Dopo essersi fatto attendere per molto tempo, il nuovo capitolo di Street Fighter è finalmente arrivato nei negozi, anche se l’ha fatto nel peggiore dei modi possibili
I giorni che precedettero il Playstation Experience 2014 verranno sempre ricordati da molti come il momento in cui tutti i piani su annunci e rivelazioni di Street Figther V vennero definitivamente rovinati. Ancora oggi non si conosce con esattezza il modo in cui le notizie vennero “trafugate”, ma ben presto il mondo intero venne a conoscenza di quasi tutte le peculiarità che il nuovo capitolo del picchiaduro targato Capcom avrebbe posseduto. Ciò ovviamente non fece altro che aumentare l’hype generale che milioni di videogiocatori provavano per la nuova fatica di Yoshinori Ono, soprattutto dopo quello Street Figther IV che, ai tempi, fu capace di far tornare sotto i riflettori un intero genere, con numerosi tornei professionisti susseguitisi un po’ ovunque e che furono capaci d’ottenere un tale successo da portare Capcom stessa a puntare molto sugli e-sport.
Nel corso degli ultimi mesi, il famoso sviluppatore giapponese ha quindi cercati di conquistarsi quanta più attenzione possibile sia da parte dei fan più accaniti che dalle nuove leve, il tutto al fine di portare sul mercato un prodotto che fosse in grado di accontentare entrambe le tipologie d’utenza.
Al tutto si deve poi aggiungere un’importante fase di closed beta che ha permesso a molti di provare nel dettaglio il nuovo sistema di combattimento ed alcuni dei personaggi che avrebbero fatto parte del roster finale, potendo al contempo testare la bontà dei server online. Tutto, insomma, sembrava perfetto ed il sogno nascosto nel cassetto di numerosissimi videogiocatori sembrava si stesse davvero avverando grazie ad un opera che sarebbe stata in grado di mettere d’accordo tutti sulla sua qualità. Peccato solo che, una volta resosi disponibile, Street Fighter V abbia lasciato interdetta ben più di qualche persona, me compreso.
Risulta impossibile non rimanere quantomeno spiazzati mentre si da un primo sguardo al menù principale del gioco, attualmente piuttosto scarno. In Street Figther V, infatti, sono presenti solo la modalità Allenamento, i match amichevoli e classificati per gli scontri online, un sistema di ricerca dell’avversario denominato “Capcom Fighter Network”, il Versus e la modalità Sopravvivenza; al tutto bisogna poi aggiungere anche alcune voci del menù alle quali, però, non è ancora possibile accedere in quanto diverranno disponibili solo nel corso di marzo, una scelta quantomeno opinabile e decisamente poco elegante.
La prima cosa che salta subito all’occhio è l’assenza della conosciuta modalità Arcade, qui rimpiazzata dalla Story Mode, la quale rappresenta purtroppo l’aspetto meno riuscito dell’intera produzione. In totale sono presenti sedici storie differenti, una per ogni lottatore presente nel gioco, definibile come una sorta di presentazione del personaggio preso in esame che si delinea tramite un massimo di due o tre scontri inframezzati da alcune illustrazioni.
Purtroppo, disegni e dialoghi risultano essere poco definiti ed interessanti, e la possibilità di poter completare ogni singola “campagna” in un’oretta mette ben in evidenza quali siano i limiti di questa modalità, tutt’altro che trascurabili ed in grado di rovinare l’intera esperienza di gioco, almeno per quanto riguardo il contesto narrativo, rasentante il ridicolo.
Bisogna però aggiungere che la stessa Capcom ha voluto chiarire la drammatica situazione, spiegando che l’attuale modalità storia rappresenta solo un pretesto per contestualizzare il background narrativo dei diversi personaggi in modo tale da permettere ai novizi di conoscere più dettagliatamente quanto bisogna sapere per entrare meglio in sintonia con i lottatori. Inoltre, la software house giapponese ha dichiarato che nel mese di giugno verrà ufficialmente introdotta una vera e propria modalità storia meritevole di tale nome, dal taglio cinematografico e con una specifica linea narrativa che rappresenterà un importantissimo momento nel brand di Street Fighter.
