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Recensione

The Last of Us: Recensione e analisi

Siete pronti per sopravvivere?

Recensire un titolo, cercando di essere i più professionali ed obiettivi possibile, è difficile. Recensire un titolo tanto atteso come The Last of Us, non può che aumentarne la difficoltà. Pochi giorni fa, ci è arrivata la promo gentilmente concessa da Sony. L’abbiamo giocata a fondo, e questa che segue è la nostra recensione!

GLI ULTIMI SOPRAVVISSUTI

Un fungo realmente esistente ha infettato gran parte della popolazione, causando un’epidemia incurabile. Dopo il prologo, totalmente giocabile, la narrazione si sposta vent’anni dopo, dove vestiremo i panni di Joel. Qui ci muoveremo tra gli ultimi soldati rimasti – che controllano le zone di quarantena – e le Luci, un gruppo paramilitare alla ricerca di una cura per l’epidemia. Dopo i primi minuti di gioco, che fungono da tutorial, Joel farà la conoscenza di Ellie, una ragazzina di quattordici anni. Qui inizierà il viaggio dei due protagonisti che intrecceranno le loro strade con personaggi secondari, tutti ottimamente caratterizzati. Il punto forte della trama (che alcuni di voi, a primo impatto, potrebbero trovare banale) è la caratterizzazione estrema di ogni singolo personaggio, l’esaltazione dell’aspetto psicologico degli stessi. Un’altra componente importante è il rapporto che si va ad instaurare tra Joel ed Ellie. Un rapporto per niente idilliaco, pieno di aspri contrasti. I due sono completamente diversi, infatti Joel è nato prima dell’epidemia, ha conosciuto il mondo che c’era prima. Ellie, d’altro canto, è nata durante la pandemia e, tranne la zona di quarantena, non ha visto null’altro. Il rapporto tra i due, punto forte dell’esperienza di gioco, si evolverà sempre più. Il fattore emotivo che entrerà in gioco coinvolgerà in tutto e per tutto il giocatore, e lo porterà a provare in prima persona le emozioni che il viaggio offrirà. La narrazione avviene nel corso di un anno, con filmati amalgamati eccezionalmente alle sequenze di gioco. Sequenze che alterneranno fasi d’esplorazione in completa tranquillità a momenti concitati pieni di adrenalina. I dialoghi sono tutti molto interessanti, sia quelli principali che quelli secondari, e sono attivabili mediante la pressione di un tasto.

 

SOPRAVVIVERE AD OGNI COSTO

Il sistema di controllo di The Last of Us non si discosta molto da quello che è il classico action-adventure. Telecamera dietro le spalle leggermente decentrata, pochi ed essenziali tasti per muoversi, controllare la visuale, mirare e sparare, con due tasti per il corpo a corpo e per l’interazione. Non dobbiamo dimentaricare però, che l’ultima fatica Naughty Dog è un gioco di sopravvivenza, un survival che regalerà molte soddisfazioni se giocato in un certo modo. Le munizioni per le varie armi (pistole, fucili da caccia, revolver, etc) sono limitate e dovremo cercare di non sprecarle per evitare di rimanere senza. Questo porta l’esperienza di gioco a virare verso un approccio più stealth, ben realizzato. Avremo la possibilità di raccogliere mazze, spranghe e tubi da usare nel corpo a corpo. Inoltre, Joel, dovrà trovare direttamente sul campo (dentro cassetti, case abbandonate, etc) le varie risorse per creare medikit, coltelli, molotov e quant’altro. La creazione avverrà in tempo reale, con Joel che prenderà lo zaino e creerà l’oggetto richiesto dal giocatore. Questa prassi – molto realistica – ci porterà via una manciata di secondi nella quale saremo esposti ad eventuali attacchi nemici. Il gameplay ci porterà in un mondo duro e violento, come violente e dure saranno le uccisioni che effettueremo con Joel. Sia gli scontri a fuoco che quelli corpo a corpo hanno una fisica eccellente, rendendo gli scontri realistici e adrenalinici; vedremo teste saltare, schizzi di sangue imbrattare i muri, fori aprirsi dove impatteranno i proiettili, etc. Il sistema di coperture è ben realizzato, con Joel che – una volta raggiunto il riparo – poggerà le mani in maniera naturale, senza nessuna pressione di tasti. Dalla nostra copertura potremo sporgerci per sparare ai nemici o allontanarci, in entrambi i casi il movimento si rivelerà estremamente fluido e naturale. Noi abbiamo giocato la storia con difficoltà impostata a Difficile, trovando tre quarti dei collezionabili presenti (fumetti per Ellie, manuali che aumenteranno le nostre abilità, etc) e l’abbiamo completata in 15 ore e 37 minuti. Se si vuole esplorare ogni angolo, trovando tutti i collezionabili, per finire il gioco si supereranno tranquillamente le 20 ore.

