kingdomgame.it
Recensione

Saints Row IV: Re-Elected e Gat Out of Hell – Recensione, santi all’inferno

Siamo tornati a Steelport per essere rieletti e per sposarci. Siete sicuri che ne valga la pena?

Resident Evil, Metro, GTA V, Sleeping Dogs. Che cosa hanno in comune tutti questi giochi? I più informati di voi lo avranno capito, sanno bene dove vogliamo andare a parare. Tutti quelli citati sopra sono accumunati dall’aver ricevuto uno svecchiamento, passando da una console ad un’altra più recente. Andando quindi a sfruttarne le potenzialità per rendere il gioco visivamente più gradevole. Magari sfruttando l’occasione per lanciare un prodotto il più completo possibile, con relativi DLC usciti nel tempo. Ed ecco quindi che Saints Row IV si unisce alla schiera dei porting su next gen, non è passato molto tempo dall’ultima volta che avevamo sfruttato i nostri poteri per sventare la minaccia di Zinyak, vediamo cosa è cambiato.

Andremo inoltre a raccontarvi di Gat Out of Hell, il DLC stand alone compreso nel pacchetto.

È tempo di rielezioni…

La trama del titolo e i suoi aspetti base, per forza di cose, sono rimasti i medesimi. Facciamo quindi un recap della situazione in cui si sono cacciati i Saints. Ricordiamo di come essi, fino agli anni precedenti al quarto capitolo, rappresentavano una minaccia per il paese, erano una delle tante gang locali capaci solo di causare guerriglie. Ora sono a capo della nazione. Veniamo infatti eletti Presidente degli Stati Uniti dopo aver sventato un attacco terroristico. Se pensavamo di adagiarci sulla poltrona dello studio ovale, ci sbagliavamo di grosso.

Zinyak, comandante dell’impero Zin, decide di mettere fine alla nostra presidenza. Cattura i nostri fedeli alleati e intrappola il boss dei Saints in una Steelport virtuale. Arrivando subito al sodo (per approfondire Saints Row 4 potete leggere la nostra recensione originale), la trama messa in scena da Volition, così come le sue situazioni non ci convinsero. Ci eravamo abituati davvero bene con i precedenti capitoli di Saints Row, ciò per cui si distinguevano era la follia generale che avvolgeva il titolo, condita con delle battute in grado di strapparci più di qualche sorriso durante l’intero svolgersi delle missioni principali. Non riusciamo a comprendere come il team abbia deciso di dare un tono serioso a questo capitolo che – citando il nostro articolo originale – semplicemente non gli dona. Se questo non bastasse, anche le stesse missioni principali non riescono nell’intento di riproporre il feeling della serie.

Saints Row IV Re Elected Gat Out of Hell recensione

Saints Row IV Re-Elected non solo ci permette di vivere le avventure del Presidente contro Zinyak, ma completa il quadro con tutti i contenuti rilasciati. Il più importante tra questi è sicuramente il DLC Enter the Dominatrix. Qui giocheremo il racconto dei vari volti noti del brand, i quali svelano durante un’intervista un’avventura sì pensata dagli sviluppatori, ma poi rimossa. Scopriremo che in vero nemico non è il comandante dell’impero Zin, ma bensì la Dominatrix. La trama, sostanzialmente finisce qui, dovremo destreggiarci in una serie di missioni decisamente prive di originalità fino alla sua conclusione che giunge in una manciata di minuti.

Quando andiamo a parlare di rimasterizzazioni per le console dell’attuale generazione, è impossibile fare a meno di valutare se la trasposizione abbia subito la doverosa attenzione sull’aspetto tecnico. Che, lo sottolineiamo sempre in queste occasioni, non si deve limitare alla sola beltà estetica, ma è d’obbligo per lo sviluppatore andare a rimuovere quelle magagne che possono inficiale sulla godibilità del titolo sulla pulizia generale. Andando a comparare la versione uscita nel 2013, con Re-Elected notiamo come l’aliasing sia inferiore – anche se qualche scaletta rimane – e la risoluzione più elevata aiuti a migliorare la scena generale. Questo grazie anche a texture, shader e ad un’illuminazione migliore. Se la differenza è pur vero che si nota, il risultato complessivo non è marcato come in altre riedizioni.

…e di matrimonio

Gat out of Hell è l’espansione stand-alone che ci manda dritti dritti all’inferno. È il compleanno di Kinzie, e per festeggiare decidono di giocare con una tavola ouija. Alla domanda “chi sposerà il Presidente?” L’indicatore compone il nome della figlia del diavolo: Jezebel. Ed è a questo punto che il boss viene risucchiato e portato negli inferi. Gat e Kinzie non perdono tempo e vanno alla sua ricerca. Da qui in poi il nostro compito è quello di non permettere che il matrimonio avvenga, e di riportare il capo dei Saints indietro. E i problemi iniziano a sorgere proprio in questo momento, uno dei punti deboli del DLC è lo stesso di Saints Row 4: la serietà. La narrazione è più seria che mai, pesante da ascoltare addirittura. Ancora una volta, questo cozza pesantemente con lo spirito della serie a cui ci eravamo abituati.