Sono parole che fanno ben sperare ma, comunque, ciò non basta assolutamente a giustificare un’attuale Story Mode assolutamente insufficiente ed incapace di coinvolgere od interessare i videogiocatori, fan o meno. Ciò che però rappresenta il vero punto di forza dell’intera produzione è, senza alcun’ombra di dubbio, il nuovo figth system che Capcom ha portato alla luce con Street Fighter V.
Di fatto, i piani della software house erano a dir poco ambiziosi, con gli sviluppatori intenzionati a semplificare il tutto per permettere ai neofiti di entrare a far parte di questo grande mondo senza doversi scontrare con quell’enorme scoglio di difficoltà che contraddistingueva il quarto capitolo offrendo, al contempo, un buon livello di complessità per tutti coloro che sono cresciuti insieme al brand. Parliamo insomma di un obiettivo tanto ambizioso quanto pericoloso, visto che una cattiva gestione del tutto avrebbe potuto insoddisfare fan storici e non.
Il cambio a livello di gameplay è palpabile fin dal primo istante, a cominciare dal tanto discusso V-System, composto da tre componenti, il V-Skiil, il V-Trigger ed il V-Reversal, caratterizzati dal loro essere unici per ogni personaggio. Quello che ad una prima occhiata potrebbe sembrare un sistema quantomeno semplificato riesce, in realtà, a modificare pesantemente l’intera struttura di gioco. La V-Skill può essere rappresentata come una semplice mossa, difensiva od offensiva, che non necessita di alcun costo.
I V-Trigger sono dei particolari poteri legati ad una specifica barra ben visibile che aggiungono un elevato spessore all’intera struttura di gioco, grazie ai loro molteplici effetti. Si passerà infatti da modifiche che mutano le proprietà delle mosse fino ad arrivare a vere e proprie mosse offensive aggiuntive, alle volte davvero molto pericolose. Completa tutto il V-Reversal che, tramite la pressione simulata di tre tasti (pugno, calcio e tasto direzionale), può dar vita ad un temibile Counter grazie al quale sarà possibile spuntarla anche nelle situazioni più disperate.
Ciò che però lascia davvero basiti del V-System riguarda la sua incredibile varietà. Le tre componenti sopracitate, infatti, sono uniche per ogni personaggio ed incredibilmente diversificate tra loro, un’importante aspetto che offre una caratterizzazione del roster inaspettata ed enormemente gradita. Un aspetto che invece fece gridare allo scandalo fin dalla sua ufficiale conferma fu l’eliminazione totale delle Cancel, le quali però non sono state effettivamente eliminate, ma solo ridimensionate nel corso delle diverse combinazioni di combo più complesse ed articolate. Attivando il V-Trigger sarà infatti ancora possibile interrompere una combinazione per poi poterla ritrasformare a proprio piacere. Il metodo in cui il tutto è stato implementato riesce effettivamente nel suo intento, dando forma ad un combat system più immediato ma non per questo meno tecnico e particolareggiato.
Al tutto si deve infine aggiungere la presenza dei Crush Counter, delle violente contromosse in grado di stordire e conseguentemente infierire pesantemente sul proprio avversario ormai inerme. Da ciò si evince quanto lo stile di combattimento in Street Figther V, per quanto ancora molto tecnico e fortemente competitivo, punti questa volta molto più su di un comportamento aggressivo e capace di non dar respiro al rivale di turno.
Se da una parte il combat system merita quindi di essere promosso a pieno voti, lo stesso non si può certo dire per la quantità di contenuti rilasciati al lancio; sia chiaro, la concezione di un qualsiasi picchiaduro si basa anche su di un costante miglioramento in materia con continui aggiornamenti gratuiti e, in caso, anche tramite DLC a pagamento, ma in questa particolare situazione si è davvero calcata troppo la mano. Partendo proprio dal roster, infatti, dovremo scontrarci con un totali di sedici possibili lottatori, una libertà di scelta piuttosto striminzita, a maggior ragione se si pensa ai picchiaduro che nel corso degli ultimi mesi hanno fatto il loro ingresso nel mercato.
Va detto che Capcom ha scelto quali combattenti inserire con la massima attenzione, tra volti conosciuti e nuovi arrivati, dando così forma ad un roster comunque estremamente vario e al cui interno ogni videogiocatore avrà modo di trovare la sua “anima gemella”. In tal senso è quindi un vero peccato che alcuni dei matchup presenti siano incredibilmente sbilanciati, con determinati personaggi che, alle volte, sono totalmente impossibilitati a contrattaccare determinate tecniche.
