In un regno dove la guerra è imminente, sarà nostro compito riportare la pace ed evitare che il nostro mondo cada per mano delle forze oscure
Eravamo nel lontano 2004 quando in tutto il mondo faceva il suo primo debutto Kult: Heretic Kingdoms, un action RPG di buona qualità sviluppato dai ragazzi di 3D People che riuscì a guadagnarsi una discreta fetta di pubblico grazie ad un’interessante trama ed un solido gameplay caratterizzato da alcuni peculiari elementi di gioco. Tra questi, a riscuotere maggior successo fu sicuramente la presenza di un mondo parallelo a quello umano in cui pericolosi demoni si potevano muovere in totale libertà, denominato Dreamworld. In seguito, per molti anni a venire si tentò più volte di dare nuova linfa vitale al brand ma ogni progetto, alla fine, fu tristemente abbandonato. Proprio nell’ultimo periodo, però, i ragazzi di Games Farm, in collaborazione con bitComposer Games hanno dato vita ad un piccolo progetto che in breve tempo è diventato realtà portando all’annuncio di Shadows: Heretic Kingdom. Il gioco, disponibile tramite accesso anticipato su Steam da diversi mesi, è ormai stato rilasciato nella sua versione completa e finalmente abbiamo potuto giocarlo nella sua interezza. Se anche voi siete curiosi di sapere se valga la pena investire i propri sudati risparmi nell’ultima fatica targata Games Farm, non dovete fare altro che continuare a leggere la nostra recensione.
Essendo questo titolo un seguito in tutto e per tutto di Kult: Heretic Kingdoms, ci sembra giusto fare un piccolo riepilogo della trama per tutti coloro che non dovessero averlo giocato, eventualità piuttosto probabile visto che ormai sono quasi passati dieci anni dalla sua uscita. Sono trascorsi numerosi secoli da quando, in un universo immaginario popolato da pericolose creature mistiche, il potente Dio della Terra è caduto per mano di un guerriero armato della mistica spada Godslayer, ormai contesa tra gli Inquisitori intenzionati a creare un nuovo governo e pericolosi fanatici religiosi desiderosi di riportare in vita la potente divinità caduta in battaglia. Dopo numerose vicissitudini viene finalmente raggiunta una pace tra le due fazioni, poiché entrambe minacciate da pericolosi demoni che hanno invaso il mondo dei sogni, chiamato Dreamworld, trasformandolo nel loro regno oscuro, ed è proprio nel pieno di questa flebile “tregua” che hanno inizio gli eventi narrati in Shadows: Heretic Kingdoms.
L’incipit che sta alla base del gioco tratta di un misterioso mago bisognoso dell’aiuto di un potente demone, tale Divoratore, per poter portare a compimento i suoi loschi piani. Esaminata da questo punto di vista, la trama potrebbe sembrare quanto meno banale, ma nel corso dei tre capitoli di cui si compone la storia, il giocatore assisterà ad un continuo evolversi dei fatti raccontati che andranno pian piano ad intrecciarsi tra loro fino ad andare a creare una fitta rete di segreti e rivelazioni per niente banali o scontati, peccato che il tutto decolli solo nell’ultimo capitolo e che questo sia stato praticamente troncato a metà per favorire l’uscita di un nuovo episodio della serie, atteso per il 2015.
Dopo un’introduzione quanto meno confusionaria, il gioco ci mette di fronte alla nostra prima scelta, decidere quale personaggio fra i tre presenti si vorrà riportare in vita e controllare durante l’avventura. Il Divoratore ha infatti il potere di poter assumere il controllo di qualsiasi essere vivente abbia uno spirito abbastanza forte, controllandone ogni azione ma lasciandone intatta la volontà. I tre eroi rappresentano le tre classi utilizzabili, ovvero Kalig il guerriero, Elvia la maga o Jasker il cacciatore. Già solo questa primissima scelta sarà di fondamentale importanza, non solo perché ciò determinerà lo stile di gioco che dovremo affrontare ma anche perché ognuno dei tre protagonisti possiederà i proprio “scheletri nell’armadio”, che si risolveranno in divertenti ed intriganti quest che sarebbe davvero un peccato perdersi. Oltre a ciò, man mano che si avanzerà nel gioco sarà possibile impossessarsi di nuovi personaggi con caratteristiche uniche, per un totale di dieci guerrieri di cui però ce ne potremmo portare in missione solo quattro (Divoratore compreso).
In qualsiasi momento del gioco sarà inoltre possibile effettuare un “salto” che vi permetterà di passare dal mondo vivente a quello demoniaco, percorribile solo dal Divoratore, caratteristica che va a creare due universi ben distinti e popolati da creature estremamente diverse tra loro, dando quindi la possibilità di percorrere due volte la stessa strada ma vivendo, di base, due avventure. Questa caratteristica di gameplay, inoltre, ha permesso agli sviluppatori di realizzare divertenti puzzle ambientali e missioni in cui sarà obbligatorio passare da un piano universale all’altro per poter completare i diversi obiettivi, un valore aggiuntivo che rende il risultato finale sicuramente più intrigante e stimolante.
