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Recensione

Shadow Warrior 2 – Recensione, chi vuole il mio Wang?

Flying Wild Hog torna sotto i riflettori con un gioco che tradisce la sua natura old-school, variando la formula con novità di cui forse non si sentiva il bisogno

Quando Shadow Warrior approdò nel 2013 su PC, per poi giungere in seguito anche su Playstation 4Xbox One, critica e pubblico non poterono fare a meno di rimanere sorpresi dalla pericolosa strada intrapresa dai ragazzi di Flying Wild Hog, i quali decisero di prendere in mano un brand ormai dimenticato dal grande pubblico riportandolo in vita con un reboot capace di conquistare sia i giocatori alle prime armi sia chi, di anni sul groppone, ne aveva già parecchi. Il titolo, modernizzato per funzionare ottimamente oggigiorno, ma fuso al contempo con una struttura di gioco capace di riportare alla mente grandi capolavori del passato, primo fra tutti Doom, si rivelò essere un piccolo successo commerciale, al punto tale che la software house si decise a realizzarne un seguito diretto.

Shadow Warrior 2 - Avversario

I ragazzi di Flying Wild Hog, però, non si vollero limitare alla creazione di un titolo che attingesse a piene mani dal suo fratello maggiore, preferendo invece puntare su un nuovo azzardo, sfruttando quanto di buono fatto con il primo Shadow Warrior ma ampliandone il tutto con alcune scelte più o meno interessanti che hanno preoccupato non poco la comunità videoludica. Dopo averne potuto giocare la versione PC, completando il tutto in una quindicina d’ore circa, è giunto il momento di tirare le somme su di un’opera forse addirittura troppo coraggiosa, dalle idee sicuramente interessanti e potenzialmente valide che però, a conti fatti, hanno finito con il tradire la natura old-school del primo capitolo.

Can you handle the Wang?

Dopo le numerose disavventure che si sono susseguite una dietro l’altra nel primo Shadow Warrior, conclusesi infine con la violenta eliminazione di Enra, il cattivone del gioco, Lo Wang ha compreso che essere pagati per fare a fettine valanghe di demoni infuriati rappresenta una di quelle gioie a cui un uomo con gli attributi non può rinunciare, preferendo una vita ricca di pericoli ed avventure come ninja mercenario a quella di semplice pensionato spaparanzato sul divanetto di casa.

Ovviamente, però, quando si passa una vita intera a massacrare esseri usciti direttamente dagli inferi, comincia a diventare difficile non cacciarsi nei guai in qualche particolare situazione al limite del paranormale. Nel corso di uno tra i nostri tanti incarichi ecco che infatti ci ritroveremo ad osservare un esperimento dall’impronta fortemente scientifica, fondata sulla curiosità intrinseca dello scoprire cosa succede quando una ragazzina viene posseduta da una divinità demoniaca dal potere sconfinato.

Shadow Warrior 2 - Protagonista

Com’era facilmente prevedibile, l’entità ultraterrena inizia a consumare voracemente anima e corpo della povera fanciulla, la quale potrà guadagnare un po’ di tempo solo nel caso in cui il suo spirito venga rapidamente trasferito in un corpo ospite, manco a dirlo, il nostro. Lo Wang, seppur contrario al rituale, visti i trascorsi, si ritrova suo malgrado con una nuova voce nella testa tanto acuta quanto impertinente, sempre pronta a rimproverarlo e ad insultarlo nel caso in cui si commetta un qualche errore.

Ritrovandoci in una situazione oramai degenerata, il nostro compito sarà sostanzialmente semplice; purificare le spoglie mortali di Kamiko, questo è il nome della donzella, per poi rificcarci dentro lo spirito il quanto più velocemente possibile.

