kingdomgame.it
Recensione

The Franz Kafka Videogame – Recensione, un viaggio tra il reale e il grottesco

Un esperimento molto particolare ispirato ad uno degli scrittori più importanti di sempre. Sarà riuscito a rendergli giustizia?

Franz Kafka è stato uno degli autori letterari più importanti e rivoluzionari della storia, che a cavallo tra l’800 e il ‘900 ha creato un enorme immaginario di grande importanza attraverso ogni sua opera, sempre discostandosi da canoni classici ed imponendo uno stile di scrittura e di rappresentazione dei propri racconti molto inusuale e astratto, allo stesso modo di altri autori come Lovecraft, Pirandello e Krleza, confermandosi nel corso degli anni come un artista estremamente influente e di crescente importanza fino ai giorni nostri.

E’ proprio ai giorni nostri, quindi, che arriviamo a The Franz Kafka Videogame, una piccola opera di un solo sviluppatore indipendente, Denis Galanin, conosciuto anche come mif2000, esordiente che dopo essersi cimentato in una trasposizione shakesperiana con Hamlet torna a tributare un altro grande autore, prendendone tutti gli stilemi caratteristici e traslandoli nel medium videoludico, creando un esperimento dalle sfaccettature interessanti e particolari, anche questo con la volontà di rimanere radicalmente indipendente nella realizzazione e nella struttura. Vedremo se questo titolo saprà capitalizzare sul lavoro dello scrittore e offrirci un’esperienza di pari livello.

Una storia (quasi) vera

The Franz Kafka Videogame, come ci si poteva aspettare, si presenta come un videogioco estremamente sofisticato e dallo stile ricercato, ed il primo elemento a far risaltare queste qualità è proprio il comparto narrativo, sicuramente affascinante e complesso, oltre che originale e piuttosto intrigante. Nello specifico, la storia tenta di unire fatti realmente accaduti nella vita dello scrittore ed eventi surreali e grotteschi, che pescano a piene mani dal suo stile letterario, attraverso una commistione narrativa di sicuro interesse e soprattutto molto adatta a raccontare una storia di questo tipo. La trama vede protagonista uno psicologo, di nome K., che per via di un importante offerta di lavoro dovrà compiere un viaggio lontano dalla sua amata compagna Felice, fino a vivere un’avventura strana, piena di bizzarri eventi apparentemente scollegati tra loro e che metteranno a dura prova la logicità del protagonista e dello stesso giocatore.

Benvenuti nello studio di K.!

La volontà di intavolare una narrazione così rarefatta e suggestiva ha permesso a Galanin di creare un intero universo narrativo che prende a piene mani dalle opere di Kafka e le contestualizza in una storia in bilico tra realtà e fantasia, portando la tematica a livelli interpretativi interessanti anche grazie ad una scrittura ben capace di giocare sul sottile equilibrio tra i due elementi, in continua divisione nel doppio e nell’ambiguità delle cose; non a caso saranno sempre presenti due elementi discordanti che creeranno l’assurdo: realtà e fantasia, pragmatismo e astrattezza, volontà e casualità, vero e falso (o non-vero). Tutto questo va a creare un vortice intricato e complesso, che trascina la trama in contesti disparati ma che riesce a far riflettere su alcuni aspetti interessanti dell’esistenza, come la necessità di lasciarsi dietro il peso di una vita bieca e infelice per abbracciare la (in)coscienza e conoscere meglio sé stessi, ma anche rappresentare in linea iperrealistica degli aspetti della società e di ciò che ci circonda, invero molto più reali e persistenti, quasi a delineare uno specchio deformante dell’assurdità della realtà, più inquietante e paurosa di quella fittizia. Unico grosso neo legato alla storia è invece dipeso dalla longevità del gioco stesso, davvero troppo corta per dare alla trama corposità e possibilità di sviluppo ancora maggiore, pena un epilogo certamente degno e capace di chiudere in maniera arguta il complesso puzzle narrativo, ma preceduto da un incedere interrotto fin troppo presto e parzialmente privato di mostrare a pieno le proprie potenzialità.

Giochi enigmatici

Il gameplay di questo particolare titolo è, essenzialmente, quello di un punta e clicca in 2D, caratterizzato da enigmi ambientali da dover risolvere per proseguire nell’avventura, grazie anche all’ausilio di alcuni aiuti che avremo a disposizione all’interno di un HUD minimale, scelta molto azzeccata per il gioco che ci troviamo davanti. Una struttura ludica lineare e semplice, contrariamente a quella narrativa, ma che vuole far leva su meccanismi di gioco concettualmente molto reminiscenti del surrealismo di cui abbiamo parlato poco prima, dando indizi ed elementi relativi alla trama e al suo sviluppo e formando un rapporto più diretto con questo particolare universo parallelo, crollando poi però inesorabilmente su sé stesso a causa di una gestione non esaltante di questa componente, determinandone una sonora battuta d’arresto e una forte sensazione d’occasione sprecata.

