Un titolo nascosto, ma che a sua volta cela dentro di sé un grande spessore emotivo.
Il mio rapporto con le avventure grafiche è sempre stato abbastanza turbolento, essendo un genere videoludico a cui non sono mai riuscito ad avvicinarmi con convinzione. Nonostante ne conosca molto bene le potenzialità come forma di espressione interattiva non mi sono mai fatto abbastanza coraggio a provare uno di questi videogiochi, nemmeno i grandi classici come Monkey Island o i titoli LucasArts.
Però si cresce, si matura e arriva sempre una prima volta per tutto; la mia esperienza con le avventure grafiche inizia incredibilmente con Life is Strange! Il titolo di Dontnod ha segnato per me una piccola svolta, perché capace di colpirmi e darmi emozioni forti, diventando in tutto e per tutto uno dei miei titoli preferiti di sempre. E’ stato anche questo che mi ha spinto a provare questa piccola produzione targata Daedalic Entertainment, denominata Silence, nella mia seconda “spedizione” nei meandri di un genere per me sconosciuto. Ecco quindi il mio verdetto su questa fantasiosa avventura a cura del team di sviluppo tedesco.
La storia del gioco ha inizio con due bambini, Noah e Renie, fratello e sorellina, che trovano rifugio in un bunker per sfuggire da una guerra brutale e senza pietà, che diventa un microcosmo in cui raccontare storie e fantasticare. Loro malgrado, si troveranno a scoprire che questo luogo di apparente salvezza è solo uno spazio di passaggio per un mondo in bilico tra la vita e la morte, narrato in una delle loro fantasiose storie, ovvero Silence. Entrandoci dentro, i due fratellini si divideranno e dovranno compiere un lungo e tortuoso viaggio in questo mondo fuori dallo spazio e dal tempo, per ritrovarsi e riuscire a scappare.
La storia, apparentemente molto semplice, principia con un incipit piuttosto classico, che ricorda moltissimo le opere di Guillermo del Toro, un espediente narrativo molto utilizzato per introdurre un mondo fantasy senza risultare forzato, ma proprio per questo la trama è quanto di più bello e sorprendente si possa vedere in questo titolo; non solo l’incipit apparentemente poco originale risulterà fondamentale ai fini della storia, ma lo sviluppo della stessa è incredibilmente affascinante, soprattutto per la sua scrittura e caratura emotiva. Le vicende sono un mix perfettamente riuscito tra avventura, commedia, dramma e racconto di formazione. Queste componenti messe assieme creano un bellissimo affresco sulla crescita personale, in cui attraverso dei ragazzini si riesce a narrare una storia adulta, matura, potente e densa di significato, capace di provocare profondamente il giocatore, ma allo stesso tempo di descrivere un intero mondo, grazie ad una delicatezza mai banale, in cui i conflitti e le interazioni tra i personaggi conferiscono loro una caratterizzazione interessante e sfaccettata, sia per i protagonisti che per i comprimari. Il sapore è quello di un’opera di crescita per ragazzi ma che ha una chiave di lettura molto più matura e consapevole, davvero incredibile. Unico neo della storia è quello legato alle scelte morali che – indipendentemente da ciò che faremo – non saranno in alcun modo influenti sulla narrazione, rendendole di fatto una componente quasi inutile.
In fase di gameplay potremo controllare i tre personaggi principali, ovvero Noah, Renie e il fidato compagno di entrambi Spot, un piccolo animaletto che aiuterà i protagonisti nel corso dell’avventura. Prenderemo il controllo di entrambe le parti, cambiando continuamente prospettiva nella storia. Il tutto offre una certa dinamicità alla storia, mettendoci di fronte ad alcune differenze concrete a seconda del personaggio che controlleremo. Ad esempio, se controlleremo Noah avremo una forza fisica leggermente maggiore rispetto a Renie, molto più piccola rispetto al fratello, il che influenzerà lo spostamento di oggetti pesanti, mentre Renie vista la sua statura più piccola potrà passare attraverso cunicoli e luoghi più ristretti. Infine, Spot sarà l’ago della bilancia dell’esperienza, in quanto potrà, vista la sua particolare natura, cambiare forma, potendo restringersi o gonfiarsi per costruire ponti di passaggio, sollevare pesi o levarsi in zone più elevate.