Nel gioco sono poi presenti numerose quest secondarie nelle quali spesso e volentieri ci troveremo di fronte a piccole scelte morali che andranno a modificare piccoli valori, come la quantità di denaro ottenuto o l’esperienza accumulata, peccato solo che molte di queste tendano a ripetersi un po’ troppo spesso, riducendosi frequentemente ad un’andare dal punto A al punto B, uccidere i nemici, prendere l’oggetto e tornare da chi vi ha commissionato il lavoro; sicuramente, in tal senso, si poteva fare molto di più. Il sistema di gioco di Shadows: Heretic Kingdoms si compone di una componente RPG piuttosto classica, caratterizzata da una telecamera con visuale isometrica dall’alto e in cui ogni azione del proprio personaggio sarà eseguibile tramite click sinistro del mouse.
Il gioco possiede inoltre un ottimo sistema di personalizzazione del proprio equipaggiamento, composto da numerose decine di combinazioni tra armature, armi, amuleti e quant’altro, a cui si va poi ad aggiungere un ramificato albero delle abilità sbloccabili salendo di livello, uno per ogni personaggio. Altra caratteristica peculiare del gioco è poi anche il sistema di recupero della salute. Oltre alle classiche pozioni, infatti, premendo la barra spaziatrice sarà possibile sacrificare le anime dei nemici sconfitti per ristabilire la barra d’energia, peculiarità che fortunatamente non va ad intaccare la difficoltà del titolo. Shadows: Heretic Kingdoms inizia infatti ingannando il giocatore ed offrendo un sistema di gioco apparentemente semplice ed in cui prevalere sui nemici non sarà una sfida ardua, ma verso metà dell’avventura si nota un’intelligente impennata della difficoltà a causa della presenza di variegate tipologie di nemici che vi attaccheranno senza alcuna pietà, cosa che vi costringerà a preparare strategie e tattiche utili a farvi riportare a casa la pellaccia, ed è proprio questo il momento in cui il gameplay raggiunge il suo massimo splendore, rendendo i combattimenti molto più divertenti e coinvolgenti di quanto non fossero inizialmente, cosa che dona un incredibile senso di appagamento per ogni singolo mostro sconfitto. Peccato che numerose unità si distinguano solo per il colore dell’armatura, cosa che va a danneggiare la varietà di nemici affrontabili, ridotte a poche tipologie. Ultima nota dolente riguarda la longevità del titolo, da noi portato a termine in poco più dodici ore completando numerose quest secondarie, non proprio il massimo per un RPG.
Tecnicamente parlando, Shadows: Heretic Kingdoms ne esce in maniera dignitosa, seppur non colpendo particolarmente. Il motore di gioco non risulta troppo pesante e riesce a muoversi tranquillamente pure su PC di fascia media, grazie anche alle diverse possibilità di personalizzazione del comparto grafico. Il titolo si avvale di un ottimo sistema di luci ed ombre, con effetti che danno il meglio di se quando ci si trova nel pieno dello scontro e lo schermo si trasforma in un tripudio di scintille ed esplosioni. Al contrario, i modelli poligonali di tutti i personaggi sono risultati poco curati e privi di dettagli meritevoli di essere menzionati, cosa che si ripete anche per tutte le armature che andremo ad indossare e le armi che impugneremo.
Inoltre, Shadows: Heretic Kingdoms pecca anche per varietà di ambientazioni proposte, divise principalmente in tre tipologie (deserto, foresta e ambiente urbano) caratterizzate da una struttura labirintica in cui vengono inserite di volta in volta piccole aggiunte che non riescono, purtroppo, ad eliminare un fastidioso senso di “già visto”, soprattutto quando ci si ritrova a dover percorrere lunghi corridoi completamente vuoti e impreziositi solo da texture sufficientemente curate. Per quanto riguarda il comparto audio, il gioco si avvale di una buona colonna sonora, seppur manchino canzoni orchestrali in grado di conquistare il videogiocatore, impreziosita da un ottimo doppiaggio in inglese, peccato solo che non sia presente nessuna localizzazione in italiano, mancanza che in un RPG ricco di dialoghi come questo potrebbe creare non pochi problemi a più di un utente.
Shadows: Heretic Kingdoms è sicuramente un buon RPG di stampo classico, ma si porta dietro diversi problemi non facilmente trascurabili. Chiunque non abbia giocato a Kult si ritroverà spaesato a causa di un comparto narrativo che pone le sue basi proprio a partire da questo titolo, introducendo particolari che saranno chiari solo a coloro che hanno giocato anche al primo capitolo della serie. Le missioni secondarie peccano in varietà e alla lunga rischiano di annoiare, così come la prima metà di gioco, piuttosto lenta e caratterizzata da ambientazioni che non riescono a colpire. Al contrario, però, a partire dalla seconda metà di gioco il gameplay esplode grazie ad un livello di difficoltà ben calibrato, un'ottima possibilità di personalizzazione del proprio armamentario e ad un generale aumento di situazioni presenti su schermo. Le missioni secondarie migliorano in varietà, il numero di personaggi giocabili (con peculiari abilità annesse) aumenta vertiginosamente e la trama di gioco si arricchisce di interessanti avvenimenti. Chiudono il cerchio un comparto tecnico egregio ma con diverse lacune ed un ottimo doppiaggio inglese, ma la totale mancanza della localizzazione in italiano è un problema a cui diversi videogiocatori non potranno ignorare.