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Recensione

The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D – Recensione

Quindici anni fa, vedeva la luce uno dei videogiochi più controversi e innovativi del tempo. Oggi, viene riproposto su Nintendo 3DS con alcune novità.

È passato del tempo da quando il giovane Link ha riportato ordine ad Hyrule. Salutata la Principessa Zelda, è venuto il momento di tener fede all’amicizia, mantenendo le promesse fatte poco prima di aver sconfitto l’ambizioso e perfido Ganondorf. Il nostro eroe del tempo salta in sella a Epona, il suo fido destriero, munito di spada, scudo e la preziosa Ocarina offertaci in dote nella precedente avventura. Tutto sembra tranquillo ed il fitto bosco è il luogo ideale per una passeggiata a cavallo. Ci sono due fate, ma nessuna delle due è Navi. Entrambe appaiono improvvisamente di fronte ad Epona e per lo spavento, questa ci scaraventa a terra, facendoci perdere momentaneamente i sensi.

“Ehy, aspetta, chi è quello strano individuo mascherato?” Link è inerte in terra e la losca figura, oltre a rubarci la preziosa Ocarina, salta in sella ad Epona per fuggire via. Dal momento in cui Link tenta di riprendere i sensi e cerca di fermare questo scellerato individuo, passa un attimo, ma il tentativo di fermarlo è vano e dovrà tentare il tutto per tutto, rincorrendolo in una grotta posta nel fitto bosco. Sono momenti tesi e la minima distrazione gioca un brutto scherzo al nostro eroe, il quale caduto in una buca profondissima a causa del buio, si trova proiettato in una sorta di dimensione alternativa.

Skull Kid, il nome del responsabile di tutto ciò, sfruttando i poteri della maschera che porta in volto, trasforma il nostro giovane eroe in un Deku, per poi fuggire altrove. Inizia così una nuova, ma vecchia avventura, la stessa che avevamo disposto ordinatamente nella libreria nel 2000. The Legend of Zelda: Majora’s Mask, spin-off o, se preferite, seguito diretto di The Legend of Zelda: Ocarina of Time, gira da qualche settimana sul nostro New Nintendo 3DS: Edizione Ambasciatori, sfoggiando una grafica rivista e arricchita dall’effetto 3D che ormai tutti conoscete.

Andiamoci piano con i ricordi e concentriamoci sull’avventura

La sequenza filmata ci proietterà nel vivo dell’azione di gioco, alla caccia di Skull Kid. Attraverso alcuni incontri con gli abitanti di questa realtà alternativa, nelle lande di Termina, ci sarà permesso di scoprire molti dettagli sugli eventi che stanno sconvolgendo la popolazione, a seguito di quelli precedentemente narrati. Parleremo così con il venditore a cui è stata rubata la maledetta maschera Majora, dotata di poteri molto pericolosi. Questo, assicurerà di aiutarci nel disperato tentativo di riprendere le nostre sembianze umane in maniera definitiva, ma solo a patto di catturare l’infame ladro.

La sua cattura è un atto dovuto, anche perché il suo intento è quello di far cadere la luna sulla cittadina di Cronopoli e questo accadrà entro tre giorni a partire dal nostro arrivo. Il tempo dunque sarà il fulcro di questa avventura a limite della follia, su cui gli eventi e gli enigmi faranno leva. L’unico modo per far fronte a questo problema è il recupero dell’ocarina e della maschera, la prima utile principalmente ad eseguire viaggi nel tempo, l’altra invece, a bloccare questo infernale cataclisma.

The Legend of Zelda Majora's Mask 3D recensione

Console alla mano, siamo pronti a gettarci nella nostra missione, raccogliendo suggerimenti e indizi dagli abitanti di Cronopoli e le zone vicine. Sotto forma di Deku non sarà facile strappare l’Ocarina dalle mani di Skull Kid, ma il fortunato incontro con una fata ci donerà dei poteri magici per lo scopo e, una volta recuperato il nostro strumento musicale, saremo in grado di tornare ad impersonare il giovane Link e mutare il nostro aspetto con il recupero progressivo delle maschere, rappresentati le bizzarre creature che popolano Termina.