Saints Row IV Re Elected Gat Out of Hell recensione

Ma arriviamo al vero punto critico: la progressione. Non esistono missioni principali vere e proprie, a conti fatti ne abbiamo una e una sola, quella finale. Questa consiste nel fronteggiare Satana faccia a faccia, ma per fare questo dovremo convincerlo che siamo una minaccia tale da doverlo scomodare in prima persona. Dovremo quindi creare scompiglio, uccidere demoni e completare le attività secondarie. E qui arriviamo a svelare il problema: gli incarichi che ci vengono affidati dagli NPC non sono altro che le attività che si trovano per il mondo del gioco, praticamente delle rivisitazioni di quelle che già avevamo giocato in Saints Row IV, senza particolari guizzi di inventiva. Ci ritroviamo quindi a ripetere e a ripetere svariate volte le versioni demoniache di Frode Assicurativa, Vandalismo, Sopravvivenza e via dicendo. Non andremo a fare altro se non volare da una parte all’altra della mappa raccogliendo anime per potenziare i poteri fino a raggiungere i compiti di cui sopra, una volta conclusa ci dirigeremo alla prossima, e via dicendo fino alla conclusione.

Saints Row IV Re Elected Gat Out of Hell recensione

Abbiamo citato il volo, il quale, in fin dei conti, è la novità più apprezzabile di questo DLC. È infatti il nuovo sistema di spostamento che si aggiunge alla super corsa e al super salto. Dobbiamo dirlo, è davvero piacevole spiegare le ali ed esplorare l’inferno dei Saints sfiorandone i palazzi e i lapilli di lava. Peccato che, ancora una volta, sia mancata l’inventiva agli sviluppatori nella creazione dei poteri, i quali sono pressoché identici a quelli del gioco base. Tranne per l’evocazione, possiamo richiamare dei minions demoniaci che attaccheranno i nemici per noi.

Appena arrivati all’inferno notiamo subito come l’atmosfera sia totalmente diversa dai classici Saints Row, anche del già cupo Saints Row IV. Le anime perse vagano in cerca di redenzione, vanno a sostituire i civili, questi guidano dei catorci distrutti e arrugginiti. I demoni pattugliano le strade con i loro enormi monster truck. I corsi d’acqua di Steelport sono sostituiti da colate di lava, e dei palazzoni alle fiamme completano uno scenario nuovo ai nostri occhi, realizzato meglio della simulazione della città dei Santi. Per mantenere intatta questa atmosfera, lo sviluppatore ha deciso di rimuovere le stazioni radio, mantenendo solo i versi dei dannati come sottofondo. Troviamo magnifica la soundtrack del quarto capitolo e spostarci all’inferno con essa ci sarebbe piaciuto, capiamo che avrebbe cozzato pesantemente con l’ambientazione, ma non troviamo giustificazione nel rendere il tutto noioso. Ci vengono in mente diverse possibili soundtrack che si sarebbero potute adattare al contesto. 

I pro

  • Il prezzo è ora onesto
  • I superpoteri rimangono divertenti da usare
  • Tutto sommato, riesce ad offrire qualche momento divertente 

I Contro

  • La serietà generale di questo capitolo (e di Gat Out of Hell) è semplicemente fuori contesto
  • Il lavoro svolto sulla rimasterizzazione è praticamente nullo
  • Gat Out of Hell è un DLC mediocre: breve e povero di inventiva

Voto Globale 7

Partiamo dal punto più critico del pacchetto: Gat Out of Hell. Diciamo semplicemente come non riusciamo a concepire la maggior parte delle scelte intraprese con questo DLC. Perché no, il fatto che sia un contenuto non significa prendersi la libertà di creare quello che si vuole e come si vuole. Approviamo la sperimentazione, approviamo la scelta dell’ambientazione. Ma è insensata una progressione che si basa sul costringere il giocatore a ripetere le attività secondarie, fino a sbloccare la vera e unica missione principale, quella finale. Uniamo il tutto ad una durata di circa quattro ore ed ad una serietà che decisamente non si addice al brand ed il risultato è un DLC che non riusciamo a consigliarvi e che fa precipitare il voto dell’intero pacchetto, già di per sé non elevato.

Andando a rileggere la nostra recensione del 2013 di Saints Row 4, non possiamo che essere d’accordo con quanto avevamo scritto. Ci dispiace ripeterlo, ma l’intero lavoro fatto con il quarto capitolo non funziona, la piega intrapresa dal team è sì coraggiosa e atta a dare una spolverata al brand, ma il lavoro poteva essere svolto in maniera decisamente migliore. I poteri sono un’ottima aggiunta al gameplay, ma ripetiamo nuovamente come l’atmosfera e il mood generale siano un controsenso con quanto fatto fino alla terza incarnazione della serie. Aggiungiamoci inoltre come sia forte il senso di déjà vu per l’intera durata della campagna, i ricordi però ci fanno tornare alla mente come il picco qualitativo appartenga ancora a Saints Row The Third. In particolare, per quanto riguarda questa edizione rimasterizzata, apprezziamo sì il miglioramento tecnico, ma che è comunque superficiale. Se poi vogliamo andare a confrontare il lavoro svolto in questa rimasterizzazione con altre di recente uscita, Saints Row 4 Re-Elected ne esce semplicemente distrutto. In conclusione, Enter The Dominatrix e Gat Out of Hell non giustificano l’acquisto. Se proprio non avete mai giocato nei panni del Presidente, magari un giro per la Steelport virtuale potreste farvelo. 

Seguici su Facebook