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Recensione

The Long Journey Home – Recensione, monotonia spaziale!

Daedalic Entertainment tenta il colpaccio con un roguelike desideroso di farsi valere di fronte al grande pubblico.

The Long Journey Home rientra all’interno di quell’interminabile lista di titoli indipendenti desiderosi di farsi conoscere al grande pubblico, seppur mediamente incapacitati da un lancio arrivato piuttosto in sordina.

Nonostante ciò, però, la nuova creatura di Daedalic Entertainment è comunque riuscita a guadagnarsi l’interesse di una cospicua fetta di pubblico proprio grazie alla dedizione più volte mostrata dal team di sviluppo, il quale si è dimostrato intenzionato a realizzare un prodotto in grado di regalare un’esperienza unica e differenziata per ogni singolo giocatore, un’indimenticabile avventura capace di tenere la propria utenza incollata allo schermo per decine e decine d’ore. Quello che gli sviluppatori si sono posti era un obiettivo tutt’altro che facilmente concretizzabile, in un certo senso addirittura pericoloso se si tiene conto che nel corso degli ultimi anni molti altri team emergenti hanno tentato di porsi la stessa meta finendo però con il mancarla irrimediabilmente, basti pensare all’ancora bruciante caso No Man’s Sky. Il tutto è quindi stato preso da critica ed utenza con un misto di eccitamento e diffidenza generale, in attesa che l’opera finale venisse completata così da poterne dare un giudizio effettivamente completo. I ragazzi di Daedalic Entertainment saranno riusciti ad adempiere alle proprie promesse con The Long Journey Home? Scopriamolo insieme.

Spazio, ultima frontiera!

L’umanità è nel pieno del più florido sviluppo scientifico e tecnologico mai neanche lontanamente auspicato. Possibilità un tempo oggetto di sole supposizioni sono ora concretamente a portata di mano e la specie umana è riuscita nell’arduo compito di esplorare e colonizzare l’intero Sistema Solare. Le opportunità dipanatesi davanti al nostro sguardo sono però ancora infinite ed infatti ecco che ci si pone subito una nuova meta, scoprire cosa vi sia oltre le stelle finora conosciute. Ben presto viene quindi data alla luce la prima nave spaziale capace di eseguire un salto nell’iperspazio, il primo in assoluto; viene selezionato l’equipaggio ideale, si effettua un veloce rifornimento su Marte ed eccoci già pronti a scrivere la storia. Qualcosa, però, va irrimediabilmente storto, e dopo essere partiti verso l’ignoto la nostra nave rimane inspiegabilmente coinvolta in un grave incidente che ne compromette il pieno funzionamento. Totalmente fuori rotta ed immersi nell’oscurità più totale, notiamo che il nostro radar sembrerebbe aver captato un segnale a noi sconosciuto, forse l’unico punto di riferimento che ci permetterà di tornare a casa.

The Long Journey Home - Utilizzare sapientemente l'equipaggio sarà essenziale per sopravvivere

Questo è il breve ma interessante incipit narrativo di The Long Journey Home che darà vita alla nostra avventura, una storia invero non molto riuscita e rappresentante solo un contorno occasionale all’interno dell’esperienza ludica, sofferente a causa di poche e confusionarie informazioni in nostro possesso che approfondiranno ben poco delle vicende che andremo ad affrontare. Il giocatore si sentirà infatti quasi immediatamente in balia degli eventi che si susseguiranno uno dietro l’altro in rapida sequenza senza soluzione di continuità, finendo ben presto con il non chiedersi neanche più il perché di determinati avvenimenti; tra razze aliene più o meno desiderose di contattarci, oscure tecnologie recuperate nello spazio profondo e pianeti da esplorare, insomma, preparatevi ad adempire a numerosi compiti senza però comprendere appieno il perché vi siate cacciati in tutto ciò.

Un universo nelle vostre mani

Se narrativamente parlando il titolo è tutt’altro che esaltante, risulta invece palese come gli sviluppatori abbiano tentato di spingere l’acceleratore sulla componente più prettamente ludica della loro opera. The Long Journey Home è stato concepito come roguelike e, in quanto tale, poggia la sua intera esperienza su due specifiche peculiarità. Da una parte abbiamo una mappa stellare sviluppata proceduralmente mentre, dall’altro lato, troviamo una totale libertà d’azione lasciata al videogiocatore. Dopo aver selezionato sia i quattro membri del vostro equipaggio tra i dieci disponibili, ognuno con le proprie abilità e caratteristiche, che le due navi da dover poi utilizzare nel corso dei vostri viaggi, una per l’effettivo viaggio nello sconfinato spazio e l’altra adibita per l’esplorazione planetaria, avrete infatti carta bianca per quanto riguarda lo svolgimento della vostra avventura. Sarete voi a scegliere dove andare, in quali pianeti atterrare e con quali razze entrare in contatto, con conseguente scoperta di segreti e possibilità sempre nuove, mentre inaspettate strade intraprendibili si apriranno o chiuderanno davanti ai vostri occhi a seconda delle azioni compiute.