 

EHI JOEL, GUARDA QUELLO SCOIATTOLO!

Il comparto tecnico di The Last of Us sfiora la perfezione. La grafica è eccezionale, sia nei filmati di intermezzo che nelle sequenze in-game. Le ambientazioni sono stupende, palazzi semi-crollati con la vegetazione che la fa da padrona, boschi, lande innevate, città caratterizzate in maniera magistrale. La cura per i particolari è quasi maniacale ed i dettagli inseriti nel gioco sono moltissimi. Gli effetti ambientali sono perfetti, con pioggia, acqua, effetti luce e neve che impatteranno sui personaggi e sull’ambiente in maniera magnifica. Il comparto sonoro è eccezionale, e riesce ricreare ogni suono alla perfezione. Degno di nota il doppiaggio in italiano, realizzato in maniera eccelsa. Unica pecca è l’intelligenza artificiale. Infatti capiteranno sequenze in cui i nostri alleati correranno a destra e a sinistra nello scenario senza essere minimamente visti dai nostri nemici. Probabilmente, gli sviluppatori hanno incentrato l’attenzione nemica su di noi, tralasciando i nostri alleati che – più di una volta – faranno il bello e cattivo tempo senza minimamente disturbare i nemici. D’altro canto, le ronde nemiche copriranno l’intera mappa in maniera realistica e – durante gli scontri a fuoco – cambieranno copertura spesso, cercando di aggirarci.

 

SOPRAVVIVERE IN COMPAGNIA

The Last of Us offre un comparto multiplayer veramente ben realizzato, che cerca di portare online l’esperienza di gioco che permea il single player. Prima di iniziare a giocare, dovremo schierarci con i Cacciatori o con le Luci. Una volta scelto, inizierà il nostro percorso, che durerà 12 Settimane (ogni partita, equivale ad un giorno di gioco), in cui dovremo cercare di far sopravvivere il nostro clan. Il clan è formato dall’intelligenza artificiale, purtroppo (almeno per ora) non esiste la possibilità di creare un clan con gli amici. Il nostro compito, sarà quello di giocare nelle due modalità di gioco presenti (caccia ai rifornimenti e sopravvissuto), che si differenziano solo per la possibilità – nella prima modalità – di effettuare il respawn. Entrambe le modalità di gioco saranno 4 vs 4. Anche qui, la carenza di munizioni farà si che gli approcci alla “Rambo” poteranno spesso il giocatore ad una morte certa. Quindi un atteggiamento ragionato e la cooperazione tra i diversi giocatori, saranno la chiave della vittoria. Per far sopravvivere il nostro clan, dovremo vincere le partite, realizzando più uccisioni possibili. Ogni buona partita ci farà acquisire razioni, che serviranno per mantenere in salute il clan e farlo espandere. Giocando male e perdendo partite, le razioni che acquisiremo saranno minori, non andando a coprire il fabbisogno giornaliero del nostro clan, facendoci perdere persone. Se il conteggio dei sopravvissuti arriverà a zero, dovremo cominciare nuovamente dalla prima settimana. Durante queste ultime, ci sarà data la possibilità di effettuare missioni per acquisire sopravvissuti o salvare quelli che abbiamo già perso da epidemie o attacchi da parte della fazione nemica.

I pro

  • Trama complessa e ben narrata
  • Personaggi caratterizzati ottimamente
  • Gameplay solido
  • Tecnicamente eccellente
  • Multiplayer ben realizzato

I Contro

  • IA delle volte discutibile
  • Caricamento iniziale abbastanza lungo

Voto Globale 10

The Last of Us non è un gioco perfetto, ma si avvicina alla perfezione. Una storia emotiva e piena di colpi di scena, personaggi realizzati in maniera perfetta, un gameplay solido e divertente. Il voto che andrete a leggere fra poco, è messo per un motivo ben preciso. È un voto che va a premiare un gioco che spreme tutto quello che la PS3 poteva dare. Che va a premiare il coraggio dei ragazzi di Naughy Dog che si buttano in un nuovo progetto, regalandoci un capolavoro. Un gioco che, possessori di PS3 o meno, dovrebbero giocare.

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