Purtroppo, narrativamente parlando, Shadow Warrior 2 risulta essere tutt’altro che sorprendente, limitandosi ad offrire una trama poco interessante e che viene velocemente a noia, inserita più che altro come pretesto per affettare mostri in gran quantità. Non capita mai di sentirsi vicini alle vicende dei personaggi che, nella loro voluta natura fortemente stereotipata, a tratti fanno venire il nervoso, con solo qualche momento in cui riescono a strappare un sorriso.

In tal senso, solo Lo Wang sarà capace di farvi ridere con gusto, tra battutacce fortemente trash e doppi sensi di ogni tipo che s’inseriranno perfettamente tra un cadavere e l’altro e che daranno all’intera opera un senso ancor più scanzonato e da prendersi poco seriamente di quanto già non fosse in passato.

Shadow Warrior 2 - Gioco

La mancanza di colpi di scena o guizzi creativi di qualsiasi sorta, però, finiscono irrimediabilmente con l’appiattire enormemente il tono dall’impronta generalmente epica che gli sviluppatori hanno tentato d’imprimere al gioco, rendendo il tutto una semplice accozzaglia d’eventi che difficilmente saranno capaci di catturare l’attenzione del videogiocatore, il quale potrebbe ritrovarsi ben presto a saltare volontariamente le diverse cutscene o i numerosi dialoghi d’intermezzo che si presenteranno tra uno scontro e l’altro.

Squadra che vince non si cambia?

Come detto poco sopra, i ragazzi di Flying Wild Hog, con il loro Shadow Warrior 2, hanno voluto intraprendere la strada del cambiamento, mantenendo intatti alcuni aspetti molto apprezzati del primo capitolo andandone però contemporaneamente a modificare tanti altri.

Innanzitutto, risulta impossibile non parlare della nuova struttura di gioco messa in mostra dalle missioni, le quali abbandonano totalmente l’idea di una strada a senso unico da dover interamente percorrere uccidendo mostri nel mentre per puntare a mappe di gioco estremamente più grandi ed intricate, capaci di donare al giocatore un ben più accentuato senso di libertà e movimento, con la possibilità di scegliere la strada migliore per raggiungere il proprio obiettivo.

Shadow Warrior 2 - Arma

Il problema, però, sopraggiunge non appena si scopre che ogni mappa presente nel titolo viene creata in maniera procedurale, attraverso fredde formule matematiche che niente possono in confronto alla creatività di un level-designer che lavora alacremente alla strutturazione di una qualsivoglia ambientazione di gioco.

Sia chiaro, i diversi livelli affrontabili offrono mappe assolutamente piacevoli e capaci di farsi apprezzare fin da subito ma che, al contempo, già dopo appena tre o quattro ore, finiscono con l’assomigliarsi tutte tra loro provocando un forte e fastidioso senso di deja-vù che fa inevitabilmente perdere all’utente quel magico desiderio d’esplorare una nuova zona di gioco appena sbloccata, così da scoprire quali incredibili idee gli sviluppatori possano aver avuto per rendere ancor più divertente tale procedimento.

A conti fatti, ci vuole davvero poco a notare che ci ritroveremo sempre nelle stesse tre location (una città futuristica, una foresta dai mille colori ed un inquietante territorio ormai contaminato dai demoni) in cui, di volta in volta, vengono semplicemente spostati alcuni elementi di contorno, quali case, alberi o ponti; davvero troppo poco per un titolo che, per la sua durata, avrebbe dovuto offrire ben più varietà in tal senso.

Anche l’ossatura del gioco è stata totalmente rivista, con un hub centrale liberamente esplorabile condito da decine e decine di missioni tra secondarie e primarie. Sfortunatamente, anche tale introduzione non si è rivelata perfettamente implementata, con missioni tutte uguali tra loro e, generalmente, sempre riassumibili nell’andare da un punto A ad un punto B della mappa per poi raccogliere un qualche oggetto, senza che si provi mai ad osare offrendo una maggior varietà di situazioni e possibilità capaci di rimanere impresse nella memoria del giocatore.

