Uno dei titoli più importanti della storica saga di Zelda torna a farci visita nell'era Social di Miiverse
Esattamente come qualsiasi altro innovatore tecnologico, è possibile criticare Nintendo su moltissime scelte e aspetti, ma quando le sapienti mani dei “giovanotti” di Kyoto sfiorano una serie come The Legend of Zelda, beh… non ce n’è per nessuno. Basta anche una semplice “spolverata” ad un qualsiasi titolo della serie per dare il via ad una catena di eventi, al cui culmine si adagia un concentrato di emozioni quasi innaturale; questo fenomeno deterministico, se così vogliamo definirlo, si traduce in quelle sensazioni che scorrono impetuose nelle fantasie del videogiocatore, una volta avviato il software.
Un momento quasi magico, un’azione che assume per certi versi le fattezze di rito religioso. Vestire i panni dell’eletto è un atto di fede che spalanca le porte verso un regno che posa le sue fondamenta sulla narrazione in stile fantasy e un mondo che pare veritiero in ogni aspetto, se solo non fosse per il controller che teniamo in mano. Complice di queste emozioni è l’empatia che fin da subito si genera con gli abitanti del regno e quel mondo che senza scavare troppo in fondo, dimostra di possedere un’anima propria.
Si rischia di perdere la cognizione del tempo di fronte alle semplici, se pur ipnotiche, scene iniziali, accompagnate come di consueto dal ritmo quasi stregato di una colonna sonora che inebria i sensi e accarezza il cuore. Basta poco per innamorarsi del mondo incantato di Zelda, bisogna solo lasciarsi andare alle immagini che scorrono sullo schermo… il resto come si suol dire – vien da sé.
Tutto appare vivo nell’eterogeneo paesaggio di Hyrule. L’energia trasmessa – sia positiva, che negativa – dai luoghi di queste terre, va a formare un equilibrio perfetto e incantato. C’è molta filosofia in Zelda, ma anche una spasmodica ricerca nel riuscire ad esprimere in maniera estremamente semplice, un concetto molto più profondo e complesso di quel che traspare in video. I riferimenti all’equilibrio che vige in natura non sono pochi, così come quelli trattati nelle discipline tipicamente orientali. Non è neanche escluso che sia il solo a vederne, sia chiaro!
Mi è capitato di osservare per diversi minuti la corrente d’acqua del fiumiciattolo che passa a Tauro. Farfalle, rane, pesci, un gattino, qualche gallina… immedesimazione a tutto tondo, espressa con semplicità.
Sono i piccoli dettagli a fare la differenza, ma sempre più spesso sono proprio questi a mancare o ad essere ignorati a causa di una concentrazione maggiore su altri aspetti. A distanza di 10 anni circa, complice – forse – la maggior consapevolezza interiore, è stato interessante perdere del tempo ad osservare queste piccolezze scarsamente utili al fine ultimo di un videogioco.
Eppure ci sono; sono li e ci accompagnano per il lungo viaggio che intraprenderemo con The Legend of Zelda: Twlighit Princess HD, una riedizione del titolo che ha salutato l’era Gamecube, e che dopo The Legend of Zelda: The Wind Waker HD, non poteva mancare su Wii U. La nostra mente si accorge di questi dettagli e sono proprio questi a lasciarci quel sorriso in più, bello stampato sul viso, una volta portata a termine l’avventura principale.
Qui una chiacchierata con una villeggiante spaventata dal non ritorno a casa del suo gattino, qui un’altra parola scambiata con uno di quei strani Goron, quelle creature che rappresentano la ragione della forza in natura. Qui invece, le dure parole con conseguenti azioni di chi vuole con forza ritagliarsi spazio in questa calma apparente e assumere un posto di rilievo in cima al mondo: l’arroganza che si trasforma in cattiveria, perfidia, ma che in fondo… dimostra solo grande fragilità emotiva e squilibrio interiore: si, il classico cattivone di turno per capirci meglio.
Alla lucentezza e ai vividi colori della luce, si affaccia anche il chiarore del crepuscolo, quel fenomeno che proietta stranamente Link nel corpo di un lupo. Sarà questo a mostrare un’altra verità: quella nascosta dall’incarnazione del corpo umano, quello stato in cui la mente è soggiogata da rigidi schemi, preconcetti e dove i sensi risultano appannati rispetto a quelli puri e istintivi degli animali. E’ con questa trasformazione che il nostro eroe si accorgerà ben presto dell’influenza che il crepuscolo ha sulla luce, osservando così un mondo quasi capovolto, che mette i brividi e che in questo specifico caso, rappresenta anche il male da contrastare.
Link, l’eroe prescelto, avrà proprio il compito di fermare l’avanzamento di questa velata oscurità, rapportandosi con quello che più facilmente rappresenta lo Yin e Yang; due forze che si reggono in equilibrio proprio perché opposte.
Si parte così, quasi per caso per certi versi, all’avventura. Sarà un lungo cammino quello richiesto per riunire i pezzi di un puzzle che nelle prime ore di gioco potrebbe anche apparire scombinato e poco sensato, complice anche un tutorial non perfettamente incastrato nella trama.
Superata la prima fase però, il nostro Link (noi) maturerà consapevolezza ed esperienza tale, da portarlo a vestire i panni del vero paladino, facendosi largo fra enigmi risolvibili con astuzia e prontezza di riflessi. Ogni zona della mappa ci porterà a conoscere nuove possibilità del gameplay e stringere nuovi rapporti utili ad arricchire i contenuti di gioco; ogni labirinto ci porterà alla resa dei conti con una malvagia creatura ed in caso di vittoria, a nuovi elementi utili al proseguimento del cammino dell’eroe.
