Molti di voi si ricorderanno i vari Double Dragon, Golden Axe e tutte quelle glorie da cabinato. Picchiaduro a scorrimento ben realizzati in cui abbiamo riversato numerosi gettoni per farci le nostre partite. Il nuovo gioco sviluppato da Deep Silver si ispira proprio a questi capolavori.
Sacred Citadel si discosta totalmente dalle meccaniche del brand, risultando uno spin off senza nessun pregio o difetto eclatante, un discreto picchiaduro a scorrimento che noi di KingdomGame.it abbiamo analizzato per voi. Il gioco punta ad essere un preludio che ci invoglierà a prendere Sacred 3. Purtroppo non si rivela così, essendo sia la storia che i personaggi privi di mordente e purtroppo non ci invogliano a continuare l’avventura. La trama vedrà l’Impero che vorrà distruggere la cittadella, patria dei serafini. Per farlo crea il Gatebreaker. Nonostante questo, il Gatebreaker avrà bisogno di due artefatti. Per trovarli, l’Impero si affiderà agli orchi Grimmoc. Proprio questi ultimi, all’inizio del gioco, incontreranno il quartetto dei protagonisti, dando inizio all’avventura. Ci troviamo al cospetto di una trama banale, che puntava ad essere il punto di forza del titolo ma che delude le aspettative. I personaggi sono quattro (un guerriero, un arciere, una maga ed una shamana). Purtroppo, qualsiasi dei quattro personaggi useremo, il gameplay sarà identico. Infatti, ognuno dei personaggi, avrà un tasto per l’attacco principale ed uno per quello secondario. Che sia un guerriero o che sia la maga, l’attacco principale verrà effettuato attraverso due armi con cui picchiare i nemici (si, anche la bella maga dovrà picchiare come un fabbro). Per quanto riguarda l’attacco secondario, ognuno avrà il suo, così come per l’attacco speciale. Inoltre avremo la possibilità di schivare i colpi dei nemici o pararli per poi contrattaccare stordendoli. Gli scontri risultano troppo semplici da affrontare, con i nemici che non causeranno quasi mai problemi. I comandi non risultano molto reattivi, causando delay in più di un’occasione. L’Intelligenza artificiale dei nemici è bassa, tanto che ci permetterà di finire il gioco alla prima run, senza mai morire. Gli scenari hanno un design molto bello e son vari tra loro, senza però dare quella ventata di novità che poteva servire. Purtroppo risultano di una linearità disarmante, dandoci soltanto la possibilità di fare due passi prima dell’ondata successiva di nemici.
I livelli sono una ventina, suddivisi in quattro aree. La longevità del gioco, quindi, si attesta sulle 4 ore. Naturalmente la rigiocabilità è elevata, visto i quattro personaggi e il ranking presente nei livelli. Quindi successive run diventano quasi d’obbligo, sopratutto in compagnia. Infatti il titolo ci regala una cooperativa fino a 3 giocatori, da affrontare online o in locale. Il comparto tecnico, invece, gode di un resa notevole, anche grazie alle animazioni dei personaggi che risultano ben caratterizzate e curate. I nemici, invece, saranno presto dimenticabili. La colonna sonora, dal canto suo, è orribile. La monotonia la fa da padrona, tant’è che dopo i primi minuti vi troverete a giocare senza l’audio.
Sacred Citadel è un gioco senza infamia e senza lode. Il nome può trarre in inganno, purtroppo della vera saga di Sacred qui non c'è quasi nulla. Il gioco è un semplice picchiaduro a scorrimento, che diverte in compagnia ma dalla durata troppo breve per essere ricordato. Tuttavia, il gioco non mi sento né di consigliarlo, né di evitarlo come la peste. Gli amanti dei picchiaduro a scorrimento troveranno un gioco sufficiente a soddisfare i loro desideri, mentre chi lo acquista solo perché è un amante della saga Sacred, potrebbe rimanerne deluso.