Shadow Warrior 2 - Nemici

Arrivati a questo punto, qualcuno tra voi potrebbe già aver cominciato a sudare freddo, immaginandosi un titolo non all’altezza delle aspettative e, soprattutto, ben poco divertente da giocare; niente di più sbagliato. Se da un lato è infatti vero che gli sviluppatori hanno voluto tentare la fortuna con l’inserimento di alcuni vistosi cambiamenti non proprio azzeccati, dall’altro lato lo stile di gioco alla base del gameplay è rimasto totalmente invariato, se non per l’ampliamento e miglioramento di alcuni specifici aspetti che non convinsero appieno nel capitolo precedente, rivelandosi veloce, adrenalinico ed estremamente gratificante fin dai primi istanti.

Non appena darete inizio alla vostra avventura, scoprirete di possedere un’elevata libertà di movimento tra sprint, doppio salto e slittamenti laterali e frontali che vi permetteranno di dar vita ad azioni dal forte tasso spettacolare, magari lanciandovi dall’alto contro i nemici con forza dirompente o, ancora, svincolandovi velocemente tra gli avversari mentre si tirano fendenti in ogni dove.

In tal senso, il gioco è una vera gioia per gli occhi, divertendo fin da subito e senza venire mai a noia, complice anche la possibilità di far letteralmente a pezzi i malcapitati di turno che vi sbarreranno la strada, seppur non si possa nascondere che, soprattutto quando ci si ritrova accerchiati da decine d’unità nemiche, ovvero per un buon 90% delle volte, lo scontro finisce con il diventare fin troppo caotico, portandovi a tirar fendenti in ogni dove senza ben capire se si stia effettivamente colpendo qualcosa.

Oltre a ciò, la software house ha voluto anche porre rimedio ad una delle più grandi criticità mosse al primo Shadow Warrior da parte del pubblico, il quale non apprezzò minimamente la generale inutilità e poca varietà delle armi utilizzabili, problematica qui totalmente assente a causa di una assortimento tra bocche da fuoco ed armi melee semplicemente invidiabile.

Shadow Warrior 2 - Gameplay

Tra pistole, motoseghe, katane, katane laser, fucili da cecchino, lanciamissili, lanciagranate, mitragliatori pesanti, shuriken, fucili a pompa, sparachiodi e molto altro ancora, vi ritroverete a dover fare i conti con oltre settanta diverse armi utilizzabili, tutte diverse e soprattutto divertenti da utilizzare, seppur non si possa nascondere l’inutilità di alcuni dei “giocattoli” con i quali potersi sbizzarrire, pistole in primis. Oltre a ciò, Lo Wang avrà la possibilità di utilizzare una gran varietà di magie e mosse speciali attraverso l’utilizzo del Chi, una sostanza non dissimile dal mana, che vi aprirà ad un vero e proprio mare di possibilità grazie alle numerose azioni intraprendibili nel corso dei combattimenti.

Le opzioni in tal senso sono davvero tante, e a queste dovranno poi essere aggiunge le quattro diverse magie praticabili; una che farà comparire dei tentacoli giganti dal terreno infilzando chiunque si trovi nei paraggi, una che vi permetterà di riacquisire energia, una che vi renderà invisibili per qualche secondo e, ovviamente, la più classica delle onde d’urto. Se pensavate però di aver finito qui, fareste bene a ricredervi preparandovi, piuttosto, ad entrare in un nuovo mondo di possibilità offerte dai numerosissimi potenziamenti applicabili al protagonista e dalle infinite opzioni di personalizzazione delle armi, nelle quali potranno essere inserite fino ad un massimo di tre rune (ce ne sono un centinaio circa) che andranno a potenziare danno, colpo critico, rateo di fuoco, capacità di eliminare più velocemente determinate tipologie di nemici e molto altro ancora.

