Nintendo ci serve un succulento antipasto, utile ad ingannare l’attesa che ci separa dall’arrivo degli Amiibo e la versione del gioco dedicata a Wii U, le quali portate concluderanno questa strepitosa abbuffata.
Quanto è difficile stupire i videogiocatori di oggi? Per molti sviluppatori è questo il tema ricorrente da superare, spesso limitati dai puri dati marketing e dalle rigide tempistiche imposte dagli editori. C’è poco da fare: il mercato ludico in questi ultimi anni si è decisamente appiattito e concentrato esclusivamente su annuali release delle più note serie sparatutto, action e sportivi, le quali volenti o nolenti immagazzinano i soliti risultati di vendita e critica, continuando a farcire il mercato di prodotti spesso simili.
Per la massa – un vocabolo che descrive qualcosa di veramente astratto, a pensarci – non sembra esserci problema. Spesso spinta all’acquisto dei soliti tre o quattro videogiochi annuali, ripetuti per l’intera generazione di console, molti prodotti validi vengono messi da parte e oscurati da un mercato sempre più spietato, pronto a reggersi esclusivamente sulle potenzialità della pubblicità. Ma il problema vero sembra esser particolarmente vissuto da coloro che amano sbizzarrirsi con qualcosa di nuovo, particolarmente curato e alle volte definito “di nicchia”, quella particolare fascia d’utenza che spesso ricorre all’acquisto di più piattaforme e a quei titoli Indie che sanno trasmettere fantasia e amore per un lavoro che a dirla tutta, è una fantastica forma d’arte. Fra questi c’è senza ombra di dubbio il tipico utente Nintendo: quel giocatore definito spesso “fanboy” a causa di “quel fastidio che sente dentro” ad ogni nuovo FIFA o PES e al quale solitamente non interessa molto se la sua console potrà fargli giocare il nuovo titolo tripla A di terzi.
L’utente Nintendo è quel giocatore atipico, pronto a sognare ed attendere anche 4 anni per un nuovo capitolo di una delle storiche serie della casa di Kyoto, a patto che il risultato finale sia quello a cui è stato abituato nel tempo. Il mercato però, come accennato precedentemente, non fa sconti a nessuno e anche il miraggio dell’attesa perfetta può far velocemente mutare le attese ed i risultati prefissati. Un fattore che volente o nolente ha colpito le dinamiche di sviluppo del nuovo Super Smash Bros., un titolo che ha visto accrescere la sua notorietà nel tempo e che nei precedenti capitoli ha segnato una vera rivoluzione nel genere dei beat’em up o picchiaduro, se preferite.
Certo, il nuovo titolo sviluppato da Masahiro Sakurai insieme ad alcuni membri di Nintendo e Bandai Namco non può essere semplicemente etichettato come “picchiaduro” e punta a sfidare tutto tondo le dinamiche precedentemente discusse, lanciandosi sul mercato con una nuova direzione: la condivisione dello stesso titolo fra le due piattaforme mobile e casalinga di Nintendo, sfruttando tutte quelle novità che la casa madre vuole far esordire proprio in questo “prossimo” periodo. Il tentativo è quello di offrire uno sguardo al futuro, quello più volte discusso dal Presidente Satoru Iwata negli ultimi mesi, dove le piattaforme casalinghe e mobile saranno sempre più vicine e comunicanti. Un passo decisivo verso i tagli dei tempi di sviluppo, i costi e alla stretta di mano verso la libertà di creazione e pensiero, uno strumento fondamentale per dare vita ad innovazione e successo. Affrontato questo lungo, ma doveroso preambolo, partiamo a tutta birra nel descrivere il nuovo Super Smash Bros. per Nintendo 3DS, il primo capitolo della serie in versione “portatile”.
