Tornano i mattoncini, questa volta per salvare il mondo da Lord Business!
Sono passati solo quattro mesi dalla nostra recensione di Lego Marvel Super Heroes e proprio in quel occasione avevamo sottolineato come, alla lunga e fortunata serie dedicata ai mattoncini più famosi al mondo, servisse una pausa per lavarsi di dosso delle meccaniche ormai abusate. Veniamo immediatamente smentiti quando, in occasione dell’uscita al cinema di The Lego Movie, viene annunciato: The Lego Movie Videogame. TT Fusion ha sfornato quindi il videogioco di un film divertente e dissacrante in puro stile Lego, sarà lo stesso per la sua incarnazione videoludica o dovremo riscrivere le stesse criticità del loro precedente lavoro? Continuate a leggere, vi sorprenderete come ha sorpreso noi The Lego Movie Videogame.
La trama del gioco segue quella del film. Lord Business, magnate governatore dei mondi Lego, è intenzionato a rubare un’arma in grado di minacciare tutti gli universi a mattoncini: il Kragle. A difenderlo è un anziano di nome Vitruvius che però non può nulla contro la forza e la cattiveria di Lord Business. Ed è qui che veniamo a scoprire di una profezia che narra le gesta de “lo speciale”, questo troverà il Pezzo Forte, l’unico che potrà fermare il Kragle e sventare il terribile piano. A questo punto ci spostiamo per seguire quella che sembra una giornata come un’altra di un cittadino comune: Emmet.
Esso vive a Bricksburg una cittadina dove vige una sola regola: seguire le istruzioni. Questo comprende: salutare chiunque incontriamo, essere sempre felici e… seguire le istruzioni. Se alla prima sembra la città perfetta in cui vivere, il tutto sfocia negli ideali utopici di un uomo che abbiamo già avuto il modo di conoscere. Lord Business è ossessionato dall’ordine, per lui tutti i cittadini dovrebbero comporre un quadro perfetto. Il pennello per disegnarlo? Il Kragle. Se non avete avuto modo di vedere il film, vi lasciamo scoprire da voi come proseguono le vicende. Quello che è sicuro è che la trama funziona ed intrattiene fino alla fine. Elogiamo per questo motivo TT Games per la scelta di non scrivere una trama inedita ma di sfruttare quella del film, riempiendo i buchi di questo con i livelli giocabili.
Oltre alle meccaniche di gioco, nella recensione di Lego Marvel Super Heroes, ci eravamo lamentati della progressione. Limitata ai soliti puzzle intervallati dalle scazzottate. Proprio grazie al film, lo sviluppatore ha tradotto le caratteristiche dei protagonisti in gameplay. Mentre percorriamo la storia spostandoci nei mondi Lego, in alcune occasioni ci verrà chiesto di creare delle costruzioni magistrali. Vitruvius, Wyldstyle e molti altri sono dei “Mastri Costruttori” e hanno l’abilità di assemblare l’oggetto desiderato semplicemente distruggendo parti dello scenario e riutilizzandole per il loro scopo. Nel gioco facciamo ciò semplicemente selezionando i pezzi bordati di verde. Seppur elementare, riesce a rendere vario il titolo. Evidentemente TT Games ha accolto le lamentele dei precedenti capitoli ed ha cercato di spezzare la monotonia. Anche Emmet è un costruttore, ma ha bisogno delle istruzioni. Previo possesso di queste, possiamo costruire ciò di cui abbiamo bisogno per avanzare. Aggiungiamoci delle sequenze musicali dove dobbiamo premere i tasti giusti seguendo il ritmo della canzone “Everything it’s awesome” e ci troviamo davanti ad un episodio della serie Lego con una progressione più avvincente, meno noiosa, più varia e non frustrante. Sono stati infatti limati i controlli, ora più fluidi soprattutto per quanto riguarda i veicoli.
Il combat system è rimasto il medesimo, la maggior parte dei personaggi menano le mani alla pressione di un singolo tasto. Se premuto sfruttiamo alcune caratteristiche di questi, Emmet per esempio usa un martello pneumatico, non solo per stordire i nemici ma anche per risolvere puzzle ambientali. Barbacciaio lo possiamo comparare alle “maxi figure” di Lego Marvel Super Heroes, lento ma con attacchi unici e devastanti. Il roster è ben diverso da quello di un gioco dedicato completamente ai super eroi, per questo ne troviamo di meno iconici, più “umani”. I circa novanta personaggi li sblocchiamo in buona parte proseguendo nella storia principale, il resto dobbiamo guadagnarli trovando i soliti innumerevoli collezionabili. Niente più free roaming, e ne condividiamo la scelta, qui i quindici livelli che compongono le missioni principali sono preceduti dai “livello-centro”. Zone di piccole dimensioni dove svolgere missioni secondarie, trovare i segreti e rigiocare i capitoli già completati.
Come detto inizialmente, i livelli che vengono giocati fanno da “toppa” riempiendo gli spazi lasciati nel film con situazioni inedite. Finita una missione vengono mostrate le sequenze del film che completano il quadro complessivo. Non solo questo ha giovato al gameplay, ma anche alle stesse ambientazioni che offrono un level design più complesso rispetto ai corridoi lineari del precedente Lego. L’altro lato della medaglia è un aspetto visivo più semplice, con effetti visivi ridotti al minimo termine – non aspettatevi il picco estetico visto durante l’attraversamento del ponte arcobaleno di Asgard nel già citato Lego Marvel Super Heroes -. Questo viene giustificato dalla voglia di riprodurre la “semplicità” dei veri e propri mattoncini di plastica Lego, effetto perfettamente riuscito nella pellicola. L’audio è arricchito da linee di dialogo inedite doppiate dagli attori che hanno lavorato alla versione anglofona del film. Niente Pino Insegno quindi, ma possiamo goderci le comunque irriverenti battute grazie ai sottotitoli in italiano.
Siamo sorpresi. Visti i difetti storici della serie che avevamo riportato appena quattro mesi fa, non ci aspettavamo niente di diverso in questa occasione. Non speravamo di certo che la situazione venisse migliorata in questo capitolo. Dobbiamo ricrederci, The Lego Movie Videogame è un titolo che, finalmente, si leva di dosso la monotonia della progressione vista e rivista negli svariati giochi Lego usciti negli anni. È proprio il film ad aver giovato al gioco in tutti i suoi aspetti. Il suo lato positivo è allo stesso modo quello più critico. Se chi ha visto la pellicola ritroverà il tutto familiare gioendo anche dei suoi personaggi, coloro che non hanno avuto il modo di prendere posto di fronte al grande schermo non troveranno nessun motivo per apprezzare proprio i suoi protagonisti e le vicende narrate. Per questo, vi consigliamo il lavoro di TT Fusion solo se vi siete goduti l’avventura di Emmet al cinema, in caso contrario non avete motivo di prendere in mano il pad.