezza a seconda dell’avversario che ci si parerà davanti, ognuno con le sue debolezze ed i suoi punti di forza, in particolar modo con i boss che, seppur dal design piuttosto anonimo, sapranno offrire sfide appaganti. Sfortunatamente, però, una telecamera deficitaria in molte situazioni, spazi chiusi in primis, ed un sistema di controllo non sempre perfettamente reattivo, grave carenza per un titolo in cui anche il più piccolo errore lo si paga a suon di Game-Over, vanno a penalizzare con prepotenza un combat-system altrimenti ottimo e che, al contrario, si deve accontentare di essere solo gradevole e nulla più.
Da un punto di vista puramente tecnico, The Surge vive di alti e bassi. Se da una parte il titolo riesce ad offrire giochi di luci ed ombre convincenti, una buona conta poligonale, texture sufficientemente dettagliate ed animazioni di soddisfacente qualità, dall’altro lato inficiano sul risultato finale un character-design di boss e nemici che non riesce mai a spiccare il volo, con modelli fin troppo similari tra loro e ben poco emozionanti sul lato artistico, e soprattutto una realizzazione ambientale totalmente priva di carisma.
Gli sviluppatori non si sono infatti dimostrati capaci di sfruttare adeguatamente le opportunità che un universo sci-fi avrebbe potuto offrire, di fatto andando a realizzare mappe povere di carattere e ben poco piacevoli da esplorare, dimostrandosi spesso fin troppo similari tra loro e finendo con il confondere il videogiocatore che, spesso e volentieri, si ritroverà a girare in tondo in un infinito labirinto di confusionari corridoi capaci di mettere in mostra il terribile level-design che riesce nel malaugurato compito di rendere estremamente tediosa l’intera fase esplorativa, con scenari spogli di qualsivoglia guizzo creativo. Di buona qualità si è invece rivelato essere il doppiaggio inglese con sottotitoli in italiano, così come la lunga serie di suoni ambientali che ci perseguiteranno nel corso di tutto il nostro viaggio; di contro, però, la colonna sonora non si è rivelata capace di accompagnarci con la giusta enfasi di scontro in scontro a causa di tracce audio piuttosto anonime e poco ispirate.
The Surge rappresenta purtroppo l’ennesimo tentativo fallito di dar forma ad un’opera capace di rivaleggiare ad armi pari con quel mostro sacro che risponde al nome di Dark Souls. Se da una parte gli sviluppatori sono infatti riusciti a realizzare un sistema di combattimento indubbiamente divertente, unito ad una gestione e personalizzazione del proprio equipaggiamento di buon livello, dall'altro lato ci si è dovuti scontrare con un’intrigante premessa narrativa terribilmente sfruttata ed una totale mancanza di carisma sul lato ambientazioni, tutte fin troppo similari tra loro e ben poco interessanti da esplorare. Ogni tanto The Surge tenta anche di sorprendere, magari con l’arrivo di qualche – raro – boss di fine mappa in grado di mettere il giocatore di turno nella spinosa situazione di dover calcolare con attenzione ogni più piccola mossa, ma purtroppo ciò non basta a relegare in secondo piano i fin troppi problemi che il gioco si porta dietro, tra una gestione della telecamera deficitaria negli spazi chiusi ed un impreciso sistema di controllo del personaggio che fin troppo spesso ci farà sentire nella fastidiosa situazione di non avere il totale controllo sul nostro alter-ego digitale. Se siete fan spassionati di Souls-Like, The Surge merita una possibilità, magari ad un prezzo più allettante, ma se al contrario siete in cerca di un’opera effettivamente capace di mettere in ombra anche la creatura targata From Software, allora fareste bene a cercare da qualche altra parte.