The Long Journey Home - Ogni spostamento della nave andrà attentamente calcolato

Il vostro obiettivo, nel corso di tutta l’esperienza, sarà quello di tornare sul vostro amato pianeta e, se da una parte, la componente procedurale riesce ad offrire un’esperienza sempre diversificata da giocatore a giocatore, dall’altro lato mette in evidenza come la difficoltà del vostro viaggio sia completamente lasciata al caso. A seconda che siate più o meno fortunati, potreste infatti ritrovarvi con un equipaggio perfettamente adatto a compiere le missioni che vi verranno offerte o totalmente incapace di gestire le situazioni da dover affrontare, così come potreste ritrovarvi fin da subito sia con nuove razze aliene interessate al dialogo e allo scambio, che con specie sconosciute unicamente desiderose di farvi a brandelli. Addirittura la scelta della propria nave avrà pesanti ripercussione in-game; a seconda della navicella da voi scelta tra quelle proposte, invero parecchio limitate in termini d’opzioni offerte, potrete ritrovarvi con enormi navi-cargo adibite a contenere vaste quantità di materie prime da poter poi riutilizzare o, ancora, con veloci astronavi capaci di eseguire salti nell’iperspazio estremamente ampi. Solo quando avrete cominciato a giocare, però, scoprirete se le vostre decisioni siano state più o meno ricompensate. Il risultato finale è un confuso calderone di aspetti totalmente affidati alla casualità che potrebbero garantirvi un viaggio generalmente tranquillo, o quantomeno gestibile, al netto di altrettante situazioni in cui andrete a vivere dei veri e propri incubi ad occhi aperti; in tal senso, potreste addirittura ritrovarvi a dover abbandonare una partita appena iniziata poiché troppo ostica e punitivaThe Long Journey Home è quindi un videogame davvero punitivo!

È però doveroso precisare che Daedalic Entertainment ha tentato di risolvere il tutto in maniera quantomeno interessante. Ogni qualvolta che darete inizio ad una nuova partita, il titolo vi chiederà infatti d’inserire un codice a vostro piacimento che verrà legato in maniera indissolubile all’universo di gioco che verrà poi creato all’interno di quella stessa partita. Così facendo, avrete quindi la possibilità di ricominciare l’avventura quante volte vorrete ma ritrovandovi sempre all’interno dello stesso universo, con le stesse galassie, gli stessi pianeti e le stesse razze, una scelta interessante che se da una parte riesce nel suo compito di diminuire un livello di difficoltà a tratti esasperante, dall’altro lato finisce irrimediabilmente con il distruggere totalmente il desiderio d’esplorare l’ambiente di gioco.

La ripetitività di un’odissea

Se ancora non lo avete capito, A Long Journey Home è un titolo che saprà mettere a dura prova i vostri nervi. Soprattutto nel corso delle vostre prime partite vi ritroverete a veder morire il vostro equipaggio nei modi più disparati, incapaci di gestire le complicate situazioni che vi si pareranno davanti. Anche solo il sistema di movimento tra un pianeta e l’altro richiederà un poco di pratica, imponendovi sia di stabilire nuove rotte sfruttando la forza gravitazionale dei pianeti come frusta per risparmiare prezioso carburante, sia di calcolare attentamente la parabola di movimento necessaria per poter successivamente attraccare su di un nuovo corpo celeste. Fortunatamente, la presenza di un pilota automatico capace di aiutarvi ampiamente nelle fasi di spostamento semplifica un sistema di gioco su cui, comunque sia, già dopo qualche viaggio tra una stella e l’altra, avrete il pieno controllo, merito anche dei pochi tasti che andranno a comporre la vostra cabina di comando. Per poter però sopravvivere alle insidie di un cosmo a voi sconosciuto, avrete anche bisogno di raccogliere le risorse necessarie per poter mantenere in condizioni ottimali la vostra astronave.