Silence è strutturato come un’avventura grafica, ma a discapito di quanto fatto dai titoli più recenti di questa categoria prende spunto direttamente dai giochi più classici, come quelli citati all’inizio di questa recensione, infatti avremo sezioni di gioco divise in varie micro-zone in cui muoversi e compiere le varie azioni, come l’interazione con gli oggetti e l’ambiente circostante al fine di progredire con l’avventura. Sarà quindi necessario risolvere gli enigmi ambientali, facendo un buon uso dell’intelletto. Questo perché molti di questi risultano essere piuttosto variegati e decisamente bilanciati a livello di sfida. infatti potranno coinvolgere molteplici punti delle varie zone di gioco e, seppur non frustranti, riusciranno ad impegnare il giocatore per arrivare alla loro risoluzione. Per dare un aiuto ulteriore nel caso non si riesca a proseguire, è anche presente un pratico menù che evidenzia i vari punti d’interazione e un indizio per ogni enigma. Infine, se non si è avvezzi al genere, su PC (questa la versione che abbiamo provato) è presente anche il supporto completo per i controller esterni, che semplificano molto i comandi di gioco grazie anche ad una buona mappatura dei tasti. Un gameplay ben fatto ed interessante, nonostante non porti vere innovazioni al genere, cosa che sarebbe stata sicuramente interessante.
Il lato tecnico è un’altro punto altissimo per questa produzione, che riesce ad esprimere sé stessa al meglio grazie ad elementi fantastici messi in campo da Daedalic Entertainment, con uno sviluppo indipendente ma artisticamente ispirato, a tal punto da avermi lasciato a bocca aperta numerose volte. Ciò che si nota sin da subito è naturalmente il comparto grafico ed estetico, entrambi incredibilmente riusciti e degni di nota, colonne portanti dell’avventura in quanto rappresentativi di un luogo magico e fantastico, pieno di bellezze ma anche di molte insidie.
Innanzitutto il reparto artistico stupisce offrendo al giocatore immagini stupende, che vanno a delineare e descrivere un mondo a tratti paradisiaco, solare, mediterraneo e colorato, frutto di un’immaginazione quasi cartoonesca ma che sotto una patina gradevole e morbida nasconde qualcosa di oscuro, creature cupe che disturbano la quiete di questo posto idilliaco, i Cercatori. Questi ultimi creano dei continui contrasti interessanti, ma lasciano spazio a scorci di grande maestosità, luoghi magici e quasi poetici, nella loro bellezza, facendo di Silence un luogo certamente indimenticabile, in cui ogni angolo, ogni piccolo particolare è significativo e dona elementi in più a caratterizzare le ambientazioni. Il tutto poi è ottimamente sorretto da un comparto grafico sorprendente, in cui il reparto visivo è mosso da una grafica eccellente, dettagliata e curata, tra animazioni fluide e ben gestite, effetti visivi di acqua, illuminazione dinamica e texture ben realizzati che compongono meravigliosamente l’immagine, anche grazie ad una bella regia e un’unione ben riuscita tra 2D e 3D, che dona al disegno una personalità peculiare e spiccata.
Vanno anche stese molteplici lodi per il sonoro, anche qui impeccabile come sopra. Il doppiaggio in inglese, con sottotitoli in italiano, è molto buono (solo il protagonista è un po’ sottotono) e le performance recitative sono di buon livello, mentre per quanto riguarda gli effetti sonori e i rumori di ambiente, questigodono di grande qualità e sono in grado di offrire un coinvolgimento ulteriore a seconda delle zone in cui ci troveremo, ove potremo ascoltare cascate fluenti, alberi che suonano al vento o uccelli che volano negli spazi aperti, caratterizzando ancora di più il mondo di Silence. Infine, la colonna sonora è incantevole, con musiche orchestrali che accompagnano benissimo le atmosfere magiche del gioco, a volte malinconiche a volte più serene e ritmate, ma allo stesso tempo capaci di innalzare moltissimo i momenti più emozionali, dando spessore ulteriore alla narrativa. Che sia durante le fasi di gioco o nelle fasi narrative, la soundtrack rimane fantastica.
Silence quindi è un titolo che mi ha sorpreso, che ha saputo emozionarmi e lasciarmi spiazzato a più riprese, un titolo su cui non puntavo nulla e che invece si è rivelato essere un bel debutto per questo anno videoludico, almeno per me, un consiglio spassionato a tutti gli amanti di questo genere videoludico (ma anche ai non appassionati), soprattutto se si è alla ricerca di una grande storia e di un’esperienza che possa lasciare un segno.
Silence è un titolo che sorprende, perché dalla sua apparente piccolezza sprigiona una bellezza incredibile, che non si limita solo alla costruzione di un meraviglioso mondo fantasy che pulsa e vive, ma anche da una narrazione dannatamente coinvolgente e toccante, che continua a rimanere impressa anche molto dopo la sua conclusione.