Cyanide Studio ci stupisce immergendoci in un mondo fantasioso, con uno stile vicino a quello medievale con umani, elfi e mostri pazzeschi.
I tempi attuali hanno un qualcosa in più da invidiare a quelli passati, questo per quanto riguarda il settore dei videogiochi. Con il passare del tempo si è arrivati a una certa evoluzione tecnologica, con l’attenzione riposta su questo medium che è diventata sempre più evidente. Certamente ciò ha influito positivamente sulle più grandi società di sviluppo che hanno investito notevolmente sulle maggiori produzioni, a volte creando nuove proprietà intellettuali. Ma questa è solo una delle due facce della medaglia, l’altra è rappresentata niente di meno da tutti quei team con meno risorse a disposizione, sia per lo sviluppo che per l’aspetto del marketing, ma non per questo con meno voglia ed inventiva. Certo, la pubblicità oramai è diventata davvero indispensabile per promuovere in maniera ottimale un nuovo videogioco, un esempio lampante è la nuova proprietà intellettuale di Bungie e Activision: Destiny. Oggi ci troviamo a parlare di Styx: Master of Shadows, titolo stealth in terza persona caratterizzato da alcune componenti GDR, sviluppato da Cyanide Studio e distribuito da Focus Interactive. Styx: Master of Shadows è il prequel spirituale, o che dir si voglia spin-off, di Of Orcs and Men, titolo di azione e di ruolo dello stesso sviluppatore, uscito ben due anni addietro per PC e console di vecchia generazione. Dopo questa breve introduzione, andiamo ad analizzare questo nuovo titolo che ha molto, anzi moltissimo, da raccontare e mostrare.
Non ci vorrà molto prima di essere catapultati nel fantastico mondo di Styx: Master of Shadows. Il protagonista è un goblin di nome Styx che si trova invischiato in una importantissima contesa tra gli umani e gli elfi. Le due fazioni sono ufficialmente in uno stato di tregua, anche se non corre buon sangue tra loro. Proprio per questo, Styx avrà l’importante compito di rubare l’albero del mondo situato nella torre super protetta di Akenash. Ma perché è riservata così tanta importanza a questo albero? Esso è in grado di produrre l’ambra, un particolare elisir d’oro caratterizzato da interessantissime proprietà magiche, in grado di potenziare le abilità di Styx e di tutti gli elfi. L’elisir in questione, invece, ha risultati tutt’altro che positivi sull’uomo, dato che costituisce solamente un veleno, capace di rendere nudi i suoi pensieri e creare una forte dipendenza, tanto da spingere le guardie nemiche a formare un vero e proprio mercato clandestino allo scopo di procurarsi con sotterfugi la quantità e la dose richiesta.
La mancanza di ambra provoca nel carismatico goblin alcuni vuoti di memoria che lo porteranno a fare conoscenza – nuovamente – di persone in realtà già conosciute in precedenza. Questa è assolutamente un escamotage perfetto per menzionare ancor meglio gli eventi. Questi ultimi vengono raccontati a piccole dosi, mentre tra un atto e l’altro della storia, assistiamo a una narrazione con uno stile alla graphic novel, che va ad anticipare parti narrate con dei salti temporali futuri, ovvero i comunemente chiamati flashforward. Insomma, davanti ad una storia fantasy apparentemente scontata (!) e poco originale, ce ne troviamo invece una che – a poco a poco – va a svelare nuovi personaggi, nuove questioni, e qualche colpo di scena inaspettato con l’intento di mantenere inalterato l’interesse degli utenti fino ai lontani titoli di coda.
Il titolo dato a questo paragrafo non è assolutamente casuale. Styx: Master of Shadows ricalca abbondantemente la formula sempre affascinante degli stealth in terza persona. Dopo un breve tutorial iniziale, dove abbiamo potuto assimilare le meccaniche principali del gioco, ci siamo lanciati in questa lunga, interessante avventura che ha messo in luce un gameplay solido, profondo e assolutamente divertente.
Nei panni di Styx abbiamo agito nell’ombra, uccidendo furtivamente (quando era il caso) le guardie, oppure, in altre occasioni, siamo sgusciati letteralmente nell’ombra presente – o creata da noi, spegnendo le torce dislocate nella zona – per poi proseguire di fatto il nostro cammino. La particolarità di questo titolo è la possibilità di giungere all’obiettivo principale e a quelli secondari senza seguire in maniera lineare una strada precisa, e adottare un approccio forzato. Tutto questo perché il mondo fantasy – vicino a delle sembianze con l’epoca medievale – mette a disposizione più percorsi da poter attraversare e la decisione di uccidere o non uccidere le guardie (o altri nemici che non vi sveliamo per lasciarvi il piacere della scoperta) dipenderà solamente dall’azione di gioco intrapresa. Come detto pocanzi, a seconda dei movimenti dei nemici, possiamo decidere se proseguire indisturbati o, al contrario, mettere fuori gioco una guardia in maniera furtiva per non dare nell’occhio e attirare verso di noi altre guardie presenti nelle circostanze per via del rumore. Ovviamente la scoperta di un cadavere da parte di un’altra guardia andrà ad allertare tutte le forze presenti, quindi la cosa opportuna da fare sarà quella di sbarazzarsi del corpo e posizionarlo nell’ombra, oppure nei classici armadi e/o nei cassettoni. In questa maniera potremo proseguire senza paura di essere scoperti e dormire così sogni tranquilli.