Bene, narrato il prologo, possiamo passare a discutere di quelle meccaniche di gioco apprese fin dai primi capitoli di The Legend of Zelda. Queste, per quanto siano mutate nel tempo, ci vedono sempre legati alla raccolta di determinati oggetti ed armi, da utilizzare nei rispettivi dungeon o luoghi disseminati nella mappa di gioco. Con le trasformazioni che subiremo attraverso l’utilizzo delle maschere, anche le nostre azioni cambieranno e spetterà soltanto a noi capire quando e come utilizzare i nuovi poteri.

A lezione di maniere

Per chiunque fosse a digiuno della serie, in Zelda la grande libertà di azione si mescola sapientemente alla ricerca e all’accesso di alcuni “labirinti”, nei quali sarà possibile recuperare oggetti di varia natura e aiutare alcune popolazioni in difficoltà. In Majora’s Mask la “musica” non cambia, proprio come quella che uscirà dalla nostre casse audio suonando l’Ocarina, capace di proiettare suoni e sinfonie memorabili. Sfruttando sequenze di tasti appropriate, apprese da alcuni personaggi chiave della nostra storia, sarà possibile attivare alcune funzioni speciali… proprio come i viaggi nel tempo! La combinazione di tutti questi elementi è essenziale per il proseguimento dell’avventura e l’assimilazione di queste meccaniche di gioco ci aiuteranno a comprendere meglio lo spirito di questo grande videogioco, il primo interamente lasciato sotto le sapienti mani di Eiji Aonuma, l’attuale produttore dei nuovi capitoli della serie.

Per i vecchi giocatori è facilmente notabile il passaggio di mano da papà Shigeru Miyamoto, soprattutto per lo stile decisamente più “tetro” rispetto ai precedenti capitoli. Ai tempi di Nintendo 64 si poté parlare anche di una realizzazione tecnica superiore al predecessore, a patto di possedere l’espansione di memoria da applicare nel vano superiore della console. Ad oggi, tale discorso non ha la minima validità ed i nostri occhi vengono chiamati a valutare ben altri aspetti. La chiave di lettura è abbastanza semplice: The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D è il videogioco che si propone di essere: un remake di un titolo rilasciato circa quindici anni fa, pensato per i nostalgici, i fan della serie, ma anche per coloro che non hanno avuto la possibilità di giocarlo in precedenza.

The Legend of Zelda Majora's Mask 3D recensione

Non abbiate paura, è ancora splendido. Non lo si può certo paragonare ai titoli odierni, ma vanta un fascino che pochi videogiochi al mondo riescono a sfoggiare, immutato negli anni. Ci sono difetti tecnici, di tanto in tanto la telecamera va per conto suo e le collisioni fra personaggi e oggetti è ancora un problema presente, ma tutto questo non riesce a scalfire assolutamente l’impeccabile giocabilità e longevità proposta dal team di sviluppo. Nintendo si sa, è da sempre maestra in questo ed il lavoro di Grezzo, team occupatosi anche del remake di The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D, si è dimostrato una validissima scelta per riadattare il contenuto originale alla console portatile più venduta al mondo. Lacrimuccia a parte per il dovuto abbandono dell’aspect ratio in 4:3, il nuovo formato wide si adatta alla perfezione sullo schermo di Nintendo 3DS, offrendo un effetto 3D notevole, soprattutto in alcune cut-scene.

La nostra paura più grande era quella di trovarci spiazzati con il metodo di controllo, originariamente pensato per quel particolare controller che era quello di Nintendo 64. Fortunatamente come per il remake di Ocarina of Time, lo Slide Pad si è comportamento in maniera impeccabile in ogni situazione, lasciando il controllo della telecamera – almeno nel caso di New Nintendo 3DS – allo stick pad; uno strumento veramente notevole in termini di precisione.

