Alla scoperta del castello nel deserto più famoso di sempre. Firefly Studios scende in campo con il nuovo Stronghold Crusader 2!
Stronghold Crusader 2 porta con se un nome pesante, un’eredità di difficilissima gestione. Firefly sapeva che probabilmente questo sarebbe stato un punto di svolta fondamentale per il futuro della compagnia stessa, capace di grandissime produzioni e di flop altrettanto eclatanti. Dopo un mediocre Stronghold 2 ed un terribile Stronghold 3 eccoci di fronte ad un titolo che, pur se non eccezionale, ricalca i fasti del passato, regalandoci delle buone ore di sano divertimento medievale.
Il prodotto si mostra a fan e neofiti come uno strategico in tempo reale, un castle sim, forse unico nel suo genere. Preso il comando di un lord medievale starà a noi gestire il castello, contro le scorrerie dei signori nostri nemici. La trama è assente, mancando infatti, al contrario degli altri episodi della serie Stronghold, una campagna che giustificasse le nostre avventure. La mancanza si fa sentire, ma, bisogna dirlo, fino ad un certo punto. Si apprezza molto di più infatti l’onestà intellettuale di chi, pur di non fornire il giocatore di un prodotto posticcio e raffazzonato, punti tutto sulla schermaglia. La campagna proposta pertanto, definita preparatoria, non è altro che un lungo e semplice tutorial, che servirà ad abituarci alla dura realtà delle mappe presenti in database. La schermaglia quindi, assieme al multiplayer, sarà il piatto forte di questo secondo capitolo. Le mappe proposte seguiranno varie situazioni di gioco, con andamento via via più difficile, mettendo in seria competizione anche i giocatori più rodati ed abituati alle sfide. Molto interessante la conformazione geografica di quasi tutti i livelli previsti, inserendo elementi molto variabili quali risorse uniche, materie prime condivise, alture, bassopiani, oasi, passaggi obbligatori, montagne e così via. Non faranno parte solo ed esclusivamente dell’estetica di gioco, ma anche e soprattutto dell’approccio che bisognerà tenere per poter sperare in una vittoria. A complicare le cose ricordiamo che in questa modalità ogni aspetto sarà completamente vincolato e deciso dal gioco, dagli alleati e nemici (alcuni di essi spesso inseriti in squadre d’attacco) fino ai soldi ed alle materie prime ricevute. Ovviamente anche l’ubicazione del nostro castello, elemento fondamentale spesso nel rendere un match facile o difficile, sarà costretta dal software. Discorso diverso nel caso di schermaglie personalizzate, che potranno essere disputate anche in un appassionante multigiocatore. Da segnalare inoltre l’editor di mappa, che regalerà indubbiamente grandi soddisfazioni grazie alla community, sempre molto attiva.
Il gameplay vero e proprio è forse la croce e la delizia del videogioco, traducendosi in una specie di remake dotato di motore Havok e grafica tridimensionale del vecchio Stronghold Crusader. Come avevamo ampiamente preveduto in sede di anteprima il gioco ci era parso da subito buono e ben implementato, ma forse un po’ troppo povero e privo di features originali. In questo caso però Firefly ha decisamente preferito tenere la via vecchia, proponendo un gioco identico in quasi ogni aspetto. Ci sarà quindi la solita fortezza, il magazzino, l’armeria ed il granaio, stutture principali che accumuleranno le tre tipologie di risorse disponibili: materie prime, armi e cibo. Ogni struttura di produzione, oltre ad un costo in materie prime, necessiterà sempre di un lavoratore. I lavoratori verranno attirati nel castello grazie alla popolarità (dipendente da cibo, tasse, birra e religione) e serviranno anche per arruolare militari. Ogni aspetto della produzione è studiato nel dettaglio, ed ogni edificio avrà i suoi pro e contro. I meleti per esempio sono economici e veloci, ma frutteranno poco. La catena del pane invece, fatta di grano, mulini e fornai, seppure lenta e costosa, una volta avviata è indubbiamente la migliore. Alcune strutture necessiteranno invece di oro per poter essere edificate. In particolare quelle inerenti alle forze militari, come le botteghe dei fabbri e degli archi, o le scuderie. Interessante poi la costruzione del castello, un classico della saga, contraddistinto dalla presenza di due tipi di mura, tre tipi di torri, strutture di difesa e strutture di offesa molto dettagliate e variegate. Unica vera pecca sono la scarsa differenza in oro dei soldati mercenari rispetto a quelli arruolati dai cristiani, cosa questa che si traduce in un netto vantaggio di chi evita la costruzione di armerie e quant’altro, dedicandosi solo a tasse e cibo, e l’assenza delle strutture umorali, presenti nel vecchio titolo, ed utili anche solo per poter rendere la mappa più variopinta. Grande plauso invece alle intelligenze artificiali: ogni personaggio (come il Saladino, la Sultana, lo Sceicco e via discorrendo) avrà una propria psiche, che si tradurrà in un diverso approccio sia nella costruzione del maniero che nell’arte della guerra.
Stronghold Crusader 2 sfrutta abbastanza bene le potenzialità del motore Havok, certo senza risultare eccezionale dal punto di vista visivo. Indubbiamente le collisioni, le reazioni dei corpi, dei cadaveri, dei proiettili in generale sono ottime: eleganti e plausibili i movimenti dei militari e dei civili (che nel primo sembravano tanti manichini), molto soddisfacenti frecce e massi scagliati dalle catapulte, che seguiranno pattern variabili, proprio come in un vero assedio. La strutturazione del deserto è buona, ma forse un poco troppo scarna, povera com’è di elementi di dettaglio che rendessero i paesaggi meno monotoni (sebbene bisogna dire che il deserto è un posto monotono di suo). Ad ogni modo si poteva fare qualcosa di più dal punto di vista delle textures e delle luci, che risultano un pochino grezze rispetto ai passi avanti fatti dagli strategici attuali e poco vivaci, nonostante l’impegno profuso nelle animazioni ambientali quali la rifrazione solare e la sabbia. Il motore grafico regge comunque in maniera buona un numero elevato di strutture ed unità, facendosi perdonare la poco raffinata, ma pur sempre sufficiente, realizzazione visiva.
Dal punto di vista dell’audio invece, dispiace dirlo ma siamo di fronte ad una bocciatura, o meglio ad una strigliata d’orecchie. Possibile che in tutti questi anni di sviluppo Stronghold debba ancora sfoggiare come unico brano orecchiabile lo stesso main theme di sempre? Che per carità, è semplicemente stupendo, ma è un ricordo ancestrale dei tempi che furono, quando Firefly si impegnava seriamente nel comparto audio. Stronghold Crusader 2 in questo pecca, con una serie di brani monotoni e senza spina dorsale, ad esclusione del grande classico sopramenzionato. Il doppiaggio e la componente sonora rimangono invece su livelli più che buoni, ed è un bene sapere che il prodotto sia completamente in italiano, testi e voci (tutte molto caratteristiche).
Stronghold Crusader 2 non è certo un prodotto originale, e chi ha conosciuto a fondo il primo, troverà in questo un vestito nuovo, per un gioco ancora fedelissimo alle origini. Sebbene sarebbe il caso di iniziare a darsi una rimodernata in casa Firefly, non possiamo che consigliare il software a tutti i neofiti della saga e a tutti coloro che cercano una sfida impegnativa nel panorama strategico, con un'ambientazione deliziosa.