Per tutti i Marziani sbarcati recentemente sulla Terra, Super Smash Bros. è un picchiaduro che coinvolge tutte quelle mascotte ludiche appartenenti alle storiche serie prodotte da Nintendo e da altre compagnie. Gli scontri sono solitamente caratterizzati da due, tre o quattro personaggi (salvo alcuni particolari casi in cui il numero cresce) intenti a darsele di santa ragione, pronti a sfoderare le proprie abilità per lanciare il o gli avversari fuori dall’arena, vincendo così il match. Tutto accade in maniera molto rapida e rocambolesca, fra lanci di oggetti, colpi inferti anche da altri personaggi chiamati assistenti e l’utilizzo di colpi speciali chiamati Smash.
Rispetto a Brawl, il nuovo titolo non ci racconta nessuna storia, ma solo la voglia di schiaffeggiare il prossimo sfruttando le migliori tecniche possibili. Malgrado il semplicistico gameplay che caratterizza la serie, Super Smash Bros. è esattamente come i predecessori: molto tecnico, senza lasciare nulla al caso. Giusto per intenderci, il minimo errore si pagherà con pesanti conseguenze affrontando un giocatore esperto, pronto a bastonarci a suon di combo per farci volare fuori dall’arena. La forza della serie deriva forse dalla non presenza di una barra energetica, la quale notoriamente in questo genere di videogames, segnala il nostro livello di vita. In Smash è invece presente una percentuale che salirà ad ogni colpo ricevuto, il quale arrivato al suo limite innescherà il rischio concreto, ma non la regola, di volar fuori dall’arena ad uno dei prossimi colpi. Da qui, subentra quindi la strategia di far leva sui punti deboli dell’avversario e magari di sfruttare un “doppio gioco” cercando di abbattere i più forti in gruppo. Uno stratagemma molto utile negli scontri più agguerriti, da non sottovalutare con l’aumento del livello di difficoltà.
In questo nuovo capitolo entrano in gioco numerose novità, fra le quali è certamente possibile segnalare degli items utili a migliorare leggermente le prestazioni dei personaggi nella modalità singola ed alcune dinamiche, in grado di aumentare la longevità del titolo. Proprio in quest’ambito si rimane immediatamente estasiati dall’imponente roster di personaggi (circa 40 con l’aggiunta dei Mii personalizzabili) ed il numero di arene, alle quali si uniscono extra di varia tipologia e natura. Sempre in termini di gameplay, all’alba del quarto capitolo della serie si rimane ancora basiti dalla semplicità del sistema di controllo e l’efficacia che questo offre durante gli scontri. Smash di fatto non teme confronti nonostante siano presenti un singolo tasto per i colpi base, uno per quelli speciali, il tasto del salto, la parata e la presa. Questi, se mescolati a dovere, sono in grado di offrire tutto quello di cui abbiamo bisogno per pestare adeguatamente i nostri avversari.
Forse la mancanza di un vero tutorial al primo avvio potrebbe offendere i neofiti, ma le varie modalità dedicate alla pratica e ad alcuni “minigiochi” dovrebbero far apprendere le basi ai non avvezzi del genere in maniera molto veloce. Rimanendo sempre sulla tematica delle modalità di gioco, si noterà col proseguire degli eventi una certa “espansione” dei contenuti accessibili, garantendo una elevatissima rigiocabilità del prodotto. Si potranno affrontare i match in maniera classica, mischia, in contest o in una particolare avventura. Sono presenti anche gli scontri in modalità Wireless e Wi-Fi, garantendo apparentemente l’assenza di lag o delay nell’impartire i comandi; chiude in bellezza la dotazione online il ranking ideato da Sakurai, un motivo in più per gettarsi nella mischia del web e sfidare gli amici e i migliori giocatori nel mondo. Scordatevi la comunicazione tramite una qualsivoglia modalità di chat… ma si sa, quando la fruibilità di un servizio è gratuita non si può certo chiedere la luna. La fantastica modalità chiamata “Emissario del Subspazio” vista in Brawl purtroppo è svanita, ma a conti fatti sarebbe stata poco adatta ad un titolo dedicato ad una console portatile. Il sistema di sblocco dei contenuti è rimasto pressoché invariato, ad ogni modo è anche nostro interesse lasciarvi con un bel punto interrogativo su tutti i contenuti che questo piccolo, ma grande titolo, saprà offrirvi per il vostro intrattenimento.