The Long Journey Home - Preparatevi a numerosi incontri decisamente interessanti

Al fine di far ciò, ogni qualvolta che atterrerete su di un pianete, potrete inviare una sonda, da guidare manualmente su di una mappa 2D, per recuperare preziosissime materie prime da poter poi utilizzare nei momenti di massimo bisogno; dal carburante ai metalli più pregiati, dovrete sempre stare attenti alle quantità di risorse presenti nella vostra stiva, pena un inesorabile game-over. Anche in questo caso, vi servirà più di un tentativo per riuscire a padroneggiare il semplice sistema di controllo della sonda che, se da una parte poggia il suo intero funzionamento su quattro soli tasti, dall’altro lato vi metterà nella condizione di dover fare i conti con diverse gravità, temperature e calamità che complicheranno il tutto. Oltre a questo, nel corso del gioco entrerete anche in contatto con varie specie aliene più o meno bellicose con le quali potrete adottare approcci differenti; le opzioni di dialogo offerte da The Long Journey Home sono davvero numerose e vi permetteranno di giungere ad accordi o compromessi capaci di avere ripercussioni anche sulla lunga distanza, ma in taluni casi sarà lo scontro a rivelarsi inevitabile, con un tanto semplice quanto immediato sistema di combattimento da dover sapientemente padroneggiare per riportare a casa la pellaccia.

Ciò detto, è quindi un vero peccato dover ammettere che The Long Journey Home finisca con lo scontrarsi ben presto con un forte senso di monotonia che pervade l’intera esperienza di gioco. Dopo aver esplorato le prime galassie a vostra disposizione, vi accorgerete infatti di come le situazioni da affrontare, le razze aliene da incontrare ed i pianeti su cui atterrare cominceranno a ripetersi ciclicamente, portando nel videogiocatore un pericoloso senso di noia difficilmente sormontabile. Nel corso delle vostre spedizioni in giro per il cosmo, vi ritroverete inoltre sempre e solo a saltare di pianeta in pianeta per raccogliere le risorse necessarie così da poter raggiungere la galassia successiva, con giusto qualche occasionale evento parallelo che, però, spesso e volentieri avrete già avuto modo di affrontare in precedenza. Che sia il trasporto di materiali su di un determinato pianeta, la ricerca di un qualche criminale o la risposta ad una richiesta di soccorso, tutte le attività in cui potrete imbattervi si risolveranno sempre nello stesso modo, fattore che fa perdere non poco spessore ad un’opera altrimenti decisamente più interessante.

The Long Journey Home - La raccolta di materiali sarà essenziale per sopravvivere

Parlando in termini puramente tecnici, l’utilizzo del portentoso Unreal Engine 4 non ha comunque permesso a The Long Journey Home di brillare sotto il profilo grafico, in particolar modo a causa di una mappa stellare priva di dettagli ed effetti meritevoli di nota in cui passerete gran parte della vostra partita. Di buon livello risulta essere invece la qualità poligonale delle navicelle che potrete utilizzare e la diversificazione delle razze aliene, tutte ben distinguibili e arricchite d’interessanti dettagli, a cui fanno poi capolino una lunga serie di velivoli alieni decisamente appaganti alla vista. Di ottima fattura si è rivelata essere anche la colonna sonora, composta da tracce perfette per immergersi ancor di più nell’insidioso spazio che dovrete affrontare. Unica nota negativa riguarda di The Long Journey Home, purtroppo, la totale mancanza di qualsivoglia localizzazione italiana, un problema di non poco conto se si considerano le numerose situazioni in cui dovrete mettervi a leggere lunghi papiri di testo per interi minuti.

I pro

  • Elevata libertà d'approccio
  • Tante razze e navi aliene ben caratterizzate
  • La proceduralità degli universi rende il titolo potenzialmente infinito

I Contro

  • Narrativamente debole
  • Spesso snervante ed esageratamente punitivo
  • Il pericolo ripetitività sarà sempre dietro l’angolo
  • Graficamente sottotono
  • Mancata localizzazione in italiano

Voto Globale 6.5

Con The Long Journey Home, i ragazzi di Daedalic Entertainment sono riusciti a raggiungere il proprio obiettivo solo per metà. Se da una parte ci ritroviamo infatti con un titolo enorme e curato sotto diversi dettagli, capace di regalare un'esperienza unica ad ogni giocatore che vorrà imbarcarsi in tale viaggio, dall'altro lato è impossibile non costatare come le sorti di buona parte dell'esperienza in-game dipenda esclusivamente dalla casualità e, conseguente, dalla fortuna nel ritrovarvi ad avere l'equipaggio giusto al momento giusto; in caso contrario, preparatevi a dover sudare le proverbiali sette camicie in un'estenuante avventura dove ogni più piccola missione o incarico potrebbe facilmente portarvi all'esasperazione. Se oltre a questo aggiungiamo poi una componente narrativa a malapena accessoria, una ripetitività di fondo capace di colpire già dopo poche ore di gioco ed un livello tecnico tutt'altro che esaltante, ecco che si viene a delineare il quadro di un gioco consigliabile solo ai veri appassionati di roguelike e fantascienza, i quali potrebbero trovare in The Long Journey Home una piacevole distrazione per passare questo caldo periodo estivo.
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