Tutto questo darà vita ad un sistema di combattimento estremamente vario ed appagante, pensato appositamente per permettere ad ogni giocatore di creare il proprio personale stile di gioco, magari utilizzando magie, archi e fucili da cecchino nel caso in cui si preferiscano evitare scontri ravvicinati o, al contrario, optare per katane, fucili a pompa e gatling gun di ogni genere nel caso in cui voleste impersonare il Rambo di turno.

Un mondo di gioco poco rifinito

Tecnicamente parlando, l’ultima opera di Flying Wild Hog non fa certamente gridare al miracolo. Al netto di un’ottimizzazione PC semplicemente perfetta, con il gioco che fila liscio a 60fps granitici anche nei momenti più animati ed incasinati, la conta poligonale di quasi ogni oggetto e personaggio presente su schermo risulta essere piuttosto povera, numerose texture sono apparse poco definite e la varietà delle creature affrontabili non fa certo gridare al miracolo, tutte inoltre piuttosto legnose in termini d’animazioni.

Di contro, però, un design artistico di spessore, giochi di luce ed ombre piacevoli, la quasi totale mancanza di qualsivoglia bug ed effetti particellari di buon livello aiutano a migliorare una situazione grafica altrimenti critica.

Shadow Warrior 2 - Coop

A seguito di ciò, è quindi davvero un peccato che l’intelligenza artificiale nemica rasenti lo zero assoluto, con nemici di ogni genere e tipologia che si limiteranno a venirvi semplicemente incontro tentando di procurarvi, nel contempo, quanti più danni possibili.

Altra nota di demerito riguarda la coop online che permette di godere dell’esperienza offerta da Shadow Warrior 2 in compagnia di un altro giocatore, un’idea interessante ed intrigante nelle basi ma che, al contempo, si ritrova a dover fare i conti con numerosi casi di disconnessioni ingiustificate. Chiude il tutto un buon doppiaggio inglese a cui, purtroppo, non ha fatto seguito alcun tipo di localizzazione in italiano.

I pro

  • ottimizzazione PC perfetta…
  • Un mare di armi e potenziamenti
  • Wang vi farà scappare numerose risate
  • Il sistema di combattimento diverte per tutta la durata dell’avventura

I Contro

  • …al netto di un comparto grafico non esaltante
  • Narrativamente molto debole
  • Generazione procedurale dei livelli mal implementata
  • Tutte le missioni primarie e secondarie sono sostanzialmente uguali tra loro
  • Intelligenza artificiale praticamente assente
  • Localizzazione italiana non pervenuta

Voto Globale 7

Con Shadow Warrior 2, i ragazzi di Flying Wild Hog hanno tentato di andare a modificare vistosamente un sistema di gioco che, molto semplicemente, non andava trasformato, ma solo migliorato in quegli aspetti che nel primo capitolo sembrarono scricchiolare sotto i nostri passi. Tutto ciò che è stato inserito per la prima volta all’interno del brand, tra mappe procedurali e missioni secondarie, non riesce infatti a convincere ed anzi, diminuisce la qualità generale di un titolo che, seppur non capace d’emozionare a causa di un comparto narrativo fin troppo piatto, diverte ed esalta il giocatore grazie ad uno black humor che il nostro amato Wang trasuda da ogni suo poro e ad un sistema di combattimento sostanzialmente invariato ma migliorato in termini di varietà, con molte più armi, mosse speciali e potenziamenti vari utili a rendere ogni scontro sempre piacevole d’affrontare e mai noioso. Graficamente, il titolo non è al top, vuoi anche per la natura indie del progetto, ma resta il fatto che un’ottima ottimizzazione della versione PC del gioco, un buon art-design capace di regalare alcuni ottimi scorci ed un attento beta-testing atto ad evitare la presenza di bug possibilmente problematici risollevano la situazione. Un vero peccato, infine, che l’opera manchi di una qualsivoglia localizzazione in italiano.

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