Stronghold diventa gratis e giocabile via browser. È davvero così? Vi sveliamo quanto costa in realtà il Medioevo.
Stronghold Kingdoms è una rivisitazione in salsa MMO del noto simulatore di castelli della Firefly Studio. Come tutti sanno la saga Stronghold ha avuto nel corso del tempo un grandissimo successo, pur dovendo affrontare cali via via persistenti di pubblico a causa di due seguito non proprio felici: Stronghold 2, di fattura comunque sufficiente, e Stronghold 3, una vera zappata sui piedi. Kingdoms è invece un progetto portato avanti già da qualche anno su Steam, e che ha visto un iniziale boom di utenza, destinato però anch’esso a crollare per colpa di una gestione alquanto becera.
Kingdoms è una semplice rielaborazione del classico Stronghold. Gli utenti, una volta registratisi, dovranno scegliere tra i tantissimi server di gioco, una zona nel quale fondare il primo villaggio. Questo sarà il centro focale delle prime attività di ogni signore, garantendogli uno spazio di produzione ed uno spazio militare. La mappa di produzione dinamica è sempre la stessa, conterrà una prateria rigogliosa, un granaio, un magazzino, i minerali ed un centro città dove spawneranno i contadini. Dopodiché spetterà a noi iniziare la costruzione. Al contrario della versione single player non avremo a disposizione tutte le features di gioco, ma dovremo via via sbloccarle e migliorarle con la ricerca scientifica. La mappa del mondo riproduce fedelmente quasi tutti i paesi d’Europa, e coinvolge tantissimi utenti, i quali villaggi o città si intrecciano in rapporti di vassallaggio, amicizia, fazione o guerra. Le relazioni diplomatiche sono quindi tantissime, sebbene spesso automatizzate: dopo qualche giorno di pace forzata il nostro villaggio sarà attaccabile da chiunque, con rischio di perdere risorse ed oro a seconda della forza della razzia. Per difendere le risorse toccherà usare le stesse nella costruzione del proprio castello, che verrà adibito in un’area a parte e nel quale collocheremo le truppe che saremo riusciti a formare. Per completare il quadro bisogna aggiungere la possibilità di inviare mercanti nei mercati della mappa, con il compito di vendere o acquistare, nonché la facoltà di inviare esploratori o truppe alla ricerca di risorse sparse per il mondo o per adempiere alle quest di gioco.
Il tutto, considerando la grande complessità della diplomazia, gli incredibili intrecci di fazioni rivali ed amiche, le guerre e le razzie tra giocatori umani, sembrerebbe davvero un gran bel prodotto. Nulla di più lontano dal vero. Purtroppo il free to play è solo una farsa, dietro la quale si scopre una modalità freemium delle più becere. Innanzitutto, come in molti MMO browser, le costruzioni, l’accumulo delle risorse, qualsiasi cosa, è limitata dal tempo di realizzazione, che si fa sempre più alto salendo di livello. Ottenere oro o risorse non è molto difficoltoso, e non lo è neanche salire di onore e di rango. Lo è però riuscire a costruire o a divenire competitivi in meno di qualche anno – almeno senza sborsare un centesimo -. Non solo saremo impediti dalla sempre maggiore lentezza di costruzione, ma anche dall’assenza, se non in modalità premium, di una coda di produzione. Questa è una grave pecca, assente anche in molti giochetti dello stesso stampo meno blasonati o seguiti. Ovviamente non si può pretendere una coda di produzione lunghissima, ma è tendenzialmente impossibile competere con giocatori premium quando per poter inserire nella mappa due casupole di fila ci vogliono all’incirca trenta minuti. Il gioco risulta quindi, dopo molto poco, noioso e tribolato, adatto solo a chi voglia spendere soldi in gettoni premium o carte che migliorino le prestazioni. La cosa davvero incredibile non è l’approccio in sé – molto usato nell’ambito dei multiplayer scanzonati perché permette di gestire tantissimi utenti senza grosso sforzo, avvicinando anche i casual gamers al prodotto – ma è la cattivissima gestione delle strutture e delle possibilità giornaliere date agli utenti standard, le quali si avvicinano allo zero. Un conto è creare un gioco freemium, che svantaggia un poco gli utenti free, permettendogli però di competere. Un conto invece è creare un gioco che nelle sue modalità gratuite è semplicemente ingiocabile. Per quanto concerne il gameplay vero e proprio siamo davvero dispiaciuti di dover far notare queste gravi carenze, visto che l’idea di dover gestire i propri villaggi e di prosperare con l’ausilio di altri giocatori nel bellissimo mondo di Stronghold, raro esempio di perfetto equilibrio tra gestione delle risorse e gestione militare, è davvero azzeccata.
A livello grafico il gioco si salva grazie alla presenza delle ambientazioni e delle skin del vecchio prodotto Firefly. Non si può certo chiedere di meglio: le figure, i contadini, le strutture, sono sempre le solite, e si vede che il lavoro, anche se datato, rimane di qualità. Ovviamente ci si sarebbe potuto aspettare un certo rinnovamento, anche solo una rispolverata grafica. L’impatto complessivo delle mappe e delle costruzioni è comunque positivo. Poco positiva invece è la plancia di gioco, davvero antiquata e non al passo con i tempi: bottoni piccoli e poco intuitivi, disordinati e fin troppo numerosi, creano davvero un senso di spaesamento che viene dissipato solo dopo qualche ora passata a fissare il monitor.
Allo stesso tempo le musiche, vanto del primo capitolo, sono state riproposte solo in una traccia, lasciando quindi fin troppi vuoti musicali. Aumentando il già frustrante ed onnipresente senso di ripetitività. I suoni di gioco sono anch’essi gli stessi di sempre, e fanno ovviamente il loro lavoro, senza infamia e senza lode. Nel complesso comunque non possiamo essere affatto contenti di questo prodotto: non offre nulla che non si veda nel vecchio single player, non innova da nessun punto di vista, introduce anzi un sistema di controllo ed una interfaccia di gioco poco intuitiva e davvero brutta. Certo, l’idea di ricreare un Europa medievale popolata da utenti di Stronghold era buona, ma è stata sfruttata malissimo.
Come si evince dal testo della recensione non abbiamo molte parole dolci per Stronghold Kingdoms. Si tratta di un prodotto usufruibile solo dai giocatori premium - paganti -, a meno di non voler passare ore, se non giorni, in attesa di costruire qualche meleto. Francamente non ci si lamenta tanto del concetto di freemium in se, ma di questa sua esasperazione, che rende il comparto gratis praticamente inutile. Se poi aggiungiamo una grafica datata ed un'interfaccia anteguerra, il voto non potrà che essere insufficiente.