All’avvio del gioco il primo pensiero è stato: “Ora cos’è successo? No, ho Smash davanti i miei occhi e si è fottuto il Nintendo 3DS”. Fortunatamente è bastata l’attesa di alcuni secondi per poter vedere il logo di caricamento ed i primi frames sullo schermo, per capire che era tutto ok. Tuttavia è stato un dato significativo per comprendere l’enorme lavoro svolto dal team di sviluppo per poter sfruttare fino in fondo i chip della console. L’effetto 3D è forse il più apprezzabile dei titoli giocati sulla piattaforma. Il riscontro è stato decisamente positivo, con un effetto nettamente più riposante di titoli precedenti. Avendo bene a mente i limite di Nintendo 3DS, l’impatto visivo è quasi incredibile con i suoi sessanta fotogrammi al secondo di refresh video ed animazioni finemente caratterizzate. Texture e poligoni in quantità fanno il resto, garantendo un’elevata qualità grafica che, nonostante la stressante azione a video con personaggi sempre attivi, oggetti, assistenti e arene in movimento, resta stabilmente al suo posto. Meritano una menzione speciale gli sfondi delle varie arene, caratterizzati da paesaggi mozzafiato perfettamente riconoscibili dai giocatori abituali della serie. Si dovrà rinunciare all’apertura del Miiverse tenendo l’applicazione aperta, ma è senza ombra di dubbio la scelta migliore per poter reggere e supportare un titolo di questo calibro.
La colonna sonora non lascia dubbi sulla nota accuratezza Nintendo e se la sommiamo ad una giocabilità pressoché perfetta, ad una longevità assolutamente invidiabile per i tempi e sviluppo tecnico di spessore, otteniamo la perfetta quadratura del cerchio. Gli unici problemi del titolo riguardano forse l’hardware della console e non le scelte effettuate dal team di sviluppo. È stato alle volte poco agevole giocare il titolo sul Nintendo 3DS standard a causa delle dimensioni dello schermo. Nulla di particolarmente limitante, sia chiaro, ma nelle fasi più concitate sarebbe stato utile giocarlo sulla versione XL della console. Caso a parte invece lo Slidepad, una scelta sicuramente azzeccata per il design e la portabilità della console, ma alle volte poco adatta per eseguire movimenti perfetti in un titolo simile. Forse la possibilità di passare i movimenti alla croce direzionale – adibita alle sole animazioni di provocazione – avrebbe potuto colmare i fastidi del sottoscritto, forse derivati più dall’utilizzo intensivo del NES e dall’età, che altro.
L’amore e la passione per il proprio lavoro sono sempre notabili per chi osserva dall’esterno. La cura posta nella realizzazione di Super Smash Bros. per Nintendo 3DS è ben visibile da chiunque provi questo titolo per una manciata di minuti. Ancora una volta si tratta di una dimostrazione di stima per gli acquirenti da chi i videogames li crea, ma soprattutto li gioca. C’è perfezione in tutto ciò che gira attorno al titolo Nintendo: dalle numerose modalità e possibilità di gioco, all’immediatezza del gameplay, fino ad arrivare alla maniacale cura tecnica. La formula collaudata e la somiglianza con i precedenti titoli della serie non devono essere assolutamente percepiti come un “semplice” copia e incolla, bensì come una perfetta trasposizione dell’esperienza casalinga in quella mobile, ricalcata alla perfezione, ma con le dovute modifiche del caso.
Se proprio si vuole trovare un qualche difetto a questo nuovo prodotto, bisogna guardare più alla realizzazione della console che allo sviluppo del titolo, anche se un qualche sentore di incompletezza lo si avverte per chiunque abbia seguito il suo sviluppo negli anni e sia a conoscenza del funzionamento degli Amiibo o della compatibilità del gioco con la versione che sarà rilasciata in futuro su Wii U. Difficilmente ci si stancherà di questo Super Smash Bros. per Nintendo 3DS, a patto che non siate assolutamente interessati a far pestare le storiche icone videoludiche che ci accompagnano ormai da circa trent'anni.