I titoli odierni possono vantare mappe di gioco assai più grandi e complesse, ma nel 2006 quando uscì The Legend of Zelda: Twilight Princess per Gamecube e Wii, non c’era poi molto di così convincente, soprattutto in virtù delle capacità tecniche di queste piattaforme. E’ quindi ancor più piacevole riscoprire, oggi, quanto lavoro sia originariamente stato fatto e quanto tempo sia stato speso nel curare un titolo che, nonostante alcune imperfezioni, è in grado di emozionare e catturare prepotentemente l’attenzione.
Nel rigiocare questo capitolo di Zelda si notano alcune forzature nello sviluppo dell’avventura, nate senza ombra di dubbio dalla rigidità di un gameplay fin troppo standardizzato e forse pensato per poter essere facilmente digerito dagli estimatori della serie; anche il repentino scontro con sua maestà Ocarina of Time deve aver giocato un ruolo importante, essendo ancora oggi il titolo con maggior feeling, innovazione e influenza della serie.
Discorrere sui tecnicismi risulta senza ombra di dubbio superfluo, essendo una riedizione in HD nata per poter essere gustata al meglio sulle TV odierne. Ad ogni modo oltre alle texture in alta definizione, il polycount e gli effetti visivi non sembrano aver subito variazioni di sorta e seppur possa sembrare un semplice modo di far cassa, Twilight Princess ha diversi assi nella manica da non sottovalutare, come ad esempio l’enorme longevità della quest principale.
E’ invece plausibile spendere alcune parole sulle aggiunte e l’utilizzo di quelle caratteristiche che rendono unica Wii U rispetto alla concorrenza. Qui possiamo trovare la possibilità di scelta del controller che va dal GamePad al Pro Controller, la possibilità di selezionare una modalità ben più difficile rispetto a quella standard, la quale contempla una minor disponibilità di cuori energetici e una maggiore difficoltà ad abbattere i nemici, che risulteranno anche più incisivi con i loro attacchi. A queste, sono state aggiunte alcune caratteristiche utili a facilitare alcune sub-quest, probabilmente per venire incontro ai videogiocatori con meno tempo a disposizione, o alla frustrazione derivata dalla ricerca di alcuni items secondari. Immancabile la modalità off-tv, forse la caratteristica più utilizzata e apprezzata in questa prova, e dei timbri ben nascosti da utilizzare con il sempreverde Miiverse durante l’inserimento di nuovi post.
Non per ultimo può essere citato il supporto agli amiibo, le “preziose” statuette Nintendo che abiliteranno alcune funzioni e mini giochi assolutamente non determinati alla fruizione del titolo. Per l’occasione è stata resa disponibile una statuetta esclusiva, inclusa nell’edizione da collezione, la quale ritrae Link in versione lupo cavalcato da Midna, co-protagonista o se preferite ‘aiutante’, tutta da scoprire e di cui preferisco non snocciolare dettagli.
Grande assente per chi ha apprezzato il gioco su Wii è la mancanza dell’utilizzo del Wii Remote e Nunchuk. Scelta giustificabile per l’innaturale effetto specchio che ha caratterizzato l’utilizzo delle periferiche di motion sensing, le quali imponevano lo spostamento della spada del protagonista dalla mano sinistra, a quella destra. I sensori integrati nel GamePad provano ad offrire delle migliorie in merito alla mira nell’utilizzo delle armi da lancio, rendendosi però scomodi e poco precisi in numerosissimi casi. Molto meglio la seconda leva analogica quindi, capace di offrire la giusta risposta anche nella gestione della telecamera.
Il “poco naturale” effetto specchio su Wii, supportato da Wiimote e Nunchuk, manca quasi con dispiacere in questa edizione
In questa generazione di videogiochi, dominata per diverso tempo da riedizioni di indubbia qualità, The Legend of Zelda: Twilight Princess HD merita un posto d'onore. Sono molte le sfumature apprezzabili nel titolo portato avanti con orgoglio dal Director Eiji Aonuma, malgrado l’assenza di perfezione tecnica e narrativa dell’opera. E’ un videogioco ufficialmente rilasciato nel 2006 su Gamecube The Legend of Zelda: Twlight Princess, riadattato poi con ottimi risultati su Wii. Un titolo dallo sviluppo travagliato che ha avuto il pesante onere di doversi confrontare con i suoi predecessori più vicini: Wind Waker e Ocarina of Time. Malgrado il gameplay sia il classico della serie, il dualismo che vede Link trasformarsi in un lupo offre interessanti spunti e diversificazione di quelle meccaniche di gioco che fin da troppo tempo, eravamo abituati a vedere.
Le aggiunte, per quanto di possibile interesse, non sono sufficienti a giustificarne l'acquisto; ciò che invece lo giustifica e anzi, obbliga i fan a rigiocarlo, è la possibilità di rivivere le emozioni di uno dei titoli migliori della serie, sulla TV in alta definizione. Twilight Princess si conferma ancora magnetico ed esaltante, un prodotto che non dovrebbe mancare nella ludoteca di un videogiocatore che si rispetti. Se graficamente pensate di trovarvi di fronte ad un titolo “vecchio”, potreste venir facilmente smentiti e apprezzare quelle piccole sfumature discusse in apertura di recensione.