Il nostro fido protagonista è poi in grado di sbirciare dietro la serrature e all’occorrenza scassinarle per proseguire. L’agilità e la furtività del goblin sono le sue armi principali, ed è quindi sconsigliabile lo scontro corpo a corpo. Questo andrà a buon fine solo quando ci confronteremo con un nemico, ma quando incominceranno ad essere più di uno, sarà meglio scappare a gambe elevate per evitare di leggere sullo schermo la scritta “Sei morto”. Poi però ci sono situazioni in cui la posizione e immobilità di un nemico potrebbe creare più di un grattacapo. A quel punto, potrebbero seguire alcune azioni; aggirare il nemico (sempre se fosse possibile), fischiare, oppure generare il nostro clone e mandarlo a creare scompiglio. Il clone può essere creato sfruttando la barra riempita dalla sostanza dell’ambra che, oltre a questo, ci permette di applicare per pochi secondi altri due processi: una vista più attenta, dove possiamo vedere i punti di interesse come appigli ai muri ed altro, e inoltre essere invisibili. Nell’ambiente di gioco, sono presenti anche delle monete d’oro collezionabili e delle fialette rosse che ricaricano la barra vitale.
In apertura di recensione, abbiamo evidenziato la presenza di alcune attività proprie dei GDR. Per variare il gameplay, i ragazzi di Cyanide Studio hanno optato per la presenza di punti esperienza, ottenibili con il raggiungimento dell’obiettivo principale e di quelli facoltativi, e di rendere inizialmente inaccessibili alcune caratteristiche di Styx. Come la possibilità di uccidere un nemico quando si è aggrappati ad una sporgenza, oltre a tante altre possibilità. Quindi con l’avanzare dell’avventura il sistema di gameplay non invecchia, ma incentiva gli utenti a portarsi avanti per potenziare al massimo le caratteristiche del goblin. Purtroppo però, è presente una nota dolente, ossia l’intelligenza artificiale dei nemici sottotono e a volte davvero deficitaria. Difatti abbiamo verificato l’ostacolarsi dei nemici quando percorrono lo stesso percorso, diventando inevitabilmente vulnerabili, così come quando perlustrano la propria zona ripetutamente senza cambiare porzione di territorio. Questo dato ci permette di studiare perbene la situazione prima di intervenire e trovare – senza troppe difficoltà – la possibilità di aggirarli facilmente.
La realizzazione grafica è diventata negli ultimi anni, un aspetto imprescindibile che deve essere assolutamente curato quasi in maniera maniacale. Il team Cyanide Studio non è riuscito a raggiungere gli standard ottenibili con il salto generazionale anche utilizzando un motore grafico di tutto rispetto come l’Unreal Engine 3. Ciononostante, a fronte di un gameplay ben calibrato, inaspettatamente, l’aspetto puramente estetico passa in secondo piano e risulta essere in linea con le produzioni medie della scorsa generazione di console. La caratterizzazione dei personaggi è buona anche se poteva essere fatto di più, mentre le texture risultano essere ballerine e un po’ sfoglie di dettagli. Su questo non possiamo che evidenziare numerose imperfezioni. Di tutt’altro avviso siamo per le canzoni di accompagnamento che generano una grande atmosfera così come i dialoghi in lingua inglese. A proposito di questo, è da segnalare la presenza di sottotitoli tradotti completamente in italiano. Infine per la longevità, possiamo essere un po’ flessibili, in quanto il gioco prevede ben quattro livelli di difficoltà. Noi abbiamo giocato l’intera avventura con “difficile” e siamo arrivati al traguardo con circa 15-20 ore di gioco, senza però concentrarci troppo sugli obiettivi secondari. Per portare a compimento questi ultimi, ci sarà la possibilità di ripetere le varie missioni della campagna.
Styx: Master of Shadows è un titolo davvero inaspettato. È una di quelle sorprese che non ti aspetti e che sono capaci di rinvigorire le proprie sessioni di gioco. Grazie ad una trama interessante, a un gameplay solido e alle tante possibilità offerte. Styx: Master of Shadows è riuscito a catturare positivamente la nostra attenzione, candidandosi come un'ottima possibilità di acquisto per tutti quei videogiocatori che fremono dalla voglia di giocare ad un nuovo stealth game in terza persona. Un piccolo rammarico è per alcune situazioni poco credibili nell'intelligenza artificiale dei nemici e nella realizzazione grafica veramente sottotono, se si considera che il titolo è uscito per le ultime arrivate: PS4 e Xbox One, oltre che sulla postazione di gioco eterna, il PC. L'aspetto tecnico cala direttamente in secondo piano, visto il divertimento che il sistema di gioco è in grado di offrire nel suo complesso. Consigliamo quindi l'acquisto anche per via del prezzo abbordabile pari a 29,99 euro.