Meritano di essere menzionati anche i cosiddetti Fight Points, la valuta in-game del gioco ottenibile completando le diverse Story Mode, affrontando la modalità survival o lanciandosi nei combattimenti online. Suddetta moneta potrà poi essere utilizzata per acquistare nuovi costumi e futuri lottatori. Va detto, però, che ogni singolo scontro online vi frutterà solo 50 Fight Points, a fronte dei ben 100mila necessari per ottenere un singolo personaggio, una situazione al limite del tragicomico.
Il colmo, però, è rappresentato dall’attuale impossibilità di accedere allo store del gioco per utilizzare i propri sudati punti in quanto non ancora inserito nell’opera. Il tutto, infatti, dovrebbe rendersi disponibile nel corso di marzo insieme alle sfide, utili per allenarsi con i diversi guerrieri nelle mosse e combo più complesse, gli obiettivi attraverso i quali vi verrà richiesto di eseguire specifici compiti nel corso dei match online per guadagnare altri punti e, come ciliegina sulla torta, la spectator mode, attualmente assente.
Di ottima fattura risulta essere invece il comparto tecnico del titolo, mosso dall’Unreal Engine 4, che tra texture di ottima qualità, giochi di luce ed ombre dall’elevato spessore ed una modellazione poligonale dei personaggi minuziosamente lavorata, riesce a dar vita ad uno spettacolo di gran livello in grado di mixare sapientemente uno stile 3D fortemente realistico ad uno 2D dai tratti marcatamente più cartooneschi, il tutto anche grazie ad animazioni semplicemente impeccabili e che non mancheranno di lasciarvi a bocca aperta in più di un’occasione. Purtroppo non siamo difronte ad un comparto grafico perfetto e, in generale, qualche imperfezione è possibile notarla, ma ciò non è assolutamente in grado di sminuire l’ottimo lavoro svolto da Capcom.
Vanno purtroppo criticati, invece, i server che attualmente stanno creando ben più di qualche grattacapo a fin troppi videogiocatori. Dopo un lancio del titolo semplicemente disastroso in tal senso, con la quasi totale impossibilità di affrontare qualsivoglia match online, la software house giapponese ha tentato di rimediare al tutto apportando alcune modifiche e riuscendo, in parte, a sistemare una situazione inizialmente critica. Adesso risulta infatti molto più facile giocare online, ma in più di un’occasione ci si ritrova ancora a dover fare i conti con problemi di matchmaking, lag e disconnessioni, una problematica che si fa ancor più marcata se si pensa che, almeno attualmente, il single-player del titolo cede il fianco a ben più di qualche critica.
Street Fighter V è l’esempio perfetto di titolo che se fosse arrivato sul mercato anche solo con qualche mese di ritardo si sarebbe guadagnato esclusivamente un lungo susseguirsi di elogi entusiastici ma che invece, allo stato in cui attualmente verte, risulta essere appena sufficiente. Da una parte ci si ritrova infatti con un combat system di grande spessore, capace d’intrigare sia i giocatori alle prime armi che i fan più accaniti grazie a meccaniche facili da apprendere ma difficoltose da padroneggiare ed in grado di mettere alla prova anche l’utente più esperto, unito ad una realizzazione tecnica meravigliosa a cui bisogna però affiancare quella che rappresenta, probabilmente, la peggior decisione mai presa da Capcom, la quale ha preferito rilasciare un titolo che allo stato attuale, per contenuti e varietà generale, risulta essere semplicemente impietoso e a cui va ad aggiungersi un’instabilità dei server che, nonostante i miglioramenti apportati, presenta ancora diverse criticità. Ovviamente gli sviluppatori avranno premura di aggiornare ed ampliare il tutto nei mesi a venire con nuovi contenuti che miglioreranno enormemente la situazione ma, per il momento, non si può non criticare quella che rappresenta, senza alcun ombra di dubbio, una presa in giro nei confronti di tutti coloro che hanno sempre amato il brand di Street Fighter e lo ricordano tutt’oggi come il miglior esponente del genere.