Il palco dei sogni più oscuri!

Le situazioni quivi proposte, come detto, fanno uso di enigmi legati al progresso della storia, ma tendono a mancare fortemente di una buona varietà che permetta, in solo 2/3 ore di gioco, di godere di un’esperienza più interessante rispetto a quanto è realmente, anche perché risultano essere privi di mordente, audacia o particolare ispirazione, con interazioni basilari e meccaniche estremamente derivative e già viste in altri titoli di questo genere, dove un possibile intervento del contesto di gioco a modificare potenzialmente le carte in tavola viene trattenuto da una serie di puzzle paradossalmente molto convenzionali e blandi nelle varie soluzioni, risultando piuttosto dimenticabili e debolmente sviluppati, fatta eccezione per l’idea di base ad innalzare una componente di gameplay altrimenti insufficiente, soprattutto considerando che è l’unica presente nell’intero gioco.

Disegno come rappresentazione dell’assurdo

L’altro enorme punto a favore del gioco e che lo rende davvero interessante, unico e consigliabile da giocare, è il suo lato artistico, che si riallaccia alla trama in quanto molto legato a Kafka e al suo immaginario letterario; il disegno, che qui assume un connotato piuttosto tradizionale e accomunabile maggiormente allo stile dei romanzi illustrati – scelta assolutamente non casuale e funzionale per amplificare il senso di atmosfera che permea il gioco – costruisce ambientazioni estremamente simboliche ed estranianti, in cui i colori diventano desaturati e fortemente asettici, indipendentemente se questi siano freddi o caldi; in ogni situazione, rappresentata per altro come fosse una grottesca piece teatrale, aleggia un senso di inquietudine e instabilità che, attraverso dei veri e propri quadri proscenici, ci cala in una spirale di assurdità quasi folle e senza fine che vanno a creare un risultato in cui trama e ambientazioni costituiscono un unicum fondamentale ai fini della rappresentazione di quello che, in fin dei conti, è la difficile impresa di mostrare concretamente l’elaborato flusso creativo dello scrittore, obiettivo abbondantemente raggiunto.

Per finire, interessante anche il sonoro, che seppur minimale e ridotto all’essenziale lascia il segno attraverso suoni e rumori studiati per mantenere alta l’attenzione del giocatore, assieme ad una colonna sonora composta da pochissimi brani ma scelti in maniera raffinata, dove troviamo composizioni di stampo classico che puntano a rievocare perfettamente l’epoca storica in cui visse lo stesso Kafka, riuscendo in pieno a trasportare il giocatore in un tempo ben lontano dalla nostra contemporaneità, e non solo attraverso le scenografie. Quello che si concretizza dinnanzi a noi è di fatto un esperimento audace, ma riuscita solo in parte, in cui si sente l’aura di freschezza e un grande pensiero indipendente dietro al progetto, ma che manca il bersaglio per via di alcuni aspetti fondamentali che risultano poco riusciti, ma che sarebbero stati di vitale importanza per rendere questo un grande titolo, mentre ci troviamo davanti ad un’occasione parzialmente sprecata nonostante i numerosi punti a favore del concept di base.

I pro

  • Una trama affascinante, surreale e molto originale nella sua complessità...
  • Enigmi concettuali interessanti...
  • Visivamente ricercato e fedele all'immaginario di Franz Kafka
  • Colonna sonora raffinata e ben calibrata

I Contro

  • ...ma che non riesce a godere di un giusto sviluppo narrativo
  • ...castrati da una componente ludica povera e priva di forte inventiva
  • Longevità fin troppo restrittiva, che non lascia spazio ad uno sviluppo ulteriore di vicende e fasi di gioco

Voto Globale 7

La seconda opera di mif2000 è un'occasione mancata sotto diversi aspetti. Se da una parte abbiamo una componente artistica ispirata e capace di carpire l'essenza intera dell'autore da cui trae ispirazione, il cuore interattivo di quest'opera è però deludente e privo di mordente, andando a cadere in una paradossale banalità e fiacchezza che difficilmente mi sarei aspettato da premesse di questo tipo.

Seguici su Facebook