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Recensione

The Banner Saga – Recensione

Un'avventura tra giganti e miti norreni

The Banner Saga è il primo appuntamento della saga norrena sviluppata da alcuni ex della Bioware, oggi riunitisi nella Stoic. Il gioco propone un approccio sicuramente diverso dai soliti gdr o dai soliti rts (proprio così, conterrà un po’ tutte queste caratteristiche), riuscendo a creare un sistema di gaming tutto sommato divertente e plausibile. Altra peculiarità è la grafica disegnata del titolo, necessaria per poter narrare con ampiezza di dettagli una storia complessa ed articolata, ma allo stesso tempo leggera e compatibile con le esigenze di quasi tutti i computer.

Odino è morto!

Come da titolo del paragrafo, il punto focale della trama è la morte degli dei, assieme all’arresto del moto del Sole, che ha fatto delle terre di gioco, probabilmente già all’origine poco ospitali, delle lande ghiacciate e sempre innevate. E’ difficile spiegare o rivelare altro della trama, essendo quest’ultima sensibilissima alle decisioni prese in game, cangiante quindi come un camaleonte, nonché intricata, complessa e coinvolgente. Seguiremo comunque gli eventi dal punto di vista di vari personaggi, principalmente Rook e Alette. Ribadiamo però che nessun personaggio sarà davvero fondamentale, se non riusciremo a mantenerlo in vita. Quasi tutti i png infatti, anche i più importanti, rischieranno di fare una brutta fine, se non staremo attenti alle decisioni da prendere. Queste ultime saranno spesso davvero ardue e complicate, mettendoci di fronte ad amletici dubbi etici e a calcoli di convenienza con pochi margini di errore. Non fatevi ingannare insomma dal tutorial iniziale, nel quale saremo guidati durante l’antefatto alle dinamiche di gioco, il quale è indubbiamente lento e poco entusiasmante, rispetto a quello che ci aspetta dopo. Le razze in gioco sono principalmente tre: gli uomini, i Varn (giganti cornuti, che convivono non senza problemi con gli uomini) ed i Dredge, antichi mostri in armatura, risvegliatisi in pieno assetto di guerra. Il gameplay si snoderà lungo il viaggio del nostro gruppo, un vero e proprio caravan di disperati e soldati, che dovremo accudire e curare.

Tendenzialmente quindi avremo due fasi di gioco: il combattimento a turni, nel quale muovere lungo una griglia ben delimitata i personaggi a disposizione, con l’obiettivo di eliminare tutti i nemici; e la gestione del caravan. Sarà in questa fase che potremo prendere le decisioni fondamentali per lo sviluppo della trama, procurare cibo, soldati e riposo per il party (che necessita di avere sempre un alto morale per vincere le battaglie). Sempre durante questa parte semi gestionale avremo la possibilità di upgradare i nostri personaggi, seguendo degli alberi delle caratteristiche e degli item molto semplici ma funzionali.

In realtà l’unico vero neo della produzione rimane proprio il combattimento. Sebbene necessiti di un’attenta strategia, quest’ultima si limita spesso ad evitare i danni, in un minigioco in stile “acchiapparella”, per poi sfogare la propria rabbia bellica dando fondo al mana del gioco: la forza di volontà. Indubbiamente il problema principale risiede nella mancanza di azioni che esulino dall’attacco, la difesa ed uno sporadico attacco speciale, anch’essi poco vari e non ben caratterizzati. Insomma, siamo di fronte ad una fase principalmente noiosa, che ci impegnerà tempo solo perché obbligatoria.

La fase gestionale invece ottiene giudizi molto più positivi, grazie alla bellezza della trama, adulta e cupa, piena di decisioni importanti, capaci di farci immergere nel freddo mondo di The Broken Saga e di invogliarci a continuare verso l’agognato finale. Bellezza non vuol dire ad ogni modo facilità, reperire il cibo, evitare morti stupide, prendere la scelta giusta, tutto ciò sarà molto, molto difficile. Ricordiamo inoltre che il gioco è completamente in inglese, pertanto se avete difficoltà con la lingua di Albione, cercate di ripassarla o di evitare il titolo, che giocato in maniera casuale rende davvero poco. A livello di gameplay quindi siamo di fronte ad un titolo riuscito a metà, avendo gravi carenze nel comparto a turni, carenze che lo rendono eccessivamente lento ed a tratti ripetitivo, ma recuperando strada nelle fasi statiche.

Grafica Vichinga

The Broken Saga è qualcosa di una bellezza rara nei videogiochi. Per cercare di ottenere la giusta resa grafica, sposata a poche pretese di prestazioni, Stoic ha spremuto fino all’osso sceneggiatori e disegnatori, risultandone un comparto grafico impressionante. Il tutto si baserà su disegni fatti a mano, che scorreranno lungo lo sfondo a due dimensioni, non certo senza dare comunque un grande effetto di profondità. La cosa che colpisce più di tutte rimane però l’epicità conferita ai personaggi ed alle strutture presenti nel titolo. Considerando poi che le animazioni sono poche, ma funzionali al proseguo dell’avventura, ci rendiamo subito conto del grandissimo lavoro svolto. E’ effettivamente qualcosa di raro da trovare in commercio allo stato attuale: un ritorno al disegno classico, al 2D di qualità, che colpisce per le sensazioni impresse al giocatore e per la cura dei dettagli. Complice del successo ovviamente il fascino intramontabile dei paesaggi norreni, innevati e cupi, immersi in un presente tetro ed un futuro senza speranza, ma capaci comunque di mostrare grande bellezza e landscape mozzafiato.

A braccetto con gli occhi, anche le orecchie rimarranno soddisfatte. Basterà un nome su tutti per far capire al lettore informato la qualità del sonoro e delle musiche, che sono dei veri e proprio gioielli. Parliamo di Austin Wintory, già autore delle musiche di Journey, genio indiscusso nel panorama videoludico e non (ricordiamo la nomination ai Grammy Awards). C’è da dire che, in un contesto magico come quello di The Broken Saga, non potevano mancare canzoni e composizioni di qualità, capaci di sottolineare l’epicità delle ambientazioni, nonché di amplificare le sensazioni e le emozioni che ci accompagneranno durante la nostra avventura.  

I pro

  • Grafica stupenda
  • Decisioni da prendere importanti e complesse
  • Trama matura ed articolata

I Contro

  • Fase di combattimento noiosa
  • Poche abilità da parte dei personaggi
  • Solo in inglese

Voto Globale 7

Un gioco, per concludere, molto promettente. Per vari motivi. Innanzitutto il fatto che si tratti di un'opera prima, ben riuscita sotto molti punti di vista, tra i quali il gameplay decisionale e gestionale, la trama bellissima e matura, la scelta grafica incredibilmente non convenzionale ed incredibilmente funzionale, le musiche di qualità artistica. Allo stesso tempo però va migliorato di molto il combattimento, spesso fin troppo noioso e la localizzazione solo inglese, che essendo per gran parte solo scritta, non impegnerebbe troppo il team di sviluppo.

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