Un GDR dalle tinte oscure in due dimensioni. Un concept interessante che riprende a chiare linee molte caratteristiche proprie della produzione di From Software.
Voglio essere completamente sincero con tutti voi. Il sottoscritto non ha mai giocato nemmeno a un Dark Souls. Come mai? Non mi piace il genere? No, non è questo. Semplicemente non sono mai stato più di tanto attirato da quella formula di gioco. Agli albori il primo Dark Souls di Hidetaki Miyazaki ha – primo di tutto – attirato i videogiocatori di nicchia, appassionati del genere o meno propensi a farsi prendere dalla frustrazione.
Contro ogni mia personale previsione, Salt and Sanctuary è riuscito a fare breccia nel mio animo di videogiocatore, facendomi dannare più volte, data la complessità e l’alto tasso di sfida proposto dall’avventura. L’opera videoludica di Ska Studios fa la sua sporca figura, strizzando l’occhio al fenomeno (che in tanti osannano e acclamano) Dark Souls. Detto questo, oggi è tutta un’altra storia. Ecco cosa penso in maniera diretta di Salt and Sanctuary, disponibile da qualche settimana solamente per PlayStation 4. Il titolo sarà poi reperibile fra qualche tempo anche su PC e PS Vita. Xbox One? Per ora no, ma non disperate. Se il fenomeno prende piede potrebbe arrivare anche sulla console Microsoft, sviluppatori permettendo.
Prima di iniziare l’avventura, il gioco offre la possibilità di scegliere fra ben otto classi: cavaliere, mago, paladino, ladro, capo, chierico, indigente e cacciatore. Io ho scelto proprio quest’ultimo, ma andando avanti con l’avventura ho deciso – senza averci nemmeno pensato più di tanto – di snaturare il mio personaggio e farlo diventare un vero e proprio ladro atipico! Perché l’ho munito di pugnale e scudo. Sì, è davvero così. Ho fatto un connubio forse anti estetico, ma per quanto mi riguarda efficace. Fatto ciò ho provveduto a personalizzarlo un pochino. L’ultima cosa poi, che deve essere scelta, è la propria divinità da acclamare e venerare.
Mi preme subito segnalarvi la presenza dei sottotitoli in italiano. La traduzione è davvero terrificante, tanto da essere per circa il 95% davvero incomprensibile. Quindi valutate voi se cambiare o meno la lingua dei sottotitoli (mediante il menu delle impostazioni della console). Trattandosi di un “souls like” in due dimensioni, posso dire che Ska Studios ha realizzato un bellissimo videogioco. Non lo nascondo dietro il fiume di righe che seguirà questa frase. La grafica è minuziosa, ispirata, colorata e cupa quando serve.
Andando avanti con la vostra avventura, noterete tantissime categorie di nemici che – una volta incontrati – saranno immediatamente registrati nel bestiario, contenente le informazioni di ogni creatura. La parte critica sarà quella iniziale, visto che le prime ore di gioco saranno fondamentali. Dovrete tirare fuori il meglio di voi, uccidendo i nemici, facendo molta attenzione alle trappole presenti in ogni dungeon e cercando di evitare il più possibile la morte. Sarà francamente impossibile non morire, ma questo tragico evento farà perdere i punti esperienza (rappresentati dal sale), utili per salire di livello e per forgiare e migliorare l’armamentario. Nel caso di una morte, vi sarà comunque data la possibilità di uccidere l’assassino e riottenerli. Se vi capiterà di morire di nuovo, prima di esservi vendicati, potrete dire addio ai punti esperienza accumulati in precedenza. La morte comporterà a una perdita cospicua di monete d’oro. Questa valuta risulta essere davvero importante perché darà la possibilità di effettuare preziosi acquisti. Un tesoretto poi è consigliabile, dato che – come dicevo un attimo fa – la morte porterà via con sé migliaia di monete.
Tornando agli acquisti, possiamo agganciarci al discorso relativo agli oggetti presenti in gioco. Non li citerò tutti ovviamente, perché sono davvero numerosi, mi limiterò quindi a parlare di quelli base. In questo tipo di videogiochi, la barra vitale si dovrà ripristinare usufruendo di una pozione immediatamente efficace oppure un’altra di minore intensità. La prima (l’acqua di benedizione) è quella che avremo sempre a disposizione e resa disponibile ogni qualvolta che visiteremo un santuario. Badate bene: la visita nel santuario, oltre a ricaricare la barra vitale e l’acqua purificata (pozione istantanea e totale), concederà il respawn a tutti i nemici di una determinata area, eliminati precedentemente. Ovviamente dirigersi verso un santuario sarà importante, al fine di inizializzare il salvataggio automatico.
Altri strumenti importanti per l’alter ego sono: gli antidoti, difatti alcuni nemici sono in grado di causare un avvelenamento, dei pugnali da lancio per colpire dalla distanza le creature ostili (magari se non si possiede già un arco o una balestra come arma secondaria) e tante altre risorse; ad esempio un liquido che permette di rendere la nostra arma (come il pugnale e la spada) avvelenata e quindi ulteriormente dannosa per coloro che proveranno ad essere di intralcio.
L’albero delle abilità di Salt and Sanctuary ha delle ramificazioni veramente impressionanti. E’ talmente colmo di abilità da dover effettuare lo zoom out per vederle tutte su schermo. Nel momento in cui si spendono i punti esperienza per progredire di livello, si ottengono delle gemme viola, utili per procedere con il potenziamento desiderato. Ovviamente, la forza di Salt and Sanctuary è l’ampia scelta che viene al giocatore che può infatti migliorare il proprio personaggio, pescando abilità di una o di altre classi. I dungeon, poi, variano di volta in volta. Le ambientazioni sono cupe e evocative e ogni nuova zona presenta sempre delle nuove creature. Detto questo, lo studio di ogni creatura sarà importante. Dovrete capire i pattern di attacco e di difesa di ognuno. Siccome Ska Studios si è ispirata moltissimo al Dark Souls di From Software, è quasi inutile menzionare la presenza di un boss in ogni dungeon. Il nemico numero uno, rappresenta la cosiddetta prova del 9, dato che esso rappresenterà il nostro vero e proprio ostacolo da superare per avanzare con l’avventura. Questo perché ad ogni boss ucciso, corrisponderà una chiave in grado di aprire un varco altrimenti bloccato.
Le musiche di sottofondo riescono a immergere i giocatori nella storia. Il tutto è realizzato a puntino e con una cura impressionante. Ormai alcuni sviluppatori indie, non dovrebbero essere più definiti tale. Mi è davvero piaciuto molto Salt and Sanctuaty perché, al pari di ogni Souls, offre moltissime ore di gioco e una rigiocabilità totale. Chi, infatti, non ha voglia di iniziare nuovamente l’avventura impersonando un nuovo eroe e, magari, incarnare una nuova fede presente in questo incredibile universo? Nessuno… Peccato soltanto per i sottotitoli in italiano… davvero incomprensibili.
È un titolo che riprende praticamente la totalità delle meccaniche da Dark Souls ma, il fatto di essere un 2D, cambia improvvisamente le carte in tavola. Il gameplay divertente e vario, le location evocative e ispirate e le tante tipologie di nemici, impreziosiscono questa formula. L'alto livello di sfida, poi, non può che rappresentare uno stimolo in più per prendere in mano il Dualshock 4. Infine, il prezzo di circa 20 euro è assolutamente giusto se messo a confronto con l'intera offerta. Salt and Sanctuary è, senza ombra di dubbio, un titolo da acquistare ad occhi chiusi.