Act 3 Games porta su schermo una storia ambientata nei freddi ghiacci islandesi. The Fidelio Incident si propone come un'interessante avventura dai toni drammatici.
Non sempre le fonti d’ispirazione di un videogioco sono importanti e conosciute come quelle che stanno alla base di “The Fidelio Incident“. La nuova opera scaturita dall’immaginazione dell’Art Director di God Of War 3 si basa infatti sull’unica opera lirica mai musicata da Ludwig Van Beethoven, il Fidelio appunto. Più di qualcuno definirà il prodotto di Act 3 Games come il solito walking simulator, eppure questo titolo nasconde nelle falde del proprio vestito ben più di quanto ci si potrebbe aspettare, rivelando con il tempo una soluzione narrativa efficace per peculiarità ed esecuzione. Scopriamo quindi insieme cosa di interessante si cela in questa avventura in prima persona.
A dare inizio a The Fidelio Incident è un’inaspettata tragedia. Uno stormo di uccelli causa un grave danno all’aereo sul quale stanno viaggiando i due protagonisti della storia, Stanley e Leonore (medesimo nome della protagonista del Fidelio). Un tranquillo volo nei cieli islandesi si tramuta così da un instante all’altro in una dura lotta per la sopravvivenza. Dopo il violento schianto tra i ghiacci di un paesaggio brullo e deserto, i due coniugi si troveranno infatti divisi, in contatto solamente tramite una radiolina e rarefatte indicazioni. Sarà dovere di Stanley ricercare la moglie, intrappolata tra le lamiere del velivolo distrutto e sempre più in pericolo di vita con l’inesorabile scorrere del tempo.
Fumo e fiamme saranno le uniche indicazioni capaci di far progredire il giocatore nel proprio cammino, fornendo inoltre riparo dai gelidi venti delle terre islandesi. Oltre alla preoccupazione per la salute della propria consorte il protagonista dovrà infatti stare attento a raccogliere anche una lunga serie di pagine provenienti proprio dal diario della moglie, contenenti particolari dettagli che nessuna delle parti in questione ha interesse a rendere pubblici.
Sono proprio queste lettere a costituire una componente importante all’interno del gioco, fornendo una complessa ed interessante backstory alle vicende narrate; backstory che si trasla dalla fredda Islanda fino ad un’Irlanda in preda alle tensioni politiche degli ultimi decenni del ‘900 e che raccoglie a piene mani molti degli elementi caratterizzanti dell’opera lirica cui si ispira. Proprio come il Fidelio, infatti, anche in quest’avventura a ricoprire un ruolo fondamentale è la visione del personaggio femminile come una figura salvifica, un’ancora di salvezza attorno alla quale ruotano le vicende.
La parte più interessante di The Fidelio Incident sembra alla fine dei giochi essere proprio la narrazione di un periodo controverso e sanguinoso della storia anglosassone; un periodo in cui si mergono le repressioni governative, i desideri di pace e la violenza dell’IRA. Sono decenni che nascondono al loro interno un importante segreto che entrambi i personaggi preferiscono dimenticare.
Eppure, nonostante l’importanza del tema, vuoi per la brevità dell’esperienza, vuoi per la struttura scelta per la sua narrazione, il tutto non riesce a scrollarsi di dosso le apparenze di una mera parentesi, secondaria rispetto ai tentativi di sopravvivenza attorno ai quali gli sviluppatori hanno rivolto le componenti principali del gioco. D’altronde sono sezioni legate a doppia mandata e subordinate al livello di esplorazione degli ambienti che il giocatore intende adottare.
La raccolta di questi collezionabili narrativi rende infatti ancora più riflessive le fasi di esplorazione che permeano gran parte delle sezioni di gioco. Coerentemente con il genere cui appartiene, questa produzione non presenta situazioni di interazione particolarmente differenziate che possano contribuire alla gestione di un ritmo soventemente troppo lento. Molte di esse si basano infatti su enigmi ambientali veramente troppo banali e semplicistici per costituire un reale ostacolo alla progressione. Il fatto poi che questi vengano ripetuti fin troppo spesso nel corso delle circa due ore necessarie per portare a termine l’avventura rende il tutto sempre meno interessante man mano che si procede con l’avventura.
I paesaggi attraversati, poi, non sono molto affascinanti. Nonostante qualche bellissimo scorcio, in cui grotte ghiacciate dove la poca luce presente rimbalza tra le trasparenze di pareti e stalattiti si alternano a sentieri montuosi scoscesi ed innevati, nella maggioranza delle situazioni l’appeal visivo del gioco non risulta così soddisfacente. D’altronde sia la varietà delle ambientazioni sia il livello di dettaglio che le caratterizza (elementi presenti a schermo, dettagli degli stessi) non sono i punti caratterizzanti di questa produzione.
Tutto ciò non significa però che il giocatore si troverà davanti ad un titolo esteticamente insufficiente. Anzi, l’utilizzo dell’Unreal Engine 4 ha permesso un’interessante modellazione degli ambienti, seppur la forte predominanza di scenari esterni particolarmente ampi e monotoni abbia facilitato il compito degli sviluppatori. A risaltare per cura e risultato è invece il doppiaggio del gioco, che trova negli attori scelti per prestare le proprie voci ai personaggi principali due importanti elementi di pregio, capaci di dare ulteriore risonanza alle vicende narrate, grazie ad una prova attoriale di eccellente livello. Recitazione accompagnata, inoltre, da una colonna sonora che rielabora alcune delle musiche composte da Beethoven proprio per il Fidelio e che si sposa perfettamente con il ritmo delle vicende e con la tipologia di racconto che questa produzione si prefigge di raccontare.