Invertendo l’ordine degli addendi, il risultato non cambia

Remake si, ma non semplice trasposizione. Abbiamo infatti lodato la realizzazione tecnica del titolo, migliorata sensibilmente in ogni suo aspetto, nonostante si sia voluto mantenere il feeling originale del titolo. La cosa a cui però non avevamo ancora accennato è lo spostamento o cambiamento nella risoluzione di alcuni enigmi. I vecchi giocatori potrebbero impazzire e pensare ad un errore di programmazione, nel tentativo di cercare un oggetto che nel titolo originale si trovava posizionato in un determinato luogo. Quindi, nel caso in cui vi trovasse in difficoltà, non sempre sarà utile una banale ricerca in internet… forse tornerà più utile la pietra Sheika o il mitico Miiverse, ovviamente utilizzabile in questo titolo. Le numerose sub-quest sono sempre presenti e nonostante siano di secondo piano per il completamento dell’avventura, il consiglio è sempre quello di completarne il più possibile, perché ci aiuteranno a conquistare degli oggetti che ne faciliteranno la riuscita. 

Rimanendo in ambito del risultato immutabile, è bene segnalare la possibilità di controllare la telecamera di gioco tramite l’oscillazione della console, sfruttando di conseguenza i sensori di movimento. Anche l’add-on per il secondo Slide-Pad è compatibile con The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D, aprendosi ad ogni possibile configurazione disponibile all’utente.

The Legend of Zelda Majora's Mask 3D recensione

Ci sono molte altre novità pensate per questo remake. Ad esempio il touch screen permette di visualizzare la mappa di gioco ed interagire con l’inventario. Sempre questo, permetterà l’accesso ad un nuovo taccuino dei bomber dove saranno annotati vari dati ed eventi, nei quali sarà possibile attivare un promemoria per essere sempre presenti, al momento giusto.

Sono stati inseriti dei punti di salvataggio del tutto nuovi, riconoscibili dalle statue piumate o di gufo. Si potrà sempre ripartire da questi una volta caricata la partita, post salvataggio. Da segnalare infine la perdita degli item in nostro possesso nel caso in cui si viaggi nel tempo. Oggetti come le maschere o le armi principali non saranno toccati, ma dovremo dire addio a rupie, bombe, legni e più in generale, a tutti quegli oggetti comunemente recuperabili tagliando l’erba o abbattendo nemici.

I pro

  • Alcune novità anche per chi conosce a memoria il titolo
  • Il metodo di controllo è stato perfettamente adattato alla nuova console
  • Longevità importante anche grazie alle numerose Sub-quest
  • Miiverse e Zelda. Pronti per i selfie?

I Contro

  • Alcuni difetti tecnici ripresi volontariamente o no, dall'originale

Voto Globale 8.5

Un remake atteso da tempo. The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D è uno di quei titoli che rimangono nel cuore, che ti si attaccano addosso e non ti mollano finché non sei riuscito a portarli a termine. Non sono semplicemente i singoli aspetti che portano il videogiocatore ad immedesimarsi in Link, nell’intento di aiutarlo a portare a termine il suo compito; bensì è l’insieme di quello che è il mondo di Zelda, composto da personaggi con la propria storia ed i propri sentimenti, a far scoppiare l’amore per un titolo così ricco di fantasia.

The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D non è forse l’esempio di videogioco portatile, anche perché non ne possiede le caratteristiche. Ma è un titolo che giocato in metro può portarti da capolinea a capolinea, facendoti saltare la fermata della scuola, dell’università o del lavoro. L’unico problema sarà quello di rintracciare la giusta giustificazione.

A distanza di circa quindici anni, il titolo al quale ha dato vita Eiji Aonuma si propone ancora come calamita per i fantasiosi fan Nintendo, apparentemente mai stanchi di vedere i propri beniamini coinvolti in quelle avventure, capaci di dare origine ad indimenticabili momenti di magia.
Cosa? Volete sapere se sia meglio di Ocarina of Time? Acquistate The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D e accendete quella console! 

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